UN NUOVO VANGELO "ERETICO"
di Francesco Lamendola
Ormai non passa giorno senza che gli esponenti della neochiesa gnostica e massonica non scandalizzino i fedeli con una nuova sparata, sempre più temeraria, ai limiti dell'eresia e della bestemmia, e, non di rado, anche oltre. L'ultima è di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della C.E.I. Oltre a essersi pesantemente immischiato in una questione squisitamente politica, quella della cittadinanza agli stranieri, che dovrebbe riguardare solo il Parlamento italiano, ed essersi chiesto, enfaticamente, come mai tanto ritardo nell'approvazione di una legge che la regali a tutti, dando così per scontato che la legge ci sarà (il tutto sempre per via d'interviste a mezzo stampa, perché i vescovi della neochiesa, a quanto pare, non conoscono altra modalità di comunicazione, e infatti i loro interlocutori non sembrano essere più i fedeli, ma gli uomini di governo e l'opinione pubblica, quella laica più che la cattolica), oltre a ciò, dicevamo, Galantino ha anche definito la cosiddetta "riforma" di Lutero, che è stata, invece, in tutto e per tutto, un’eresia e uno scisma, opera dello Spirito Santo.
Ora, è vero che, in senso lato, si potrebbe anche dire che tutto ciò che accade è "opera" dello Spirito Santo, nel senso che tutto viene da Dio o è permesso da Dio, essendo Dio il Re dell'universo, mentre l'uomo, da parte sua, non è padrone di allungare neppure di un giorno la sua vita (anche se i seguaci dello scientismo non lo sanno e non ci credono, perché attribuiscono alle virtù della medicina la capacità di ritardare la morte, come se anche la medicina, come tutto il resto, non fosse parte del disegno divino relativo all'umanità); ma, appunto, solamente in senso lato. In tal senso, si può attribuire allo Spirito Santo anche il terremoto di Lisbona del 1755, o la bomba atomica su Hiroshima, o il tradimento di Giuda; ma, come si vede facilmente, non nel senso che Dio abbia voluto tali cose, bensì che le ha permesse, proprio come ha permesso al diavolo di tentare Giobbe, o ha permesso che il suo Figlio Unigenito venisse arrestato, frustato, coronato di spine e crocifisso. Ma codesti esponenti della neochiesa hanno proprio la diabolica astuzia di tenersi sempre in equilibrio sulle parole, di adoperare volutamente concetti ambigui in modo da non esporsi troppo, e intanto, però, seminare il massimo del turbamento, della confusione, dello scoraggiamento possibili. È la stessa tecnica adoperata, fin dal primo giorno della sua elezione, da papa Francesco: dire e non dire, alludere e poi fare marcia indietro, scagliare il sasso e nascondere prontamente la mano. Dal suo basta interrogare la propria coscienza, al chi sono io per giudicare?, al famigerato Dio non è cattolico, al Lutero aveva ragione sulla predestinazione, al Gesù si è fatto serpente e diavolo, fino a quello che non ha mai detto: per esempio, al mancato chiarimento delle ragioni che lo hanno spinto a commissariare e trattare con durezza inusitata, quasi come dei delinquenti, i Francescani e le Francescane dell'Immacolata, e alla mancata risposta ai legittimi e rispettosi dubia avanzati da quattro cardinali - che ora sono rimasti in due, perché gli altri due sono morti - circa la sua lettera apostolica Amoris laetitia, ai quali non ha mai dato alcuna risposta.
Ora, è vero che, in senso lato, si potrebbe anche dire che tutto ciò che accade è "opera" dello Spirito Santo, nel senso che tutto viene da Dio o è permesso da Dio, essendo Dio il Re dell'universo, mentre l'uomo, da parte sua, non è padrone di allungare neppure di un giorno la sua vita (anche se i seguaci dello scientismo non lo sanno e non ci credono, perché attribuiscono alle virtù della medicina la capacità di ritardare la morte, come se anche la medicina, come tutto il resto, non fosse parte del disegno divino relativo all'umanità); ma, appunto, solamente in senso lato. In tal senso, si può attribuire allo Spirito Santo anche il terremoto di Lisbona del 1755, o la bomba atomica su Hiroshima, o il tradimento di Giuda; ma, come si vede facilmente, non nel senso che Dio abbia voluto tali cose, bensì che le ha permesse, proprio come ha permesso al diavolo di tentare Giobbe, o ha permesso che il suo Figlio Unigenito venisse arrestato, frustato, coronato di spine e crocifisso. Ma codesti esponenti della neochiesa hanno proprio la diabolica astuzia di tenersi sempre in equilibrio sulle parole, di adoperare volutamente concetti ambigui in modo da non esporsi troppo, e intanto, però, seminare il massimo del turbamento, della confusione, dello scoraggiamento possibili. È la stessa tecnica adoperata, fin dal primo giorno della sua elezione, da papa Francesco: dire e non dire, alludere e poi fare marcia indietro, scagliare il sasso e nascondere prontamente la mano. Dal suo basta interrogare la propria coscienza, al chi sono io per giudicare?, al famigerato Dio non è cattolico, al Lutero aveva ragione sulla predestinazione, al Gesù si è fatto serpente e diavolo, fino a quello che non ha mai detto: per esempio, al mancato chiarimento delle ragioni che lo hanno spinto a commissariare e trattare con durezza inusitata, quasi come dei delinquenti, i Francescani e le Francescane dell'Immacolata, e alla mancata risposta ai legittimi e rispettosi dubia avanzati da quattro cardinali - che ora sono rimasti in due, perché gli altri due sono morti - circa la sua lettera apostolica Amoris laetitia, ai quali non ha mai dato alcuna risposta.
Oppure prendiamo il caso di padre Sosa Abascal, il nuovo generale dei gesuiti, il quale, fra le altre cose, ha dichiarato, con l'aria più serafica del mondo, che il diavolo non esiste, che è solamente una immagine simbolica del male. Ora, a parte il fatto che costui non può non sapere che, dicendo una tale frase, contraddice duemila anni di teologia cattolica e di Magistero ecclesiastico, dalle origini ai giorni nostri (si ricordino, ad esempio, gli interventi di Paolo VI, che fecero scalpore, sulla realtà del diavolo come essere personale, intelligente, perverso), è come se egli abbia dato dei cialtroni o dei creduloni a tutti i sacerdoti esorcisti, a ministri di Dio della statura di padre Amorth, o di padre Ernetti, per non parlare di tutti i Santi e le Sante che lo hanno visto e sperimentato, compresi, per restare nella modernità, il Curato d'Ars, Giovanni Bosco, Pio da Pietrelcina, Faustina Kowalska, suor Lucia di Fatima. È come se padre Sosa avesse dichiarato che il sacramentale dell'esorcismo è una fantasia di qualche mente sovreccitata, e che Leone XIII, quando faceva introdurre la speciale preghiera di protezione a san Michele Arcangelo, alla fine della santa Messa (poi misteriosamente soppressa dalla liturgia cattolica), dopo una visione spaventosa del demonio che minaccia la Chiesa, abbia avuto le traveggole. Ma c'è di più, e di peggio. Il primo esorcista è stato Gesù Cristo: questo, non lo si deve mai dimenticare. Gesù ha esorcizzato moltissime persone, e alcuni racconti, come quello dell'indemoniato di Gerasa, sono estremamente realistici, circostanziati e credibili. Dire che il diavolo non esiste equivale a dire che Gesù non ha scacciato alcun demonio, e che, nel deserto, non è stato tentato da satana, ma che ha avuto, al massimo, delle allucinazioni, per la fame o per il caldo. Ora, se Gesù non ha scacciato i diavoli, però compiva degli esorcismi, se ne deve dedurre che recitava una commedia, oppure che s'ingannava Egli stesso. Esiste una terza possibilità, non meno blasfema, anzi, se possibile, ancor più destabilizzante, per la fede, delle prime due, che sono già, di per se stesse, traumatiche e inaccettabili per un credente: ed è la via che padre Sosa si era premurato d'intraprendere ancor prima di affermare che il diavolo non esiste. Si tratta di mettere in dubbio l'attendibilità di quel che dicono i quattro Vangeli, sulla base del fatto che - non ridete, anche se se vi verrebbe da ridere, ma naturalmente di un riso nervoso - ai tempi di Gesù non c’erano dei registratori, quindi nessun ha colto e registrato con certezza le sue parole. Padre Sosa ha detto anche questo, e lo ha detto, come al solito, nel corso di una intervista: perché, se lo avesse detto in una sede ecclesiastica ufficiale, se lo avesse detto in chiesa o in una università cattolica, un minimo di reazione, vogliamo credere e sperare, ci sarebbe stata. Non possiamo, né vogliamo immaginare che nessuno, nessun membro del clero, nessun fedele, si sarebbe alzato e gli avrebbe chiesto: Ma padre, che cosa sta dicendo? Si rende conto dell'enormità delle sue affermazioni? Si rende conto che sta dicendo delle cose assolutamente incompatibili col cattolicesimo? Lei sta dicendo che non sappiamo se ci si può fidare di quel che è scritto nei Vangeli; lei sta dicendo che nessuno sa cosa disse e fece veramente Gesù Cristo. Dunque, lei sta mettendo fra parentesi l'intera Rivelazione cristiana: a rigore, in base a tale idea, nessuno potrebbe più dirsi cattolico, perché sarebbe come confessare di essere seguace di un dio che non si sa cosa dica agli uomini, né per quale precisa ragione si sia Incarnato, sia morto e poi risorto. Siamo quindi arrivati a questo punto: il numero uno del più importante ordine religioso cattolico fa delle affermazioni dalle quali deriva, per necessità logica, la demolizione pressoché totale di tutta la dottrina cattolica e della stessa figura di Gesù Cristo, abbassata al livello d’un imbroglione da fiera o d’un esaltato ignorante. E si badi che gli episodi di esorcismo narrati dai quattro Vangeli non si limitano alla cacciata dei diavoli dal corpo dei posseduti, ma si addentrano nei particolari "tecnici", chiamiamoli così, dell'esorcismo. A un certo punto i discepoli di Gesù chiedono al Maestro perché loro non sono stati capaci di liberare un posseduto, mentre Gesù lo ha fatto, e Lui risponde: Questo genere di demoni si scaccia solo con la preghiera e con il digiuno (Matteo, 17, 21). Se non vogliamo credere alla realtà dell'esorcismo, ci restano le parole di Gesù: sono false anche quelle? Se sono false, le ha aggiunte qualcuno, e non in buona fede: dunque il Vangelo è un libro ingannevole? Se è ingannevole, allora è un libro come tutti gli altri, che possono essere veritieri oppure falsi. Strano: ci era stato insegnato che la Bibbia è un libro divinamente ispirato e, perciò, non solo veritiero, ma infallibile. Ci sono state insegnate un sacco di balle? Ce lo dica, padre Sosa, la preghiamo: ce lo dica per il bene della nostra anima, oltre che per il decoro della nostra intelligenza. Ma, se ci hanno insegnato una montagna di balle, a fare una cosa del genere è stata la Chiesa: dunque, la Chiesa avrebbe creato la leggenda di Gesù Cristo, figlio di Dio, probabilmente per imporre il suo giogo sulle spalle degli uomini, sfruttandone l’ignoranza e la credulità. Complimenti, padre Sosa: nemmeno Dan Brown, con il suo romanzaccio delirante Il Codice Da Vinci, si era spinto così lontano; ci voleva lei, un uomo di Chiesa, un pezzo grosso della Gerarchia cattolica, per farci sapere che la nostra fede poggia su un inganno, cioè sul nulla. La ringraziamo sentitamente a nome di milioni di cattolici, i quali, nell'arco di duemila anni, hanno creduto e trasmesso la loro fede ai propri figli; e anche a nome di tutti quelli che hanno affrontato la prigione, le torture e la morte per testimoniare la loro fede a Gesù, il Salvatore del mondo. Altrimenti, resta l'altra possibilità: le parole di Gesù non sono state un’interpolazione successiva e tendenziosa, ma le ha pronunciate davvero, solo che Lui doveva tener conto del basso livello di comprensione dei suoi contemporanei, perciò parlava in modo da rispettare le loro credenze, compresa quella nei demoni. Ma nemmeno questa possibilità si rivela praticabile, da un punto di vista cattolico: Gesù, infatti, non stava parlando di una cosa secondaria, non essenziale ai fini della sua predicazione: stava parlando del mistero del Male, dunque di una cosa estremamente seria, concreta, drammatica. Drammatica, per esempio, per i parenti degli indemoniati, che gli conducevano i loro cari con l'animo straziato dalla sofferenza. Se si fosse trattato di semplici casi d'isterismo, perché Gesù non avrebbe potuto dirlo chiaro e tondo? Perché non avrebbe potuto dire: Questa non è opera del diavolo, qui non c'è la presenza del diavolo, e poi guarire il poveretto, restituendo la pace a lui e ai suoi familiari? Non si venga a dire che non volle farlo per non turbare, per non scandalizzare le coscienze, perché Egli ebbe l'animo di turbarle e scandalizzarle in misura ben maggiore, quando disse, per esempio (Giovanni, 6, 35-40): Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi h detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nel'ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Ma il Vangelo di Giovanni, senza dubbio, è quello che piace meno di tutti a padre Sosa: quello che fa problema più di tutti gli altri, dal punto di vista di un ultra-razionalista non disposto a prendere per vera nemmeno una parola, senza una previa, rigorosissima, implacabile perizia filologica.
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Del 25 Ottobre 2017
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