ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 6 febbraio 2018

Non c’è altro al fondo?

http://www.lastampa.it/rf/image_lowres/Pub/p4/2017/11/24/VaticanInsider/Foto/RitagliWeb/a6d7f1fe58919964bde181be6b294a46-kjOF-U11012209497555k2D-1024x576%40LaStampa.it.jpg

DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA, LA CINA LA REALIZZA. PAROLA DI SORONDO. BRANDI: E I LAOGAI? E IL TIBET? È LA REAL POLITIK VATICANA?

“In questo momento, quelli che realizzano meglio la dottrina sociale della Chiesa sono i cinesi”.
Qualche mese fa ha visitato la Cina, Marcelo Sánchez Sorondo, l’argentino Cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, consigliere del Pontefice. “Ne è tornato a Roma entusiasta”, scrive nella sua intervista Andrés Beltramo Álvarez, che abbiamo trovato solo in spagnolo. 
Ne riportiamo qualche frase, rimandando i lettori al testo integrale.
“I cinesi cercano il bene comune, subordinano le cose al bene generale. Me lo ha assicurato Stefano Zamagni, un economista tradizionale”.
“Ho incontrato una Cina straordinaria: quello che la gente non sa è che il principio centrale cinese è lavoro, lavoro, lavoro. Non c’è altro al fondo, è come diceva San Paolo: chi non lavora non manga. Non ci sono villas miserias, non c’è droga, i giovani non hanno droga. C’è una coscienza nazionale positiva, vogliono dimostrare che hanno cambiato, ormai accettano la proprietà privata”.

Pechino, secondo il Cancelliere, ha numerosi punti di coincidenza con la Santa Sede, fra cui “la difesa della dignità della persona” e segue più di altri l’enciclica Laudato Sì, e in campo ecologico sta assumendo una leadership morale che altri hanno lasciato”.
Abbiamo chiesto a Toni Brandi, Presidente della Laogai Research Foundation, un’organizzazione impegnata nella difesa dei diritti umani e religiosi in Cina, un commento all”intervista.
<Monsignor Marcelo Sánchez Sorondo  della Accademia Ponteficia delle Scienzae ha dichiarato all’intervista con Andrés Beltramo che “In questo momento, i cinesi sono quelli che realizzano meglio la dottrina sociale della Chiesa”.
Le sofferenze che hanno affrontato per Cristo migliaia di Vescovi e prelati, le chiese e le case distrutte, le persecuzioni e le sparizioni nei famigerati campi laogai o il fato di eroici prelati come Giovanni Gao Kexian della diocesi di Yantai, Giovanni Han Dingxiang, della diocesi di Yongnian, imprigionato per vent’anni, poi rilasciato ma di nuovo fatto sparire nel 2006, Giovanni Yang Shudao della diocesi di Fuzhou, morto dopo aver passato ventisei anni in prigione, gli ultimi vescovi di Shanghai, il gesuita Giuseppe Fan Zhingliang e altri come si collocano?
E non dimentichiamo il genocidio culturale e le persecuzioni in Tibet, fra il popolo degli Uighuri e le centinaia di campi di concentramento, i laogai dove sono costretti al lavoro forzato milioni di uomini, donne e bambini fino a 16 ore al giorno a vantaggio economico del regime comunista cinese e di molte multinazionali che investono in Cina.
Tutti questi crimini continuano imperterriti. Tutto ciò è normale e permesso per il signor Sorondo?
Tutto ciò non rappresenta un problema e può continuare? Questa è la nuova real politik del signor Sorondo e degli attuali uomini di chiesa?>.

MARCO TOSATTI
http://www.marcotosatti.com/2018/02/06/dottrina-sociale-della-chiesa-la-cina-la-realizza-parola-di-sorondo-brandi-e-i-laogai-e-il-tibet-e-questa-la-real-politik-vaticana/
Cina, nuove regole: vietati i ritiri ed i raduni cattolici

Cina, niente più ritiri, né raduni religiosi privati per i giovani cattolici, nelle scuole, in università, nonché nelle parrocchie in Shanxi e Mongolia interna, in prossimità del loro capodanno, che comincia il prossimo 16 febbraio: dallo scorso primo febbraio sono entrati, infatti, in vigore nuovi regolamenti per le attività religiose, regolamenti che consentono controlli anche serrati presso le comunità ufficiali, nonché multe, arresti ed espropri per chi faccia parte, invece, di comunità non ufficiali.L’Ufficio Affari Religiosi e il Dipartimento del Fronte unito stanno allertando in merito tutte le parrocchie. Le scuole religiose possono riunirsi solo in caso si sia registrati e soprattutto solo sotto il controllo dello Stato. Tutti gli altri casi, compresa la celebrazione di S. Messe, verranno considerati «attività religiosa illegale».
Zen: "Il segretario di Stato vaticano sbaglia"
Questa che segue è la traduzione integrale dalla lingua cinese dell'intervento pubblicato il 5 febbraio sul suo blog dal cardinale Giuseppe Zen Zekiun, vescovo emerito di Hong Kong.
Zen replica qui alle reazioni vaticane a questo suo precedente intervento:
Al quale erano appunto seguiti una dichiarazione del direttore della sala stampa vaticana, un'intervista del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin e delle anticipazioni su un imminente accordo tra la Santa Sede e la Cina.
*
QUATTRO OSSERVAZIONI
di Giuseppe Zen Zekiun
Alcune persone che mi vogliono bene mi hanno consigliato di pregare di più e di non parlare troppo. Certo è giusto pregare di più, perché il Signore è la nostra speranza e abbiamo fiducia nell’intercessione della Madonna, Madre di Dio.
Mi hanno consigliato così probabilmente con il timore che se parlo troppo, sarò più facilmente attaccato. Ma non ne ho paura, purché le mie parole siano giuste e utili. Con l'età che ho, non mi importa se guadagnare o perdere.
Voglio parlare ancora perché ho l'impressione che fra poco tempo non potrò più parlare. Perciò chiedo il vostro perdono.
1. Nella lettura della messa di questa domenica, Giobbe deve sopportare la lunga notte della sofferenza, in cui lamenta di non vedere più la felicità con i suoi occhi. Ma il Salmo 146 ci invita a lodare il Signore che risana i cuori affranti. Nei giorni scorsi, i fratelli e le sorelle che vivono nel continente cinese hanno saputo che il Vaticano è pronto ad arrendersi al partito comunista cinese, e quindi si sentono a disagio. Visto che i vescovi illegittimi e scomunicati saranno legittimati, mentre quelli legittimi saranno costretti a ritirarsi, è logico che i vescovi legittimi e clandestini siano preoccupati per il loro destino. Quante notti di sofferenza sopporteranno i sacerdoti e i laici, al pensare che dovranno inchinarsi ed obbedire a quei vescovi che ora sono illegittimi e scomunicati, ma domani saranno legittimati dalla Santa Sede, appoggiati dal governo. Tanto più che un disastro è già iniziato oggi, senza aspettare l’arrivo del domani. Dal 1 febbraio sono entrati in vigore i nuovi regolamenti governativi sull’attività religiosa. I sacerdoti clandestini di Shanghai hanno chiesto ai fedeli di non andare più alle loro messe, perché altrimenti chi si ostina a farlo sarà arrestato! Ma non abbiate paura, perché il Signore risana i cuori affranti.
2. Il segretario di Stato della Santa Sede ha detto che “conosciamo le sofferenze subite ieri ed oggi dai fratelli e dalle sorelle cinesi”. Ma quest'uomo di poca fede capisce che cos'è una vera sofferenza? I fratelli e le sorelle del continente cinese non hanno paura di essere ridotti in povertà, di esser messi in prigione, di versare il sangue, la loro sofferenza maggiore è di vedersi traditi dai “familiari”. L’intervista di Parolin è piena di opinioni sbagliate (sperando che i suoi discorsi siano coerenti con i suoi pensieri). Ma non è decente per un alto dirigente della Santa Sede manipolare la lettera [ai cattolici cinesi] di un papa anche se già ritirato, citando la frase (4.7): “La soluzione dei problemi esistenti non può essere perseguita attraverso un permanente conflitto con le legittime autorità civili”, ma nascondendo che la lettera prosegue immediatamente dicendo che “nello stesso tempo, però, non è accettabile un’arrendevolezza alle medesime quando esse interferiscano indebitamente in materie che riguardano la fede e la disciplina della Chiesa”.
Durante la Giornata della gioventù in Corea, il papa ha detto ai vescovi asiatici che “il presupposto del dialogo è la coerenza alla propria identità”. Persone ben informate degli alti gradi della Santa Sede dicono ora con rammarico che “siamo come uccelli in gabbia, ma la gabbia può diventare più grande, noi chiediamo ogni spazio possibile”. Ma il vero problema non è la gabbia piccola o grande, ma chi si trova in questa gabbia. I credenti clandestini non sono dentro di essa. Ma ora voi volete costringere anche loro ad entrarvi, in modo che anche loro siano "riconciliati” con quelli che sono già dentro! Certo, in gabbia vi sono persone che vi si trovano costrette, ma anche persone servili e prepotenti che vi si trovano dentro molto volentieri. (Sono stato io il primo a dire che in Cina c'era una sola Chiesa e che tutti i credenti, sia della Chiesa ufficiale che di quella clandestina, amano il papa; ma ora non oso più dir così).
Siccome ho deciso di far prevalere la verità e la giustizia (tutto ciò che dico parte dal principio di custodire la reputazione del papa e di mettere in chiara luce la dottrina della Chiesa), non ho difficoltà a dire che queste mie opinioni sul "dialogo" le ho riferite a papa Francesco quando mi ricevette in udienza privata tre anni fa. Il papa mi ascoltò per quaranta minuti con attenzione, senza interrompermi. Nel momento in cui gli dissi che, obiettivamente parlando, la chiesa ufficiale del continente cinese è scismatica (in quanto amministrazione autonoma indipendente dalla Santa Sede e dipendente dal governo), il papa rispose: “Certo!”.
3. Ieri ci sono state non poche persone che sono venute a trovarmi o mi hanno telefonato per darmi qualche conforto, in seguito all’accusa rivolta contro di me dal portavoce del Vaticano. Ma hanno capito male, perché non ho bisogno di conforto. Sarebbe stato meglio per loro andare a confortare quel portavoce. È lui che è un uccello in gabbia, costretto a svolgere quella funzione così imbarazzante: questa volta è stato molto efficiente e ha criticato subito il mio intervento (e certo ha letto ciò che era stato scritto da altri). Si può ricordare che più di un anno fa, prima del IX Congresso dei Rappresentanti della Chiesa cattolica cinese, fu lui a dire che “la Santa Sede attende di giudicare in base a fatti comprovati”. Dopo più di un anno, stanno ancora aspettando di trarne dei giudizi.

4. Merita misericordia anche quel commentatore del "South China Morning Post" che ogni giorno trova qualcuno da criticare e su cui ironizzare: dev'essere un esperto che sa tutto e potrebbe dire la sua in tutti i programmi "de omnibus et aliquibus aliis". Questa persona ha scritto che amo più la politica che la religione. Voglio svegliarlo un po’: “Where angels fear to tread, the fools rush in”, dove gli angeli temono di cadere, i pazzi ci vanno a razzo. Lui sa che cos'è la religione, che cos'è la fede? Ha detto che ho deciso di far soffrire i credenti del continente cinese. Ma lui capisce quale è la vera sofferenza per le persone di fede? Tuttavia l’ultima frase che ha detto era giusta: “The Vatican has to readjust its wordly diplomacy, whatever its spiritual preferences”; il Vaticano deve riaggiustare la sua diplomazia terrena, quali che siano le sue preferenze spirituali. Ma non sono soltanto preferenze, sono principi non negoziabili!

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