ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 21 marzo 2018

"Disinformazione per orientare"...

Dopo la lettera di Benedetto eccone altre due. Di Viganò e di Francesco


Secretaria Pro Communicatione
Città del Vaticano, 19 marzo 2018
Padre Santo,
in questi ultimi giorni si sono sollevate molte polemiche circa il mio operato che, al di là delle intenzioni, destabilizza il complesso e grande lavoro di riforma che Lei mi ha affidato nel giugno del 2015 e che vede ora, grazie al contributo di moltissime persone a partire dal personale, compiere il tratto finale.
La ringrazio per l'accompagnamento paterno e saldo che mi ha offerto con generosità in questo tempo e per la rinnovata stima che ha voluto manifestarmi anche nel nostro ultimo incontro.
Nel rispetto delle persone, però, che con me hanno lavorato in questi anni e per evitare che la mia persona possa in qualche modo ritardare, danneggiare o addirittura bloccare quanto già stabilito del Motu Proprio "L'attuale contesto comunicativo" del 27 giugno 2015, e soprattutto, per l'amore alla Chiesa e a Lei Santo Padre, Le chiedo di accogliere il mio desiderio di farmi in disparte rendendomi, se Lei lo desidera, disponibile a collaborare in altre modalità.

In occasione degli auguri di Natale alla Curia nel 2016, Lei ricordava come "la riforma sarà efficace solo e unicamente se si attua con uomini 'rinnovati' e non semplicemente con 'nuovi' uomini. Non basta accontentarsi di cambiare il personale, ma occorre portare i membri della Curia a rinnovarsi spiritualmente, umanamente e professionalmente. La riforma della Curia non si attua in nessun modo con il cambiamento 'delle' persone - che senz'altro avviene e avverrà - ma con la  conversione e 'nelle' persone".
Credo che il "farmi in disparte" sia per me occasione feconda di rinnovamento o, ricordando l'incontro di Gesù con Nicodemo (Gv 31,1), il tempo nel quale imparare a "rinascere dall'alto". Del resto non è la Chiesa dei ruoli che Lei ci ha insegnato ad amare e a vivere, ma quella del servizio, stile che da sempre ho cercato di vivere.
Padre Santo, La ringrazio se vorrà accogliere questo mio "farmi  in disparte" perché la Chiesa e il suo cammino possa riprendere con decisione guidata allo Spirito di Dio.
Nel chiederLe la sua benedizione, Le assicuro una preghiera per il suo ministero e per il cammino di riforma intrapreso.
Dario E. Viganò
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Reverendissimo Signore
Mons. Dario Edoardo Viganò
Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede
Città del Vaticano, 21 marzo 2018
Reverendissimo Monsignore
A seguito dei nostri ultimi incontri e dopo aver a lungo riflettuto e attentamente ponderate le motivazioni della sua richiesta a compiere "un passo indietro" nella responsabilità diretta del Dicastero per le comunicazioni, rispetto la sua decisione e accolgo, non senza qualche fattca, le dimissioni da Prefetto.
Le chiedo di proseguire restando presso il Dicastero, nominandola come Assessore per il Dicastero della comunicazione per poter dare il suo contributo umano e professionale al nuovo Prefetto al progetto di riforma voluto dal Consiglio dei Cardinali, da me approvato e regolarmente condiviso. Riforma ormai giunta al tratto conclusivo con I'imminente fusione dell'Osservatore Romano alll'interno dell'unico sistema comunicativo della Santa Sede e I'accorpamento della Tipografia Vaticana.
Il grande I'impegno [sic] profuso in questi anni nel nuovo Dicastero con Io stile di disponibile confronto e docilità che ha saputo mostrare tra i collaboratori e con gli organismi della Curia romana ha reso evidente come la riforma della Chiesa non sia anzitutto un problema di organigrammi quanto piuttosto l'acquisizione di uno spirito di servizio.
Mentre La ringrazio per l'umiltà e il profondo "sensus ecclesiae", volentieri la benedico e la affido a Maria,
Francesco
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POST SCRIPTUM – A pagina 6 della sua edizione in data 22 marzo, uscita nel pomeriggio di oggi, anche "L'Osservatore Romano" pubblica le due lettere di Viganò e di Francesco, compreso il refuso presente in quest'ultima.
E con curiosa coincidenza, in prima pagina, subito sotto la testata, spicca un servizio sul caso Facebook con un titolo che dice: "Disinformazione per orientare".

Settimo Cielo di Sandro Magister 21 marhttp://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/03/21/dopo-la-lettera-di-benedetto-xvi-eccone-altre-due-di-vigano-e-di-francesco/
VIGANÒ SI È DIMESSO DA PREFETTO. IL PAPA LO NOMINA ASSESSORE. LE DUE LETTERE.
Alla fine il Prefetto della Segreteria per le Comunicazioni si è dimesso, a seguito dello scandalo legato alla lettera di Benedetto XVI.
In una lettera al Pontefice regnante, mons. Viganò scrive:
“Padre Santo,  in questi ultimigiorni si sono sollevate molte polemiche circa il mio operato che, al di li delle intenzioni, destabilizza il complesso e grande lavoro di riforma che Lei mi ha affidato nel giugno del 2015 e che vede ora, grazie al contributo di moltissime persone a partire dal personale, compiere il tratto finale. La ringrazio per l’accompagnamento paterno e saldo che mi ha offerto con generositi in questo tempo e per la rinnovata stima che ha voluto manifestarmi anche nel nostro ultimo incontro. Nel rispetto delle persone che con me hanno lavorato in questi anni e per evitare che la mia persona possa in qualche modo ritardare, danneggiare o addirittura bloccare quanto gii stabilito del Motu Proprio e soprattutto, per l’amore alla Chiesa e a Lei Santo Padre, Le chiedo di accogliere il mio desiderio di farmi in disparte rendendomi, se Lei lo desidera, disponibile a collaborare in altre modalità”.
Il Pontefice risponde:
“Reverendissimo Monsignore A seguito dei nostri ultimi incontri e dopo aver a lungo riflettuto e attentamente ponderate le motivazionidella sua richiesta a compiere “un passo indietro” nella responsabilita diretta del Dicastero per le comunicazioru, rispetto la. sua decisione e accolgo, non senza qualche fattca,le dimissioni da Prefetto. Le chiedo di proseguire restando presso il Dicastero, nominandola come Assessore per il Dicastero della comunicazione per poter dare il suo contributo umano e professionale al nuovo Prefetto al progetto di riforma voluto dal Consiglio dei Cardinali, da me approvato e regolarmente condiviso. Riforma ormai giunta al tratto conclusivo con I’imminente fusione dell’Osservatore Romano alf interno dell’unico sistema comunicativo della Santa Sede e I’accorpamento della Tipografia Vaticana. Il grande I’impegno profuso in questi anni nel nuovo Dicastero con Io stile di disponibile confronto e docilitd che ha saputo mostrare tra i collaboratori e con gli organismi della Curia romana ha reso evidente come la riforma della Chiesa non sia anzitutto un problema di organigrammi quanto piuttosto l’acquisizione di uno spirito di servizio. Mentre La ringrazio pet l’umiltd e il profondo sensus ecclesiae, volentteri la benedico e la affido a Maria”.
La carica di Assessore è nuova, e si può pensare che sia stata creata “ad hoc” per mons. Dario Edoardo Viganò. La posizione del prefetto alla luce di quanto era accaduto diventava oggettivamente insostenibile. Come avrebbe potuto la Segreteria per la Comunicazione trattare di etica e correttezza della comunicazione dopo quello che era venuto alla luce? Anche se il Pontefice, come è solito fare, non aveva intenzione di cedere a quello che veniva detto da più parti, e in particolare dai media del mondo anglosassone, è stato convinto dai suoi collaboratori che un passo indietro di Viganò era indispensabile.
 MARCO TOSATTI

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