Un mio caro amico, che si chiama Matteo e come me vive nella (ex) cattolicissima diocesi di B., mi racconta con assidua periodicità le imprese del parroco di C., la parrocchia (ex) cattolicissima in cui abita. Ometto i virgolettati blasfemi del suddetto parroco di C. e mi limito a dire che il buonuomo spiega ogni domenica ai suoi fedeli, presumo (ex) cattolicissimi poiché non fanno una piega, che il Sacrificio è roba da pagani, che l’altare è roba da pagani e invece questo (indicando la cosiddetta “mensa”) è solo un tavolo e qui si viene per mangiare.
Capisco e condivido il dolore di Matteo, che è il dolore di tanti buoni cattolici sparsi per l’Orbe affranti dalle condizioni in cui è ridotta la Messa. Capisco, condivido e, amichevolmente, uso professionalmente il suo dolore per introdurre la questione della messa catto-luterana (da qui in avanti “messa nuovissima”) di prossima programmazione sugli schermi del “Cineteatro Bergoglio”. In breve, la “messa nuovissima”, studiata per chi ci crede e per chi non ci crede (vale a dire per chi non ci crede), sostanzialmente non farà altro che ratificare ciò che in buona parte dell’Urbe e dell’Orbe avviene già senza che alcuno abbia da eccepire. Se qualcuno eccepisse, per esempio il parroco di C., sarebbe cacciato via a calci nel sedere dal suo vescovo, dai suoi confratelli e dai fedeli, che invece non eccepiscono. Dunque, nella realtà, l’arrivo della “messa nuovissima” non cambierà molto, ma costringerà ogni singolo cattolico ad alcune considerazioni formali non prive di conseguenze, che potrebbero essere le seguenti.
1) I cattolici CREDONO (o almeno dovrebbero credere) che la Messa sia la riproposizione del Sacrificio di Nostro Signore Gesù Cristo sulla Croce. I luterani NON CREDONO che lo sia.
2) I cattolici CREDONO (o almeno dovrebbero credere) nella transustanziazione delle specie eucaristiche e che, dunque, Nostro Signore Gesù Cristo è realmente presente in corpo, anima e divinità nell’Ostia consacrata dal sacerdote. I luterani NON CI CREDONO.
3) La “messa nuovissima”, buona per cattolici e luterani, prevede una formula di consacrazione che soddisfi gli uni e gli altri, chi CREDE (o almeno dovrebbe credere) nel Sacrificio e nella transustanziazione e chi NON CI CREDE. Ciò comporterà un cambiamento delle parole (forma del sacramento dell’Eucarestia) e dell’intenzione con il quale si compie il sacramento: due elementi che lo rendono valido assieme al terzo, che è la materia (pane di frumento e vino d’uva). Potranno anche inventarsi una forma ambigua al punto tale da infinocchiare i gonzi che non vogliono aprire orecchie e occhi confidando sul fatto che l’intenzione non viene enunciata ad alta voce, ma il passo sarà comunque fatale e irreversibile.
4) L’intenzione cambia anche nel sacerdote cattolico (o ex cattolico) che crede (o dovrebbe credere) nel Sacrificio e nella transustanziazione. Celebrando la “messa nuovissima”, tale sacerdote accetta esplicitamente che per altri sia valida senza compiere ciò che secondo lui compie (o dovrebbe compiere). Di fatto, accetta che su mandato della Chiesa (nominalmente) cattolica, in una cerimonia chiamata “Messa”, si possa fare il contrario di ciò che la Chiesa (veramente) cattolica intende compiere con la Messa.
5) Il sacerdote cattolico che accetta di celebrare una “messa nuovissima” senza l’intenzione della Chiesa (veramente) cattolica, fatalmente farà lo stesso anche celebrando la Messa Nuova, che finirebbe per non essere valida in quanto il sacramento mancherebbe dell’elemento costitutivo dell’intenzione.
6) Il problema si porrà anche per i sacerdoti biritualisti, che celebrano sia secondo il Vetus Ordo che secondo il Novus Ordo. Per celebrare il Vetus Ordo e il Novus Ordo sotto l’autorità di un vescovo della Chiesa (nominalmente) cattolica dovranno quanto meno dare il loro assenso formale alla “messa nuovissima” e quindi sarà lecito dubitare della loro intenzione anche nel momento in cui celebreranno secondo il Vetus Ordo.
Conclusione Leone XIII, con la Lettera apostolica Apostolicae Curae, il 13 settembre 1896 dichiarò invalide le ordinazione sacerdotali ed episcopali anglicane in quanto non finalizzate al Sacrificio. Con l’avvento della “messa nuovissima” la neochiesa cattolica si troverà nella stessa situazione degli anglicani: senza Sacrificio e quindi senza Sacerdozio. D’altra parte, Presenza Reale annunciata Urbi et Orbi da papafrancesco non è più quella di Nostro Signore, ma quella del Migrante che si manifesta sui legni dei barconi di Lampedusa miracolosamente moltiplicati e diffusi in tutto il mondo. Amen.
Avvertenza Sono consapevole che queste considerazioni possono innescare una serie infinita di altre considerazioni, di sottoconsiderazioni, di sottosottoconsiderazioni articolate in una miriade di varie ed eventuali. Per una volta evitiamo di infilarci in gineprai dai quali non si riesce più ad uscire. Il succo del ragionamento è il seguente: un esercito diabolico di Architetti e Muratori, dal vertice della gerarchia alla base del popolodidio, ha progettato e quasi finito di costruire una chiesa senza sacramenti, vale a dire un non-chiesa, un luogo di perdizione invece che un luogo di salvezza. Parliamo di questo. Va bene così o, finalmente, qualcuno oltre i soliti pazzi impresentabili avrà il coraggio si smascherare e prendere le distanze da mandanti ed esecutori di tale diabolico progetto, magari senza la precauzione della solita pezza d’appoggio di Lumen Gentium e Gaudium et spes?
Alessandro Gnocchi
Sia lodato Gesù Cristo
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