L’ABATE FARIA A NUZZI: MA GUARDA CHE LO SAPEVAMO GIÀ CHE IL
VATICANO È PIENO DI CATTIVONI CONTRO NATURA…
L’Abate Faria ha letto l’ultima fatica letteraria di Gianluigi Nuzzi, (la quarta della serie), “Peccato originale”. Poi, dopo aver lungamente riflettuto, ha spedito a Stilum Curiae l’esito delle sue meditazioni. Ecco, mi sembra che si sia divertito; forse a leggere, di sicuro a scrivere. Mai come questa volta sembra proprio un bell’abate che ne ha viste e sentite tante, soprattutto fra canoniche cori e sagrestie…e non sembra molto ottimista sull’esito di quelle che Nuzzi definisce “riforme” del Pontefice.
Un pio parrocchiano mi ha regalato il libro “Peccato originale” di Gianluigi Nuzzi, libro che ho letto in una decina d’ore. Il libro si legge come un romanzo e sono stato lieto di leggere di tanta gente vaticana; più della metà di quelli menzionati nel libro li conosco anche personalmente, alcuni anche troppo bene. La tesi principale del libro mi sembra: in Vaticano ci sono dei cattivoni che invece di curare le anime e di favorire le riforme di Papa Francesco si arricchiscono e si dedicano volontieri al vizio contro natura.
Ora, Nuzzi scrive bene, è accattivante, ma un poco ingenuo: davvero scopriamo solo ora con i suoi libri che in Vaticano ci sono anche dei delinquenti? Posso aggiungere, per aiutare per i prossimi libri su altri argomenti, che nel mondo del cinema alcune attrici a volte dormono con i produttori per farsi dare le parti nei film e che i politici, reggetevi forte!, rubano. Il problema semmai è un altro, è non dare ai delinquenti protezione e omertà, in modo che i peccati si possano un poco contenere, purtroppo mai estirpare del tutto. Io credo nella Chiesa, non nel Vaticano. Credo nel mistero della Chiesa, non negli uomini di Chiesa. Li seguo se insegnano quello che hanno ricevuto, li ignoro se predicano altro. E io, nel mio ministero sacerdotale, cerco di fare lo stesso.
Certo, Nuzzi si vuole far leggere, non scrive certo per i cattolici. Ma lo voglio assicurare che la realtà del peccato non è mai stata una sorpresa, ma una presenza che viene proprio da quel peccato originale che lui ha menzionato nel titolo del suo libro. Forse non ci dovrebbe interessare solo che in Vaticano c’è tanto marcio (e c’è ed è bene non dormirci sopra) ma sapere come allargare il potenziale di bene. Saranno le riforme di Papa Francesco a fare questo, come Nuzzi adombra? Molti, compreso il povero sacerdote che scrive queste righe, ne dubitano.
Forse dobbiamo accontentarci di camminare verso la meta con i piedi perennemente inzaccherati e presentarci alla fine davanti a Dio in questo modo, sapendo che lui solo saprà leggere in profondità nel nostro cuore.
Abate Faria
MARCO TOSATTI
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