ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 22 ottobre 2017

Nascita in piena notte


CORAGGIO E' NATO UN BAMBINO


In questi tempi di confusione, sbandamento e sconcerto ci chiediamo che cosa penserebbero, direbbero e farebbero i sacerdoti e anche laici ai quali era stata affidata, a suo tempo, la nostra formazione cristiana e cattolica 
di Francesco Lamendola   

 

 In questi tempi di confusione, di sbandamento, di sconcerto, nei quali i buoni cattolici si sentono frastornati, abbandonati, perfino traditi, da quella Madre amorevole e misericordiosa alla quale erano stati affidati sin dal Battesimo, tante volte ci siamo chiesti che cosa penserebbero, che cosa direbbero, che cosa farebbero i sacerdoti, e anche i laici, ai quali era stata affidata, a suo tempo, la nostra formazione cristiana e cattolica. Farebbero finta di non vedere, di non sentire, di non accorgersi del sovvertimento in atto dentro la Chiesa, mirante a rovesciare completamente la liturgia, la pastorale e la stessa dottrina cattolica, a cominciare dalla morale e finendo con l’insegnamento relativo ai Novissimi? Come potrebbero adattarsi? Come riuscirebbero a fare buon viso, vedendo calpestate, sminuite, derise le cose che per loro erano più sacre, o, quel che è ancora peggio, vedendone capovolte sia la forma che i contenuti, al punto da esser divenute irriconoscibili? 

“Etsi Deus non daretur”

Profetismo della mariofania di Akita. Il messaggio e il suo significato: la “passione del mondo” e la “passione della Chiesa”.



UN TERRIBILE CASTIGO SUL MONDO
Nostra Signora, ad Akita, ha profetizzato sciagure immani destinate a compiersi se il mondo continua a rimanere sordo ai suoi appelli premurosi e materni. La Vergine anche qui dice che se gli uomini non si convertiranno saranno castigati. Si tratta di « un castigo ­– parole della Madonna ­– più grande del Diluvio, tale come non se ne è mai visto prima. Il fuoco cadrà dal cielo e spazzerà via una grande partedell’umanità ».
Ciò che è annunciato è, dunque, un castigo esemplare per un mondo colpevole che orgogliosamente si è sostituito a Dio, vivendo come se Egli non esistesse (“etsi Deus non daretur”). Da tempo scristianizzato, Gli disobbedisce in continuazione, lo offende col peccato, sceglie la via del male e dell’iniquità anziché quella del bene che Dio stesso gli offre attraverso i suoi santi Comandamenti. Gli uomini combattono la Chiesa di Cristo, lo Strumento universale che la SS. Trinità ha scelto per salvarli; ne perseguitano e mettono a morte i suoi membri, coloro che, soli, potrebbero offrire, con il loro esempio e la loro attività, prospettive verso un’umanità più buona e più giusta…

Non si può pretendere troppo?



11 domande a monsignor Galantino, per capire in che senso la Riforma è stata “un evento dello Spirito”


Cari pellegrini, immaginiamo di rivolgerci a monsignor Galantino che ha definito la Riforma un “evento dello Spirito” e poniamogli queste 11 domande.
1
Caro monsignore, per lei è un evento dello Spirito la distruzione della collaborazione tra ragione e fede? 
Lutero rifiutò la ragione, tant’è che affermava che essa (la ragione) non sarebbe altro che una sorta di “prostituta del demonio”. La ragione non servirebbe per avvicinare a Dio, ma per allontanarsi da Lui. Nei Discorsi a tavola dice: “(…) la ragione è il peggior nemico che la fede abbia: non viene mai in aiuto delle cose spirituali, al contrario (…) combatte contro la rivelazione divina trattando con disprezzo tutto ciò che proviene da Dio.” La ragione è per lui: “la scaturigine di tutti i mali” e “la sposa di Satana”. Da qui la sua avversione per la filosofia aristotelica. Posizione questa che è lontana mille miglia da quella cattolica, secondo cui ragione e fede devono essere in un rapporto armonico di collaborazione. La scolastica medievale poggiava su due espressioni importanti: intelligo ut credam e credo ut intelligam, che vogliono dire: ragiono per poter credere e credo per poter ragionare.

Dismissio ad gentes

Dialogo interreligioso e ideologia del dialogo


Credere “in un solo Dio” non equivale a credere “nello stesso Dio”; bisogna dunque controbattere quella tendenza, sempre più diffusa e radicata, che vuol dare ad intendere che ogni religione sia per se stessa una via valida di salvezza.

Spesso a seguito di eventi interreligiosi – soprattutto se hanno come sfondo gesti rituali di preghiera – sorgono spontanee delle domande, se non delle inquietanti perplessità. Eccone alcune che credo facciano un po’ da sfondo a tante altre.
La fede ma soprattutto la preghiera fatta da chi appartiene ad altre religioni, soprattutto se “monoteiste”, hanno tutte un valore salvifico? Credere in un solo Dio può costituire un fondamento comune di unità fra tutte le religioni? Infine, che senso ha la missione (missio ad gentes) se in fondo tutte le religioni hanno un valore salvifico?
Premesso che le opinioni personali, anche se teologiche, hanno tutte un valore relativo e non possono e non devono sostituirsi alla Dottrina e al Magistero autorevole della Chiesa, mi atterrò, anche se in forma sintetica a quanto insegnato da quest’ultimo.

L’irrequietezza non è del santo?


PADRE PIO A FORT KNOX       


Il Santo e l'architetto: Padre Pio da morto viaggia assai. Un francescano medievale non può finire nella riserva aurea di Fort Knox, andatelo a cercare nelle campagne dell’entroterronia, nei silenzi assolati del sud tra i poveri 
di Marcello Veneziani  

 

 Padre Pio ha una vita molto più movimentata da morto che da vivo. Non bastava la traslazione dalla vecchia alla nuova chiesa di Renzo Piano in San Giovanni Rotondo, l’antica tensione con Pietrelcina che ne reclamava il soggiorno e almeno una reliquia, poi la traslazione a Roma per rianimare il giubileo speciale inventato da Papa Bergoglio; ora la salma del Santo torna, a furor di popolo, nella vecchia chiesa in cui fu sepolto tanti anni fa; ma solo per pochi mesi, per poi rientrare nella cripta attuale.

Si trattava del futuro della Chiesa.

A. SOCCI: ritornare alla sconvolgente visione di papa Leone XIII per capire quello che sta succedendo oggi nella Chiesa



Leone XIII fu Papa dal 1878 al 1903 (…). Parliamo di un grande Papa, che è stato un ottimo Pontece, dotato di saggezza, senso della realtà, consapevolezza del momento storico, prudenza e coraggio.

Ebbene il fatto misterioso di cui parliamo gli accadde il 13 ottobre 1884.Quel giorno, assistendo a una seconda messa di ringraziamento «a un tratto lo si vide drizzare energicamente il capo, poi fissare qualche cosa al di sopra del capo del celebrante. guardava fisso, senza batter palpebra, ma con un senso di terrore e di meraviglia, cambiando colore e lineamenti».

Guai a chi li tocca..

Giovanni Paolo I: le profezie di Fatima e il decesso


105 anni fa nasceva Albino Luciani, futuro papa Giovanni Paolo I. Diventa papa il 26 agosto 1978 e muore 33 giorni dopo. Molto si è discusso intorno a questo decesso, così rapido.
Ucciso?
Morto a causa del suo mal di cuore, aumentato dalle innumerevoli difficoltà nei primi giorni del pontificato?

Certo che lo sanno...!

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PEZZO GROSSO: MA GALANTINO E CIVILTÀ CATTOLICA SANNO CHE COSA DICEVA LUTERO SU PAPA E MESSA? (E GLI EBREI…)



 Vi garantisco che stavo raccogliendo forze voglia e materiale per scrivere un commento sull’esaltazione di Martin Lutero da parte del Segretario della CEI, mons. Galantino, e dell’articolo che è apparso sulla Civiltà Cattolica sempre a proposito del già monaco agostiniano quando aprendo la posta ho trovato un articolo incandescente di Pezzo Grosso. Lo stupore per certe dichiarazioni ormai lo abbiamo superato da un pezzo, ma una certa curiosità da entomologi verso questo strano mondo clericale è rimasta. Insomma, l’unico appunto che posso muovere alle considerazioni di Pezzo Grosso è che non ha fatto cenno alla posizione di Martin Lutero verso gli ebrei, certo anch’essa ispirata dallo spirito santo. Dopo Pezzo Grosso metto un paio di citazioni, tanto per dare un’idea.

La "devolution" liturgica


Liturgia: "Correctio paternalis" del Papa al cardinale Sarah

Papa Francesco smentisce l'interpretazione del cardinale Sarah sul Motu Proprio riguardo le traduzioni nella liturgia e chiede che la Nuova Bussola Quotidiana pubblichi la sua lettera. Una situazione senza precedenti che pone la NBQ al centro di un dibattito centrale per la vita della Chiesa. Il Papa esplicita il suo progetto di "devolution" liturgica, con sempre più ampi poteri affidati alle Conferenze episcopali.


L’interpretazione del cardinale Robert Sarah del Motu Proprio “Magnum Principium” non è corretta; lo spirito del documento pontificio è proprio quello di concedere per le traduzioni liturgiche quell’ampia autonomia e fiducia alle Conferenze episcopali che il cardinale Sarah vorrebbe limitare. A dirlo è proprio papa Francesco con una lettera autografa al prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti – il cardinale Sarah appunto - che qui pubblichiamo integrale su richiesta esplicita dello stesso Pontefice. Era stata infatti proprio la Nuova Bussola Quotidiana a pubblicare il 12 ottobre la nota del cardinale Sarah che, tenendo conto di alcune reazioni già manifestatesi, proponeva una corretta interpretazione del Motu Proprio (clicca qui).

sabato 21 ottobre 2017

Mi dispiace per gli altri, ma Dio è cattolico


IL BERGOGLISMO "ERETICO"               


Non è più cattolicesimo, ma bergoglismo. Non possono esserci due o più Verità assolute, soprattutto in campo religioso: il relativismo e l'indifferentismo religioso sono logicamente impossibili. Le eresie gesuitiche di Abascal 
di Francesco Lamendola   


 

 In un recentissimo e ben documentato articolo, Sandro Magister ha evidenziato in quale maniera il papa Francesco sta letteralmente adulterando il cattolicesimo, stravolgendo e falsificando la dottrina. Si tratta di un metodo estremamente semplice, per non dire rozzo: eliminare quello che della dottrina non gli va, e parlare solo di quella parte che incontra la sua approvazione. Non per nulla ha detto, più volte, che la dottrina è una cosa buona solo se unisce, mentre diventa una cosa deprecabile se divide; stranissimo concetto, che diventa invece chiaro e perfino lapalissiano tenendo conto della sua strategia complessiva: trasformare il cattolicesimo in bergoglianesimo. È persino superfluo dire che l'Abc dell'onestà intellettuale, sempre e dovunque, consiste nello sforzo sincero di comprendere quel che ci vien detto, o quel che stiamo leggendo; poi, nel farne una sintesi; infine, nel discuterlo e ed, eventualmente, nell'esporlo ad altri, senza alterarlo, ma conservando la sua unità intrinseca, la sua coerenza logica, la sua coesione concettuale.

Una bestemmia contro lo Spirito Santo

Caro mons. Galantino, tra noi Cattolici e Luterani è proprio la FEDE che ci divide!


I Cattolici sono Cooperatoris Veritatis non discepoli di Lutero
Vogliamo ritornare sull’argomento già affrontato da altre tastiere più forti della nostra come quella della Bussola Quotidiana, vedi qui, altri hanno ricordato il florilegio pervertito di Lutero contro il Papato e la Chiesa tutta, vedi qui; il domenicano Padre Coggi ha scritto un libro interessante per capire come Lutero ha sbagliato, vedi qui; e ancora parlammo qui del chiarimento che Lutero non fu riformatore ma rivoluzionario…. consigliamo anche questo articolo:

I Santi tridentini? Erano ispirati dal demonio …. La svolta luterana del sedicente “episcopato” italiano e della Chiesa ex cattolica

ed infine anche il domenicano Padre Riccardo Barile, vedi qui, disse chiaramente: “Ferma restando la necessità del dialogo ecumenico, è però importante rendersi conto che non è vero che tra cattolici e luterani ci unisce la fede e ci dividono solo delle interpretazioni teologiche. È vero invece che sui sacramenti, l’Eucarestia, l’approccio alle Scritture, il ministero sacerdotale, la Messa come sacrificio, la Madonna è proprio la fede che ci divide…”

Non sono i terroristi islamici che fanno paura


AVE MARIA: L'ORRIBILE MINACCIA?

La santa ira del rettore politically correct. Non sono i terroristi islamici che fanno paura, non sono gli assassini che uccidono urlando Allah Akhbar: il valoroso rettore Adornato censura "l’orribile minaccia" dell'Ave Maria 
di Francesco Lamendola  
 

Se i fatti, come sembra, corrispondono alla denuncia presentata dagli studenti, si tratta di un ATTEGGIAMENTO ASSOLUTAMENTE IMPROPRIO E CENSURABILE. L’università è uno spazio di convivenza pacifica e rispettosa di opinioni, culture e fedi religiose. L’università non è luogo di gesti divisivi, né, tanto meno, di imposizione e se ciò è avvenuto nel nostro ateneo non può essere accettato dal rettore, che rappresenta l’ateneo stesso nella sua interezza e nella pluralità delle sue espressioni, che ne costituiscono la ricchezza e la istintività. Valori assolutamente da conservare, difendere, rafforzare ed è a nome dell’intero ateneo che CHIEDO SCUSA a tutti coloro che sono stati feriti nella sensibilità e nella fiducia vero l’università.

Che anche il destinatario ne possa giungere a conoscenza?

GOTTI TEDESCHI: UN’IMPLORAZIONE AL PAPA PER L’IMMACOLATA, E – ANCHE – PER I FRANCESCANI DELL’IMMACOLATA… 


Abbiamo ricevuto dal prof. Ettore Gotti Tedeschi un appello al Pontefice, che ci sembra molto interessante condividere e portare a conoscenza dei lettori. Nella speranza che anche il destinatario ne possa giungere a conoscenza.

Sopra il moggio



                     Il male si organizza 

Ascoltare Bruno Cornacchiola in un video registrato, come mi è capitato qualche settimana fa, scuote davvero la coscienza. Siamo nel mese di novembre del 1987 e il veggente delle Tre Fontane si rivolge ai suoi cari Arditi – così chiamava i membri dell’associazione S.A.C.R.I., da lui fondata – con una catechesi intitolata Natale senza vocazioni o vocazioni senza Natale?
Dice Cornacchiola: “Il titolo mi è venuto alla mente (la Vergine della Rivelazione è sempre presente; se non fosse così io non sarei capace di non fare niente di ciò che faccio!), ma io ho pianto nel meditarlo”. Aggiunge: “Perché se è un ‘Natale senza vocazioni’, vuol dire che siamo finiti e Dio si è allontanato da noi! Non avere vocazioni significa non più Misericordia, ma maledizione e castigo e se è un’ondata di ‘vocazioni senza Natale’, allora la maledizione è completa, perché abbiamo vocazioni, ma atee o agnostiche, che corrono in ogni dove per superstizione, che s’interessano di tutto meno che di arginare, con la Dottrina della Verità, il male dilagante e non mettono la Lampada della Verità della Salvezza sopra il moggio, perché tutti la vedano e l’accettino col buon esempio di pratica delle virtù (Mt 5 – 14,16)”.

Il Dio cacciato dalla porta, rientrerà, anzi sta già rientrando, dalla finestra


UNICUIQUE SUUM

Postato da 
IL QUADRO E' SEMPRE PIU' CHIARO

Di giorno in giorno il quadro è sempre più chiaro. La Chiesa cattolica è stata sostituita con una neochiesa sincretista, gnostica e massonica. L'eresia delle masse pigre e indolenti e l'eresia delle persone colte e intelligenti 
di Francesco Lamendola  

 

Un giorno dopo l’altro il quadro si fa sempre più chiaro. Fino a qualche anno fa, parecchi punti apparivano ancora oscuri, ambigui, carichi di possibilità contrastanti; ma adesso, specialmente dopo l’abdicazione di Benedetto XVI e l’elezione di Francesco, le cose si son fatte via, via, sempre più esplicite, sempre più palesi. Se era possibile nutrire qualche illusione fino a quattro, cinque anni fa; se si poteva ancora sperare che le cose non fossero davvero come sembravano, in tutta la loro cruda evidenza; se si poteva ancora coltivare il pio auto-inganno che la Chiesa non avesse imboccato una strada di non ritorno, che l’avrebbe portata irreversibilmente fuori da se stessa e lontano da se stessa, ora tutto questo non è più possibile, non è più nemmeno pensabile. Ora bisogna fare i conti con la realtà di una situazione tragica, ma, se non altro, tremendamente chiara: la penombra si è diradata, e la manovra dei nemici del Vangelo appare in piena luce. Bisognerebbe essere ciechi per ostinarsi a non vederla, a far quasi finta di nulla. O ciechi, o collusi con gli oscuri burattinai di questa strategia dell’autodistruzione, ossia dello svuotamento, dall’interno, della ragion d’essere della Chiesa stessa.

Superciuck studia da papalcol

 

IL VESCOVO GALANTINO, IL MONACO LUTERO E IL VESCOVO ZAMBITO

Le esternazioni del segretario generale della Cei (quo usque tandem?) in occasione di un Convegno su Martin Lutero – Le valutazioni sull’ attualità (non solo ecclesiale) da parte di un vescovo con la schiena diritta, monsignor Ignazio Zambito, dal 1989 a quest’anno pastore della diocesi siciliana di Patti. Che “da tempo" non legge più ‘Avvenire’.
Mercoledì 18 e giovedì 19 ottobre la Pontificia Università Lateranense ha promosso un Convegno dal titolo “Passione per Dio. Spiritualità e teologia della Riforma a cinquecento anni dal suo albeggiare” (poetico quell’ albeggiare…). Giovedì mattina in particolare è stato il segretario generale (quo usque tandem?) della Cei a introdurre e moderare i lavori, incentrati su “La spiritualità della Riforma nell’agire ecclesiale”.

Una vera e propria trappola del diavolo

Il silenzio che salva

Deus cordis mei, et pars mea Deus in aeternum (Sal 72, 26).

Molte controversie risulterebbero meno intricate, così come si eviterebbero tante deviazioni, se tenessimo tutti presente un principio che, per grazia, compresi negli anni del liceo: le questioni che ci poniamo su Dio sono problemi per noi, ma non per Lui. La realtà divina, essendo assolutamente indivisa, è esente da qualsiasi tensione, ma per la limitatezza del nostro intelletto essa ci appare complicata, costringendoci a ragionamenti complessi che a volte finiscono in paradossi e antinomie; Dio però, in se stesso, è semplice. È consolante costatare che san Tommaso, parlando di Lui nella prima parte della Summa, richiami spesso i limiti della nostra mente e i condizionamenti dovuti al nostro modo di apprendere, che procede spesso per via negativa, non avendo noi esperienza diretta di ciò che è in-finito, in-causato, in-terminabile… Qualsiasi cosa diciamo di Lui, di conseguenza, andrà sempre intesa analogicamente, senza dimenticare che la Sua realtà eccede infinitamente tutto ciò che possiamo conoscerne.

venerdì 20 ottobre 2017

Civitas diaboli

Le ragioni dell'appoggio della gerarchia modernista allo jus soli


Quando dividebat Altissimus gentes,
quando separabat filios Adam,
constituit terminos populorum
juxta numerum filiorum Israël.

Deut. XXXII, 8


Perché la neo-chiesa è così smaniosa di estendere i diritti di cittadinanza - dimenticando spesso che essi trovano un necessario completamento nei doveri ch'essa comporta - in nome di un umanitarismo solidarista di chiara matrice massonica? Perché i suoi capi, i suoi ministri, i suoi corifei sono i primi ad essere dei clandestini in seno alla Chiesa, non condividendone né i principj, né la morale, né la storia. Invasori silenziosi, nemici dichiarati, quinte colonne. Per lo stesso motivo essi legittimano le coppie omosessuali, la teoria gender, il concubinato: Cicero pro domo sua. Giungeranno a derubricare anche altri peccati, purché siano quelli in cui essi indulgono. E viceversa, si inventeranno nuove fattispecie di colpa, tra cui quell'integralismo che essi aborrono, poiché difende nella sua totalità il corpo dottrinale, morale, spirituale e liturgico di una Religione in cui non credono, della quale negano i dogmi, di cui adulterano il contenuto, la cui storia gloriosa essi screditano per non sentirsi condannati e scomunicati assieme ai grandi eresiarchi dei quali celebrano oggi la ribellione, osando addirittura chiamare in causa il Paraclito a suggello dei proprj delirj.

Neo Anti Chiesa

l'Antichiesa


PRINCIPALI DIFFERENZE TRA LA VERA CHIESA E L’ANTICHIESA


Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.
(Lc 12,32)
1. – DEFINIZIONI E COLLOCAMENTO
- Oggigiorno la Vera Chiesa potrebbe così definirsi: “piccolo gregge”, in seno alla Chiesa Cattolica, ed attualmente è minoritaria.
- Mentre l’Antichiesa coincide – oggi come oggi – quasi interamente, alla Chiesa Cattolica ufficiale, ed attualmente è maggioritaria.
2. – RISPETTIVI CENTRI
- Per la Vera Chiesa il proprio centro è Gesù Cristo, particolarmente presente nel Santo Sacramento dell’Altare, con tutto il suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità.
- L’Antichiesa ha come proprio centro il “povero”, considerato nei suoi bisogni economici e sociali (non considerando però – di questo medesimo “povero” – le sue carenze di amore, di cultura e, meno che meno, la sua penuria di valori spirituali).

Chi pio,chi cojo cojo... mò ti twitto li coj..

·        CHIESA POLACCA SOTTO TORCHIO A CAUSA DI AMORIS LAETITIA. PAPA E TENEREZZA, KAFKA E VATICANO.




La Chiesa polacca è sotto torchio. Non per le bugie che i nostri giornali mainstream raccontano sul Rosario ai confini e così via; si sa, il partito al governo e il suo Ufficio Affari Religiosi, leggi CEI sono profondamente interessati e forse non solo spiritualmente al nodo dell’immigrazione-invasione. E quelli sono giornali sensibili a certi input. No la Chiesa polacca sta pagando ancora una volta, come le è già capitato nella storia, in maniera drammatica e sanguinosa, la sua fedeltà al Magistero della Chiesa. Quello di sempre.
Nei giorni scorsi su La Nuova Bussola Quotidiana è uscito un articolo sulle linee guida proposte all’approvazione della Conferenza Episcopale Polacca in tema di famiglia e divorziati risposati. Era stato preparato da un ufficio – il Centro nazionale per la pastorale familiare della KEP – e quindi non è un documento venuto da Marte.

Prima che sia tardi


LETTERA A UN PRETE MODERNISTA       

Le "Lettere di un prete modernista" le scrisse in perfetta mala fede il capofila dei modernisti italiani Ernesto Buonaiuti, anche se non ebbe il fegato di firmarsi perché l’enciclica Pascendi scomunicava il modernismo di Francesco Lamendola  



  
Caro amico sacerdote, conosci, vero, le Lettere di un prete modernista? Le scrisse il capofila dei modernisti italiani, Ernesto Buonaiuti, anche se non ebbe il fegato di firmarsi, anche perché era in perfetta mala fede: l’enciclica Pascendi, del 1907, scomunicava formalmente il modernismo; e il suo libro venne pubblicato l‘anno dopo, nel 1908: dunque, egli sapeva benissimo quel che stava facendo, stava pubblicando un’apologia dell’eresia modernista. Anche se, poi, si è atteggiato a martire per la scomunica che, solo più tardi, gli venne comminata. Intanto, però, in quel libro, oltre a diffondere l’eresia, egli si prendeva anche lo sfizio di riversare tutto il suo livore contro il papa, Pio X, definendolo un ignorante e un odiatore dell’intelligenza (l’intelligenza dei modernisti, in verità); forse dimenticando, oltre al voto di obbedienza e oltre al precetto della carità cristiana, anche la frase di Gesù Cristo: Ti rendo lode, o Padre, Signore del Cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te! (Matteo, 11, 25-26).

Alter Luther

 Cose da fine del mondo. I "novissimi" secondo Francesco


Sull'importante quotidiano "la Repubblica" di cui è fondatore, Eugenio Scalfari, autorità indiscussa del pensiero laico italiano, lo scorso 9 ottobre è tornato a riferire così quella che egli ritiene una "rivoluzione" di questo pontificato, raccolta dalla viva voce di Francesco nel corso dei frequenti colloqui che ha con lui:
"Papa Francesco ha abolito i luoghi dove dopo la morte le anime dovrebbero andare: inferno, purgatorio, paradiso. La tesi da lui sostenuta è che le anime dominate dal male e non pentite cessino di esistere, mentre quelle che si sono riscattate dal male saranno assunte nella beatitudine contemplando Dio".

Cena Inferi

I vescovi italiani riabilitano Lutero
  



Duomo di Trento, 8 ottobre 2017
liturgia ecumenica


«L’unità nella diversità», questa tesi ecumenica eterodossa così cara a Giovanni Paolo II e abbracciata da Francesco, guida da decenni la nuova Chiesa conciliare, uscita dal Vaticano II, sui cammini tenebrosi che conducono alla definitiva rovina della dottrina cattolica. Le anime sono immerse nelle tenebre dell’«apostasia silenziosa».

Con l’insediamento di Jorge Mario Bergoglio sul trono petrino, la pratica di questo ecumenismo relativista, evolutivo e ambiguo, fatta di incontri e di celebrazioni interconfessionali volti a giungere a questa unità visibile al di sopra dei problemi dottrinali, non è sconfessata, al contrario, Francesco la incoraggia risolutamente.
Tanto più in quest’anno anniversario dei 500 anni della Riforma protestante, occasione benvenuta per moltiplicare il ritrovarsi dei fratelli separati.