ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 27 febbraio 2018

I ‘guardiani della fede’

PARLA SARAH
"Denuncio la crisi di fede di un clero che ha tradito"

Il cardinal Sarah in Belgio ha parlato della crisi della fede a partire dalle alte gerarchie ecclesiastiche e non ha esitato a denunciare il tradimento dei chierici per mancanza di fede.




Nei giorni scorsi il cardinale Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il Culto Divino, era in Belgio, dove  alla presentazione del suo libro “Dio o niente”, ha risposto a certi tentativi di modificare la morale cattolica, in particolare per quello che riguarda il matrimonio e la famiglia, oltre che l’insegnamento sulla vita. Si può leggere in certe sue parole una risposta alle esternazioni del cardinale tedesco Reinhard Marx, del vicepresidente di quella conferenza episcopale, Franz-Josef Bode, e al cardinale di Vienna, Schoenborn? 

Sembra proprio di sì. Davanti a una chiesa piena di fedeli, con in prima fila il nunzio apostolico, il cardinale De Kesel, il Borgomastro Woluwé-Saint Pierre e anche l’abate Philippe Mawet, responsabile della pastorale francofona, che aveva criticato il libro del cardinale qualche giorno prima in un articolo sul quotidiano di sinistra “Libre Belgique”, il porporato ha evocato le ideologie e i gruppi di pressione che “con mezzi finanziari e mediatici potentissimi, attaccano le finalità naturali del matrimonio e si impegnano a distruggere la cellula della famiglia”.


Ma il porporato guineano, in un delle Chiese più disastrate del Continente non ha avuto paura di aggiungere parole dure verso i suoi confratelli nell’episcopato. “Degli alti prelati, provenienti soprattutto dalle nazioni opulente, si danno da fare per apportare modifiche alla morale cristiana per ciò che riguarda il rispetto assoluto della vita dal suo concepimento fino alla sua morte naturale, la questione dei divorziati risposati e altre situazioni familiari problematiche. 

Questi ‘guardiani della fede’ dovrebbero tuttavia non perdere di vista il fatto che il problema posto dalla frammentazione degli scopi del matrimonio è un problema di morale naturale”. Ma il cardinale non si è fermato lì. Ha proseguito con tranquillità: “Le grandi derive sono sorte quando alcuni prelati o intellettuali cattolici hanno cominciato a dire o a scrivere ‘semaforo verde per l’aborto’, ‘semaforo verde per l’eutanasia’. Ora, a partire dal momento in cui i cattolici abbandonano l’insegnamento di Gesù e il Magistero della Chiesa, contribuiscono alla distruzione dell’istituzione naturale del matrimonio come della famiglia ed è tutta la comunità umana che si trova incrinata da questa nuovo tradimento dei chierici”.

Nell’anno in cui si celebra il mezzo secolo di vita dell’enciclica “Humanae Vitae”, con i tentativi neanche troppo nascosti di attenuare in qualche maniera il suo insegnamento, il cardinale ha pronunciato parole molto forti: “Bisognerebbe che la Chiesa tornasse all’enciclica Humanae Vitae di Paolo VI così come agli insegnamenti di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI su queste questioni vitali per l’umanità. Lo stesso papa Francesco resta nel solco dei predecessori quando sottolinea la coincidenza fra il vangelo dell’amore e il vangelo della pace. Bisogna affermare con forza e senza ambiguità il peso magisteriale di tutto questo insegnamento, mettere in rilievo la sua coerenza e proteggere questo tesoro contro i predatori di questo mondo senza Dio”.

In un’intervista concessa a Cathobel, ha messo in evidenza che la Chiesa oggi debba affrontare grandi questioni, e soprattutto “la sua fedeltà a Gesù, al suo Vangelo, all’insegnamento che ha sempre ricevuto dai primi papi, dai concili…e questo non è evidente, perché la Chiesa desidera adattarsi al suo ambiente, alla cultura moderna”.

E poi la fede: “La fede è venuta a mancare, non solo a livello di popolo di Dio, ma anche fra i responsabili della Chiesa, ci si può chiedere qualche volta se abbiamo davvero la fede”. Il card. Sarah ha ricordato l’episodio del Credo, di don Fredo Olivero, e ha concluso: “Penso che oggi ci sia una grande crisi di fede e anche una grande crisi della nostra relazione personale con Dio”.

E l’Europa? “Non solamente l’Occidente sta perdendo la sua anima, ma si sta suicidando, perché un albero senza radici è condannato a morte. Penso che l’Occidente non possa rinunciare alle sua radici, che hanno creato la sua cultur, i suoi valori”. Il porporato ha continuato così: “Ci sono cose agghiaccianti che succedono in occidente. Penso che un parlamento che autorizza la morte di un bimbo innocente, senza difesa, sia una grave violenza fatta contro la persona umana. Quando si impone l’aborto, soprattutto in Paesi in via di sviluppo, dicendo che se non lo fanno non li si aiuterà più, è una violenza. Non c’è da stupirsi. Quando si ha abbandonato Dio, si abbandona l’uomo, non si ha più una visione chiara dell’uomo. C’è una grande crisi antropologica oggi in Occidente. E questo porta a trattare le persone come oggetti”.

Marco Tosatti
http://www.lanuovabq.it/it/denuncio-la-crisi-di-fede-di-un-clero-che-ha-tradito


IL VATICANO HA AUTORIZZATO LA BONINO A COMIZIARE “QUI”?



Bonino ha fatto un comizio nelle catacombe dei martiri napoletani?





Emma Bonino, il comizio in Chiesa: insorgono i cattolici pro-life

(Libero, 19 Febbraio 2018
Pronta a tutto per un voto in più. Si parla di Emma Bonino, che dalla battaglie a favore dell’aborto è passata a un comizio direttamente in Chiesa. Già, perché come sottolinea Il Giornale, sabato, in una tappa del tour elettorale a Napoli, ha scelto l’Ipogeo della Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio a Capodimonte per incontrare militanti e simpatizzanti. Insomma, un comizio politico in piena regola in chiesa. Per l’occasione, la Bonino al suo fianco aveva due candidati del Pd a Napoli, Paolo Siani e Marco Rossi Doria.
Leggi anche: Indiscrezione spaventosa: Bonino premier di “mediazione”?
E se già di per sé non è il massimo un comizio politico in Chiesa, a rendere ancor peggiore la vicenda il fatto che a farlo fosse proprio la Bonino, che ha sempre combattuto per aborto, fecondazione artificiale e droghe leggere. Non a caso, la vicenda ha scatenato un gruppo di fedeli pro-life che hanno inviato una durissima lettera al cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, nella quale hanno sottolineato il loro dissenso per la concessione dello spazio religioso.
“Apprendiamo – si legge nella lettera pubblicata anche su Facebook – come alla signora Emma Bonino sia stata addirittura concesso a scopi politici, l’ Ipogeo della Basilica dell’ Incoronata Madre del Buon Consiglio a Capodimonte, uno dei cuori pulsanti della fede partenopea. Proprio a lei che rivendica con orgoglio le sue decennali e purtroppo vittoriose battaglie in favore di divorzio, aborto, fecondazione artificiale e tenace sostenitrice della liberalizzazione delle droghe cosiddette leggere e della legalizzazione dell’ eutanasia, tutti istituti contrari al magistero e al catechismo della Chiesa Cattolica”.
Poi, un amico mi scrive:
Miei cari,
solo una piccola precisazione, io ho visitato le catacombe di San Gennaro e non riesco a capire cosa sia questo ipogeo di cui parla l’articolo poichè non vi è alcun luogo abbastanza grande per un comizio essendo appunto catacombe   –  a meno che non si riferisca ad una piccola basilica scavata nella roccia, tantevvero che una colonna è mancante alla base ma sta in piedi lo stesso. Si tratta del più antico luogo di culto di Napoli il centro del centro del cristianesimo napoletano anche se oggi credo sia sconsacrata;  poco dopo cominciano le tombe ad arcosolio di cui una si ritiene abbia ospitato il corpo di San Gennaro.
Capite come lavorano questi?
Si tratta di un’operazione magica in piena regola: occupare il centro sottile per occupare tutto.
Il brutto basilicone moderno sopra dove amano sposarsi le coppie della media borghesia non gli interessa.
Un particolare di cui sono stato testimone oculare : le catacombe sono amministrate in base al regolamento delle grotte vaticane, cioè sono  territorio vaticano;  lo so perchè il custode non voleva portarmi sotto poichè ero solo ed io gli dissi che avrei pagato un altro biglietto ma lui mi disse che bisognava essere fisicamente in tre per motivi di sicurezza e di decenza:  poichè io questionavo mi fece vedere il documento in buon latino classico che traducemmo insieme essendo egli uno studente di archeologia cristiana. Nell’occasione mi spiegò anche che i proventi vanno direttamente a Roma e che la Curia non c’entra nulla con l’amministrazione delle catacombe.
Aspettai un’ora ed al secondo turno si presentarono due turiste tedesche debitamente spupporate e shortate cioè in shorts che il devoto custode fece coprire con una specie di cappetta da bidello e partimmo.
Chi di voi si rechi a Napoli non dimentichi di visitare questo luogo capirà molte cose di Napoli e del Cristianesimo.
SE il luogo è quello capite voi Chi gli ha dato il permesso alla Bonino?

Vittorio Sgarbi: “Salvini e il Vangelo? Papa Francesco è il primo a fare politica”
ROMA – L’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha criticato Matteo Salvini per aver esibito il Vangelo e il rosario durante un comizio in piazza Duomo ma le sue parole – “ai comizi si parli di politica” – scrive Vittorio Sgarbi sul Giornale, sono “blasfeme“.
Del resto, è paradossale che “l’accostamento tra lotta politica e religione” venga condannato quando pure “Papa Francesco fa politica e nessuno lo invita a occuparsi solo delle anime, perché i cittadini italiani sono cristiani e i cristiani sono cittadini italiani”.
Di più, continua Sgarbi, “la Lega, in particolare, esalta e tutela le identità, che sono tradizioni, costumi, valori spirituali cristiani, in un mondo sotto l’attacco del fondamentalismo islamico, che sulla religione fonda la propria azione terroristica” e in questo scenario, “mentre Delpini sconfessa Salvini, il più grande edificio civile di Roma, il Colosseo, viene colorato di rosso contro la persecuzione dei cristiani: Il Colosseo si tinge del loro sangue”. E poi c’è la nostra Costituzione: l’articolo 19, sottolinea Sgarbi, ricorda che “tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda ed esercitarne in privato o in pubblico il culto”. Proprio “come ha fatto Salvini”.

https://www.blitzquotidiano.it/politica-italiana/sgarbi-salvini-vangelo-2837331/

«Miracolo a Milano: un leader politico s’impegna a difendere le nostre radici cristiane (e un vescovo si imbufalisce a sentir parlare del Vangelo)» di Antonio Socci


SalviniÈ il mondo alla rovescia. In Piazza Duomo, a Milano, nel corso degli anni si è visto di tutto: dalle bandiere rosse delle manifestazioni comuniste ai sit-in Lgbt con bandiere arcobaleno fino alle folle di musulmani a pregare Allah rivolti verso la Mecca. Eppure a far insorgere a velocità supersonica un vescovo ambrosiano, sabato scorso, è stato Matteo Salvini “reo” di aver di aver evocato il Vangelo. In particolare le parole di Gesù, “gli ultimi saranno i primi”, riferendole agli italiani che oggi vengono trattati da stranieri in patria.
Nell’occasione Salvini – anticipando simbolicamente davanti alla sua gente il giuramento che dovrebbe fare come Capo del governo, nell’ipotesi di una vittoria elettorale – ha solennemente proclamato: “mi impegno e giuro di essere fedele al mio popolo, ai 60 milioni di italiani, di servirvi con onestà e coraggio, giuro di applicare davvero la Costituzione italiana, da molti ignorata, e giuro di farlo rispettando gli insegnamenti contenuti in questo sacro Vangelo”.
Immediatamente è insorto monsignor Mario Delpiniintimando: “Nei comizi si parli di politica”.
Assistiamo così al singolare spettacolo di un vescovo di Milano che invece di criticare partiti e politici che avanzano programmi anticristiani, si scaglia contro un leader politico che afferma di voler difendere le radici cristiane dell’Italia e di far tesoro dell’insegnamento evangelico.
E’ proibito? Eppure per cinquant’anni la Chiesa ha sostenuto a spada tratta un partito che fin dal nome – Democrazia Cristiana – si richiamava alla fede, ai valori cattolici e alla dottrina sociale della Chiesa (con tanto di croce nel simbolo).
E – una volta finito quel partito – la Chiesa di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, attraverso il card. Camillo Ruini, ha continuato a insegnare ai politici cattolici di non mettere la loro fede tra parentesi, e ha chiesto energicamente alla politica di difendere il patrimonio di valori cristiani e umanisti della nostra storia.
Ora, per bocca del vescovo di Milano, la Chiesa sembra affermare il contrario ovvero che i politici non devono richiamarsi alla religione, a un orizzonte ideale cristiano. Insomma dovrebbero dimenticare di essere cristiani.
In effetti i vescovi si dimenticano di annunciare il Vangelo e, finendo per somigliare alla Bonino, fanno solo comizi per l’emigrazione e per l’abbraccio con l’Islam.
Ma non possono esigere che pure noi e i politici ci dimentichiamo della nostra tradizione cattolica. Se essi non sanno più qual è il loro mestiere evitino di insegnare agli altri il loro. Il Vangelo è una cosa troppo seria e importante perché sia lasciata ai vescovi. E’ un patrimonio di valori e di identità per tutti, specie in Italia.
Anche per i laici. Infatti il laico Benedetto Croce, nel libro “Perché non possiamo non dirci cristiani”, scriveva:
“Il Cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l’umanità abbia mai compiuta: così grande, così comprensiva e profonda, così feconda di conseguenze, così inaspettata e irresistibile nel suo attuarsi, che non meraviglia che sia apparso o possa ancora apparire un miracolo, una rivelazione dall’alto, un diretto intervento di Dio nelle cose umane, che da lui hanno ricevuto legge e indirizzo affatto nuovo. Tutte le altre rivoluzioni, tutte le maggiori scoperte che segnano epoche nella storia umana, non sostengono il suo confronto, parendo rispetto a lei particolari e limitate. […] E le rivoluzioni e le scoperte che seguirono nei tempi moderni […] non si possono pensare senza la rivoluzione cristiana, in relazione di dipendenza da lei, a cui spetta il primato perché l’impulso originario fu e perdura il suo”.
E un altro grande intellettuale laico, Federico Chabod, nella sua “Storia dell’idea d’Europa” scriveva:
“Non possiamo non essere cristiani, anche se non seguiamo più le pratiche di culto, perché il Cristianesimo ha modellato il nostro modo di sentire e di pensare in guisa incancellabile; e la diversità profonda che c’è fra noi e gli Antichi, fra il nostro modo di sentire la vita e quello di un contemporaneo di Pericle e di Augusto è proprio dovuta a questo gran fatto, il maggior fatto senza dubbio della storia universale, cioè il verbo cristiano.  Anche i cosiddetti ‘liberi pensatori’, anche gli ‘anticlericali’ non possono sfuggire a questa sorte comune dello spirito europeo”.
Salvini dunque si è richiamato al pilastro dell’identità italiana e della vera identità europea, un pilastro che oggi si vorrebbe abbattere in nome di un multiculturalismo devastante.
Ma il Vangelo che Salvini ha evocato è anche all’origine della laicità dello Stato prima sconosciuta (“Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”). Cioè: il Vangelo è l’antidoto ai fondamentalismi religiosi e a quelli ideologici.
Il Vangelo fu la culla della libertà e della dignità della persona, quindi della democrazia. Non a caso negli Stati Uniti i presidenti usano fare il loro giuramento proprio sulla Bibbia ed evocano Dio in ogni discorso solenne (del resto c’è Dio pure nell’inno nazionale inglese, come pure nel nostro).
Citare la Costituzione insieme al Vangelo, come ha fatto Salvini, significa poi ricordare l’impronta cattolicapresente nella Carta, mentre Renzi, in una infelice dichiarazione dopo la legge Cirinnà, aveva opposto la Costituzione al Vangelo.
Il contributo dei cattolici alla Carta trovò una perfetta sintesi con quello di liberali, socialisti e comunisti. E proprio quella Costituzione, brandita anni fa contro il centrodestra, rappresenta oggi la più formidabile bandiera per i sovranisti come Salvini e il centrodestra stesso.
Infatti proclama all’articolo 1 che “la sovranità” in Italia non spetta alla Commissione Europea, né alla Merkel o Macron, né alla Bce, né ai “mercati”. Ma spetta solo al “popolo italiano”.
E all’articolo 11 – come ha ben spiegato Giuseppe Palma– non consente cessioni di sovranità all’Europa, ma solo limitazioni riferite all’Onu per le diatribe internazionali sulla pace e la guerra.
Quindi Salvini ha scelto due simboli perfetti.
Antonio Socci
Da “Libero”, 26 febbraio 2018
 
Sito: “Lo Straniero
Twitter: @Antonio Socci1

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.