ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 26 febbraio 2018

Quella è zavorra medievale?

EPPURE SONO FRA NOI




Angeli, diavoli e l'Arcangelo Gabriele sono oggi "zavorra medievale" ? se la vera forza dei Santi è la preghiera, perchè è stata abolita quella a san Michele Arcangelo "la potentissima preghiera di esorcismo" contro il demonio 
di Francesco Lamendola  

  

La neochiesa e la neoteologia hanno smesso di parlare del diavolo, o hanno affermato la sua non esistenza, nello stesso tempo in cui hanno cominciato a parlare sempre di meno degli Angeli. Logico: gli Angeli, ministri della volontà divina, sono anche i naturali protettori degli uomini contro le insidie del diavolo; ma se il diavolo non esiste, come afferma baldanzosamente il gesuita Sosa Abascal, che ci stanno a fare Angeli e Arcangeli? Tutt’al più, a svolgere qualche “commissione” straordinaria, come nel caso dell’Annuncio a Maria da parte dell’Arcangelo Gabriele. Da un bel po’ di tempo, tuttavia, pare che Dio non abbia speciali commissioni da affidare loro; ed ecco che i neoteologi, tutti presi dal problema della misericordia, e il neoclero, tutto preso dall’accoglienza ai migranti, son diventati addirittura muti a proposito degli Angeli. Come se tale argomento fosse un di più, un ornamento da cartolina: roba del vecchio catechismo, roba della Chiesa di prima del Concilio. In verità, nessun documento del Concilio ha mai detto o suggerito una cosa del genere, al contrario; ma, si sa, ciò che conta è lo “spirito” del Concilio (lettera minuscola), e in tale spirito non c’è posto per cose come gli Angeli o i diavoli. 
Quella è zavorra medievale; ora la Chiesa deve guardare avanti, alle magnifiche sorti e progressive della “svolta antropologica”: deve aprirsi al mondo, dialogare col mondo, stringere in un abbraccio fraterno tutti gli uomini, anche i suoi nemici, anche quanti hanno giurato di distruggere il Vangelo di Gesù Cristo; e parlare di Angeli e diavoli, fra le altre cose, sarebbe “divisivo”, cosa sommamente deprecabile, e da evitarsi a qualsiasi costo. La neochiesa deve solo gettare ponti, non alzare muri; e parlare del Male, del male personificato, creerebbe divisioni; lo stesso accade se si parla del bene, non di un bene qualsiasi, ma di quel solo e unico Bene che consiste nella assoluta fedeltà e osservanza del Vangelo di Gesù. Di questi tempi, invece, si sa che la neochiesa si propone di valorizzare tutti i lieti annunci, tutti i vangeli, visto che tutti portano a Dio; ed è inutile domandarsi quale Dio, perché quello che è certo – dice Bergoglio – è che Dio non è cattolico. E allora, avanti con i diversi vangeli, in nome del pluralismo, quello di Mosè, quello di Maometto, quello di Buddha, e così via; per non parlare del vangelo di Lutero, che forse è il migliore di tutti, perché rappresenta il cristianesimo finalmente adulto, maturo ed emancipato.
Gli Angeli, dunque; gli Angeli e i diavoli. Sono solo nozioni legate all’infanzia, espressioni di un cristianesimo non ancora sufficientemente adulto? Sono dei simboli che abbiamo avuto il torto, o l’ingenuità, di prendere troppo sul serio? A dire il vero, non solo il “vecchio” catechismo, quello di Pio X, ma anche il nuovo, quello di Giovanni Paolo II, ribadisce la loro esistenza reale; ma, catechismo a parte, la Chiesa ha sempre insegnato che gli Angeli e i diavoli esistono. Lo ha insegnato Gesù, il solo ed unico Maestro; lo hanno ripetuto san Pietro, san Giovanni, san Giacomo e san Paolo; lo hanno ribadito i Padri della Chiesa; lo hanno confermato i Santi, molti dei quali li hanno visti, sia gli Angeli che i diavoli, così come io ora vedo gli oggetti posati sulla mia scrivania, qui davanti. È motivo di conforto sapere che gli Angeli esistono e che la loro funzione è quella di assisterci, spiritualmente sempre, qualche volta anche fisicamente; e, viceversa, è di ammonimento sapere che anche i diavoli esistono, e che stanno in agguato delle nostre debolezze, per indurci in tentazione e trascinarci nella spirale del peccato, nella quale ci avranno in loro potere. Sorge perciò la domanda come mai, ad un certo punto, non solo il clero abbia smesso di parlare degli uni e degli altri, ma abbia perfino eliminato una preghiera come quella a san Michele Arcangelo, che il papa Leone XIII volle fosse recitata al termine di ogni santa Messa, a protezione dal demonio. Che cosa significa questa abolizione, decisa, guarda caso, subito dopo il Concilio Vaticano II e per volontà di Paolo VI? Che la Chiesa non crede più agli Angeli e al loro potere di proteggerci? Oppure che non crede più all’incombere della minaccia del diavolo, contro di lei nel suo complesso, così come contro i singoli fedeli? Chi e come ha deciso che il pericolo è cessato, o, ad ogni modo, che è meno grave e imminente? Che cosa penseremmo di un governo che, nel bel mezzo di una guerra, e sotto la minaccia dei bombardamenti aerei, ordinasse di chiudere tutti i rifugi antiaerei? Non ci verrebbe il sospetto che quel governo, invece di ragionare e di agire nell’interesse del popolo, starebbe facendo il gioco di qualcun altro, addirittura del nemico? E così, fuori di metafora, l’aver abolito la preghiera a san Michele Arcangelo, non è l’equivalente di mandare in guerra dei soldati senza scudo e senza armatura? Si potrebbe capire una simile misura solo se si fosse ben certi che la guerra è finita e che il nemico si è arreso; ma se non è così, se la guerra continua, e, soprattutto, se il nemico non è stato affatto sconfitto, anzi, sorge più forte e più minaccioso che mai, che senso ha disarmare i soldati e mandarli in battaglia senza protezione?
Il fatto è che la Chiesa, per prima, appunto negli anni successivi al Concilio, ha incominciato a dare l’impressione di non credere più nel senso profondo di espressioni come “peccato”, “grazia”, “inferno”, “paradiso”, “angeli” e “diavoli”; in poche parole, di dubitare della dimensione soprannaturale, tutta presa com’era, e com’è, a occuparsi della giustizia, della pace, dei diritti, perfino dell’ambiente, tutte cose peraltro buone e legittime, ma viste in una prospettiva puramente umana, puramente terrena. Credere alla realtà del soprannaturale, d’altra parte, significa anche credere all’efficacia della preghiera: non per niente Gesù raccomandava:Pregate sempre, senza stancarvi, e ne dava Egli stesso l’esempio, pregando il Padre suo celeste  costantemente, cercando la solitudine, magari la notte, per potersi dedicare ad essa con tutto il fervore. Ora, esiste anche la preghiera come invocazione degli Angeli, come difesa contro il maligno, come strumento per entrare nella grazia di Dio e ricevere da Lui gli strumenti di difesa contro le tentazioni. Nessun uomo ha mai sconfitto le tentazioni solamente con le proprie forze: la vera forza dei Santi è la preghiera, che rappresenta come un ponte – a proposito di ponti da gettare – fra l’uomo e Dio, mediante il quale scorre il fiume benedetto della grazia. La preghiera è efficace: non è un vuoto rituale; e se il credente dubita di questo, se non crede più a questo, significa che ha perso la fede. E se la preghiera è efficace, quanto più efficace sarà una preghiera recitata da milioni di cattolici, al termine di ogni santa Messa, con le stesse parole, in ogni parte del mondo: Gloriosissimo Principe della Milizia Celeste, Arcangelo San Michele, difendeteci in questa ardente battaglia contro tutte le potenze delle tenebre e la loro spirituale malizia. Venite in soccorso degli uomini creati da Dio a sua immagine e somiglianza e riscattati a gran prezzo dalla tirannia del demonio… (cfr. il nostro articolo: A chi dava fastidio quella preghiera?, consultabile su vari siti cattolici). E non stiamo parlando di una preghiera o di una invocazione generica, ma di una potentissima preghiera di esorcismo: di questo si trattava e per questo Leone XIII la volle, perché sapeva che è in corso una battaglia tra le forze del Bene e quelle del Male, la cui posta in gioco è la salvezza o la dannazione degli esseri umani; e la impose dopo aver avuto una tremenda visione dell’assalto che il diavolo si accingeva a sferrare contro la Chiesa di Gesù Cristo.
 Bergoglio il "Rottamatore di Angeli"  ?

Ci rendiamo perfettamente conto che parlare di queste cose è considerato, oggi, non solo superfluo, non solo un po’ frivolo, ma addirittura inopportuno e perfino sbagliato; e che tali giudizi vengono non tanto dalla cultura profana ed estranea al cristianesimo, la quale poco o nulla si cura di tali questioni, ma dall’interno della Chiesa stessa, cosa gravissima, perché indica fino a che punto è arrivata la deriva modernista e quando in profondità si è diffusa la lebbra di un falso cattolicesimo, in realtà una pseudo religione relativista e antropocentrica, la quale vorrebbe sostituirsi al cattolicesimo, usurpandone i simboli e il nome, allo scopo perverso e, per ora, inconfessabile, di capovolgere il Vangelo di Gesù Cristo e trasformarlo silenziosamente, e quasi senza averne l’aria, in un abusivo e blasfemo vangelo dell’Uomo, dell’uomo che si auto glorifica e si auto divinizza, mentre allontana da sé e dalla chiesa, ridotta a un guscio vuoto, la Presenza Reale di Dio nella santa Eucarestia. Parlare dell’aiuto efficace dell’Angelo custode e del pericolo reale rappresentato dal diavolo, il quale, come leone ruggente, si aggira in cerca di anime da divorare (Prima lettera di Pietro, 5, 8), potrebbe indisporre i protestanti, che credono poco a simili cose (tanto è vero che molte delle loro sedicenti chiese hanno abolito il sacramentale dell’esorcismo) e potrebbe disturbare, ancor più, i giudei, gli islamici, i buddisti, gli induisti, dato che i Padri hanno sempre insegnato che dietro gli dei delle false religioni – vogliano, una buona volta, chiamarle con il loro nome? – si nascondono in realtà i demoni. E tuttavia, è assolutamente necessario parlarne e tornare a credere pienamente a simili realtà. Immenso è stato, infatti, il danno patito dalla Chiesa, e dalla fede dei cattolici, a causa di una falsa teologia la quale ha insegnato che il pericolo del peccato è assai limitato e può essere combattuto con un po’ di attenzione e di buona volontà, insomma con dei mezzi puramente umani; e che ha instillato l‘idea, assolutamente falsa ed eretica, che il cristiano non deve “trastullarsi” con il pensiero del soprannaturale, ma deve dedicarsi anima e corpo all’azione concreta in questo mondo concreto, mirando ad instaurare, già qui e adesso, il Regno di Dio sulla terra, cosa che Gesù in Persona ha categoricamente escluso allorché ha detto a Pilato: il mio Regno non è di questo Mondo.

  
Eppure sono fra noi

di Francesco Lamendola
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