ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 17 dicembre 2017

A chi, o a che cosa, stanno obbedendo?


METANOIA E PECCATO


Il neoclero non predica la metanoia, ma il peccato. Ecco perchè la neochiesa ha rinunciato, o sta rinunciando, alla prima delle sue funzioni essenziali, "l’esortazione alla penitenza" e alla seconda: "l’annuncio del Vangelo" 
di Francesco Lamendola   

  

La ragion d'essere della Chiesa è la giustificazione delle anime davanti a Dio, cioè la loro salvezza eterna; e la salvezza delle anime, per il cattolico, viene da due cose: la conversione (metanoia) dell'anima, che riconosce in Dio il Bene supremo e che si distacca dall'amore disordinato di sé per giungere all'amore ordinato, frutto del nuovo orientamento complessivo della propria vita, interiore ed esteriore, sia con la fede, sia nelle opere; e l'accoglienza della divinità di Cristo, della sua missione redentrice e del suo valore insostituibile. Di queste due cose essenziali, la Chiesa persegue la prima mediante l'invito alla penitenza, alla mortificazione dell'io, alla presa di coscienza della condizione di peccato nella quale vivono le anime che si tengono lontane da Dio; la seconda, mediante l'annuncio della Rivelazione, la predicazione del Vangelo, l'apostolato della preghiera  e delle opere. O, almeno, così faceva la Chiesa fino a qualche tempo fa; così aveva sempre fatto, ed era scontato che facesse, fino alla “stagione” del Concilio Vaticano II.

Con misericordia e predilezione


https://w2.vatican.va/content/dam/francesco/images/elezione/img/stemma-papa-francesco.png

“Io denunciato dal Vaticano per 4 bandierine, ora rischio il carcere.” La doppia morale della Santa Sede


La doppia morale dello Stato Pontificio che accoglie tutti ma anche no. 
di Riccardo Corsetto
“Ricevere migrati è un comandamento di Dio”. Le parole del Santo Padre, pronunciate sul volo AV150 che a settembre lo riportava dalla Colombia in Italia risuonano amare nella mente di Romio, soprannome di Khan Mohammed Reazul Karim, arrivato a Roma da Chittagong, Bangladesh. E sì perché Romio, a differenza di tanti migranti ha un permesso di soggiorno e un lavoro in proprio, e forse proprio per questo si è visto denunciare dalla Guardia di Finanza per aver esposto nel suo negozio di Tour operator, nel quartiere Trionfale, a pochi passi dal Vaticano, quattro bandierine con l’immagine del Papa. Se fosse stato irregolare e abusivo ambulante non se lo sarebbe filato nessuno. Ma lui ha aperto un negozio, ha una mente imprenditoriale, organizza tour per turisti nel centro di Roma e in Vaticano, ed è sicuro che a mandargli la Finanza sia stata proprio la Città Santa.

Una Maria qualsiasi e un generico Giuseppe.

Don Bello, Enzo Bianchi,il film di animazione Gli eroi del Natale. Tutti assieme appassionatamente per dissacrare, predicare il sincretismo, diffondere l’apostasia.
Il mensile religioso e culturale dell’Opera Don Guanella, «La Santa Crociata in onore di San Giuseppe», ha pubblicato in questo mese di dicembre un articolo di Monsignor Tonino Bello, il Vescovo che «Famiglia cristiana» ha definito «Il sognatore di Dio che anticipò Papa Francesco» (20 aprile 2016). L’articolo riguarda la profanazione dell’immagine di Maria Santissima, di cui ieri abbiamo celebrato l’Immacolatezza. Il titolo è già preludio della dissacrazione mariana che si svilupperà nella pagina del periodico: Maria, donna gestante. Che freddezza! Sembra la titolazione di una cartella clinica. Vale la pena proseguire per comprendere quanto abbia fatto male l’inculturazione delle menzogne moderniste a molti uomini di Chiesa, di cui Monsignor Bello – che qualcuno vorrebbe pure innalzare all’onore degli altari –  è notevole esponente:

Nessun papa è padrone della Chiesa



Un papa non può fare quello che vuole solo perché è papa

Il padre Gerald Murray, sacerdote e canonista dell’arcidiocesi di New York, ha spiegato in una trasmissione televisiva perché nessun papa è padrone della Chiesa, aggiungendo che se l’Amoris Laetitia fosse stata scritta dall’allora card. Bergoglio, sarebbe stata sicuramente rifiutata da Roma, perché non in linea col magistero perenne della Chiesa. Abbiamo tradotto per voi il resoconto fatto dal sito LifeSiteNews.
di Dorothy Cummings McLean (14-12-2017)
Un sacerdote e canonista dell’arcidiocesi di New York ha dichiarato – durante una popolare trasmissione televisiva – che l’Amoris Laetitia non sarebbe stata accettata come magistero autentico quando Francesco era solo un cardinale.

Spes nostra salve!

Il piano di Maria Santissima (VIDEO)


54:48

Serafino Tognetti (VIDEO)

Dietro le lacrime di gioia di Emma Bonino


BENVENUTI ALL'INFERNO        


Bisogna aver rinunciato a ogni pietà se non si vuole almeno morire cristianamente (Pascal). Le lacrime di gioia di Emma Bonino e il padre nobile dell’eutanasia dell’irreligiosità e di ogni forma di edonismo: Michel De Montaigne 
di Francesco Lamendola  

  

Dietro le lacrime di gioia di Emma Bonino per l’approvazione, in Parlamento, dell’ennesima legge di morte, c’è un padre nobile, si fa per dire, che da quattro secoli e mezzo stende la sua ala malefica su tutti i seguaci dell’eutanasia, dell’irreligiosità e di ogni forma di edonismo: Michel De Montaigne (1533-1592), uno dei fondatori della modernità, i cui Saggi sono fra le opere meno lette e conosciute dal grande pubblico, e tuttavia più radicate e più vive che mai nella coscienza e nella mentalità degli uomini d’oggi.
Dietro un velo di stoicismo paganeggiante e di falsa filosofia umanista, Montaigne ha gettato le basi, forse più di chiunque altro, dell’atteggiamento egoistico, sdegnoso, superbo, che caratterizza gli uomini contemporanei, specialmente per quanto attiene alla sfera dei loro insindacabili “diritti” personali, primo fra tutti quello di morire come e quando si vuole, senza doverne render conto ad alcuno e tanto meno a Dio. Più scettico, a ben guardare, che stoico, e più brillante che profondo, più polemista che pensatore; più philosphe, insomma, ossia pretenzioso venditore di fumo, di tutti i piholosphes dell’illuminismo; petulante, ma con aria di finta modestia, e saccente, ma con l’apparenza di una certa qual moderazione, narcisista e ipocrita alla Petrarca, ma senza gli scrupoli del nostro; anzi, così francamente egoista e opportunista da scappare da Bordeaux, della quale era stato a lungo sindaco, all’avvicinarsi di un’epidemia di peste, per ritirarsi a fare lo splendido pensatore nella torre piena di massime greche e latine; e così cattivo maestro da adottare come “figlia” l’antesignana delle femministe odierne, Marie de Gournay: ebbene, l’eredità che Montaigne ha lasciato all’Europa è molto più “pesante” e molto più negativa di quanto si potrebbe a prima vista immaginare. Tanto più che l’uomo era indubbiamente intelligente e che alcune sue intuizioni sono valide, originali, illuminanti; ma quel che gli manca, per essere un vero filosofo, è la visione d’insieme, nonché la profondità nell’affrontare le questioni speculative; e quel che gli manca semplicemente come uomo virtuoso, è il senso di responsabilità verso i lettori e gli ammiratori, ai quali ha trasmesso una visione della vita cinica, edonista, materialista, chiusa a ogni trascendenza, refrattaria a ogni luce proveniente dall’alto, esasperatamente immanentista, e radicalmente indifferente rispetto alla decisiva questione della morale universale. Oggi quasi tutti gli intellettuali occidentali, e anche parecchi teologi e sacerdoti nominalmente cattolici, papa Francesco compreso, sono convinti che, per distinguere il bene dal male, è più che sufficiente fare appello alla coscienza individuale: un’idea che è tipica di Montaigne e che proprio lui ha verniciato e nobilitato così da farla apparire non solo perfettamente logica e naturale, ma anche rispettabile e ammirevole, mentre, prima di lui, la grande maggioranza dei filosofi europei era d’accordo sul fatto che solo una morale universale, e dunque la morale cristiana, potesse garantire equilibrio agli esseri umani, e stabilità al corpo sociale. La sua attenuante, in teoria, è quella d’essere vissuto al tempo delle feroci guerre di religione che sconvolsero la Francia nella seconda metà del XVI secolo; ma è un’attenuante generica e poco persuasiva, perché nessuno si sognerebbe di “giustificare” certi cattivi maestri del XX secolo per il fatto che ebbero la sfortuna di vivere al tempo delle due guerre mondiali, del comunismo, del nazismo e della bomba atomica.

Paganesimo pre-cristiano

Si smetta di celebrare messe funebri per chi si fa cremare

Una soluzione alla crescente scarsità di sacerdoti che sta spingendo le diocesi, all’avanguardia Bolzano, ad affidare i funerali ai laici. Postilla al biotestamento


Postilla al biotestamento. Vista la crescente scarsità di sacerdoti che sta spingendo le diocesi, all’avanguardia Bolzano, ad affidare i funerali ai laici, con una disintermediazione che è una protestantizzazione nei fatti, si smettano di celebrare messe funebri per chi ha lasciato detto di farsi cremare. 

sabato 16 dicembre 2017

Il mondo che ascolta i suoi messaggi, li applaude e li segue

A tu per tu col maligno

Nel libro del padre Gesuita Domenico Mondrone (Prete Esorcista) intitolato: "A tu per tu col maligno" (Ediz. La Roccia - Roma) viene riportata una dichiarazione di Satana durante un esorcismo, la quale ci mette di fronte alla realtà del medesimo e dei suoi servitori. Satana gli dice:
"Non vedi che il suo regno [di Gesù] si sgretola e il mio si allarga di giorno in giorno sulle rovine del suo? Provati a fare un bilancio tra i suoi seguaci e i miei, tra quelli che credono nelle sue verità e quelli che seguono le mie dottrine, tra quelli che osservano la sua legge e quelli che abbracciano le mie. Pensa soltanto al progresso che sto facendo per mezzo dell'ateismo militante, che è il rifiuto totale di Lui. Ancora poco tempo e il mondo cadrà in adorazione dinanzi a me. Sarà completamente mio. Pensa alle devastazioni che sto portando in mezzo a voi servendomi principalmente dei suoi ministriHo scatenato nel suo gregge uno spirito di confusione e di rivolta che mai finora mi era riuscito di ottenere.

"Sappi che i tempi volgono verso la fine.”

“Ci sono infermiere che hanno paura di essere ricoverate, sanno di rischiare l’eutanasia”

Ai tempi del referendum sul divorzio (io feci lo scrutatore, ero contro), l’argomento di chi era a favore fu: ma per voi cattolici, che credete  al matrimonio indissolubile, non cambia nulla! Mica vi vien tolta la libertà di  contrarre matrimonio sacramentale  – siete voi invece che volete  togliere la libertà ai laici.
Era una  menzogna.  L’esistenza della legge sul divorzio  ha “promosso” il  divorzio stesso, l’ha moltiplicato,  ha   fatto scadere il matrimonio con le  conseguenze che vediamo oggi: denatalità ,  mariti   che  vivono in  miseria –  il danno sui figli è  immedicabile, la devastazione del tessuto sociale ha raggiunto un punto di non ritorno. Dopo decenni di matrimoni che finiscono in 4-5 anni, il matrimonio  stesso  ormai è pochissimo praticato.   Io stesso sono un divorziato, non risposato, senza figli; dei miei amici più giovani, quaranta-cinquantenni,  uomini e donne, sono non sposati e senza figli  –  senza pensarci troppo ne posso contare già cinque.  E  sono cattolici.   Grandi solitudini più o meno coraggiosamente affrontate, ma il deserto che cresce in questa società è evidente.

Dietro il velo ipocrita


UNA CIVILTA' DI MORTE            


Signore, abbi pietà di noi. Il testamento biologico apre all’eutanasia bambini compresi. Una legge che toglie ai medici il diritto/dovere di lottare per difendere la vita del paziente in nome di una supposta “dignità di morire" 
di Francesco Lamendola  
  

Le immagini sconcertanti del Parlamento italiano, con Emma Bonino e le vedova di Piergiorgio Welby le quali piangono lacrime di gioia per l’approvazione della legge che, dietro il velo ipocrita del cosiddetto testamento biologico, apre di fatto il portone all’eutanasia, anche per i bambini (su decisione dei loro genitori), e le dichiarazioni della vedova di Mario Monicelli, secondo la quale suo marito avrebbe salutato con un brindisi questo fausto giorno della storia italiana, ci pongono di fronte, anche visivamente, al vicolo cieco che la nostra società ha imboccato e che la nostra cultura, una cultura di morte, ha deciso di seguire tenacemente, con convinzione, con una sorta di fierezza degna di una causa più nobile: la stessa cultura che considera l’aborto legalizzato come una ormai indiscutibile “conquista di civiltà”, e che trova giusto e doveroso che lo Stato finanzi con il pubblico denaro i centri preposti alla “cura” dei cosiddetti disturbi dell’identità di genere, in pratica le cliniche specializzate nel cambiamento di sesso.

“Tanto poi ci pensa Dio”?

AVVENIRE, DAT E MIGRANTI – JAMES MARTIN E GUADALUPE – CHE SI INSEGNA AL CATECHISMO? – A.L. E L’IGNORANZA DEI VERTICI DELLA CHIESA – LA MOSCHEA A FIRENZE (GRAZIE DIOCESI). LA CROCE ROSSA TOGLIE LE CROCI – UNA PREGHIERA PER MARY WAGNER.



 Cari stilumcurialisti, questo è un Bestiario abbastanza variegato. In positivo e in negativo; temo più in negativo che in positivo, ma insomma…Cominciamo dalla legge sul fine vita. Vi consiglio di leggere il commento del direttore do Avvenire, Marco Tarquinio. Un “fondo” che mette insieme due cose: una legge che permette in buona sostanza l’uccisione su richiesta, e il supporto militare italiano al contrasto allo schiavismo in Africa. Vi sembrano due cose di eguale peso? A me no. La ratio di unirle in un commento? Non la conosco, ma maligno come sono posso immaginarla. Avvenire di mons. Galantino, obbligato a parlare di una legge discussa e approvata nella quasi quiete dei vescovi italiani, per non parlare del Pontefice, che di questo Paese è il primate, per non dare l’idea di dover finalmente allinearsi a quei rompiscatole dei pro-vita doveva dare un colpo anche al cerchio migrantista. Anche se non si capisce perché i cattolici dovrebbero preoccuparsi: “lo spirito di Marco (Pannella) ci aiuti a vivere in quella stessa direzione”, aveva augurato mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Accontentati: più spirito di Marco di così…Poi se volete rifarvi la bocca leggete il comunicato del vescovo di Trieste, Crepaldi, che abbiamo pubblicato ieri sera.

Code di Paglia

Decisiva la linea fluida di Bergoglio: niente trincee

Il catechismo sul fine vita non muta ma l'adesione ai principi appare molto meno dogmatica

Roma - Da Ratzinger a Bergoglio lo sguardo della Chiesa sul fine vita è cambiato ed è divenuto più conciliante.
E forse ieri in Senato le cose sarebbero andate in modo diverso senza il discorso che Papa Francesco un mese fa ha rivolto a monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Un intervento che, certamente, aveva confermato il Catechismo della Chiesa Cattolica sulle fasi terminali dell'esistenza e la sofferenza che le accompagna ma allo stesso tempo ne aveva rinnovato l'esegesi. Papa Bergoglio aveva ribadito che con la rinuncia all'accanimento terapeutico non si vuole «procurare la morte» bensì «si accetta di non poterla impedire». Ma il Pontefice aveva pure osservato come oggi sia «possibile protrarre la vita in condizioni che in passato non si potevano neanche immaginare» rilevando che «gli interventi sul corpo umano diventano sempre più efficaci, ma non sempre sono risolutivi: possono sostenere funzioni biologiche divenute insufficienti, o addirittura sostituirle, ma questo non equivale a promuovere la salute», invitando «a non insistere con trattamenti che producono potenti effetti sul corpo, ma talora non giovano al bene integrale della persona».

Te Deum novae Ecclesiae

Baronius in laudem Francisci Papae



Voglio lodare la Santità di Nostro Signore Francesco per l’eleganza del suo incedere, la compostezza dei suoi gesti, l’altera benevolenza con cui osserva i suoi interlocutori. Per la moderazione con cui, seduto al parco desco del refettorio di Santa Marta, si ciba di pietanze frugali; per le penitenze grazie alle quali nottetempo, al riparo da occhi indiscreti, mortifica la gola. Per la moderazione nel parlare e nel ridere, anzi direi nel sorridere, giacché non si addice a tanto personaggio né il ridere sguaiato, né il linguaggio licenzioso o scurrile del volgo. Per la dignità con cui, rivestito dei sacri paramenti, ascende i gradini dell’altare, lasciando ai cerimonieri l’onore di sollevargli la falda. Per il decoro con cui, durante i pontificali, celebra i sacri riti, assaporandone gli arcani simbolismi e le sublimi note. Per la modestia nell’accostarsi quotidianamente al Santo Sacrificio, per la precisione nell’eseguire quanto prescritto dalle Rubriche del Messale, per l’esempio di pietà eucaristica e di devozione che traspare dalla riverenza con cui tratta le Sacre Specie.

Nella confusione metafisica


Corone d’Avvento


In un’epoca in cui si relativizzano anche le norme cultuali più sacre, spuntano spontaneamente (scusate l’allitterazione) nuove osservanze che in breve tempo diventano obbligatorie. Tale è il caso delle cosiddette corone d’Avvento, che sono ormai immancabili in chiese, oratori, refettori e sale di rappresentanza; manca solo che si elabori un rito per l’accensione e lo spegnimento dei ceri. Qua e là, in qualche convento, potrebbe esserci chi ha lodevolmente provveduto a questa intollerabile carenza, ma in ogni caso la nuova usanza è seguita con uno zelo e una precisione straordinari. È proprio vero: l’uomo ha bisogno di rituali; se le “riforme liturgiche” glieli riducono al di sotto del minimo vitale, se ne inventa di nuovi.

Naturalmente non mancherà chi, sulla scorta della visione orizzontalistica che è invalsa anche nella Chiesa, sentenzierà prontamente che si tratta di un bisogno puramente psicologico di sicurezza. Moltiplicare i rituali è certamente un sintomo di nevrosi, ma la presenza di un numero contenuto di essi è caratteristica della vita di tutti. La ritualità, in effetti, è un fatto antropologico: essa è una dimensione della vita umana – e non solo nelle culture antiche o in quelle primitive. La società postmoderna non celebra più il Natale cristiano, ma lo ha trasformato in una “festa d’inverno” con tutte le sue imprescindibili osservanze. Oggi ci sono “comandamenti” sociali che non si possono assolutamente disattendere, per la gioia di mercanti e operatori turistici.

venerdì 15 dicembre 2017

E' davvero così difficile la sequela di Cristo?

E' DIFFICILE ESSERE CRISTIANI?


Ma è davvero così difficile essere dei veri cristiani? Bisogna chiederlo pregando: i cristiani lo hanno sempre saputo, vivere da cristiani non è una conquista umana ma un dono divino frutto della fede e grazia operata da Dio 
di Francesco Lamendola  

  

I veri cristiani possono esserci se la Chiesa cattolica crede che essere cristiani sia possibile; se non ci crede, se ci crede a metà, se crede anch’essa, come lo crede il mondo, che sia un impegno troppo gravoso, troppo difficile, quasi impossibile, allora possiamo star certi che nel giro di una  o due generazioni i veri cristiani spariranno, e resteranno solo quelli falsi, gli involucri vuoti, i sedicenti cristiani che, di fatto, vivono, sentono, pensano e agiscono esattamente come fanno i figli di questo mondo, tutti presi dalle loro brame, dai loro istinti, dalla loro concupiscenza e tutt’altro che disposti a limitarli, a fare un passo indietro rispetto al proprio ego. Intendiamoci: la materia prima per fare un vero cristiano è la grazia dello Spirito Santo: non sono gli uomini che scelgono, con la loro volontà, di farsi seguaci di Cristo, è Lui che li chiama, uno per uno, ed offre loro numerose occasioni di aprirgli il loro cuore e di farsi suoi discepoli. Ma Dio chiama tutte le anime, mentre solo poche rispondono, e, di quelle poche, un numero ancora più piccolo lo fa con tutto l’entusiasmo, con tutto l’ardore, con tutta la serietà che nascono dalla vera fede, la quale fa apparire come tutti gli altri beni e tutte le altre attrattive della vita mondana siano, in confronto alla ricchezza di farsi tutto in Cristo e di spogliarsi d’ogni altra cosa, ben miseri beni e ben misere mete da perseguire. Ora, la domanda che poniamo è questa: una volta che, con la grazia di Dio, un essere umano si apre al mistero di amore che il Creatore riversa su tutte le sue creature, e vi risponde con umiltà e semplicità, è davvero così difficile perseverare e progredire sulla via della sequela di Cristo, vale a dire sulla via della propria santificazione?

Hanno altro da fare..

INSEGNARE LA SANTITA'


 Perché la Chiesa non esorta più a essere santi? è troppo impegnata nell’inclusione dei diversi? Una chiesa che non parla più della santità è una chiesa che non crede più in se stessa, perché la vera Chiesa è la Chiesa dei Santi 
di Francesco Lamendola   



Nella vita dei Santi, sfogliando i loro diari, raccogliendo le testimonianze delle persone che li hanno conosciuti fin da bambini, ci s’imbatte frequentemente in un fermo proponimento, in un impegno di vita, semplice, chiaro, commovente: Voglio farmi santo!Con la loro calligrafia infantile, questi piccoli eroi, maschi e femmine, hanno scritto su un quaderno a righe, o a quadretti: Voglio farmi santo!, e poi hanno preso sul serio la loro promessa e hanno seguito, con semplicità e con fermezza, la strada che si erano tracciati da se stessi. Ispirazione dello Spirito Santo, senza dubbio; ma chi ha gettato il primo seme di quella grande, nobile idea, nella mente e nel cuore di un fanciullo o di una fanciulla di sei anni, di otto anni, di dieci anni? Qualche adulto, senza dubbio; qualche esempio, qualche parola, qualche gesto da parte della figura di un educatore. Il più delle volte era un membro del clero: era il prete del paese, o una suora del catechismo, o un predicatore venuto per il ciclo pasquale, o un missionario di ritorno dall’Africa, o magari era un libro di devozione regalato dal parroco, o dai genitori stessi: perché, fino a qualche anno fa, i genitori regalavano anche qualche libro ai loro bambini, qualche buon libro sulla fede e sulle vite dei Santi, e non solamente telefonini, videogames o computer.

Incerti sulla verità dell’Aldilà cristiano?

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La versione di Messori

    «Ormai, anche per tanti credenti divenuti incerti sulla verità dell’Aldilà cristiano, potrà sembrare strano quanto sto per dire: ma il progetto che domina su tutti è di chiudere “bene” la mia avventura terrena. Insomma, per dirla chiara: vorrei innanzitutto morire “bene”, nel senso evangelico».
Sapete di chi sono queste parole così inusuali? Non di un cardinale, non di un vescovo, di un parroco, di un religioso o di un teologo. Sono in realtà di un laico cattolico, ma non di uno qualunque: Vittorio Messori.
La riflessione si trova nella bella intervista fatta a Messori da Aurelio Porfiri alla fine del libro «Et-Et. Ipotesi su Vittorio Messori» (edizioni Chora Books), nel quale l’esperienza umana, spirituale, religiosa e professionale dello scrittore, autore del celeberrimo «Ipotesi su Gesù» e di numerosi altri successi editoriali, è ripercorsa con senso di partecipazione e aperta simpatia.

All’ospedale da campo cosa capiranno?


ROMANA VULNERATUS CURIA, PAPA, FONDAMENTALISMO. CHE COSA SCRIVEVA LUCIANI AI GESUITI. NUNC PRO TUNC?



Romana Vulneratus Curia (RVC per amici e nemici) è rimasto molto colpito dallo scoop su Civiltà Cattolica di padre Armando Spadaro, il direttore della stessa, nonché uno dei vari spin doctor mediatici del Pontefice regnante. E cioè il colloquio con i Gesuiti che il Pontefice gesuita ha avuto nel recente viaggio in Myanmar e Bangladesh. Si è parlato di fondamentalismo….E su questo è sui Gesuiti di oggi dopo la lettera di RVC abbiamo qualche cosina da dire. Piuttosto: da ricordare…Ma ecco RVC:
“Scusi dr. Tosatti, ma RVC, da vero rompicoglioni, vorrebbe chiederle un minuscolo intervento per commentare l’intervista al Corriere di oggi. Non riesce a farne a meno, sta diventando un po’ esibizionista mediaticamente, invidia Antonio Spadaro e poi mi sembra geloso di PezzoGrosso. La prego sia misericordioso….

Si rideranno addosso

PIANGONO DI GIOIA PERCHE’ HANNO LEGALIZZATO LA MORTE 

E’ passata la legge sull’eutanasia. Emma Bonino e gli altri radicali nelle tribune al Senato  piangono di gioia: hanno adempiuto alla loro missione, dare la morte all’inizio, dare la morte alla fine della vita.

Naturalmente gli italiani sono a grande maggioranza a favore, e non s’accorgono di quanto sia aberrante questa scena di  lacrime fanatiche e  anti-umane. Gli Italiani, al 70 per cento, “vogliono”   l’eutanasia.  Si sono ormai perfettamente adeguati alla  condizione di esseri puramente zoologici, da eliminare quando il loro mantenimento costa più di quanto rende.
Naturalmente,  le bestie non riescono nemmeno a immaginarsi le conseguenze  di questa “conquista” sulle loro proprie vite.
Ancor meno riescono a capire di quali poteri satanici  loro,  e i radicali, stanno facendo il gioco.
 Un’occhiata sul loro futuro possono averla da  questa notizia che viene da San Francisco.
Una organizzazione  che si batte contro la crudeltà verso gli animali”, la SPCA (Society for the Prevention of Cruelty to Animals )  nel Mission District ha cominciato ad utilizzare robot-poliziotti per ripulire le strade attorno al suo edificio di esseri umani: senzatetto di una grossa tendopoli che “lasciano aghi,  spaccano automobili,  delinquono” e  minacciano la sicurezza del loro personale, per non parlare della sporcizia.

Piangono&ridono le chierichette dèmoni di Pagliorgoglio

14-12-2017: l'Italia sancisce il diritto di farsi uccidere

Da oggi il catalogo delle leggi intrinsecamente ingiuste varate dal nostro Parlamento si è arricchita di una nuova norma, quella sull’eutanasia, impudicamente definita “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento”.
Ricordiamo in sintesi quali sono gli aspetti più letali di questa legge (per un’analisi più dettagliata ci permettiamo di rinviare al libro “Appuntamento con la morte”. Quali sono i trattamenti che si possono rifiutare? Tutti, sia le terapie, anche salvavita, che idratazione e nutrizione, le quali non sono terapie e ad oggi, di per se stesse, non potrebbero essere fatte oggetto di rifiuto. La ventilazione non viene nominata, ma implicitamente farà parte del novero di trattamenti che si potranno rifiutare. Il paziente potrà rifiutare non solo l’attivazione di terapie anche salvavita (oggi già consentito) e presidi vitali quali idratazione e alimentazione, ma anche l’interruzione di terapie e presidi vitali già in essere (ad oggi vietati).

giovedì 14 dicembre 2017

Rimettere al centro la regalità di Cristo


GESU' RE:" VERITA' O CROCE?"         
        

Teologia. Gesù è Re mediante la verità o mediante la croce? per i cattolici, Gesù è il Re dell’universo: ma la sua regalità gli deriva dal fatto che Egli è la Verità, o dal fatto che ha scelto la Croce per amore degli uomini? 
di Francesco Lamendola   



Con l’enciclica Quas Primas, dell’11 dicembre 1925, Pio XI stabiliva la solennità di Cristo Re dell’universo, da celebrarsi nell’ultima domenica dell’anno liturgico.
Gesù Cristo, infatti, per i cattolici, è il Re dell’universo: ma la sua regalità gli deriva dal fatto che Egli è la Verità, o dal fatto che ha scelto la Croce per amore degli uomini?
Quando Pilato, pressato dagli anziani e dai capi del popolo, chiede a Gesù se Egli sia re, Gesù dapprima gli risponde con un’altra domanda: vuol sapere se le parole di Pilato gli siano state suggerite dai Giudei; ma il procuratore evita di rispondere, dice di non conoscere le usanze e il linguaggio dei Giudei, i quali l’hanno consegnato a lui (sono forse giudeo?), e poi, in maniera più diretta, da romano che non vuole impicciarsi in questioni religiose giudaiche, gli chiede: Che cosa hai fatto? E questa volta Gesù, rispondendo alla domanda precedente di Pilato, ma in maniera indiretta, spiega in che senso si debba intendere la sua regalità: Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù (Gv., 18, 36). Allora Pilato, che, da uomo pratico, non ha ben compreso la distinzione in tutte le sue sfumature, e vuole stringere in mano una vera confessione, ripete la sua prima domanda: Dunque tu sei re? E Gesù gli risponde: Tu lo dici; io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce (id., 37). 

Niente da fare…


La Loggia “Quatuor Coronati”, il Gran Maestro e il frate

(https://www.corrispondenzaromana.it/breve-risposta-a-un-gran-maestro/ replicavo alle critiche che Fabio Venzi, Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia (GLRI), mi ha rivolto nella sua relazione “Libera Muratoria e Chiesa Cattolica”, disponibile on-line sul sito della GLRI, e poi pubblicata su “De Hominis Dignitate” («Rivista di Cultura Massonica» della GLRI), N° 15/2017, pp. 1-26. Di recente ho potuto leggere anche la versione inglese di quel testo di Venzi, “Freemasonry and the Catholic Church”, pubblicata nel volume “Reflections on 300 Years of Freemasonry” (Lewis Masonic, London 2017, pp. 491-504) che raccoglie gli atti del convegno tenuto a Cambridge dal 9 all’11 settembre 2016, organizzato dalla prestigiosa Loggia “Quatuor Coronati N° 2076” di Londra (United Grand Lodge of England – UGLE).

La ‘’giudeofilia’’

L’arte della guerra – Italia-Israele: la «diplomazia dei caccia»


All’annuncio del presidente Trump su Gerusalemme capitale di Israele, I governanti
europei – dalla rappresentante esteri della Ue Mogherini al premier Gentiloni, dal
presidente francese Macron alla cancelliera tedesta Merkel – hanno preso
formalmente le distanze dagli Usa e da Israele sullo status di Gerusalemme. Si sta
creando una frattura tra gli alleati? I fatti mostrano il contrario.

https://www.pandoratv.it/larte-della-guerra-italia-israele-la-diplomazia-dei-caccia/


La destra religiosa e la lobby pro-Israele: gli architetti della guerra imperialista

Che cosa potremmo chiedere di più?


Intervista al prof. Roberto de Mattei sulla crisi della Chiesa         

Riportiamo la versione italiana di un’intervista della giornalista Maike Hichson al prof. Roberto de Mattei apparsa sul sito Onepeterfive dell’11 dicembre 2017 (https://onepeterfive.com/interview-roberto-de-mattei-discusses-the-escalating-church-crisis/).
MH: Molti cattolici in tutto il mondo speravano che i cardinali dei Dubiapubblicassero la loro pubblica correzione a papa Francesco per la sua esortazione post-sinodale, Amoris laetitia. Cosa direbbe a quei fedeli che sono delusi e perfino scoraggiati di fronte al silenzio dei principi della Chiesa? Con quali parole vorrebbe incoraggiarli a perseverare nella loro speranza e nella loro fede?
RdM: L’attuale crisi nella Chiesa non nasce con papa Francesco e non si concentra in una sola persona, ma risale al Concilio Vaticano II e, più indietro ancora, agli anni del modernismo. Oggi larga parte del collegio cardinalizio, del corpo episcopale e, in generale, del clero, è infetto di modernismo. I pochi cardinali, vescovi e sacerdoti che resistono devono tener conto di questa situazione e il nostro compito è di aiutarli. Ma soprattutto non bisogna immaginare che un singolo atto di qualcuno di essi, per esempio la correctio fraterna al Papa annunciata dal cardinale Burke possa, da solo, risolvere la crisi. È necessaria una convergenza e una sinergia di iniziative diverse, provenienti dal clero e dai laici, ognuno al proprio livello e secondo la propria possibilità. Il sensus fidei suggerisce ai cardinali, vescovi, religiosi, semplici laici come reagire, L’importanza della correctio filialis, sottoscritta da 250 studiosi, religiosi e laici, è stata proprio quella di esprimere questo sensus fidei. La reazione può essere diversa da paese a paese, da diocesi a diocesi, ma le sue caratteristiche sono sempre quelle della professione della verità e della denuncia degli errori che a questa verità si oppongono.