Stato liberale asservito alle logiche delle lobby Lgbt. Rotto il patto padri/figli: da dove viene "l’impero della sozzura" che ci è stato imposto e nel quale siamo costretti, per legge, a razzolare, come tanti maiali nel brago?
di Francesco Lamendola
Da dove viene l’impero della sozzura che ci è stato imposto e nel quale siamo costretti, per legge, a razzolare, come tanti maiali nel brago? L’ultima nuova del totalitarismo politcally correct arriva dal Piemonte e la segnala, sul suo sito, l’ottimo Maurizio Blondet: un magistrato ha tolto la figlia a una coppia e l’ha dichiarata adottabile con la motivazione che la sua mamma, avendo 57 anni, è stata giudicata troppo vecchia per allevarla; in compenso, un noto politico italiano, esponente della sinistra radicale e quindi, in teoria, di quella sinistra che dovrebbe stare sempre dalla parte dei più deboli, a 58 anni, può tenersi benissimo il bambino che è andato ad acquistare all’estero, per crescerlo felicemente insieme a suo “marito”.
Crediamo che la ragione principale di tanta decadenza morale stia nella rottura del patto generazionale fra padri e figli. E a rompere il patto, contrariamente a quel che può apparire, sono stati soprattutto i padri. I figli, certo, mediamente parlando, non si sono mostrati all’altezza di prendere la loro vita nelle proprie mani, di costruire quel che dovevano costruire, di occupare degnamente il loro posto nella società, assicurando la necessaria continuità da una generazione all’altra, e tenendo il posto caldo e protetto per i nipoti che verranno. Ma è stata tutta colpa loro? O non è forse vero che i loro padri, cioè quelli che oggi hanno, press’a poco, l’età di quel tale politico italiano che si procura il figlio comprandoselo al fiorente mercato delle donne bisognose, hanno tradito il patto essi per primi, vale a dire che hanno trascurato di svolgere la loro parte, di assumersi il loro ruolo educativo, di trasmettere i giusti valori ai loro figli; che sono stati egoisti, latitanti, e hanno preferito pensare alla palestra, all’estetista, ai viaggi e alle automobili, piuttosto che star vicino ai loro figli piccoli e poi adolescenti, e trasmettere loro, con amore e con autorevolezza, tutto ciò di cui essi avevano bisogno per crescere forti e sicuri di sé, sapendo che la vita è una battaglia, ma che quella battaglia la si può e la si deve vincere, anzitutto contro le proprie cattive tendenze, conferendole un significato ben più alto che inseguire gli stupidi e nocivi miraggi del consumismo? Eppure la generazione di sessantenni, a suo tempo, quei valori li aveva ricevuti, quasi sempre, dai propri genitori e, ancor più, dai propri nonni; per non parlare delle maestre, dei professori, dei preti, della società nel suo complesso. Fino alla vigilia del boom, e, guarda caso, fino alla vigilia delle due rivoluzioni culturali, quella religiosa del Vaticano II, e quella politica e giovanile del 1968,
la società trasmetteva ancora valori efficaci: tutta la società televisione compresa, che era una signora televisione, pur con il canale unico, in bianco e nero, che non andava in onda neanche tutto il giorno, ma che sfornava programmi di qualità, ben studiati sia per i bambini, sia per gli adulti, sulla traccia di un vero e proprio progetto educativo. Inescusabile, perciò, la generazione dei padri: ha ricevuto gli strumenti per vivere la vita buona, con maturità e consapevolezza, a cominciare dall’esempio del lavoro, del risparmio, del reciproco rispetto dei propri genitori; ma non ha dato, non ha trasmesso a sua volta, anzi, ha dissipato tutto, perfino sul piano strettamente tecnico: ha dissipato competenze, abilità, esperienza professionale. L’azienda di famiglia, creata dal nulla dai genitori, è andata in malora per la pigrizia e l’inettitudine dei figli: ma chi ha reso quei figli dei pigri e degli inetti? Chi li ha tenuti sotto una campana di vetro? Chi li ha illusi che ci sarà sempre un paracadute, una via d’uscita, un santo protettore, per quanti sbagli si facciano e per quante occasioni si sprechino? I loro stessi genitori: quelli che vanno a litigare con la maestra perché ha fatto loro un piccolo rimprovero, minacciando azioni legali o magari di passare a vie di fatto; quelli che gli passano una paghetta da centinaia di euro anche se non hanno insegnato loro a fare nulla; quelli che si sono comportati, con loro, come dei bancomat su due piedi, riempiendoli di regali, di telefonini, di giocattoli costosi, di vestiti firmati, facendo loro credere che la vita sia così, una passeggiata, una scorribanda continua nel paese di Cuccagna, dove si mangia, si beve e si ride e non si lavora mai, non si è responsabili mai di nulla.
Resta da vedere in quale maniera la rottura del patto generazionale sia sfociata in una grave degenerazione dei costumi, specialmente sessuali, e in un generale disorientamento morale, che i ben noti poteri mondiali stanno sfruttando con estrema decisione e spregiudicatezza: come quando - è cronaca di ieri - la direttrice generale dell'UNESCO, l'ebrea francese Audrey Azoulay, ha annunciato un giro di vite nell'imposizione dell'ideologia gender nelle scuole elementari, in cui, fra le altre cose, i bambini verranno esortati da sedicenti esperti di sessuologia, in realtà agenti dei movimenti LGBT, a rompere, se necessario, con l'esempio e a ribellarsi all'insegnamento dei loro genitori, per cercare "liberamente" il proprio orientamento sessuale e viverlo anche contro la volontà della loro famiglia.
La chiave di lettura di questa connessione è, a nostro avviso, relativamente semplice. La morale sessuale è, nello stesso tempo, la sfera più intima e personale, e quella più facilmente manipolabile e adattabile, proprio perché, toccando la sfera più privata delle persone, può essere presentata facilmente come un ambito nel quale la libertà della persona deve potersi dispiegare in maniera assoluta, respingendo qualsiasi tentativo di condizionamento; tanto più che, si dice, nessun male può venire agli altri dall'esercizio soggettivo di tale libertà. Come nel caso dell'aborto e in quello dell'eutanasia, la libertà sessuale, rivendicata come totale e assoluta, viene presentata come un valore irrinunciabile della persona, nel quale nessuno, neppure i genitori (nel caso di un minorenne) ha il benché minimo diritto d'intromettersi, almeno in una società liberale. In un certo senso è vero, e ciò dovrebbe far riflettere quanti ancora nutrono dei dubbi sul fatto che il liberalismo sia un'ideologia politica intrinsecamente distruttiva, in quanto rifiuta qualunque idea di un nomos oggettivo e lascia che sia il singolo individuo a darsi le proprie regole morali, purché rispetti la legge (e, spesso, purché la rispetti anche solo formalmente) e, in tal modo, crea le condizioni perché si instauri la peggiore delle forme di anarchia: quella del denaro. Nella società liberale, chi ha il portafogli più pesante può esercitare la maggiore "libertà": e l'esempio sopra citato, della mamma privata della propria figlia solo perché un giudice la ritiene troppo vecchia per fare la madre, mentre un omosessuale della stessa età, ma danaroso, può comprarsi, letteralmente, un bambino e poi portarselo a casa e allevarlo come un figlio, insieme al suo compagno, ne è la dimostrazione lampante. Ma oltre a questo, c'è un altro motivo per cui il ragionamento dei paladini del libertinismo è inaccettabile: perché ogni diritto sottintende un dovere, cioè una assunzione di responsabilità, e non è ammissibile che esistano dei diritti, cioè delle libertà, a senso unico, vale a dire senza la corrispettiva responsabilità. Così, ad esempio, un bambino non è considerato dalla legge responsabile dei suoi atti, dunque è soggetto di diritti, ma non può, lui stesso, rivendicare delle libertà rispetto alle quali non può poi essere chiamato a render conto, cioè ad assumersene la responsabilità. Non può tirare con il fucile, o con la pistola, perché non potrebbe rispondere di omicidio, nel caso che ammazzasse qualcuno. Per lo stesso motivo, non può rivendicare di avere una vita sessuale da adulto, e specialmente se in contrasto con la volontà dei genitori, dato che non sarebbe responsabile di eventuali conseguenze: gravidanze indesiderate, abusi e violenze difficilmente dimostrabili, qualora si ammetta che egli è libero di fare, e di lasciarsi fare, qualsiasi cosa, in nome della sua libertà soggettiva. Come sostenere, ad esempio, e come dimostrare, che un bambino ha subito una violenza sessuale, una volta ammesso che quel bambino è libero, liberissimo, di fare del suo corpo l'uso che più gli pare e piace, con chiunque, dell'altro sesso o del proprio, adulto o minorenne come lui? Infine, la prassi di trasformare la scuola pubblica in uno strumento per minare, screditare, contrastare, l'autorità dei genitori, per istigare i bambini a vedere nei propri genitori un limite, una barriera, un impedimento all'esercizio della loro libertà; a vedere in essi i "cattivi" che gli negano la legittima ricerca del suo piacere, è, nello stesso tempo, perversa ed estremamente distruttiva. Nessuna società può continuare ad esistere, su tali basi: nel giro di pochissimo tempo andrà verso l'inevitabile implosione. In questo caso, infatti, il patto generazionale viene demolito in entrambi i sensi: dagli adulti, i quali insegnano al bambino a non fidarsi dei suoi genitori, a liberarsi dai loro "condizionamenti", dalle loro "imposizioni", e ad infrangere le loro regole morali; e dai giovanissimi, che finiscono per rifiutare tutto ciò che è stato loro insegnato, e perfino a denunciare il proprio padre o la propria madre all'autorità giudiziaria, cioè alloStato liberale asservito alle logiche delle lobby LGBT, qualora essi osino opporsi all'esercizio della sua libertà sessuale.
Rotto il patto padri/figli, è l’impero della sozzura
di Francesco Lamendola
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Il clima elettorale non ha impedito al governo di compiere una scelta incredibilmente di parte, e senza tenere conto del parere di una larga parte dell’opinione pubblica, e delle associazioni che avevano chiesto un dialogo sull’argomento. Luigi Manconi, che non ha trovato posto nelle liste del Partito Democratico, è stato “compensato” con la nomina a coordinatore dell’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, della cui utilità è assolutamente lecito dubitare. Anche perché sembra che il suo compito precipuo sia quello di propagandare e sostenere l’ideologia Gender, anche e soprattutto a livello scolastico. La speranza – condivisa dalle associazioni che si occupano di famiglia – è che il prossimo governo abolisca semplicemente questo ufficio.
“La nomina di Luigi Manconi a nuovo coordinatore dell’UNAR da parte di Paolo Gentiloni conferma che il Partito Democratico usa quest’organo del Governo come avamposto della grande colonizzazione ideologica denunciata da Papa Francesco, che mira a distruggere l’antropologia autenticamente umana soprattutto nella formazione dei ragazzi nelle scuole”. Lo afferma in una nota Filippo Savarese, portavoce dell’associazione co-promotrice del Family Day Generazione Famiglia.
Luigi Manconi è infatti favorevole all’introduzione nell’ordinamento italiano di matrimoni e adozioni gay, liberalizzazione delle droghe e addirittura regolamentazione cosiddetta “etica” dell’utero in affitto.
Generazione Famiglia condanna la scelta del Pd di confermare l’indirizzo fortemente ideologico dell’Ufficio, già sconvolto l’anno scorso dallo scandalo dell’ex Direttore Francesco Spano, colto a finanziare con fondi pubblici associazioni LGBT di cui lui stesso era socio e che organizzavano nelle loro sedi orge con consumo di droga e incentivo alla prostituzione.
Il lavoro dell’UNAR è contestato dalle associazioni di famiglie e genitori da quando promosse nel 2010 la “Strategia Nazionale LGBT”: un grande piano di promozione in tutti gli ambiti della società, a partire dalle scuole, delle istanze politiche e culturali della comunità gay, finanziato con 10 milioni di Euro.
Ci si sarebbe attesi un gesto di buon senso politico con la nomina di un Direttore che riportasse l’Ufficio alle sue autentiche competenze di contrasto ai fenomeni di discriminazione a sfondo razziale, etnico, culturale e religioso. Il Pd ha deciso di usare il posto libero per risolvere questioni di lotta interna seguite all’esclusione di Manconi dalle liste elettorali in vista delle elezioni del 4 marzo.
A questo punto, è inevitabile augurarsi che il prossimo Governo abolisca del tutto un ente evidentemente inutile e ideologico. A tal fine Generazione Famiglia lancia oggi una petizione nazionale per sensibilizzare le forze politiche ad inserire questo obiettivo nel loro programma di Governo”.
E in attesa delle elezioni, e in considerazione degli attacchi che l’antropologia naturale e la psiche dei bambini si troveranno a fronteggiare nel futuro a breve termine, riparte la campagna del “Bus della Libertà”.
Dicono gli organizzatori: “Tutto ci dice che si sta preparando una nuova, grande ondata ideologica nelle scuole italiane. La lobby del movimento Lesbiche-Gay-Bisessuali-Transessuali (LGBT) si sta riorganizzando per tornare prepotentemente nelle classi dei nostri figli e dei nostri nipoti con altri progetti fondati sull’ideologia Gender. Per dire che non si nasce uomini e donne. Che l’identità sessuale cambia, anche a piacimento. Che un’identità sessuale vera e propria, in fondo, non esista nemmeno. È per questo che CitizenGO torna in campo col Bus della Libertà”.
Il grande pullman arancione porta in giro il messaggio cubitale: “Non confondete l’identità sessuale dei bambini”, e girerà l’Italia dal 20 al 27 febbraio.
“Il fatto più grave che ci mette in allarme rosso riguarda, ancora una volta, l’Unar. L’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali. È un organo del Governo italiano che, come dice il nome, dovrebbe occuparsi di combattere le discriminazioni basate sull’appartenenza etnica o culturale delle persone. Già, dovrebbe. Da qualche anno, la Lobby LGBT si è totalmente impadronita di questo organo. Basta vedere com’è andata con gli ultimi due Direttori. Uno ha promosso nelle scuole la Strategia Nazionale LGBT (quando “il nome è tutto un programma”…) finanziata con 10 milioni di Euro (le nostre tasse), l’altro ha finanziato un’associazione Gay con oltre 50 mila Euro (sempre le nostre tasse) di cui lui stesso era tesserato. Serviva un deciso cambio di passo. E invece, il Pd ha nominato nuovo coordinatore Luigi Manconi, un politico di idee fortemente di sinistra e radicali, favorevole a tutto ciò che abbiamo combattuto in questi anni. I frutti della nuova ondata ideologica già si vedono. Per esempio? Le scuole di Torino hanno ricevuto l’invito a portare i loro ragazzi (anzi: i nostri ragazzi) a vedere uno spettacolo teatrale fortemente propagandistico sull’omosessualità. Indovina? Un progetto patrocinato proprio dall’Unar. Il progetto prevede (cito testualmente) “un incontro preliminare per ogni classe organizzato dal Gruppo Formazione TorinoPride in collaborazione con il Servizio LGBT di Torino”.
E la prima tappa del bus sarà proprio a Torino. Umilmente, possiamo aggiungere però che la tappa veramente importante per tutti sarà il 4 marzo, quando si potrà finalmente esprimere la propria opinione, con il voto, su questo e altri problemi del Paese….
http://www.marcotosatti.com/2018/02/17/abolire-lunar-primo-compito-del-futuro-governo-riparte-il-bus-della-liberta-non-pasticciare-con-lidentita-sessuale-dei-bambini/
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