ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 22 febbraio 2018

“Chiesa dove vai?

SUPER EX CI PARLA DEL CONVEGNO DI APRILE SU CAFFARRA E I LIMITI DELL’AUTORITÀ PAPALE. E DELLA LIBERTÀ DI NEWMAN.

Super Ex, ex di Avvenire, ex del Movimento per la Vita, ex di un sacco di altre cose, ma non ex cattolico, ci ha inviato una riflessione sul Convegno che si svolgerà a Roma, in aprile, a ricordo del card. Caffarra, e per discutere, oltre che della confusione nella Chiesa, anche dei limiti dell’infallibilità papale. E di quel grande uomo che fu il beato Newman; tanto più prezioso nei nostri tempi. Ecco la sua riflessione:
Caro Tosatti,
vengo a sapere dagli organizzatori del convegno intitolato “Chiesa dove vai? “Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione” (Card. Carlo Caffarra)”, che si terrà il 7 aprile a Roma (The Curch Village (sala La Rambla), Via di Torre Rossa 94, ore 15), che uno dei cardinali presenti parlerà di alcuni aspetti del pensiero del cardinal John Henry Newman (1801-1890) beatificato da Benedetto XVI nel 2010, cioè solo 8 anni orsono.

Ho trovato questa scelta particolarmente opportuna e felice. Newman infatti è stato un gigante del pensiero, che forse la Provvidenza ha voluto darci in preparazione a questi tempi così confusi. Perchè? Proverò a dirlo in estrema sintesi: Newman è anzitutto un convertito, essendo passato dalla fede anglicana alla fede cattolica. Ebbe ad esclamare, infatti, che “a studiare la storia si smette di essere protestanti e si diventa cattolici”.
Otto anni fa Newman veniva beatificato, e nello stesso periodo, grazie alla Costituzione apostolica Anglicanorum coetibus, gruppi di ministri e fedeli anglicani lasciavano un’opera umana, la chiesa fondata dal re Enrico VIII, per tornare alla Chiesa di Roma, riconoscendo in essa la vera sposa di Cristo.
Otto anni dopo, la sola idea che dei protestanti o degli anglicani possano convertirsi a Roma, sembra quasi incredibile: la recente celebrazione in ambito vaticano di Martin Lutero e del suo scisma, preliminare a quello del sovrano inglese citato, ha reso molti fedeli del tutto convinti della superiorità del protestantesimo sul cattolicesimo oppure ha spento in loro il vero ecumenismo, che aspira all’unità in un solo ovile e sotto lo stesso pastore.
Inoltre sono venuti a cadere sia i motivi dello scisma di Enrico (che oggi otterrebbe, alla luce di Amoris laetitia, al massimo un buffetto dal suo confessore, nonostante le 6 mogli), sia il motivo del rientro degli anglicani, che dovrebbero sentirsi un po’ beffati vedendo che il loro abbraccio con la Chiesa cattolica, riconosciuta per la sua secolare fermezza dottrinale, ha coinciso con un apparente sgretolamento del suo edificio dottrinale. A tal proposito si dovrebbe ricordare che il vescovo Steven Lopes, alla guida del ramo americano dell’Ordinariato che raccoglie gli ex anglicani, è tra quanti, pur non avendo sottoscritto formalmente i Dubia, li ha condivisi e compresi (http://formiche.net/2017/01/20/cosa-dicono-gli-ex-anglicani-sulla-comunione-ai-divorziati-risposati/).
Tornare a Newman può essere molto opportuno anche per la sua lettura del dogma dell’infallibilità pontificia: dovendolo presentare agli inglesi, del tutto antipapisti, Newman si sforzò di evitare che il dogma definito dal Vaticano I venisse letto in modo “estremista” e determinasse una semplificazione: “se lo dice il papa, è per forza e sempre così”.
Newman arrivò a scontrarsi con quei cattolici che, nello sforzo apologetico, pur lodevole, dilatavano all’inverosimile l’infallibilità del pontefice: la realtà, diceva il cardinale ai tanti perplessi, che volevano sapere limiti e circostanze di questa infallibilità, è più complessa. E per spiegarlo illustrava, storicamente, i tanti errori dei pontefici, da san Pietro in poi, per concludere, in alcune lettere, che “l’infallibilità non è un modo di essere del papa, né uno stato mentale” e che “di certo il papa non è infallibile oltre il deposito della fede data in origine”. Il che significa che il papa “non ha un insito dono di divina conoscenza, ma quando parla ex cathedra, che dica poco o molto, è semplicemente protetto da dire il falso”.
C’è un ultimo motivo che rende la scelta di parlare di Newman in un convegno in memoria di Caffarra del tutto adeguato: l’amore del cardinale di Bologna per il suo omologo inglese, lodato per aver “legato la coscienza alla verità, a Dio” e per aver “radicato la verità morale e religiosa dentro la coscienza”.
Forse non è un caso che l’ultimo discorso di Caffarra, scritto ma mai pronunciato, avrebbe dovuto avvenire il 21 ottobre 2017 a Londra, proprio in un convegno su Newman. La conferenza di Caffarra si concludeva alludendo chiaramente ad una drammatica domanda: il liberalismo, cioè il principio antidogmatico, che Newman considerava il male della modernità, è oggi entrato anche nella Chiesa, in una predicazione che scinde coscienza e verità oggettiva e confonde misericordia e relativismo?
Questo la conclusione di Caffarra, il cardinale fermo e mansueto, consultato per decenni dai papi, ed emarginato duramente alla fine dei suoi giorni, nell’ “anno V della misericordia”:
«Di fronte a questa contraffazione della coscienza che cosa dobbiamo fare? La risposta di Newman è la seguente. «Troppe volte ormai il cristianesimo si è trovato in quello che sembrava un pericolo mortale; perché ora dobbiamo spaventarci di fronte a questa nuova prova? Questo è assolutamente certo. Ciò che invece è incerto, ed in queste grandi sfide solitamente lo è, e rappresenta solitamente una grande sorpresa per tutti, è il modo in cui di volta in volta la Provvidenza protegge e salva i suoi Eletti. Normalmente la Chiesa non deve fare altro che continuare a fare ciò che deve fare: “Mansueti hereditabunt terram et delectabuntur in multitudine pacis”».
MARCO TOSATTI

Preghiera per la Chiesa e la Cattedra petrina da un breviario del 1860

Tratta da un breviario antico del 1860: per i presenti bisogni della Cattolica Chiesa e il ministero petrino, arricchita dalle Indulgenze dei Pontefici, a partire da Papa Pio VII, offriamo a tutti l’opportunità di conoscere, far propria e…. divulgare questa Preghiera in occasione del 22 febbraio, Festa della Cattedra petrina, e per altre occasioni ecclesiali.

Orazione I°
Signore, io Vi raccomando la Santa Chiesa, Sposa Vostra e Madre mia. Ricordatevi che Voi spargeste il Vostro divin Sangue, perch’Ella fosse “una, santa, cattolica ed apostolica“. Deh piacciavi di purificarla e santificarla, tollendo da Lei lo scandalo del peccato, dell’impudicizia, della concupiscenza, dell’apostasia e dell’eresia. Non permettete ch’Ella sia depressa o avvilita: Voi reggetela, Voi conservatela, Voi esaltatela presso tutte le nazioni e dilatatela pura pel mondo intero, coll’invio di santi e temerari sacerdoti.
  • – Ut Ecclesiam tuam sanctam regere et conservare digneris; Te rogamus audi nos.
  • (un Pater Noster, Ave Maria e Gloria Patri…)
Orazione II°
Signore Onnipotente, muovetevi a compassione della infelice cristianità. Questo è il campo che Voi e i Vostri Apostoli, i Santi e i Martiri, seminaste colla dottrina e i Sacramenti. Ma vedete quanta zizzania di errori vi abbia sopra seminato il comune nemico? Voi vedete quanti regni e quanti popoli sono già infettati d’eresia! E chi può oggi sradicare questa maligna zizzania, che sempre più tenta con orgoglio e superbia di sopprimere il buon grano della Cattolica verità? Voi solo, vero Diletto dei Padri, potete salvare la Vostra Sposa dai tanti eretici che la turbano, e le muovon battaglia; e fate che bandito l’errore, tutti gli uomini possano conoscervi e credere in Voi, né più possano allontanarsi da quanto Ella divinamente professa ed insegna.
  • – Ut inimicos sanctae Ecclesiae humiliare digneris; Te rogamus audi nos.
  • (un Pater Noster, Ave Maria e Gloria Patri…)
Orazione III°
Signore Onnipotente, Voi nascendo portaste in terra la pace che non è di questo mondo, ma che ci viene dal Cielo, e per bocca degli Angioli l’annunziaste agli uomini. Ah! quanto adesso n’ abbiamo bisogno, mentre pare sempre più che i cristiani abbiano dimenticato le armi, e se le usano si muovon guerra gli uni, gli altri. Deh! vero Principe della Pace, infondete negli animi de’ Principi cristiani, spirito di unione e di concordia, di giustizia e di fedeltà a Voi, Re sopra tutti i regnanti della terra. Riconciliate e riunite i cuori cattolici, col santo nodo della divina carità, della giustizia, della legge divina e di amor santo per la Vostra diletta Sposa, che tutti difendano la più autentica cattolicità, difendano la vera religione e governino con giustizia i sudditi che a loro sono da Voi affidati.
  • – Ut regibus et principibus christianis pacem et veram concordiam donare digneris; Te rogamus audi nos.
  • (un Pater Noster, Ave Maria e Gloria Patri…)
Orazione IV° per il sommo Pontefice
Sommo Sacerdote e nostro Sommo Pontefice Gesù Cristo, nostro Signore e nostro Dio: Vi raccomandiamo il Vostro Vicario in Terra, il Papa, presso la cui Cattedra noi ci inginocchiamo e veneriamo quale guida della retta dottrina e della universale Sapienza da Voi a Lui promessa. Vi supplichiamo reggetelo, Voi illuminatelo, Voi confortatelo, Voi difendetelo, Voi assistetelo, acciocché possa governare la santa Chiesa nella giustizia di Dio, nella sana dottrina, nella fedeltà apostolica romana. I tempi oscuri che incombono, minacciano la mistica Cattedra da Voi piantata nella Città di Roma affinché potesse essere faro di giustizia e di conversione per tutti i popoli, Voi solo potete frenare le avversità che su di Essa s’aggravano. Acciocché Voi possiate proteggere questa Santa Sede e il Vostro legittimo Vicario, noi ci consacriamo interamente per la causa di questa divina Cattedra, per ogni tempo e in ogni avversità, da qualsiasi minaccia così come dall’eresia e da ogni apostasia. Così sia.
  • – Oremus pro pontifice nostro (N.N.)
  • – Dominus conservet eum, et vivificet eum, et beatum faciat eum in terra, et non tradat eum in animam inimicorum eius.
  • (un Pater Noster, Ave Maria e Gloria Patri…)
Laudetur Jesus Christus
_____________
Per le frasi in latino:
  • – Orazione I° – Degnati di governare e conservare la tua santa Chiesa; ti preghiamo ascoltaci.
  • – Orazione II° – Degnati di umiliare i nemici della santa Chiesa; ti preghiamo ascoltaci.
  • – Orazione III° – Degnati di dare ai re e ai prìncipi cristiani la pace e la vera concordia; ti preghiamo ascoltaci.
  • – Orazione IV° – Preghiamo per il nostro Papa (N.N.) Il Signore Lo conservi, Gli doni vita e salute, Lo renda felice sulla terra e Lo preservi da ogni male.
Infine poniamo al vostro ascolto in video originale, le parole che Papa Benedetto XVI pronunziò il 7 maggio 2005, leggi qui, poste quasi profeticamente come un sigillo per comprendere bene cosa è il Sommo Pontefice, cosa è questa “Cattedra”, quale è il suo ruolo e il suo compito, cosa deve proteggere….
“Il Vescovo di Roma siede sulla sua Cattedra per dare testimonianza di Cristo. Così la Cattedra è il simbolo della potestas docendi, quella potestà di insegnamento che è parte essenziale del mandato di legare e di sciogliere conferito dal Signore a Pietro e, dopo di lui, ai Dodici. Nella Chiesa, la Sacra Scrittura, la cui comprensione cresce sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, e il ministero dell’interpretazione autentica, conferito agli apostoli, appartengono l’una all’altro in modo indissolubile. Dove la Sacra Scrittura viene staccata dalla voce vivente della Chiesa, cade in preda alle dispute degli esperti. (…)
Il Papa non è un sovrano assoluto, il cui pensare e volere sono legge. Al contrario: il ministero del Papa è garanzia dell’obbedienza verso Cristo e verso la Sua Parola. Egli non deve proclamare le proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all’obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte ad ogni opportunismo. (..) Il Papa è consapevole di essere, nelle sue grandi decisioni, legato alla grande comunità della fede di tutti i tempi, alle interpretazioni vincolanti cresciute lungo il cammino pellegrinante della Chiesa. Così, il suo potere non sta al di sopra, ma è al servizio della Parola di Dio, e su di lui incombe la responsabilità di far sì che questa Parola continui a rimanere presente nella sua grandezza e a risuonare nella sua purezza, così che non venga fatta a pezzi dai continui cambiamenti delle mode…
(Benedetto XVI – Omelia dalla Cattedra 7.5.2005)




In Cathedra S. Petri Apostoli Antiochiae

22 febbraio
Cattedra di S. Pietro Apostolo in Antiochia
paramenti bianchi - doppio maggiore - Messa "Statuit ei"
Comm. di S. Paolo Apostolo e, se cade in Quaresima, della Feria

Guido Reni, Consegna delle Chiavi a S. Pietro, 1625

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Quodcúmque in orbe néxibus revínxeris,
erit revínctum, Petre, in arce síderum:
et quod resólvit hic potéstas trádita,
erit solútum cæli in alto vértice;
in fine mundi judicábis sǽculum.

Qualunque cosa sulla terra legherete,
sarà legato, o Pietro, nella celeste rocca:
e ciò che scioglierà quaggiù il poter concessovi,
sarà sciolto pur nell'alto del cielo;
alla fine del mondo voi giudicherete il secolo.

(Vespero della Cattedra di S. Pietro
inno attribuito ad Elpidia)

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Antiochíæ Cáthedra sancti Petri Apóstoli,
ubi primum discípuli cognomináti sunt Christiáni

Ad Antiochia, la Cattedra dell'Apostolo San Pietro,
laddove per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani.
(Martirologio Romano)


Secondo la Tradizione, suffragata dai riferimenti nelle Sacre Scritture, il principe degli Apostoli San Pietro, prima di giungere a Roma, fondò e resse la Chiesa Antiochena, attorno all'anno 38; ad Antiochia è situata anche, dagli Atti degli Apostoli, la famosa disputa sui costumi giudaici tra San Pietro e San Paolo. La tradizione per cui San Pietro abbia ricoperto l'incarico di primo vescovo della città siriana è testimoniato dalla presenza di un'antichissima chiesa, quasi risalente all'età dell'apostolo, incastonata nella pietra e per tal motivo denominata "Grotta di S. Pietro" (in basso), probabilmente eretta sui resti di un antico santuario pagano. In tale chiesa si custodisce una copia della Cattedra lapidea ove il Santo Apostolo sedette come pastore della Siria. La Cattedra originale è custodita a Venezia, nella Basilica Concattedrale di S. Pietro di Castello, essendo stata donata, nel IX secolo, al Doge Pietro Tardonico da parte dell'Imperatore Michele III (a destra).

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Sermone di S. Agostino per la festa della Cattedra di S. Pietro
(XV per le feste dei Santi)

L'istituzione dell'odierna solennità ricevé dai nostri antenati il nome di Cattedra, perché è tradizione che Pietro, principe degli Apostoli, prendesse possesso quest'oggi della sua sede episcopale. I fedeli perciò, con ragione, celebrano l'origine di quella Sede onde l'Apostolo fu investito per la salute delle chiese con quelle parole del Signore: «Tu sei Pietro, e su questa pietra io edificherò la mia Chiesa». Il Signore dunque ha chiamato Pietro il fondamento della Chiesa: ed è perciò che la Chiesa venera giustamente questo fondamento sul quale poggia tutto l'edificio ecclesiastico. Quindi ben a ragione si dice nel Salmo ch'è stato letto: «Lo esaltino nell'adunanza del popolo, e lo lodino nel consesso dei seniori» Benedetto Dio, che prescrive d'esaltare il beato Pietro Apostolo nell'adunanza del fedeli; è giusto infatti che la Chiesa veneri questo fondamento per cui si sale al cielo. Celebrando dunque quest'oggi l'origine della Cattedra, noi onoriamo il ministero sacerdotale. Le chiese si rendono questo mutuo onore, comprendendo esse che la Chiesa tanto più cresce in dignità, quanto più viene onorato il ministero sacerdotale. Avendo dunque una pia usanza introdotto giustamente nelle chiese questa solennità, mi meraviglio delle grandi proporzioni che ha preso oggi un pernicioso errore tutto pagano, di portare cioè sulle tombe dei defunti dei cibi e del vino, come se le anime, che hanno abbandonato i loro corpi, reclamassero questi cibi propri della carne.


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Ricorre oggi anche la festa patronale della FSSP (Fraternitas Sacerdotalis Sancti Petri),
benemerito istituto che si occupa di preservare il rito romano antico.

Ai membri della Fraternità e della Confraternita di S. Pietro si concede oggi l'indulgenza plenaria alle solite condizioni.

Preghiera della Confraternita di S. Pietro
Post decadem Rosarii dicant:

V. Memento, Domine, congregationis tuæ.
R. Quam possedisti ab initio

Oremus. Domine Jesu, in testimonium Veritatis natus, qui usque in finem diligis quos elegeris, exaudi benigne preces nostras pro nostris pastoribus. Tu qui omnia nosti, scis quia amant Te et omnia possunt in Te qui eos confortas : sanctifica eos in Veritate, infunde eis, quæsumus, Spiritum quem Apostolis tuis dedisti, qui eos in omnibus Tui similes efficiat. Accipe quod Tibi tribuunt testimonium amoris, qui triplici Petri confessioni benignus annuisti. Et ut oblatio munda sine intermissione Sanctissimæ Trinitati ubique offeratur, novam eis propitius adjunge prolem, et omnes jugiter in Tua serva caritate, qui cum Patre et eodem Spiritu Sancto unus es Deus, cui gloria et honor in sæcula. Amen.
http://traditiomarciana.blogspot.com/2018/02/in-cathedra-s-petri-apostoli-antiochiae.html

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