Una siriana cristiana svela cosa accade davvero là
È molto difficile che attraverso le notizie manipolate e distorte, ad uso di avidi interessi di parte, trapeli la verità, ma questa testimonianza aiuta, insieme ad un coro che avanza sempre più fragoroso mutandosi in tuono, a rendersi conto della realtà dei fatti e di quanto siamo ingannati (specialmente noi italiani) dai "burattini" servi del Maligno.
L'articolo è stato redatto da un noto giornalista e scrittore, James Perloff, che ha intervistato una siriana colta, residente negli Stati Uniti, in assiduo contatto con il suo Paese e che quindi ci offre uno spaccato veritiero atto a svelare, mettendole in luce, tutte le menzogne diabolicamente architettate pur di scatenare la Terza Guerra Mondiale.
Ma prima di continuare, propongo ai lettori questo video chiarissimo che spiega molto bene l'attacco pretestuoso, quanto ignobile e abusivo dei "magnifici tre" ‒ USA, UK e FR ‒ ai danni della Siria, tratto da uno scritto di Manlio Dinucci apparso su Global Research QUI ed esposto al pubblico su Youtube e poi su Pandora TV.
Una siriana cristiana svela cosa accade davvero in Siria
"H" è nata a Damasco, ed è emigrata legalmente dalla Siria verso gli Stati Uniti più di vent'anni fa, molto prima che la guerra attuale cominciasse.
È diventata cittadina americana ed ha ottenuto un dottorato da una università statunitense. Parla correntemente l'inglese e l'arabo.
È ritornata da un viaggio in Siria da poco tempo, dove ha numerosi familiari ed amici che l'aggiornano di continuo sulla situazione del paese.
Ed è anche una delle cristiane più amabili e più devote che io abbia mai incontrato.Ne mantengo l'anonimato con la sigla "H" perché non vorrei che questa intervista compromettesse la sicurezza della sua famiglia siriana, né la sua professione negli Stati Uniti.
Avevo inizialmente previsto che la nostra discussione si facesse in due parti. L'avrei dapprima aperta con una breve storia della politica USA. Quando ci siamo seduti, ho detto ad H. che ero giornalista dal 1985.
Ho cominciato a spiegare che gli Stati Uniti sono diretti da un'oligarchia che si nasconde dietro una facciata di democrazia bipartitica, che i candidati presidenziali sono da lungo tempo preselezionati, che gli americani sono stati a più riprese ingannati nelle guerre, e che la nostra stampa è controllata dallo stesso establishment che controlla i politici.
H. sorrideva, ed ho potuto rapidamente concludere che nulla di cui parlavo le era estraneo. Ella si confermava essere la celebre commentatrice – la "Syrian Girl" i cui account Facebook e YouTube erano stati censurati – che diceva il vero: i siriani sono ben informati sul Nuovo Ordine Mondiale.
Di certo ne sanno molto di più loro sulla realtà geopolitica USA che la maggior parte degli stessi americani.
Allora, dopo circa quattro minuti, ho sorriso e ho detto a H. che la mia "conferenza" era terminata. Le ho chiesto, perciò, di espormi la verità sulla Siria.
Le mie domande sono in caratteri normali, le sue risposte in grassetto (ma io le metterò di diverso colore; ndt). Per questo articolo, ho inserito qualche immagine e video che corrispondono ai suoi commenti.
JP: "Prima di tutto mi parli di Bachar al-Assad. I media americani e numerosi politici lo descrivono come un dittatore diabolico che opprime il popolo siriano e che deve essere rovesciato in uno dei nostri «cambiamenti di regime» senza fine.
Come percepiscono Assad i siriani stessi? Vorrei che mi dicesse, in particolare, come viene considerato dai cristiani del suo paese."
H: "Lo amano. I cristiani lo adorano. Egli rispetta tutte le religioni. Molti statunitensi hanno un'idea sbagliata che la Siria sia uno stato musulmano. Non è così. La Siria è uno stato laico in cui i cristiani sono in minoranza.
Ogni mese Bachar rende visita alle religiose del monastero di Madre Tecla, che erano state rapite dallo Stato Islamico (ISIS), e si reca pure al Monastero di Seidnaya.
Forse lei non sa che Bachar non era destinato a diventare presidente. Suo fratello era stato preparato per quel ruolo. Bashar si era formato per divenire oftalmologo. Ma alla morte del congiunto, suo padre gli ha domandato di assumere l'incarico governativo.
Bachar ha apportato alla Siria una grande prosperità. Da anni, dopo che gli Stati Uniti ci hanno imposto delle sanzioni, siamo stati costretti a produrre i nostri beni. È stato difficile, ma siamo diventati auto-sufficienti ed abbiamo cominciato ad esportare numerosi prodotti.
La Siria non aveva debiti prima della guerra. Troviamo dunque divertente che la stampa USA ci etichetti come un "Paese del Terzo Mondo", considerando il deficit americano.
In quanto ad Assad, è amato dai siriani. Aveva l'abitudine di uscire senza protezione ad incontrare la gente, senza guardie del corpo. Sa, lui è alaouita [gli alaouiti sono un ramo dell'Islam sciita], mentre in maggioranza i musulmani siriani sono sunniti, ma lo amano comunque.
Certo, alcuni di loro preferirebbero avere un presidente sunnita, e ci sono persone che gli si oppongono. Ma non esiste un solo presidente che sia amato da tutto il suo popolo.
Guardate Obama, o Trump, nessuno riceve un'approvazione al cento per cento. Ma la maggior parte dei siriani apprezza Bachar. Conosco personalmente degli individui che sono andati a scuola con lui, e sono tutti garanti del suo carattere."
JP: "Nell'esercito siriano, i cristiani si sentono a proprio agio nel battersi a fianco dei musulmani?"
H: "Sì. Lottano contro lo stesso nemico. Molti di loro sono morti nei combattimenti. Vado a trovarvi alcune foto di soldati cristiani che pregano in chiesa prima di andare in battaglia."
JP: "Ora, tra i sedicenti «ribelli» che sostengono gli Stati Uniti, quanti di loro sono in realtà siriani?"
H: "Dall'80 al 90% sono stranieri che in maggioranza non parlano neanche l'arabo[la lingua madre della Siria]. Arrivano dal mondo intero: afgani, sauditi, libici, ceceni, e persino dal Canada. Vengono addestrati in Turchia e in Giordania."
JP: "Mi hanno detto che gli Stati Uniti pagavano questi mercenari più dei nostri soldati."
H: "Non potrei confermarvelo, ma lavorano per coloro che li retribuiscono di più."
JP: "Mi sembra corretto dire che il Nuovo Ordine Mondiale valuti giusto trovare chicchessia al suo servizio pagandolo profumatamente, sia che si tratti di banchieri, politici, giornalisti o soldati.
Adesso negli Stati Uniti circolano numerosi termini per delineare i "ribelli": ISIS, Daesh, Al-Qaida, Al-Nusra, i Caschi Bianchi. Può chiarire?"
H: "L'ISIS (lo Stato Islamico) è la stessa cosa che Daesh, e sono finanziati dall'Arabia Saudita, mentre Jabhat al-Nusra riceve il sostegno dal Qatar. Entrambi sono alleati degli USA e questi, pur sapendolo, continuano a chiamarli «ribelli moderati».
Jabhat al-Nusra, Al-Qaida e i Caschi bianchi sono sostanzialmente la stessa cosa; qualsiasi nome abbiano sono prezzolati per fare la guerra in Siria."
JP: "Come lei saprà, il cortometraggio «Caschi Bianchi» ha ricevuto un Oscar come "miglior documentario". È un gran bel esempio della politicizzazione di Hollywood. Certamente gestita dallo stesso establishment che controlla i media ed il governo."
I "Caschi Bianchi" sono un gruppo di sostegno terrorista. L'articolo di denuncia QUI e il video di Messora sotto. |
H: "Non ne ero al corrente, e non ho visto il film. In Siria, li chiamiamo "Caschi del Male" o anche "Caschi del Diavolo." Producono parecchie informazioni ingannevoli. (Cfr. QUI; ndt)
Quando sono cominciati gli scontri intorno ad Homs, alcuni uomini incappucciati hanno fatto irruzione obbligando mia zia ed altri vicini a scendere dal letto e ad uscir fuori in tenuta da notte. I militanti li hanno filmati; poi la ripresa è andata in onda su Al Jazeera annunciante: «Ecco cosa fa Assad al suo popolo».
Forse lei sa che Al Jazeera ha concluso un accordo con Al Gore. Tutto ciò mi ricorda il film "Wag the Dog" = "Sesso & potere" in italiano (ved. QUI; ndt), dove il governo ingaggia un regista hollywoodiano per riprendere una falsa guerra che poi è stata diffusa come vera. È facile fabbricare notizie fasulle ai nostri giorni."
JP: "Desidero raccomandare ai miei lettori di guardare questo film con Robert De Niro e Dustin Hoffman, se non l'avessero già fatto.
Adesso, cosa accadrebbe ai cristiani siriani se Assad fosse destituito e queste persone fossero vittoriose?"
H: "Sarebbe meglio per lei non saperlo.
A Maaloula, quattro cristiani, tre uomini e una donna si sono trovati la pistola sulla tempia da aguzzini dell'ISIS, che hanno intimato loro di rinnegare il Cristo altrimenti li avrebbero uccisi. (Cfr. anche QUI; ndt).
Essi hanno rifiutato, e sono stati assassinati tutti. Gli uomini sono stati martirizzati, e la donna data per morta era ancora viva; è sopravvissuta per raccontare la storia.
Voglio che lei sappia che tutti questi gruppi uccidono non solo i cristiani, ma anche i musulmani che non sono d'accordo con le loro credenze, siano questi sunniti, sciiti o membri di altre branche dell'Islam."
JP: "Per me, è una follia che abbiamo qui negli Stati Uniti molti sostenitori di Trump che sono cristiani praticanti (ved. QUI; ndt), ma che incoraggiano la sua politica "Assad Must Go" = "Assad deve andarsene" che è identica a quella dei Neocon di Obama, di John McCain e di Hillary Clinton.
Sa, dopo avere lanciato i 59 missili da crociera contro la base aerea di Shayrat (nell'aprile 2017; ndt), ho scritto un articolo intitolato: «14 ragioni per le quali l'offensiva aerea in Siria è stata una pessima idea». Infatti, non si possono eliminare delle armi chimiche bombardandole, perché ciò libererebbe le sostanze tossiche nell'atmosfera avvelenando la gente."
(La stessa gente che Trump pretendeva di difendere dalle irrorazioni di gas nervino che sarebbero state rilasciate dal "mostruoso" presidente siriano! Un incredibile controsenso. Ndt).
H: "E quale sarebbe stato il motivo di Assad, giusto dopo aver riportato un'enorme vittoria militare ad Aleppo?"
(Proprio com'è accaduto nella notte fra il 13 e il 14 aprile scorso, subito dopo la magnifica vittoria riportata dalla Siria nella regione della Ghouta orientale; ndt).
H continua: "Ogni volta che i media cominciano a parlare di armi chimiche significa solo una cosa: l'esercito siriano ha ottenuto un successo maggiore.
Come quella che abbiamo appena avuto nella Ghouta (Oasi in arabo; ndt) di cui avevamo un'estrema necessità (soprattutto per una ragione agro-alimentare; ndt),perché se essa fosse caduta, anche Damasco avrebbe potuto cadere, determinando la fine della Siria.
Gli Stati Uniti vogliono frenare l'avanzata delle forze siriane, allora cercano un pretesto per bombardare l'esercito di cui abbiamo disperatamente bisogno per proteggerci."
JP: "Sì. In effetti, proprio dopo che Trump ha bombardato la base aerea, lo Stato Islamico ha lanciato una nuova offensiva nei pressi di Homs.
(Il giornalista qui si riferisce sempre alla raffica di missili lanciati nel 2017, non sapendo che solo qualche giorno dopo l'intervista, gli Stati Uniti, la Francia e il Regno Unito avrebbero sferrato un altro attacco assolutamente arbitrario su Damasco. Ndt).
Caccia USA F22 Raptor |
Dunque, in realtà, ciò che in quell'occasione ha fatto Trump, è stato di colpire la base aerea in appoggio all'ISIS. Fatto tragicomico, visto che ha raggiunto il potere come oppositore dell'estremismo islamico.
D'altronde, è certo che gli USA, da lungo tempo, sostengono in segreto l'ISIS con l'addestramento e le armi.
H: "In Siria noi diciamo: «l'America non è l'America, l'America è Israele»."
JP: "Ci sono anziani membri del Congresso, come Cynthia McKinney e Jim Traficant che hanno confermato quello che lei ha appena detto."
H: "Mia madre viene da Homs. È là che i militanti "ribelli" hanno avuto la loro prima vittoria. Sa quale bandiera hanno alzato quando questo si è prodotto?"
JP: "No, non so."
H: "La bandiera israeliana. I miei amici e i membri della mia famiglia hanno scattato alcune foto, poi, il drappo è stato ritirato velocemente."
JP: "Bene, suppongo che ciò non dovrebbe essere una sorpresa. L'ISIS non attacca mai Israele, i loro feriti sono stati curati negli ospedali ebraici e si è avuto un colonnello israeliano [Yusi Oulen Shahak], catturato dalle forze dello Stato Islamico (in Irak; ndt).
Ho letto recentemente che l'esercito statunitense ha realizzato insieme agli israeliani un'esercitazione congiunta, la più importante mai organizzata, che riguardava un attacco simulato contro la Siria, il Libano e la striscia di Gaza."
H: "Non lo sapevo, ma so che ora gli americani hanno circa 20 basi in Siria. Hanno ricevuto favori dai curdi."
JP: "Venti? Ebbene, sono veramente seri per quanto riguarda l'estensione della guerra, e non hanno il diritto di stare là. Immagini come reagirebbero gli americani se un paese straniero ci lanciasse dei missili da crociera e costruisse basi sul nostro territorio. Ma, in pratica, dove ha ottenuto questa informazione sulle 20 basi?"
H: "Dall'attualità siriana, così come dai miei contatti in Siria."
JP: "Fino a che punto lei considera affidabili i media del suo Paese?"
H: "Ebbene, debbo dire che in qualsiasi paese, esiste una certa obliquità nei suoi organi d'informazione. Per questa ragione è sempre importante avere i propri contatti personali attraverso i social network, gli amici e la famiglia che possono dirvi cosa accade veramente."
JP: "Vorrei chiederle inoltre come i siriani considerano i Russi."
H: "Se non avessimo avuto l'intervento della Russia, la Siria sarebbe caduta già da molto tempo. I russi sono delle brave persone secondo il parere dei siriani. Non ci hanno mai traditi.
Sa, quando sono cresciuta nella mia Terra, noi vivevamo molto vicino ai loro uffici governativi. Ero abituata a vederli in piscina. Mi sentivo bene tra loro, erano degli esseri discreti che si occupavano dei loro affari personali.
I siriani hanno fiducia della Russia perché mantiene la parola, mentre non si fidano degli USA. Tutti in Siria, come nell'intero Medio Oriente, sanno che l'America può esserti amica un giorno, per poi pugnalarti alla schiena il giorno dopo, visto che hanno tradito molte volte i paesi arabi."
JP: "Ne abbiamo numerosi esempi – e sono sicuro che lei li conosce: ad un dato momento armavamo Saddam Hussein e prima ancora i Talebani."
H: "Sì. E a proposito, c'è stata un'epoca in cui i siriani amavano e rispettavano davvero gli Stati Uniti. Ma tutto è cambiato nel corso degli ultimi vent'anni."
JP: "Oggi in Russia c'è una grande fioritura del cristianesimo, e Putin ne è un fedele seguace. Recentemente ho letto che uno dei motivi del suo intervento in Siria è stato quello di proteggere la Chiesa ortodossa che risiede in quel territorio da 2000 anni. Lo ha incoraggiato a farlo il patriarca Kirill."
H: "Non ne sono al corrente, e potrebbe essere vero. Tuttavia, tengo a dire che non esiste alcuna nazione che sacrifichi i suoi soldati a meno che non rientri nel suo interesse nazionale.
La Russia ha degli utili petroliferi e gasieri in Siria, e questo le procura un accesso supplementare al mare, ciò di cui ha bisogno. Certo, l'occidente ha i suoi piani per il petrolio e il gas siriano, ed è ciò che minaccerebbe l'economia russa.
Lei deve comprendere che la situazione in Siria è molto complessa. Abbiamo le alture del Golan che Israele ci ha preso e che non vuole restituire; la Siria è in disaccordo con Israele dunque.
Ci sono dei sunniti in Siria che vorrebbero sostituire Assad con un presidente dei loro; ciò troverebbe un ampio consenso nell'Arabia dei Saud, che è un paese sunnita, e indebolirebbe l'Iran che invece è sciita.
Ci sono molti fattori e ragioni per questa guerra, chiamiamola pure Terza Guerra Mondiale per i mercenari presenti in Siria, così come in Iraq e nello Yemen.
Gli stessi protagonisti dei "giochi" si trovano in queste nazioni. È dunque, in breve, una guerra tra i due poteri maggiori ‒ Stati Uniti e Russia ‒ coi loro alleati che operano nel nostro paese.
Infatti, il caso recente dell'ex spia russa avvelenata insieme a sua figlia e l'espulsione dei diplomatici russi non sembra proprio una «coincidenza» se si è verificato in concomitanza al nostro successo nella Ghouta.
Secondo le nostre notizie, i Russi hanno avvisato gli USA di non interferire bombardando il nostro esercito per il rischio di possibili conseguenze."
JP: "In effetti, si sono tutti chiesti se gli occidentali utilizzassero l'affare Skripal per scatenare una terza guerra mondiale! Ma, in altri termini, essi potrebbero davvero tentare di far pressione sulla Russia affinché si ritiri dalla Siria."
H: "Sì, o per fare qualche accordo su di essa."
JP: "Poi, desidero farle una domanda che potrebbe essere difficile da affrontare per lei. Un giorno, qualche settimana fa, l'ho vista piangere e portare il lutto. Le ho chiesto cosa fosse accaduto, e lei mi ha detto che la vostra regione presso Damasco era stata bombardata dagli israeliani."
H: "Non solamente dagli israeliani, ma anche da Jabhat al Nusra. Utilizzano un tipo di bomba illegale... non mi ricordo più il suo nome. Ci sono state molte vittime, e niente di tutto ciò è stato riportato dai media americani.
Noi [H e la sua famiglia] abbiamo avuto fortuna, perché ci trovavamo proprio laggiù, ma non nel momento in cui i bombardamenti hanno avuto luogo."
JP: "Ho letto che gli israeliani provavano a giustificare tali attacchi dicendo che c'erano degli iraniani in Siria."
H: "Oh, Jim, gli israeliani non giustificano! Fanno ciò che vogliono. Sanno che possono farla franca comunque!"
JP: "Ebbene, mi lasci porre una domanda. Ci sono iraniani in Siria?"
H: "Sì. Abbiamo dei volontari iraniani nell'esercito siriano. Abbiamo perso così tanti soldati in questa guerra che abbiamo bisogno d'aiuto."
JP: "E gli iraniani, perché si batterebbero per la Siria?"
H: "Perché sanno che se il mio Paese cade, l'Iran sarebbe il prossimo sulla lista."
JP: "Certo, è una ragione logica."
H: "Naturalmente, gli iraniani sostengono anche gli Hezbollah in Libano. Sapeva che costoro vengono chiamati «terroristi» solo negli Stati Uniti? In Europa, nessuno li chiama così."
JP: "I siriani sono ottimisti o pessimisti riguardo alla vittoria?"
H: "Noi speriamo nella vittoria, e siamo incoraggiati dai successi dell'esercito siriano, ma la gente si logora. Molti hanno fame e sono depressi; in parecchi non hanno più denaro perché da anni non lavorano a causa della guerra.
In Siria, quando qualcuno dice «Abbi una buona giornata» ha un senso diverso da quello degli Stati Uniti. Da noi, di solito, questo augurio significa «spero che tu possa tornare vivo e in un 'pezzo' solo». Perché sa, uno può ritornare vivo, ma non intero nel corpo."
JP: C'è altro che desidererebbe far sapere agli americani?"
H: "La ragione della " crisi dell'immigrazione siriana" è la guerra. Molte persone sono state costrette a partire perché non hanno scelta. Lasciateci tranquilli, e non ci sarà alcun problema d'immigrazione siriana.
Vorrei anche dire che amo l'America; sono felice, riconoscente e onorata di essere chiamata americana. Non sono affatto d'accordo, però, con le sue politiche in Medio Oriente.
Incoraggio tutti a guardare al di là dei grossi titoli e a riflettere prima di farsi un'opinione. I governi del mondo intero creano dei falsi pretesti per le guerre.
Sfido gli americani, i loro leader e i governanti del mondo a competere per fare avanzare l'umanità, in luogo di farlo nel creare armi di distruzione di massa.
È uno dei miei sogni vedere i popoli lavorare assieme, piuttosto che gli uni contro gli altri, creando abbondanza, e non paura e ristrettezza. Quando il prossimo sta bene, tutto va alla perfezione.
Come ha detto l'apostolo Giovanni, se voi non amate vostro fratello che conoscete, come potete amare Dio che non avete visto?"
Traduzione in lingua italiana: Sebirblu.blogspot.it con il confronto dei due testi francese e inglese.
Tradotto in francese da JLG per Mondialisation.ca
Articolo originario: "A Syrian Christian Reveals What Is Really Happening In Syria"scritto da James Perloff il 31 marzo 2018.
Sebirblu, 19 aprile 2018
http://sebirblu.blogspot.it/2018/04/una-siriana-cristiana-svela-cosa-accade.html
ECCO COS'HANNO BOMBARDATO GLI AMERICANI IN SIRIA
ECCO COS'HANNO BOMBARDATO GLI AMERICANI IN SIRIA
Un centro di ricerca scientifico a Damasco in mezzo ad abitazioni popolari, dove si confezionavano medicine, gli unici chemioterapici destinati agli ospedali, e antidoti per veleni. Un centro verificato dagli ispettori dell’Opac e giudicato non attivo nella produzione di armi chimiche. Ecco cos’hanno bombardato gli americani in Siria, a Damasco, nelle immagini esclusive prodotte ieri per Byoblu da Alessandra Mulas, giornalista, scrittrice e inviata di guerra in Siria, in questo servizio realizzato con attrezzature e collaboratori di fortuna, direttamente sul luogo, in territorio di guerra.
Claudio Messora
http://www.byoblu.com/2018/04/22/ecco-coshanno-bombardato-gli-americani-in-siria-le-immagini-esclusive-di-byoblu/
PUTIN È FIN TROPPO BUONO. RUSSI VOGLIONO UN DUCE.
Segnatevi la data: 14 aprile 2018 (quando USA, Francia e GranBretagna hanno colpito la Siria con i missili, ndr). E’ la data che segna l’inizio della fine dell’Europa atlantista. Sottolineo il termine “atlantista”. Vivrà e si rinforzerà invece l’Europa dei popoli, delle identità, del sovranismo, un continente fiero della sua storia e della sua cultura che potrà collaborare alla creazione di un nuovo mondo multipolare. Quello unipolare, a guida americana, nato sulle macerie del Muro di Berlino, è destinato inevitabilmente a sbriciolarsi”. Alexander Dugin, scrittore, studioso di geopolitica, “guru” del pensiero euroasiatista e identitario russo, ha il “phisique du role” del filosofo profetico che sarebbe tra i protagonisti di qualche romanzo dei grandi autori russi ottocenteschi. Già sodale del famoso e discusso leader nazionalbolscevico Eduard Limonov (magistralmente descritto in un recente e fortunato libro di Emmanuel Carrere), Dugin ha attraversato da dissidente l’ultima fase dell’Unione Sovietica, da duro oppositore il decennio post-sovietico di Boris Eltsin e da sostenitore (con qualche critica “costruttiva”) la lunga leadership di Vladimir Putin .“Adesso Putin è l’unica speranza per la Russia – sottolinea in questa intervista a Libero -, in politica estera il nostro presidente non ne sbaglia una da anni”. E’ appena uscito in italiano il libro di Dugin “Putin contro Putin” (AGA Edizioni), in cui si auspica uno “Zar” altrettanto deciso e rivoluzionario in politica interna.
Savoini: Professor Dugin, un presunto attacco chimico in Siria ha portato tre singole nazioni, senza mandato dell’ONU, a lanciare missili sulla Siria. Lei immediatramente ha dichiarato ai media russi che “la guerra è iniziata, ora dobbiamo vincerla”. Conferma questo inquietante pensiero?
Io intendevo la guerra dell’informazione. Su due fatti falsi, ma resi veri dalla propaganda globalista (il caso Skripal e l’attacco chimico di Douma in Siria), è stata creata un’atmosfera antirussa a livello mondiale, che però fortunatamente non ha attecchito come pensavano i maestri in falsificazione. Infatti né l’ONU, né la #NATO, hanno deciso di colpire la Siria, non credendo evidentemente alla “bufala” dell’attacco chimico. Adesso bisognerà vedere se a questo attacco, peraltro fallimentare, ne seguiranno altri. Lei cosa prevede?
Dugin: Penso che putroppo ce ne saranno altri. Il Nuovo Ordine Mondiale unipolare è come un drago ferito e terrorizzato e quindi azzannerà ancora con la forza della disperazione. Tutti vedono che l’Europa è ormai profondamente lacerata e divisa. I popoli non vogliono interventi militari e bombardamenti e all’interno dei governi ancora a guida globalista le opposizioni di destra e di sinistra hanno condannato l’iniziativa franco-anglo-americana. Corbyn in Inghilterra, Le Pen, Melanchon e i gollisti in Francia, per non parlare dell’Italia, in cui il leader del centrodestra, Matteo Salvini, a mio avviso si è dimostrato molto coraggioso e coerente, poteri dire anche eroico, nel condannare i raid. Si rcordi anche che la Germania della Merkel si è chiamata fuori e il governo austriaco ha espresso contrarietà. Sta cambiando lo scenario, chi non lo capisce finirà sotto le macerie di un impero al tramonto”.
Molti analisti occidentali hanno detto che il vero obiettivo dell’attacco non è tanto Assad quanto la Russia. Lo pensa anche lei?
In parte è così. Negli ultimi anni Putin ha distrutto il vecchio ordine mondiale unipolare e questa è la risposta degli atlantisti. Questa decisione ha dimostrato la debolezza degli Stati Uniti e di Trump in particolare. La Cina ha criticato duramente i raid e saranno proprio Russia e Cina che diventeranno le potenze mondiali più importanti. Ma un altro obbiettivo primario anglo-americano è colpire l’Iran, altro alleato fondamentale di Putin. In questo caso la Russia andrà in difficoltà, perchè non potrà lasciar mano libera ai raid come ha fatto il 14 aprile, ma nemmeno rischiare di far esplodere una guerra mondiale. Sarà una grande prova per noi russi. I globalisti sono costretti a continuare gli attacchi, non avendo ottenuto alcun risultato con il primo”.
A proposito di Iran, le sue preoccupazioni sono state confermate da un attacco israeliano contro postazioni iraniane presenti in Siria. Ma tra Netanyahu e Putin non c’è un buon rapporto?
Il rapporto è sempre stato costante e positivo tra i due, ma adesso la situazione sta cambiando. Agli occhi dei paesi arabi, la Russia non era vista come anti-israeliana e nei settori islamici più oltranzisti questa posizione era molto criticata. Ora però Putin ha sentito Netanyahu per capire fino a quale punto Israele sosterrà l’avventurismo franco-anglo-americano in Siria. Staremo a vedere.
Putin è stato trionfalmente rieletto un mese fa. Nel suo volume lei lo raffigura come un Giano Bifronte: forte e geniale in politica estera, più debole in quella interna. In che senso?
Sono un grande sostenitore di Putin per la sua strategia internazionale che ha riportato la Russia ai vertici nel mondo, dopo il disastro di Eltsin. Auspico però che Putin non sia esclusivamente pragmatico e “cesarista”, per dirla alla Gramsci, ma possa dotarsi di una ideologia politica e culturale antiliberista, perchè è il liberalismo a contrtastare oggi più che mai la Russia attuale. Le regole del mercato globale portano corruzione diffusa e qui in Russia la corruzione è un problema enorme. La popolazione sostiene Putin sicuramente per i suoi successi in politica estera, ma anche perchè si aspetta da lui una lotta dura alla corruzione e il ripristino della giustizia sociale. E questa sarebbe una rivoluzione epocale per la Russia.
Lei in pratica sostiene che il popolo è più putiniano di Putin?
Sorridendo si può anche dire così. Non sono le idee politiche, ma i sentimenti patriottici che guidano il popolo russo. Sentimenti che sono condivisi da diversi esponenti del governo con cui converso spesso, ma che preferiscono non esporsi troppo al di fuori dei partiti ufficiali che rappresentano. Comprensibile questa loro prudenza, ma per edificare un ordine mondiale multipolare serve sì una visione geopolitica, ma anche coraggio.
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Io intendevo la guerra dell’informazione. Su due fatti falsi, ma resi veri dalla propaganda globalista (il caso Skripal e l’attacco chimico di Douma in Siria), è stata creata un’atmosfera antirussa a livello mondiale, che però fortunatamente non ha attecchito come pensavano i maestri in falsificazione. Infatti né l’ONU, né la #NATO, hanno deciso di colpire la Siria, non credendo evidentemente alla “bufala” dell’attacco chimico. Adesso bisognerà vedere se a questo attacco, peraltro fallimentare, ne seguiranno altri. Lei cosa prevede?
Dugin: Penso che putroppo ce ne saranno altri. Il Nuovo Ordine Mondiale unipolare è come un drago ferito e terrorizzato e quindi azzannerà ancora con la forza della disperazione. Tutti vedono che l’Europa è ormai profondamente lacerata e divisa. I popoli non vogliono interventi militari e bombardamenti e all’interno dei governi ancora a guida globalista le opposizioni di destra e di sinistra hanno condannato l’iniziativa franco-anglo-americana. Corbyn in Inghilterra, Le Pen, Melanchon e i gollisti in Francia, per non parlare dell’Italia, in cui il leader del centrodestra, Matteo Salvini, a mio avviso si è dimostrato molto coraggioso e coerente, poteri dire anche eroico, nel condannare i raid. Si rcordi anche che la Germania della Merkel si è chiamata fuori e il governo austriaco ha espresso contrarietà. Sta cambiando lo scenario, chi non lo capisce finirà sotto le macerie di un impero al tramonto”.
Molti analisti occidentali hanno detto che il vero obiettivo dell’attacco non è tanto Assad quanto la Russia. Lo pensa anche lei?
In parte è così. Negli ultimi anni Putin ha distrutto il vecchio ordine mondiale unipolare e questa è la risposta degli atlantisti. Questa decisione ha dimostrato la debolezza degli Stati Uniti e di Trump in particolare. La Cina ha criticato duramente i raid e saranno proprio Russia e Cina che diventeranno le potenze mondiali più importanti. Ma un altro obbiettivo primario anglo-americano è colpire l’Iran, altro alleato fondamentale di Putin. In questo caso la Russia andrà in difficoltà, perchè non potrà lasciar mano libera ai raid come ha fatto il 14 aprile, ma nemmeno rischiare di far esplodere una guerra mondiale. Sarà una grande prova per noi russi. I globalisti sono costretti a continuare gli attacchi, non avendo ottenuto alcun risultato con il primo”.
A proposito di Iran, le sue preoccupazioni sono state confermate da un attacco israeliano contro postazioni iraniane presenti in Siria. Ma tra Netanyahu e Putin non c’è un buon rapporto?
Il rapporto è sempre stato costante e positivo tra i due, ma adesso la situazione sta cambiando. Agli occhi dei paesi arabi, la Russia non era vista come anti-israeliana e nei settori islamici più oltranzisti questa posizione era molto criticata. Ora però Putin ha sentito Netanyahu per capire fino a quale punto Israele sosterrà l’avventurismo franco-anglo-americano in Siria. Staremo a vedere.
Putin è stato trionfalmente rieletto un mese fa. Nel suo volume lei lo raffigura come un Giano Bifronte: forte e geniale in politica estera, più debole in quella interna. In che senso?
Sono un grande sostenitore di Putin per la sua strategia internazionale che ha riportato la Russia ai vertici nel mondo, dopo il disastro di Eltsin. Auspico però che Putin non sia esclusivamente pragmatico e “cesarista”, per dirla alla Gramsci, ma possa dotarsi di una ideologia politica e culturale antiliberista, perchè è il liberalismo a contrtastare oggi più che mai la Russia attuale. Le regole del mercato globale portano corruzione diffusa e qui in Russia la corruzione è un problema enorme. La popolazione sostiene Putin sicuramente per i suoi successi in politica estera, ma anche perchè si aspetta da lui una lotta dura alla corruzione e il ripristino della giustizia sociale. E questa sarebbe una rivoluzione epocale per la Russia.
Lei in pratica sostiene che il popolo è più putiniano di Putin?
Sorridendo si può anche dire così. Non sono le idee politiche, ma i sentimenti patriottici che guidano il popolo russo. Sentimenti che sono condivisi da diversi esponenti del governo con cui converso spesso, ma che preferiscono non esporsi troppo al di fuori dei partiti ufficiali che rappresentano. Comprensibile questa loro prudenza, ma per edificare un ordine mondiale multipolare serve sì una visione geopolitica, ma anche coraggio.
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