Attacco alla Pasqua!
Una recente inchiesta di The Sun ha svelato che quest’anno in Gran Bretagna circa 70 milioni di uova di cioccolato pasquali, ossia l’equivalente del 90% di quelle presenti sul mercato, siano state commercializzate prive di qualsiasi riferimento nel fronte della confezione che potesse ricollegarle alla Pasqua.
L’inchiesta è stata condotta in numerose città del paese, tra cui Londra, mostrando come nella maggioranza dei casi le uova presenti nei negozi o nelle grandi catene di supermercati, prodotte o distribuite dalle più grandi marche del settore, non menzionino la parola Pasqua. Hotel Chocolat, Marks&Spencer, WHSmith, Green&Black’s, Cadbury, Sainsbury’s, questi sono soltanto alcuni dei produttori e dei distributori che hanno condotto questa campagna di rimozione della Pasqua dalla Pasqua.
La secolarizzazione ha cessato da almeno un ventennio di essere un fenomeno storico partorito dalla separazione tra Stato e Chiesa avvenuta gradualmente nel Vecchio Continente nel corso del Novecento ed è diventata uno strumento con cui le élite liberal-progressiste possono promuovere la loro agenda cristianocida in Occidente.
La lista delle follie commesse nel nome del politicamente corretto diventa sempre più lunga e tragicomica: Gesù sostituito con Perù in una canzone di natale cantata alla scuola Beato Odorico da Pordenone di Zoppola, i re magi sostituiti da dei profughi nei presepi su iniziativa della cattolicissima Comunione e Liberazione, la scena della natività rappresentata su un barcone colmo di clandestini nella parrocchia di Sant’Eustorgio, negli Stati Uniti i membri della American Atheists di David Silverman raccolgono fondi in occasione del periodo natalizio per tappezzare le strade di volantini e manifesti anti-Natale denunciando l’atmosfera creata dalla festa come una dittatura culturale cristiana e la San Domenico School di San Francisco, un istituto cattolico, ha rimosso le statue dei santi presenti nel campus ed eliminato i riferimenti religiosi dal proprio statuto per non offendere la sensibilità degli studenti di altre confessioni.
Le battaglie contro le festività cristiane erano sino a qualche anno appannaggio delle associazioni ateistiche, laiciste, liberali e comuniste, ma oggi sembrano essere condotte in primo luogo anche e soprattutto da cristiani, nel nome dell’inclusione, del multiculturalismo e del pluralismo culturale. Gli attacchi che vengono lanciati contro l’identità cristiana dell’Occidente sono così carichi di ferocia e odio, sentimenti ben nascosti dietro l’ombrello della laicità e della tolleranza, che spaventerebbero anche Robespierre.
A difendere queste festività e rendere note queste iniziative scellerate sono ormai pochi noti, spesso e volentieri partiti, associazioni e giornali legati a quella galassia che prende il nome di destra populista e xenofoba, mentre i cristiani d’Occidente, ormai ampiamente secolarizzati e divenuti parte integrante e vibrante di quel mondo criticato a più riprese da Gesù di Nazareth, mostrano disinteresse o indifferenza, più attenti a trasformare il Natale in un’occasione di spese folli e regali costosi pubblicati su Instagram e Facebook e la Pasqua in un momento di svago da passare al mare o in montagna, che a cogliere la profondità spirituale e teologica di queste celebrazioni, pertanto lasciate al decadimento e alla laicizzazione.
Agli ideologi e ai seguaci del politicamente corretto non va’ a genio che esistano momenti istituiti appositamente per il raccoglimento, per l’accrescimento interiore, per la famiglia e per l’altruismo (quello vero), e quindi poco alla volta stanno procedendo a secolarizzare e scristianizzare alcuni degli eventi più importanti della nostra civiltà.
Non si tratta di essere credenti o Papa Boys, perché eliminare il cristianesimo dall’Occidente significa cancellare la nostra storia e la nostra identità. Chi vuole eliminare il Natale e la Pasqua non è diverso dai militanti dello Stato Islamico che hanno distrutto Palmira, in modo diverso si tratta di due opposti estremismi uniti dallo stesso obiettivo: la supremazia di una visione del mondo su un’altra per mezzo della rimozione coatta. L’unica differenza tra gli estremisti islamisti e gli estremisti del politicamente corretto è che i primi sono meno ipocriti, perché mettono in chiaro i loro scopi sin dal principio, i secondi invece promuovono la loro agenda dietro la scusante della tolleranza.
Non c’è nulla di tollerante nel rimuovere i riferimenti alla Pasqua dalle uova di cioccolato, nel vietare o modificare canzoni natalizie suonate dai cori scolastici perché contenenti riferimenti a Gesù o nel sostituire la parola Natale con Festa d’inverno, perché di questo passo il rischio è la completa scristianizzazione di una civiltà (la nostra) fondata sul cristianesimo ed il patrimonio artistico, architettonico e culturale ne è la miglior prova.
David Palmer, prete di Nottingham, ha dichiarato che coloro che celebrano la Pasqua “per i motivi giusti” dovrebbero evitare di comprare le uova di cioccolato commercializzate senza riferimenti pasquali. Probabilmente il suo appello resterà inascoltato e le vendite schizzeranno alle stelle, perché tutto è commercio nella società capitalistica, anche la religione.
di Emanuel Pietrobon - 1 aprile 2018
http://www.lintellettualedissidente.it/cartucce/attacco-alla-pasqua-uova/
La Pasqua sottomessa ai nuovi tabù alimentari
Non possiamo fare a meno di assistere, con il lento decadere della religione cristiana, al ritorno di vecchi tabù alimentari di cui francamente non sentivamo la mancanza.
C’era una volta la civiltà giudaico-cristiana.
Rémi Brague scrive che è un errore parlare di civiltà giudaico-cristiana, e che esiste la civiltà giudaica e la civiltà cristiana, divise da profonde differenze. E dunque, c’era una volta la civiltà cristiana. Tale civiltà, è stata l’unica nella quale si sono venute a creare le condizioni per la nascita delle democrazie liberali, con la separazione fra Stato e Chiesa (“A Dio quel che è di Dio, a Cesare quel che è di Cesare“, Mt 22,15-21) e per la parità dei diritti fra uomo e donna (“chi di voi è senza peccato, scagli la prima pietra contro di lei“, Gv 8,1-11) per cui rimandiamo il lettore interessato all’episodio evangelico dell’incontro tra Cristo e una prostituta (Lc 7,36-50). Che queste caratteristiche non vengano sottolineate da una cultura occidentale secolarizzata e demenziale, figlia dei peggiori accademismi e conformismi del Novecento, è soltanto una aggravante.
La civiltà cristiana è stata anche la prima civiltà ad abolire i tabù alimentari (“Non quello che entra dalla bocca che rende impuro l’uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l’uomo.” Mt 15,10-14) e chi vorrebbe replicare adducendo passi biblici con raccomandazioni alimentari finge di non capire o non capisce la centralità culturale nel Cristianesimo della parola evangelica rispetto a quella biblica, che non è cosa da poco, in quanto segna profonde differenze con l’Islam e l’insegnamento coranico. Non è un caso che proprio oggi che la civiltà cristiana è in fase terminale riprendano con forza a propagarsi nuovamente tabù e divieti alimentari, con annessi estremismi vegetariani e vegani. Il sintomo è minore, la malattia è invece epocale, forse incurabile. Gli ultimi sussulti della nostra civiltà stanno lasciando intravedere l’ingresso nella nuova era della Tecnica. Ma questo è un altro capitolo, che deve ancora essere scritto.
“Siete anche voi tuttora privi d’intendimento? Non capite voi che tutto quello che entra nella bocca va nel ventre ed è gettato fuori nella latrina? Ma quel che esce dalla bocca viene dal cuore, ed e quello che contamina l’uomo” (Mt 15,11-21).
di Giorgio Maruotti - 31 marzo 2018
http://www.lintellettualedissidente.it/cartucce/la-pasqua-sottomessa-ai-nuovi-tabu-alimentari/
E' difficile parlare del coinvolgimento diretto del Regno Unito nell'avvelenamento di Sergei e Julia Skripal, ma Londra sta celando informazioni che indicherebbero la partecipazione dei servizi segreti britannici nell'incidente, ha detto la rappresentante ufficiale del Ministero degli esteri russo Maria Zakharova.
"Non abbiamo informazioni sul caso finora. Le uniche informazioni ufficiali che abbiamo ricevuto dal Regno Unito, sono arrivate ieri e riguardano il miglioramento dello stato di Julia Skripal. Quindi parlare del coinvolgimento diretto del Regno Unito e dei suoi funzionari di questa storia è difficile, ma rimane il sospetto" ha detto la Zakharova in un'intervista su Pyaty Kanal.
Secondo lei, "l'occultamento delle informazioni e la non divulgazione dei dettagli di quello che è successo mi fa pensare che, in effetti, nel caso potrebbero essere coinvolti i servizi di sicurezza britannici."
Questa settimana, un certo numero di paesi dell'UE e degli Stati Uniti, Canada, Norvegia, Ucraina e molti altri hanno deciso di espellere diplomatici russi in connessione con l'incidente a Salisbury, dove il 4 marzo sono stati avvelenati la spia britannica Sergei Skripal e sua figlia Julia.
La parte britannica afferma che lo stato russo è coinvolto nell'avvelenamento di Skripal con la sostanza A234, Mosca lo nega categoricamente e ha già preso misure di rappresaglia.
Il Caso Skripal è una bufala, la guerra dell’Occidente alla Russia è terribilmente vera
di Fulvio Scaglione - 28/03/2018
Fonte: Fulvio Scaglione
In un suo libro meraviglioso (Sapiens – Da animali a dei – breve storia dell’umanità), Yuval Noah Harari, docente di Storia alla Hebrew University di Gerusalemme, analizza la funzione dei miti nell’organizzazione delle società complesse. E scrive: “Crediamo in un particolare ordine non perché sia oggettivamente vero ma perché crederci ci permette di cooperare efficacemente”. Oggi basta guardarsi intorno, con la tensione tra Russia, Usa ed Europa che sale di settimana in settimana, per trovare evidente conferma dell’intuizione di Harari.
Quella che spinge la russofobia imperante è ormai una vera mitologia. Prendiamo le ultime rivelazioni. Per esempio il “caso Skripal”. Si parla di un vecchio arnese dello spionaggio, un doppiogiochista fuori dai giochi da vent’anni che si arrabattava con un po’ di consulenze. Già è curioso che di colpo Vladimir Putin (perché gli inglesi hanno detto che l’ordine veniva dal Cremlino) si ricordi di Skripal. Ancor più curioso che gli venga di colpo voglia di ucciderlo. Straordinariamente curioso, poi, è che si pensi di ammazzarlo con gas nervino. Il buon vecchio colpo alla testa non è più di moda? Oppure si vuole lasciare un’impronta così grossa da far gridare a tutti “aiuto, arrivano i russi!”? E poi si parla dl gas nella valigia, ma forse non è più vero. E poi si scopre che Skripal padre e figlia avevano spento per quattro ore i rilevatori satellitari dei cellulari, e chissà che avevano fatto in quelle ore. E chissà come stanno i due Skripal, che non sono morti ma nemmeno riapparsi: non una foto, una notizia, un bollettino medico. Tutto questo, per dirlo con la filosofia di Theresa May, è “highly likely”, altamente probabile? Se ve lo raccontasse un collega di un suo amico ci credereste?
Il “caso Skripal”. Si parla di un vecchio arnese dello spionaggio, un doppiogiochista fuori dai giochi da vent’anni che si arrabattava con un po’ di consulenze. Già è curioso che di colpo Vladimir Putin (perché gli inglesi hanno detto che l’ordine veniva dal Cremlino) si ricordi di Skripal. Ancor più curioso che gli venga di colpo voglia di ucciderlo
Stesso discorso per l’hacker russo (sempre Cremlino, sempre Putin, ovvio) che avrebbe rubato le mail di Hillary Clinton. Siete andati oltre i titoli, avete letto gli articoli? Sarebbe successo questo: l’hacker del Gru (servizi segreti militari russi) riesce a violare i server della Clinton. Poi, compiuta l’intrusione, con lo stesso computer e dalla stessa sede centrale del Gru a Mosca, ma dimenticando di usare il programma che cela la sua identità elettronica, si mette a surfare su Internet e addirittura entra in Twitter (Twitter, mica nel dark web) dove si fa pescare dall’Fbi. Secondo voi è “highly likely” che un militare-informatico esperto dei servizi segreti russi e impegnato in una simile missione faccia una coglionata di questo genere?
Stesso discorso per l’hacker russo (sempre Cremlino, sempre Putin, ovvio) che avrebbe rubato le mail di Hillary Clinton. Siete andati oltre i titoli, avete letto gli articoli? Sarebbe successo questo: l’hacker del Gru (servizi segreti militari russi) riesce a violare i server della Clinton. Poi, compiuta l’intrusione, con lo stesso computer e dalla stessa sede centrale del Gru a Mosca, ma dimenticando di usare il programma che cela la sua identità elettronica, si mette a surfare su Internet e addirittura entra in Twitter (Twitter, mica nel dark web) dove si fa pescare dall’Fbi. Secondo voi è “highly likely” che un militare-informatico esperto dei servizi segreti russi e impegnato in una simile missione faccia una coglionata di questo genere?
Certo che no. E infatti gli stessi giornali raccontano queste favole con aria stanca, sapendo che sono balle. Avendo perfetta coscienza che tutti, i russi come gli americani, gli inglesi e anche noi italiani, spiano, intrigano, trafugano, origliano ovunque possono. Però sui russi le raccontano. Perché tutto ciò serve a tenere in piedi quello che Harari chiama “ordine” e che, a sua volta, è l’architrave di questo nostro mondo.
Per andare avanti con la globalizzazione, il dominio dei mercati finanziari e il controllo delle risorse naturali del pianeta, abbiamo bisogno di raccontarci che siamo il centro del mondo. E che lo siamo non perché siamo i più forti ma perché siamo i migliori, i “buoni”. E che se rischiamo di non essere più il centro del mondo (con la sgradevole conseguenza di dominare e controllare un po’ meno, e di rimetterci qualche soldino) è perché i “cattivi” complottano contro di noi. Traduzione: poiché la Russia ci manda un po’ di carte a quarantotto, dal Medio Oriente all’Ucraina, è chiaro che complotta. Russiagate, Skripal, Brexit, Catalogna, vittoria di Lega Nord e M5S in Italia, no? Dunque va combattuta, in nome ovviamente del bene.
È la funzionalità per il sistema a tenere in piedi una narrazione che, di per sé, in piedi non starebbe. E che vive di inesausta ripetizione, poiché prove convincenti dei vari complotti, dopo anni di martellamento, non se ne sono viste. Basta osservare quanto avviene in queste ore in Italia, dove un Governo in carica solo per l’ordinaria amministrazione (come il premier Gentiloni ha voluto chiarire anche su Twitter) prende un provvedimento straordinario espellendo due diplomatici e giudicandoli spie. Cosa che lo pone in rotta di collisione con un partner economico e commerciale storico come la Russia, che infatti lo definisce un “atto ostile”. Cosa che, almeno in teoria, ci mette nel mirino dei missili russi, visto che noi abbiamo in casa decine di testate atomiche Usa e Nato. E il Governo defunto che prende una simile decisione ai propri cittadini come unica spiegazione dice che bisognava stare con gli altri, gli americani, gli europei, l’Alleanza Atlantica. Di fatto ammettendo che non ci crede nemmeno lui ma che non poteva (o non aveva le palle per) tirarsi indietro.
A sentir parlare di armi di distruzione di massa (gas nervino) tornano alla mente ricordi nemmen tanto vecchi. Di quando gli stessi giornali, e spesso gli stessi “esperti”, tali armi le avevano localizzate per certo in Iraq
Come detto prima, è sicuro che la Russia spia, come spiano tutti gli Stati che spendono soldi per un servizio segreto. Oggi, però, il problema è un altro. A sentir parlare di armi di distruzione di massa (gas nervino) tornano alla mente ricordi nemmen tanto vecchi. Di quando gli stessi giornali, e spesso gli stessi “esperti”, tali armi le avevano localizzate per certo in Iraq. Di quando un ex generale, in quel momento segretario di Stato Usa, andava sventolando all’Onu provette di borotalco spacciandole per antrace. E di quando la Casa Bianca faceva circolare la lista dei “Paesi canaglia”: Afghanistan, Siria, Iraq, Libia e Iran. Paesi che, guarda combinazione, nel frattempo sono stati distrutti. Ecco, non si vorrebbe che il can can attuale servisse da distrazione di massa per spuntare l’unica voce di quella lista che ancora non è stata piallata.
Come detto prima, è sicuro che la Russia spia, come spiano tutti gli Stati che spendono soldi per un servizio segreto. Oggi, però, il problema è un altro. A sentir parlare di armi di distruzione di massa (gas nervino) tornano alla mente ricordi nemmen tanto vecchi. Di quando gli stessi giornali, e spesso gli stessi “esperti”, tali armi le avevano localizzate per certo in Iraq. Di quando un ex generale, in quel momento segretario di Stato Usa, andava sventolando all’Onu provette di borotalco spacciandole per antrace. E di quando la Casa Bianca faceva circolare la lista dei “Paesi canaglia”: Afghanistan, Siria, Iraq, Libia e Iran. Paesi che, guarda combinazione, nel frattempo sono stati distrutti. Ecco, non si vorrebbe che il can can attuale servisse da distrazione di massa per spuntare l’unica voce di quella lista che ancora non è stata piallata.
L’impero delle Puttanazze: gas nervino e telefilm.
Francamente non credevo esistessero esseri ancora più spregevoli dei giornalisti, le mitiche Puttanazze, disposte a scrivere per chi li paga.
I politici inglesi non sono da meno, in rete salta fuori il documento utilizzato dal governo inglese per convincere i diplomatici, il giorno 22 marzo queste sei paginette di presentazione vengono pubblicate in tutte le sedi diplomatiche occidentali. Compresa questa che è la copertina.
In sei giorni i solerti scienziati inglesi identificano il gas, sicuramente si è trattato di russi, quando occorreranno ancora diverse settimane per terminare le analisi…
Sono stati i Russi perchè solo loro potevano parlo, io ho pubblicato, mi sembra anche i rapporti, tra gli altri, del governo iraniano che è riuscito a sintetizzare la sostanza già nel 2015…
Non sapevano come riempire la presentazione, e pubblicano gli effetti del gas nervino .peccato che non sia riuscita ad uccidere nessuno, la micidiale sostanza, il poliziotto la terza vittima è già stato rilasciato dall’ospedale…
I russi, sono stati i russi, a commettere qualsiasi cosa.
Gli faremo un mazzo tanto, sopratutto agli esuli russi ne Regno Unito. Beh, quella non è una cattiva notizia, di solito sono nemici di Putin, Ma sono russi e devono pagare.
Questo è tutto quello che è disponibile, in pratica il governo inglese afferma che sono stati i russi e occorre crederci, senza nessuna prova a conforto della tesi. Un atto di fede.
Nel frattempo, mentre l’isteria di massa si propaga, i future in Yan sul petrolio decollano. Il primo giorno di scambio, malgrado gli esperti prevedessero un flop , l’equivalente di quattro miliardi di dollari è stato scambiato. Ben oltre le previsioni del governo cinese. La notizia, come è logico è stata completamente disattesa dalle puttanazze. (1)
Già che c’era il direttore della banca centrale giapponese, Haruhiko Kuroda, ricorda agli americani che dovranno arrangiarsi da soli: ” non abbiamo bisogno di comprare titoli di stato statunitensi” (2)
Ci vorrà tempo , ma pare che tempi molto interessanti siano all’orizzonte.
Concludendo, come non ricordare la serie “Strike Back ” inglese, dove in ben due occasioni incontreremo gas nervino ( russo, ovviamente) utilizzato per tentare stragi? Come mai la “sezione 20 ” , fantomatica organizzazione segreta inglese, prediceva con tanta precisione, il futuro, immaginando l’uso terroristico del “noviciok”? Coincidenze, ovvio (3)
(1) http://www.forexpf.ru/news/2018/03/27/blvm-neftyanye-fyuchersy-v-yuanyakh-proizveli-furor.html
(2) http://www.forexpf.ru/news/2018/03/28/blwc-yaponiya-kharukhiko-kuroda-u-nas-net-neobkhodimosti-pokupat-obligatsii-kaznachej.html
(3) https://tvserieshub.tv/2018/03/03/strike-back-episode-5-s06e05/
Caso Skripal, Conan Doyle si rivolta nella tomba. Ora Scotland Yard è costretta a dire: "galeotta fu la maniglia"
Conan Doyle si starà rivoltando nella tomba constatando la dabbenaggine di tanti inglesi (tra i quali la totalità dei giornalisti di regime) che solo ora, dopo più di 20 giorni dal “caso Skripal”, si rendono conto della incongruenza tra il contemporaneo accasciarsi, su una panchina di Salisbury, di Sergei Skripal con la figlia e la “ricostruzione ufficiale” dell’avvelenamento con il famigerato Novichok. Speriamo che tra non molto si domandino anche come mai - nonostante il Novichok sia “dieci volte più micidiale del Sarin” - Sergei Skripal e la figlia siano ancora vivi.
Ma torniamo alla faccenda della panchina.
Ma torniamo alla faccenda della panchina.
Finora, secondo le veline di Scotland Yard rifilate ai media, il Novichok era stato spruzzato (ovviamente, dai Russi) su indumenti posti nella valigia di Julia Skripal, arrivata in aereo da Mosca il 3 marzo (atterraggio all’aeroporto di Heathrow alle 14.40); il giorno dopo, alle 9.15, Julia Skripal (che certamente già indossava l’indumento “avvelenato”) viene vista con il padre in macchina; alle 14.20 i due vanno a mangiare al ristorante Zizzi; ne escono alle 15.35 per andarsi a sedere sulla famosa panchina dove saranno trovati entrambi riversi e privi di sensi. Si, ma se il Novichok sull’indumento (i giornali avevano parlato di uno slip) indossato da Julia ha impiegato più di sei ore per agire come avrebbe fatto a far svenire contemporaneamente i due? Indossavano entrambi mutandine arrivate da Mosca? Davvero improbabile.
Questa considerazione già circolava da settimane in Gran Bretagna sui social, ma solo giorni fa ha meritato l’attenzione dei tabloid. Ed ecco allora la nuova versione di Scotland Yard (ovviamente ripresa come Vangelo da “autorevoli” media come la RAI o Repubblica). Il contatto con il Novichok è avvenuto non già attraverso un indumento contaminato ma toccando la maniglia (d'ingresso o di uscita… maniglia spalmata anche con un urticante... maniglia spalmata anche con corrosivo… sui media le “ricostruzioni” si sprecano) del portone di casa. Davvero bizzarro che due persone, per uscire di casa, afferrino entrambi la maniglia del portone. E allora, in subordine, sempre da Scotland Yard, l’altra ipotesi: il Novichok è stato messo nel sistema di ventilazione dell'automobile.
Si, ma se l’attentato è stato realizzato a Salisbury e non in Russia, perché mai si continua ad accusare soltanto gli agenti segreti di Putin? Ovviamente, sui media, non se lo domanda ancora nessuno.
Francesco Santoianni
https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-caso_skripal_conan_doyle_si_rivolta_nella_tomba_ora_scotland_yard__costretta_a_dire_galeotta_fu_la_maniglia/6119_23535/
Putin è davvero colpevole? Qualcosa proprio non torna nel caso Skripal
Siamo proprio sicuri che ad avvelenare l’ex spia Skripal e sua figlia siano stati i russi? Permettetemi di avanzare più di un dubbio esaminando con attenzione le notizie uscite finora. I punti che non tornano sono questi:
Primo. Qual è il movente? Quale l’interesse per Putin? Mi spiego: tutti riconoscono al presidente russo grande sagacia nel calibrare le sue mosse. Eccelle sia nella strategia che nella tattica. Da tempo sappiamo che gli Stati Uniti (i quali trainano l’Europa) sono impegnati in un’operazione di logoramento del Cremlino volto a ottenerne un riallineamento su posizioni filoamericane, che potrà essere ottenuto con certezza solo attraverso un cambio di regime ovvero con l’uscita di scena di Putin. Siccome una rivolta colorata è inattuabile, lo scenario è quello di rendere insostenibile il peso delle sanzioni e dell’isolamento internazionale, inducendo le élite russe a ribellarsi al presidente appena rieletto.
In questo contesto, ogni pretesto viene sfruttato per innervosire o indebolire Putin. Conoscendo l’obiettivo finale, bisogna chiedersi: ma che interesse aveva il presidente russo a tentare di eliminare un’ex spia, peraltro fuori dai giochi, ricorrendo al più spettacolare dei tentativi di omicidio, l’unico che – dopo la vicenda del polonio – tutto il mondo avrebbe attribuito al Cremlino? Ne converrete: non ha senso. Diplomaticamente sarebbe stato un suicidio, perché avrebbe offerto all’Occidente lo spunto per un’ulteriore campagna antirussa, che infatti si è puntualmente verificata, fino all’ultimo atto, l’espulsione coordinata dei diplomatici, a cui l’Italia dell’uscente Gentiloni si è accodata benchè avrebbe potuto – e proceduralmente dovuto – astenersi. No, Putin non è leader da commettere questi errori.
E veniamo al secondo punto, che riguarda il rumore mediatico e il furore delle accuse. Non dimentichiamolo, la comunicazione è uno strumento fondamentale nell’ambito delle guerre asimmetriche (tra l’altro è il tema che tratto nel mio ultimo saggio “Gli stregoni della notizia. Atto secondo“). Quando il rumore mediatico è assordante, univoco, esasperato, le possibilità sono due: le prove sono incontrovertibili (ad esempio l’invasione irachena del Kuwait) o non lo sono ma chi accusa ha interesse a sfruttarle politicamente, il che può avvenire solo se le fonti supreme – ovvero i governi – affermano la stessa cosa e con toni talmente urlati e assoluti da inibire qualunque riflessione critica, pena il rischio di esporsi all’accusa di essere “amici del dittatore Putin”.
Se analizziamo attentamente le dichiarazioni del governo britannico, notiamo come la stessa premier May continui a dire che “è altamente probabile” che l’attentato sia stato sponsorizzato dal Cremlino. Altamente probabile non significa sicuro, perché per esserne certi bisognerebbe provare l’origine del gas, cosa che è impossibile in tempi brevi. E nel comunicato congiunto diffuso ieri da Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e Germania si ribadisce che si tratta di «agente nervino di tipo militare sviluppato dalla Russia», che farebbe parte di un gruppo di gas noto come Novichok concepito dai sovietici negli anni Settanta. Ma sviluppato non significa prodotto in Russia. Se non è stato usato questo verbo – o un sinonimo, come fabbricato – significa che gli stessi esperti britannici non hanno prove concrete a sostegno della tesi della responsabilità russa, che pertanto andrebbe considerata come un’ipotesi investigativa. Non come un verdetto. Anche la semantica, in frammenti ad alta emotività come questi, è indicatrice e dovrebbe allertare la stampa, che invece non mostra esitazioni.
Eppure di ragioni per mostrarsi più cauti ce ne sono molte. Vogliamo ricordare le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein? Ma esempi in tempi recenti non mancano. L’isteria accusatoria di queste ore ricorda quella delle “prove incontrovertibili” del 2013, secondo cui Assad aveva sterminato col gas 1300 civili, fra cui molti bambini. Scoprimmo in seguito che a usare il gas furono i ribelli per provocare un intervento della Nato. O, sempre in Siria, nel 2107 quando Amnesty e il Dipartimento di Stato denunciarono l’esistenza di un formo crematorio in cui venivano bruciati i ribelli, rivelazione che indignò giustamente il mondo ma che venne smentita dopo un paio di settimane dallo stesso governo americano.
Sia chiaro: nessuno sa chi abbia attentato alla vita di Skipal e di sua figlia e nessuna ipotesi può essere esclusa. Ma la propaganda è davvero assordante e i precedenti, nonché l’esperienza, suggeriscono maggior cautela. E un sano scetticismo: perché Putin sarà, per la grande stampa, “cattivo” ma di certo stupido non è.
http://blog.ilgiornale.it/foa/2018/03/27/putin-e-davvero-colpevole-qualcosa-proprio-non-torna-nel-caso-skripal/
sul caso Skripal, gli Usa e le loro colonie cercano lo scontro con Putin
di Diego Fusaro
Un centinaio di diplomatici russi espulsi da Usa, Europa e Canada. Ben due dall’Italia. Sono addirittura 14 gli Stati membri della Ue ad aver preso per adesso il provvedimento “come seguito” di quel che si è deciso al vertice Ue della settimana scorsa. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha asserito che “altre espulsioni non sono da escludere nei prossimi giorni e settimane”. Che dire? Incommentabile, si sarebbe a tutta prima indotti a pensare.
La vergogna di questa situazione – tragica, ma non seria – sta tutta nel fatto che, more solito, la talassocrazia neoleviatanica del dollaro comanda e le sue servili colonie cadavericamente obbediscono. E la monarchia del dollaro, lo sappiamo, ha già da sempre deciso che la Russia di Vladimir Putin è un nemico: lo ha stabilito da ben prima della vicenda della spia. E ora, da anni, cerca il casus belli. Putin dittatore, la spia, i brogli elettorali, il mancato rispetto dei diritti umani, et similia. Mille invenzioni dell’Occidente a guida statunitense per attaccare, presto o tardi, la Russia di Putin. La cui colpa è da ravvisarsi nell’essere uno Stato sovrano e non disposto a piegare dinanzi al nuovo ordine mondiale del Washington consensus. Putin, a differenza dei suoi due ridicoli predecessori, ha detto no: e rinnova ogni giorno questo no agli Usa, che vorrebbero annientare la Russia, farne una colonia tra le tante, dissolvere lo spazio post-sovietico e rioccuparlo. Ci provano con rivoluzioni colorate e fenomeni da baraccone (Pussy Riots, Femen, ecc.), con colpi di Stato paranazisti (Ucraina, 2014) e con la peggior propaganda. Ma, per ora, la Russia eroicamente resiste. E speriamo vivamente che seguiti a farlo, di modo che sia garantito quel multipolarismo che già Immanuel Kant in “Per la pace perpetua” indicava come di gran lunga preferibile al dominio di un’unica “monarchia universale”.
https://www.maurizioblondet.it/sul-caso-skripal-gli-usa-le-colonie-cercano-lo-scontro-putin/
ANCHE A CARCASSONNE C’E’ STATA UN’ESERCITAZIONE. Come per Skripal.
Anche a Carcassonne c’è stata un’esercitazione. E simulava proprio “una strage di massa che ha avuto luogo in un supermercato”. E’ accaduto a Carcassonne, il 13 dicembre. E a guidare l’esercitazione coi suoi 60 uomini, era il tenente colonnello Arnaud Beltrame. Quello che il 23 marzo ha offerto di sostituirsi a un ostaggio, una donna, e il terrorista
Redouane Lakdim , 25 anni, ha accettato.
I giornali locali riportano l’incredibile coincidenza, “que donne le froid dans le dos”, che da i brividi. Il tenente colonnello è morto eroicamente. Ucciso, ma la narrativa sorvola sul come e da chi. E’ sottinteso che è stato ucciso dal terrorista, ma se invece magari dalle teste di cuoio durante l’irruzione? Macron lo celebra, la Francia lo piange. Ci mancherà anche il suo commento su chi, come e perché ordinò quella esercitazione profetica. Anche il terrorista del resto è morto e non potrà dire come è andata. E’ il solito piccolo delinquente drogato, che si è “radicalizzato” in carcere, schedato dal DGSE come sospetto jihadista, ma la sorveglianza era stata sospesa. Il mattino del delitto, i vicini lo hanno visto accompagnare a scuole le sorelline.
Tutto come sempre. Riporto con un senso di stanchezza questa ennesima coincidenza. Perché fui inviato a New York subito dopo il mega-attentato, e lì appresi che la Federal Emergency Management Agency (FEMA: la Protezione Civile) aveva ricevuto l’ordine di condurre un’esercitazione che simulasse una strage di massa proprio a Manhattan. Quando? L’11 Settembre. Già la notte del 10 il personale della FEMA s’era accampato lì sui moli del porto (a due passi dalle Twin Tower) con tende-ospedale, infermieri, automezzi di soccorso. Fu molto utile. Di altre esercitazioni – aeree, alcune delle quali simulavano dirottamenti – non parlo perché ci sono già stati scritti libri. Anche dell’attentato nella Metropolitana di Londra, 7 luglio 2005, parlo perché ero lì – ancora una volta, inviato – e fui avvertito dai colleghi che una persona, di nome Peter Power, aveva telefonato tutto eccitato alla BBC Radio e aveva detto in diretta: “Sono direttore di un impresa di security, la Visor Consultants. Sapete cosa?Un cliente mi aveva commissionato una esercitazione, con un migliaio di persone coinvolte, che simulava quattro attentati in quattro punti del subway: combinazione, proprio quelle stazioni dove sono avvenuti gli attentati! Che fortuna! Abbiamo potuto passare dalla simulazione alla realtà molto rapidamente”.
Pochi giorni fa abbiamo saputo che quando l’8 marzo, a Salisbury, l’ex spia russa Skripal e sua figlia si accasciavano su una panchina per quello che è stato definito un avvelenamento agente neurotossico, era già cominciata da due giorni, dal 6, ed era ancora in corso, la più grande esercitazione militare inglese dei Royal Marines, “volta a testare la capacità della Gran Bretagna di affrontare un attacco chimico o, peggio, nucleare”: e dove? Proprio a Salisbury.
La May ha “condiviso le prove” con Merkel e Macron..
A proposito di questo “avvelenamento” i cui elementi di macroscopica falsità sono stati già esposti, ora si apprende che Theresa May ha “condiviso alcune prove” della responsabilità di Mosca con Angela Merkel e con Macron: “La sostanza che è stata usata origina dalla Russia”, ha assicurato Macron in una conferenza stampa a fianco della Merkel a Bruxelles. Aggiungendo: “Ciò richiede una coordinata e risoluta risposta dalla UE e dai suoi membri”: Naturalmente saremo anche noi obbligati a prendere nuove misure contro la Russia.
…ma non denuncia Mosca all’Organizzazione contro le Armi Chimiche
Naturalmente nessuno chiede come mai la May “condivida alcune prove” con Merkel e Macron, come se fossero piccoli segreti di famiglia, senza renderle pubbliche. Anche ai russi stessi, che hanno chiesto ripetutamente di averle, invano. Ma soprattutto: se la May ha le prove della colpa dei russi, invece di “condividerle” coi suoi intimi amici, deve farne pubblica denuncia all’apposito ente sovrannazionale , Organisation for the prohibition of chemical weapons, OPCW, che ha sede all’Aja.
Poiché questo ente – Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche esiste,e la Russia ha aderito alla relativa convenzione, essa va formalmente denunciata per inadempienza presso questa sede; la OPCW invierà allora i suoi esperti a visitare tutti i magazzini e laboratori che Mosca sospetti di fabbricare armi chimiche in violazione della convenzione che impone la distruzione di quelle armi. E’ appena il caso di notare che la Russia ha già, sotto il controllo dell’OPCW, eliminato 39.976 tonnellate delle sue armi chimiche d’epoca sovietica. Questa distruzione dev’essere durata anni èd è stata completata in modo tale che il direttore dell’OPCW , che è l’ambasciatore (turco) Ahmet Üzümcü, ha dichiarato il 27 settembre 2017: “Il completamento della distruzione verificata del programma di armi chimiche della Russia è una tappa importante nella realizzazione degli obiettivi della Convenzione sulle armi chimiche. Io mi congratulo con la Russia e mi felicito con tutti gli esperti che sono stati impiegati per la loro professionalità e dedizione”.
Quale migliore occasione per Londra che di aver preso in castagna Mosca? In palese violazione di un trattato sottoscritto, provare che essa nascondeva il famigerato Novochock? Ma, da qualche tempo, l’Occidente un tempo civile tende a fregarsene dei trattati internazionali, a saltare le istanze giuridiche e spregiare i mezzi della diplomazia, per andare alla azione diretta. Un segno decisivo di scelta di inciviltà.
Secondo le ultime notizie, le segrete prove sono state condivise anche a Trump. E secondo Bloomberg, “Trump si prepara ad espellere decine di diplomatici russi in risposta all’avvelenamento con agente nervino della ex spia russa in Gran Bretagna”.
https://www.maurizioblondet.it/anche-carcassonne-ce-stata-unesercitazione-skripal/
Verità per Litvinenko!
Verità per Litvinenko!
Non è stato Putin a uccidere Aleksandr Litvinenko, sarebbe stata la Cia. L’affermazione non viene da un sito complottista, ma da Valter Litvinenko, padre dell’ex spia russa uccisa a Londra nel 2006 con un elemento radioattivo (il polonio).
Londra ha attribuito l’omicidio a Mosca, anche a seguito di un’inchiesta parlamentare basata in gran parte sulle affermazioni di una figura davvero poco credibile (l’italiano Mario Scaramella).
La versione di Valter Litvinenko
Ieri Valter Litvinenko è intervenuto al talk show “Pust govoryat” (lasciamo parlare la gente), sul principale canale russo, e ha ribaltato tutto.
Non solo, ha anche abbracciato l’ex agente dei servizi segreti russi Andrey Lugovoy, l’assassino del figlio secondo Londra.
Secondo Valter, il figlio sarebbe stato tradito e avvelenato dal microbiologo Alexander Goldfarb, appartenente alla cerchia ristretta dell’oligarca russo Boris Berezovsky, espatriato a Londra (trovato morto nel 2013 mentre si accingeva a tornare in patria, pare, in accordo con Putin).
Goldfard, riferisce il padre dell’ex spia russa, sarebbe stato identificato come un agente della Cia dal leader ceceno Akhmed Zakaev.
Il microbiologo aveva carpito la fiducia di Aleksandr, aiutandolo a espatriare e a inserirsi nell’ambiente londinese. Ma poi l’avrebbe tradito e avvelenato. Fu lui a leggere la lettera del defunto al mondo, nel quale si accusava Putin (qui brani della bizzarra missiva).
Il padre di Litvinenko ha spiegato che al figlio in un primo momento era stato diagnosticato un avvelenamento da cibo, quindi l’esposizione al tallio e poi l’avvelenamento da polonio.
Secondo lui sarebbe stato avvelenato anche in ospedale, dove non c’erano controlli. E ha rivelato che gli fu negato ogni accesso agli atti del figlio defunto, autopsia compresa.
Il presentatore del talk show ha ricordato che il caso Litvinenko è coperto da Segreto di Stato, per cento anni. Decisione presa dall’attuale premier britannico Theresa May, che pure si diceva interessata a ostentare la verità al mondo.
La versione di Maxim
Certo, il padre potrebbe avere le allucinazioni, ma anche il fratello del defunto. Maxim, ha parlato dell’inchiesta britannica come di una messinscena creata ad arte dall’Occidente contro la Russia (vedi intervista sulla Repubblica – giornale non certo vicino a Putin – ripresa da Piccolenote). E siamo a due.
La vicenda rimanda alla stretta attualità, ovvero il caso Skripal, l’ex spia russa avvelenata col gas nervino in Gran Bretagna, operazione che Londra attribuisce a Mosca.
Il conduttore di Pust govoryat ha affermato che se il padre di Litvinenko avesse parlato prima, Skripal non sarebbe stato avvelenato. La controprova è impossibile.
Ma al di là dell’attualità, riecheggiando il più noto “Verità per Regeni”, si potrebbe dire “Verità per Litvinenko. Per inciso, anche sul caso Regeni Londra ha avuto alcune defaillances, stante la scarsa collaborazione dell’Università di Cambridge all’inchiesta italiana.
Goldfarb, Soros e Berezovski
Interessante l’avventurosa vita del microbiologo Goldfarb. Espulso dall’Unione sovietica e divenuto cittadino americano, inizia un’intensa attività in favore della dissidenza russa.
«Secondo Robert Slater, biografo di Soros», si legge su una nota di Wikipedia, «Goldfarb è nel primo gruppo di esuli russi a New York che Soros invita a confrontarsi con la sua potenziale fondazione in Russia».
Per alcuni anni, infatti, diventa «direttore delle operazioni dell’International Science Foundation di Soros», con il quale continuerà a lavorare anche dopo la fine dell’incarico.
Dalla corte di Soros, nel 2001, il microbiologo prestato all’attivismo politico approda a quella dell’oligarca russo Boris Berezovski, il quale lo nomina «direttore esecutivo dell’International Foundation for Civil Liberties di New York», organismo «fondato e finanziato» ovviamente dall’oligarca russo. Poi si arriverà il caso Litvinenko, ma questa è storia recente, anzi, dopo le dichiarazioni del padre dell’ex spia russa, di stretta attualità.
piccolenote
http://piccolenote.ilgiornale.it/35510/litvinenko-soros-berezovski
“Mai dare per scontate le parole degli inglesi’ – ambasciatore russo sul caso Skripal
“Mai dare per scontate le parole degli inglesi’ – ambasciatore russo sul caso Skripal
Theresa May ha convocato i migliori "esperti" inglesi |
Per quanto riguarda le accuse contro la Russia, non ci si può fidare del governo britannico, quindi le altre nazioni sarebbero sagge nel richiedere prove concrete, ha detto l’ambasciatore della Russia a Londra, commentando la saga dell’avvelenamento di Skripal.
“Mai dare per scontate le parole degli inglesi”, ha detto Alexander Yakovenko ai giornalisti, nel corso di una conferenza stampa presso l’ambasciata russa quando gli è stato chiesto quale sarebbe stato il suo consiglio alle nazioni europee nel conflitto britannico-russo in corso. “Sto citando Ronald Reagan: fidati ma verifica”, ha detto il diplomatico.
L’ambasciatore ha parlato ai media giovedì per denunciare quella che ha definito una “campagna isterica anti-russa” condotta dal governo britannico e dai mezzi di informazione sull’avvelenamento dell’ex-doppio agente russo Sergei Skripal e altre due persone, sua figlia Yulia ed un ufficiale di polizia , a Salisbury. Il primo ministro Theresa May ha accusato il Cremlino di aver ordinato un attacco con armi chimiche contro l’uomo ed ha istigato gli alleati della Gran Bretagna contro Mosca.
Yakovenko da parte sua ha accusato la Gran Bretagna di fomentare il sentimento anti-russo all’interno ed in altre nazioni distorcendo deliberatamente fatti sul caso, in un modo che punta il dito contro la Russia. Allo stesso tempo, la Gran Bretagna ha messo a tacere i tentativi della Russia di impegnarsi con la verifica attraverso il canale giusto – l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW), ha detto: “la parte britannica sta deliberatamente ignorando le nostre richieste ed evita i contatti con l’ambasciata”.
L’ambasciatore russo ha detto che gli ispettori dell’OPCW sono finalmente arrivati in Gran Bretagna per fare la loro parte nelle indagini sull’incidente. Mentre la Russia non conosce la portata del loro mandato, Yakovenko ha detto che Mosca spera di poter fornire risposte che la Russia non ha ricevuto dalla Gran Bretagna.
“Com’era possibile che le autorità britanniche riuscissero a designare l’agente nervino come il cosiddetto Novichok [A-234] e la sua origine così rapidamente? Potrebbe significare che è “altamente probabile” che le autorità britanniche avessero già questo agente nervoso nel loro laboratorio chimico a Porton Down, che è la più grande struttura militare segreta nel Regno Unito; cosa ha a che fare questa con le armi chimiche? È una coincidenza che questo impianto di armi chimiche si trovi a sole otto miglia dal luogo dell’incidente? In che modo i medici hanno deciso quali antidoti somministrare alle vittime? “, Ha chiesto il diplomatico.
Yakovenko ha aggiunto che gli esperti russi che hanno familiarità con le armi chimiche sono rimasti “perplessi” dalla velocità nell’identificazione del composto tossico. Ciò contraddice le dichiarazioni di Scotland Yard secondo cui l’indagine sul caso Skripal avrebbe richiesto settimane o addirittura mesi, ha detto l’ambasciatore.
Nota: Ci sono forti sospetti che questo caso sia stato tutta una montatura orchestrata una settimana prima delle elezioni presidenziali russe. Un enensimo tentativo di mettere in cattiva luce Vladimir Putin che si ricava anche dalla celerità delle accuse lanciate dal Governo britannico che non ha esitato ad indicare Putin come il diretto responsabile.
Fonte: RT News
Traduzione: L.Lago
https://www.controinformazione.info/mai-dare-per-scontate-le-parole-degli-inglesi-ambasciatore-russo-sul-caso-skripal/#
Ma dai! L’esercito inglese inizia una grande esercitazione simulando un attacco con il gas….indovinate quando e dove.
Quando ho letto questa notizia mi sono cascati letteralmente i marroni. Per dirlo in termini tecnici.
Ricorderete il caso Skrypal, ne hanno parlato vagamente i giornali negli scorsi giorni, il giorno 8 marzo un ex agente russo disertore è stato intossicato: leggenda vuole che la Russia abbia utilizzato un gas nervino. Senza riuscire ad ucciderlo, tra l’altro.
Immaginate la mia sorpresa quando ho saputo che il giorno 6 marzo iniziano in Inghilterra le più grandi esercitazioni mai effettuate nel dopoguerra, la simulazione di un attacco con il gas nervino. 300 soldati e tecnici coinvolti. (1)
E tra tutta la stracazzo di Inghilterra in cui effettuale le esercitazioni dove sono andate a svolgerle?
“questo è il prospetto dell’interdizione aerea totale , anche per i droni nella zona di Salisbury. nessuno deve poter riprendere le operazioni militari e gli spostamenti delle truppe.”
Per quanto incredibile possa sembrare esattamente nella città di Salysbury. Si, esattamente dove i russi avrebbero attaccato il loro ex agente. Ad un paio di chilometri. tecnici, strumenti, tute,già pronto ed in funzione.
La zona viene già utilizzata da tempo per simulare attacchi con i gas nervini, in particolare per formare le forze speciale che poi si recano segretamente in Siria. Anche nel 2017 (2).
A questo punto, o siamo davanti ad una incredibile serie di coincidenze, a maldestri agenti russi che avvelenano insensatamente un loro ex collega vicino ad un laboratorio militare e proprio mentre sono in corso esercitazioni contro i gas nervini… oppure ci stanno prendendo per il culo.
Siamo al livello di incredibile coincidenze già notate in passato, tipo i passaporti recuperati intatti tra migliaia di tonnellate di macerie in fiamme durante l’11 settembre e le esercitazioni svoltesi nella sede della CIA proprio lo stesso giorno. Si è simulato l’effetto un aereo che, privo di controllo a seguito di un guasto colpiva uno degli edifici (3)
Decidete voi.
By Nuke di www.liberticida.altervista.org e www.orazero.org
(1) https://www.royalnavy.mod.uk/news-and-latest-activity/news/2018/march/06/180306-toxic-storm-for-royal-marines-in-major-chemical-exercise
(2)http://www.dailymail.co.uk/news/article-4436106/Elite-commandos-train-storm-ISIS-weapons-factory.html
(3) http://archive.boston.com/news/packages/sept11/anniversary/wire_stories/0903_plane_exercise.htm
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