ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 25 novembre 2017

Alle anime belle,buoniste,progressiste,ecumeniche e misericordiose


COS'E' LA COMUNIONE DEI SANTI?


Come la neochiesa è riuscita a confonderci le idee: chi è fuori della comunione dei Santi? perchè non la si sente nominare spesso dal clero e dagli scrittori di teologia? quali categorie di persone "non ne fanno parte"? 
di Francesco Lamendola  


Innanzitutto, che cos’è la comunione dei Santi, un concetto che oggi non si sente nominare spesso dal clero e dagli scrittori di teologia? Rivolgiamoci al cosiddetto Catechismo di san Pio X, che, con il suo schema a domande e riposte, brevi, sintetiche, incisive, è stato lo strumento della formazione dottrinale cattolica per più generazioni di fedeli, almeno fino al Concilio Vaticano II. Senza dubbio, molti lo troveranno superato; da parte nostra, non sappiamo che voglia dire la parola “superato”, perché la dottrina cattolica è quella, la Chiesa l’ha definita una volta per tutte e, dopo l’epoca delle grandi controversie cristologiche e dei Concili ecumenici dei primi secoli, non ha, né potrebbe avere nulla da aggiungere, perché, se così fosse, significherebbe che la dottrina è soggetta a cambiamenti, il che è impossibile. Recita dunque il Catechismo di san Pio X (al capitolo quinto, §§ 122-132):


  1. Che significa “comunione dei Santi”?
Comunione dei santi significa che tutti i fedeli, formando un solo coro in Gesù Cristo, profittano di tutto il bene che è e si fa nel corpo stesso, ossia nella Chiesa universale, purché non ne siano impediti dall’affetto al peccato.
  1. I beati del Paradiso e le anime del purgatorio sono nelle comunione dei Santi?
I beati del Paradiso e le anime del purgatorio sono anch’essi nella comunione dei Santi, perché congiunti tra loro e con noi nella carità, ricevono gli uni le nostre preghiere e le altre i nostri suffragi, e tutti ci ricambiano con la loro intercessione presso Dio.
  1. Chi è fuori della comunione dei Santi?
È fuori della comunione dei Santi chi  fuori della Chiesa, ossia i dannati, gl’infedeli, gli ebrei, gli eretici, gli apostati, gli scismatici e gli scomunicati.
  1. Chi sono gl’infedeli?
Gl’infedeli sono i non battezzati che non credono in alcun modo nel Salvatore promesso, cioè nel Messia o Cristo, come gl’idolatri o i maomettani.
  1. Chi sono gli ebrei?
Gli ebrei sono i non battezzati che professano la legge di Mosè e non credono che Gesù è il Messia o Cristo promesso.
  1. Chi sono gli eretici?
Gli eretici sono i battezzati che si ostinano a non credere qualche verità rivelata da Dio e insegnata dalla Chiesa, per esempio, i protestanti.
  1. Chi sono gli apostati?
Gli apostati sono i battezzati che rinnegano, con atto esterno, la fede cattolica già professata.
  1. Chi sono gli scismatici?
Gli scismatici sono i battezzati che ricusano ostinatamente di sottostare ai legittimi Pastori, e perciò sono separati dalla Chiesa, anche se non neghino alcuna verità di fede.
  1. Chi sono gli scomunicati?
Gli scomunicati sono i battezzati esclusi per colpe gravissime dalla comunione della Chiesa, affinché non pervertano gli altri e siano puniti e corretti con questo estremo rimedio.
  1. È grave danno essere fuori della Chiesa?
Essere fuori della Chiesa è danno gravissimo, perché fuori non si hanno né i mezzi stabiliti né la guida sicura alla saluta eterna, la quale per l’uomo è l’unica cosa veramente necessaria.
  1. Chi è fuori della Chiesa si salva?
Chi è fuori della Chiesa per propria colpa e muore senza dolore perfetto, non si salva; ma chi ci si trovi senza propria colpa e viva bene, può salvarsi con l’amor di carità, che unisce a Dio, e, in spirito, anche alla Chiesa, cioè all’anima di lei.

Oggi, nella neochiesa, va assai di moda descrivere il mondo come se fosse popolato solo di amici o di benevoli e simpatici interlocutori della Chiesa cattolica e della Rivelazione di Gesù Cristo; ragion per cui è stato bandito il concetto di “fuori” della Chiesa, quasi si potesse far finta che gli uomini sono tutti dentro di essa, se non materialmente, almeno idealmente, cioè quanto al risultato finale: la salvezza dell’anima. Pertanto, la cosa più politicamente scorretta che si possa fare, di questi tempi, è venir fuori con definizioni della Chiesa che pongano l’accento sul fatto che, in essa, vi sono un “dentro”e un “fuori”; e che quanti ne sono al di fuori, forse, non sono tutti dei miti agnellini, ma potrebbero essere anche dei nemici mortali Tanto è vero che, anche sotto l’impressione delle stragi che hanno insanguinato le città d’Europa, e anche degli altri continenti, e che hanno avuto per autori dei fanatici islamici, i quali, al grido di Allah akbar!, hanno inteso uccidere il maggior numero possibile di “crociati”, ossia di cristiani, compresi donne, vecchi e bambini, il papa Francesco ha espressamente negato che sia lecito parlare di “terrorismo islamico”, ha banalizzato e minimizzato quel concetto, asserendo che anche fra  cristiani vi è chi uccide la suocera o la moglie, guardandosi bene, operò, dal notare che chi uccide la suocera o la moglie non lo fa per motivi religiosi, non lo fa perché costei è cristiana, ma lo fa per delle ragioni del tutto personali, le quali, con la fede, non c’entrano assolutamente nulla. Non solo: all’indomani del brutale assassinio di un anziano prete cattolico, durante la santa Messa, sgozzato per mano di due giovani islamici, la risposta del papa è stata quella di invitare gli islamici a venire in chiesa, la domenica, per partecipare alla santa Messa insieme ai cattolici; il che, fra parentesi, rende la santa Messa una cosa del tutto inedita, del tutto diversa da ciò che è sempre stata, dal momento che gli islamici, pur partecipandovi, non possono, evidentemente riconoscere il suo significato, né accettare l’idea che in quel pezzo di pane e in quel calice di vino abbia luogo la transustanziazione, la trasformazione di quelle specie nel Corpo e nel Sangue di Gesù Cristo.
Ricordare a queste anime belle, buoniste e progressiste, ecumeniche e misericordiose, che al mondo non ci sono solo gli amici di Gesù, o degli interlocutori pacifici e ben disposti, ma che ci sono anche i suoi nemici implacabili, pare che sia divenuto impossibile, qualcosa che equivale a una specie di bestemmia. Non si può dire che esistono anche i nemici di Cristo e della sua Chiesa, così come non si può dire, per esempio, che non tutti i cosiddetti profughi che sbarcano, a decine di migliaia, sulle nostre coste, sono dei poveri disperati “in fuga da guerra e fame”, come recita il classico mantra dei mass media mondialisti, ma che fra di loro ci sono moltissimi migranti economici e anche dei delinquenti veri e propri, compresi dei terroristi. E questo è non solo sbagliato, ma qualcosa di peggio: è malvagio. È cosa malvagia far credere ai soldato, nel bel mezzo di una guerra, che è scoppiata la pace, se questo non corrisponde alla verità, perché equivale a mandarlo al macello. Ora, chi ha il diritto di asserire che il mondo ha deposto le armi contro Cristo e la sua Chiesa, che ha smesso di odiarli, di perseguitarli, di volerli distruggere? In base a quali fatti? Al contrario, non si vede che ogni giorno il nome di “cristiano” è ragion sufficiente perché degli esseri umani vengano perseguitati, calunniati, imprigionati e uccisi, o costretti a fuggire dalle loro case e dai loro paesi? Del resto, nessuna meraviglia in ciò: succede da duemila anni; e Gesù Cristo lo aveva preannunciato con parole chiarissime: Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine verrà salvato; e ancora: Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia; e ancora: Se hanno ascoltato me, ascolteranno anche voi; se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi, perché non c’è servo che sia superiore al padrone. Ora, il clero della neochiesa si ritiene superiore a Gesù Cristo? Il papa Francesco pensa di essere migliore di Gesù Cristo? Gesù Cristo è stato calunniato, tradito, arrestato, processato, percosso, flagellato, sputacchiato, deriso, incoronato di spine, crocifisso: lui, il papa Francesco, e i suoi fedelissimi Paglia e Galantino, non ricevono che sorrisi, complimenti e battimani: specialmente da parte dei nemici dichiarati del Vangelo, come i radicali, gli abortisti, i massoni, i fautori dell’eutanasia e dei matrimoni omosessuali. Come mai? Lo dicano apertamente: dove ha sbagliato, Gesù Cristo? Era troppo irruente, troppo drastico, troppo rigido? Quando diceva, per esempio, che è meglio strapparsi un occhio, o tagliarsi una mano, o un piede, piuttosto che peccare, anche solo con il pensiero, sbagliava per un eccesso di zelo? Avrebbe dovuto essere più diplomatico, più dolce e accomodante? Loro, pertanto, che non parlano mai del peccato e delle sue conseguenze, sono più bravi di Lui? Il loro vangelo è migliore del Vangelo di Gesù? Bisogna prendere loro come guide e modelli, e non più Gesù Cristo?
E adesso torniamo alla comunione dei Santi. Per farne parte, abbiamo visto, bisogna far parte della Chiesa; e abbiamo visto quali categorie di persone non ne fanno parte. Del resto, lo sapevamo benissimo; ma il clero della neochiesa e i teologi della sedicente svolta antropologica, dal Concilio Vaticano II in poi (precisamente, dalla dichiarazione Nostra Aetate, del 28 ottobre 1965) sono riusciti a confonderci le idee così bene, a imbrogliare le carte con una tale abilità, che abbiamo finito per dimenticarcene. Oggi, pertanto, non esistono più i dannati, gli infedeli, gli ebrei, gli eretici, gli apostati, gli scismatici e gli scomunicati? A sentire il papa Francesco e il clero della neochiesa, si direbbe proprio di no; essi non adoperano più queste parole, o, se le adoperano, lo fanno in tutt’altra maniera e con tutt’altro significato. Ma allora, che cosa dovremmo concludere: che la Chiesa cattolica si è ingannata per secoli e millenni; che il Magistero ha insegnato delle cose false e sbagliate per tutto quel tempo, mentre oggi, per nostra fortuna, sono arrivati dei teologi, dei cardinali, dei vescovi e persino un papa che hanno compreso, finalmente, il vero significato del Vangelo, e ce lo stanno insegnando? Oggi, a dire il vero, non si sente neanche più l’espressione “comunione dei Santi”, o la si sente adoperare assai raramente; ad ogni modo, quel che vorremmo sapere è questo: esiste ancora, secondo la neochiesa, la comunione dei Santi? Ed esiste ancora la santità? Perché anche dei Santi, dei Santi quali modelli di vita per noi tutti, non è che si senta parlare molto. Al contrario: si sente dire che gli uomini, benché peccatori, in certi casi possono restarsene tranquillamene nel loro peccato, tanto ci penserà Iddio a perdonarli e a riammetterli nel suo gregge. Ciò si evince, ad esempio, o meglio, ciò è detto chiaramente in alcuni passaggi della esortazione apostolica Amoris laetitia: e infatti, dapprima quattro eminenti cardinali, indi una sessantina di sacerdoti e di teologi, hanno pregato e supplicato il papa di chiarire quei punti controversi ed ambigui, di sciogliere i loro dubbi, e quelli di molti milioni di cattolici. E il papa, che ha fatto? Non li ha degnati di alcuna risposta; ha fatto finta di non averli uditi. Con tutta la sua misericordia e con tutta la sua buona volontà di ascoltare e dialogare.


Chi è fuori della comunione dei Santi?

di Francesco Lamendola
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