Il processo in corso per la bestializzazione dell’umanità
Lunedì, 23 marzo / 2018
La guerra per la ristrutturazione dell'umanità ad opera del Serpente Antico, verso la depravazione e conquista delle anime
di Francesca C.
Introduzione – Falso mito di una metamorfosi
Roma - di Francesca C. - Sin dai primi anni di scuola si insegna ai bambini, come se si trattasse di una "verità assoluta", il mito di una metamorfosi che non ha nulla da invidiare a quelle greche, quello della nostra discendenza dalle scimmie. Vorrei raccontarvi anch’io una favola che potrete ritenere più o meno reale in base al vostro grado di discernimento. Per alcuni sarà una storia d’orrore, ma vista la predisposizione che molti hanno per questo genere mi auguro che la paura assuma le sembianze più rassicuranti di una progressiva catarsi. Bene, rispetto alla novella darwiniana, nella mia vi è un percorso inverso,
non si nasce bestie
ma ci si allontana dalle forme dell’uomo lentamente,
a poco a poco la bestialità, in modo discreto, accerchia lo spirito
finchè esso non si trova racchiuso in una figura sconosciuta che non sembra più l’armoniosa creatura precedente, un po’com’è accaduto a Pinocchio nel paese dei balocchi. Non spaventatevi però, perché a differenza di lui, da voi non si trasforma il corpo, resta lo stesso, si macchia il quadro dell’anima, come nel ritratto di Dorian Gray. Già vi immagino più sollevati, la vostra apparenza resta intatta, si scuce solo la tela dello spirito, ma quella, direte, non si vede, e ciò che è intangibile forse non esiste nemmeno, perché preoccuparsene? I reali protagonisti di ogni storia che si rispetti sono il bene ed il male, in questa saranno il Sommo Bene ed il più abietto Male, Dio ed il diavolo, satana.
Anima: oggetto di un'atavica contesa
L’oggetto di contesa è l’anima degli uomini. Ovviamente i due protagonisti hanno entrambi degli aiutanti per condurre l’uomo per mano verso l’altezza celeste spirituale o verso il basso precipizio morale. La scelta dell’alleanza è fatta in base al solito principio della somiglianza, Dio cerca nei suoi prescelti intermediari la luce che filtra copiosa dal faro dell’amore, l’altro signore scruta invece i cuori nell’abisso, quelli da cui non proviene alcuna luminosità poiché le finestre di amore, altruismo, giustizia, bontà, fedeltà sono irrimediabilmente serrate. La storia inizia con Dio splendente che creò la sua creatura più preziosa di carne e alla quale diede, come un buon padre, un’eredità di ricche delizie. Il male, Satana, che invece di ammirare lo splendore del Padre si sentiva accecato da tanta perfezione, covò un odio insaziabile che deformò mostruosamente i lineamenti della sua bellezza e prosciugò ogni traccia del Creatore in lui. Non potendo egli stesso rivoltarsi contro la potenza invincibile del Padre decise di scagliare contro di Lui l’individuo che prediligeva, esso non era incorruttibile e si poteva facilmente strappare dal giardino della perfezione, bastava un po’ di persuasione, era sufficiente che percepisse la propria inferiorità, il Padre doveva essere un ostacolo alla sua emancipazione.
Ribellione contro il patriarcato celeste
Ricordatelo bene o lettori, Satana odia Dio Padre, il patriarcato è una minaccia alla sua intrusione, ove regna l’autorità del Padre egli non può entrare. La ribellione dei figli servirà ad esorcizzare la minaccia della potestà paterna. Che bella trovata! La malvagità spesso possiede un genio affilato.
Recidere i vincoli fra Padre Celeste e figli terreni
divenne l’ossessione del Maligno.
Egli voleva che quegli esseri maledetti costruissero con i mattoni della loro vanità la torre della superbia per poi vederli crollare, con gioia infernale, nella melma dell’abiezione Desiderava ardentemente che facessero la sua fine e che l’Onnipotente voltasse anche a loro il suo sguardo con ribrezzo. Non avrebbe potuto allontanare facilmente l’uomo dal giusto sentiero, la sua voce sarebbe parsa troppo feroce, ma se la creatura che doveva affiancare l’uomo, la donna, gli avesse suggerito con dolcezza il tradimento, allora egli l’avrebbe colto, come colse il frutto della corruzione.
Si delineò la diabolica strategia del Nemico,
quella che usa anche oggi, sussurrare con labbra di miele principi di fiele,
far passare l’odio attraverso un canale patinato d’amore,
condannare attraverso l’assoluzione.
Il padre dell’inganno individuò nella compagna dell’uomo una possibile alleata anche per la realizzazione del suo secondo mostruoso piano, distruggere il sacro vincolo della famiglia che Dio aveva predisposto. Come detestava quegli esseri così simili a Colui a cui appartenevano, li avrebbe deturpati volentieri fino a scorticare in loro ogni qualità lodevole! Con il tempo ed i giusti metodi ci sarebbe riuscito a portare con sé almeno una buona parte. Egli era perdente in partenza ed i suoi sinistri lampi di soddisfazione, erano distruggere il creato, le leggi divine e portare via al Padre Celeste il maggior numero di figli che potesse.
Dio li amò tanto da donargli la cosa più grande: la libertà di scegliere.
Di questo meraviglioso dono si servì il diavolo per la sua opera di distruzione.
L'inganno di satana e il piano antico
Satana è il più astuto e spietato calcolatore e pensò che gli uomini non potessero essere certi dell’esistenza di Dio, essi non sapevano di avere un’anima immortale da preservare limpida ed un corpo carnale da rispettare, egli comprese che credevano realtà solo la materia dell’illusione imperfetta nella quale vivevano. Tutto questo rappresentava un enorme vantaggio per il mostro, avrebbe fatto credere ad essi che solo il visibile fosse reale, che l’unica esistenza fosse sulla terra e che i piaceri provenissero dal potere e dai sensi. Com’era soddisfatto! L’uomo peccando gli aveva aperto una feritoia per la sovversione! Non potendo parlare agli uomini dall’alto della sua imponenza
Dio intese che solo la carne avrebbe potuto comprendere la carne
e mandò suo Figlio che col Suo Sangue pagò il prezzo
dell’ingratitudine umana.
Le anime più pie compresero e formarono la sua Chiesa. Satana li perseguitò in ogni modo ma Dio dimostrò il suo potere prendendo uno strumento di persecuzione, Saulo e trasformandolo in un emblema della cristianità.
Denaro di satana: idolo creato per la discordia
Se Gesù aveva comandato agli umani di amarlo e di amarsi come fratelli il demone cercò un idolo di discordia per sfamare i loro desideri terreni, il denaro, il nuovo culto feticista che avrebbe sottomesso il mondo.
Le persone non dovevano più preoccuparsi di accumulare amore ma soldi.
Il diavolo diede all’umanità affamata di vanità il suo vitello dorato.
Dio cercò le anime più sensibili per diffondere il disprezzo per l’idolatria malata dei soldi e dei sensi e le trovò fra coloro che si spogliarono di ogni sospiro vano per seguire i precetti di Cristo. Satana cercò allora i pionieri del sapere, gli intellettuali, si appigliò al loro senso di superiorità, gli parlò come al primo uomo: tu sei il solo dio di te stesso. Essi credettero e divulgarono la cieca fede nell’uomo-dio. Nacquero l’Umanesimo, il Rinascimento e con essi risorse lo spettro del progresso nel quale l’uomo si ergeva a sovrastare Dio.
Il prescelto e la ristrutturazione dell'uomo
Molti ancora erano troppo attaccati al Padre e satana volle creare il suo esercito del Male, ma per farlo doveva trovare un uomo come lui. Ve n’erano di crudeli, traditori, malvagi ma per il suo progetto ne serviva uno speciale. Quando ormai disperava di trovarlo vide Rotschild, egli era l’uomo che stava aspettando. Come quando Dio scrutò Antonio, Agostino, Francesco, tanto rise il malvagio quando vide quell’uomo colmo di sé, prostrato all’idolo d’oro, quello che guardava gli altri come vermi indegni, lui era il prescelto per la setta fatale. Il diavolo gli parlò di tutto ciò che la sua intelligenza avrebbe potuto raggiungere e di come avrebbe potuto ristrutturare e schiavizzare l’umanità. Il banchiere accettò e l’adorò. Così
il suo compito divenne riunire in tutto il mondo
uomini disumani, bramosi di soldi e potere, artisti ed intellettuali cinici:
Rockefeller, Weishaupt, Robespierre, Marx sono alcuni di loro.
Così dovevano essere gli schiavi di satana, privi di umanità,
ed egli che non avrebbe potuto mai dargli il cielo gli diede la terra
così che la infettassero con la loro sovranità iniqua, i loro libri bugiardi,
gli insegnamenti perversi, le false chiese.
I loro obiettivi sarebbero stati in primis eliminare Dio, dissolvere la famiglia, cancellare le nazioni, distruggere i valori cristiani. Egli li istruì così bene su come spargere fiori avvelenati che nessuno dubitò che fossero benefattori dell’umanità, dimenticando che essi non amavano gli uomini ma odiavano Dio. I granelli della loro distorta sapienza costituiscono le sabbie del deserto spirituale nel quale annegano i loro simili malvagi o sprovveduti.
La nuova religione del progresso (satanico)
Tutti erano l’eco di colui che li aveva adottati, essi predicavano con un’unica lingua biforcuta la sola religione del progresso che si sarebbe solo potuta esprimere in una sfida estrema alla natura.
Di certo si doveva chiamare antidoto il veleno
altrimenti nessuno l’avrebbe bevuto.
Si sarebbe creato il problema dell’arretratezza per giungere alla soluzione, il superamento, ovvero l’obiettivo iniziale. Ovunque satana piazzò le sue sentinelle della sovversione: nei media, alla presidenza, nelle scuole, nelle multinazionali, nelle società, ma quelli che più apprezzava erano nei servizi segreti e nelle organizzazioni internazionali. Dio fece uomo e donna ed il diavolo volle che finanziassero l’inversione dei sessi attraverso propagande distorte che hanno il solo scopo di rovesciare le leggi naturali. L’uguaglianza poi ha un suono terrificante, da romanzo distopico alla Huxley.
L’uomo e la donna devono completarsi nella differenza
e non annullarsi nella somiglianza.
Invece il padre del capovolgimento voleva offendere profondamente Dio.
Quale migliore affronto se non annullare i concetti di uomo e donna
in nome di una libertà perversa!
Così satana creò il femminismo e l'aborto legale
Parlò con la donna, la sua più antica alleata, le disse che avrebbe dovuto odiare l’uomo perché l’opprimeva, doveva emularlo quindi per diventare superiore. I sudditi della bestia, la Cia e la signora Steinhem parlarono di liberazione della donna dall’oppressione della famiglia. Molte gli diedero ascolto ma
quelle con giudizio rifiutarono il femminismo
poiché era l’annientamento della donna.
Satana, l’astuto, usa sempre la stessa tattica: il vittimismo, l’emancipazione ed i diritti, i tre scalini per introdurre ogni nefandezza. La vittoria di Satana però è stato l’aborto, cosa può esserci di più esaltante per il demonio se non la distruzione della vita mentre è ancora palpitante. La donna, creata per essere madre amorevole come la Madonna che invece trucida i suoi figli. Tutto l’inferno schiamazza per il compiacimento. Un'altra decisione che rende lieto il padre dell’inferno è quando l’uomo sceglie consapevolmente di distruggersi con il suicidio. Così satana ha sparso nella musica, nei libri, nei film questo atto come se fosse un’azione eroica invece che rappresentare un oltraggio alla vita. Però nella sua mediocrità, il diavolo sa che non può sempre pretendere l’auto-annullamento e quindi si accontenta di creare nell’individuo crepe che gradualmente lo eroderanno come un vecchio rudere.
La strategia della dipendenza
Quelle che più utilizza sono le dipendenze, droghe, alcol, pornografia, medicinali, tutto fa brodo per gettare la gente nel calderone infernale. Molte sono le armi psicologiche con le quali l’essere demoniaco può torturare la mente delle sue vittime: insoddisfazione, paure, complessi. Egli si tuffa in queste lesioni per suggerire ai malcapitati la via larga per sfuggire ai loro problemi. Queste soluzioni porteranno le persone ad una lenta deriva etica.
La distruzione delle nazioni
Satana era molto infastidito dalle nazioni, esse erano uno specchio identitario, custodivano l’orgoglio della propria cultura cristiana, quindi cercò un rimedio per spazzare via il concetto di Paese, e questo era la mescolanza, i soprusi agli abitanti autoctoni, l’importazione forzata di moltissima gente di una cultura ostile. Con questa trovata avrebbe potuto dissolvere nel caos i principi, ogni entità statale ed accrescere l’odio. I politici, soprattutto europei, sempre pronti a genuflettersi al Signore del male accolsero l’idea malsana chiamandola accoglienza dello straniero, sarebbe suonato male demolizione del nostrano. Satana si intende bene di eufonia. Lo spettacolo che il demonio guarda con compiacimento sono le guerre, vedere gli umani ammazzarsi è un godimento irrinunciabile, osserva i conflitti come noi assistiamo a un bel film. I suoi adepti infatti non hanno mai mancato l’ordine di finanziare entrambe le partiin lotta.
Il demonio ha disseminato i suoi agenti ovunque,
soprattutto nella tv poiché lentamente ogni immagine inaccettabile
sarebbe stata assorbita dall’abitudine che l’avrebbe ammorbidita e resa plausibile.
L’opinione può essere pilotata con i mass media, le masse possono essere convinte da propagande falsamente umanitarie, ai giovani basta offrire modelli volgari e depravati. Se poi qualche voce isolata avesse squarciato il silenzio dell’approvazione si sarebbe potuta ridicolizzare o silenziare per sempre. Mancava solo l’ultimo pezzo al puzzle satanico: la Chiesa.
L'attacco alla Sposa di Cristo
Il demonio allora ispirò ed insinuò la subdola azione di una setta anticattolica e filo-modernista all'interno degli apparati di vertice del Vaticano e della Chiesa, al fine di attaccare i capisaldi della fede tradizionale così come custodita dai Vangeli e dai padri della Chiesa nei secoli, in duemila anni di storia. Molti però, purtroppo, non vedono ciò che sta accadendo veramente, perdendo il senso dello scontro spirituale che sta interessando proprio il seno della Sposa di Cristo:
seguendo alcuni falsi maestri, lupi travestiti da agnelli,
costoro vedono le sembianze delle loro anime mutare irrimediabilmente,
diventando ferine quasi bestiali.
Le parole di molti di costoro sono semplici e volgari: essi hanno perso la complessa razionalità che contraddistingue gli esseri umani dagli altri animali. Le azioni di molti di costoro sono dettate dal bisogno di approvazione, ammirazione o dalla sete di guadagno. Gli istinti di molti di costoro comandano le rispettive anime, poiché le persone solide le muove la ragione ma quelle deboli le dirigono i piaceri. Le loro coscienze brancolano come cani nell’oscurità illimitata e si perdono nei tetri labirinti della perdizione. Dio continua a tender la mano anche a questi bruti, prima che la società perversa bestializzi anche l’ultimo barlume di umanità che loro resta. Essi non vedono quello slancio del Padre che annaspa disperato nel vuoto per riportare a casa i suoi figli e regalargli il suo regno straordinario che avrebbe dovuto accoglierli sin dal principio. Costoro hanno seguito il demone dell’io e non riescono più a sentire le chiamate di Dio. Santi, testimoni dell’aldilà sono stati inviati, profeti, messaggi divini, miracoli ma essi non percepiscono più altro che il mondo e solo quando questo si squarcerà e cadranno all’inferno capiranno.
L'altro esercito
Oltre all’esercito dannato vi è anche un altro gruppo di guerrieri, figli della luce, essi pregano e contribuiscono a far riconoscere di nuovo il Padre ai figli per la definitiva riconciliazione. Queste due milizie stanno ancora combattendo. Qui si ferma la mia narrazione ed il finale resta aperto. La storia sarebbe troppo lunga per essere continuata ma in ogni favola il bene vince sempre il male: nemmeno in questa accadrà diversamente.I fedeli continuano a difendere la verità e stanno già insorgendo contro questa diabolica profanazione di ogni valore. I più piccoli saranno tanti David che annienteranno l’Establishment di Golia. Vi saranno prove di tribolazione molto ardue per coloro che non tradiranno il Padre ma quando si lacererà l’illusione terrena il Bene trionferà.
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La guerra religiosa del IV secolo e il nostro tempo
(di Roberto de Mattei) La Chiesa avanza nella storia sempre vincitrice, secondo i disegni imprevisti di Dio. I primi tre secoli di persecuzioni toccarono il loro culmine sotto l’Imperatore Diocleziano (284-305).
Tutto sembrava perduto. Lo scoraggiamento era una tentazione per molti cristiani e tra essi non mancò chi perse la fede. Ma chi perseverò ebbe l’immensa gioia, pochi anni dopo, di vedere sfolgorare la Croce di Cristo sui labari di Costantino nella battaglia di Saxa Rubra (312). Questa vittoria mutò il corso della storia. L’Editto di Milano-Nicomedia del 313, accordando libertà ai cristiani, capovolse il senatoconsulto di Nerone, che proclamava il Cristianesimo “super stitioillicita”.
La cristianizzazione pubblica della società ebbe inizio in un clima di entusiasmo e di fervore. Nel 325, il Concilio di Nicea sembrò segnare la rinascita dottrinale della Chiesa, con la condanna di Ario, che negava la divinità del Verbo. A Nicea, grazie all’apporto decisivo del diacono Atanasio (295-373), poi vescovo di Alessandria, fu definita la dottrina della “consustanzialità” di natura tra le tre persone della Santissima Trinità.
Negli anni successivi, tra la posizione ortodossa e quella degli eretici ariani si fece strada un “terzo partito”, quello dei “semi-ariani”, divisi a loro volta in varie correnti, che riconoscevano una certa analogia tra il Padre e il Figlio, ma negavano che egli fosse «generato, non creato, della stessa sostanza del Padre», come affermava il Credo di Nicea. Essi sostituirono alla parola omousios, che vuol dire “della stessa sostanza”, il termine omoiusios, che significa “di sostanza simile”.
Gli eretici, ariani e semiariani, avevano compreso che il loro successo sarebbe dipeso da due fattori: il primo era di rimanere all’interno della Chiesa; il secondo di ottenere l’appoggio del potere politico e dunque di Costantino, e poi dei suoi successori. Così, di fatto, avvenne. Una crisi interna alla Chiesa, mai fino allora conosciuta, si prolungò per oltre 60 anni.
Nessuno meglio del cardinale Newman la ha descritta, nel suo libro Gli ariani del IV secolo (1833), cogliendo tutte le sfumature dottrinali della questione. Uno studioso italiano, il prof. Claudio Pierantoni ha recentemente tracciato un illuminante parallelo tra la controversia ariana e quella attuale sull’esortazione apostolica Amoris laetitia (http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351421.html).
Ma, fin dal 1973, mons. Rudolf Graber (1903-1992), vescovo di Ratisbona, rievocando la figura di sant’Atanasio, nel XVI centenario della sua morte, paragonava la crisi del IV secolo a quella seguita al Concilio Vaticano II (Athanasius und die Kircheunserer Zeit: zuseinem 1600 Todestag, Kral 1973). Atanasio, per la sua fedeltà all’ortodossia, fu duramente perseguitato dai suoi stessi confratelli e per ben cinque volte, tra il 336 e il 366, fu costretto ad abbandonare la città di cui era vescovo, passando lunghi anni di esilio e di strenue lotte in difesa della fede. Due assemblee di vescovi, a Cesarea e a Tiro (334-335), lo condannarono per ribellione e fanatismo.
E nel 341, mentre un Concilio di cinquanta vescovi, a Roma, proclamava Atanasio innocente, il Concilio di Antiochia, cui parteciparono più di novanta vescovi, ratificò gli atti dei sinodi di Cesarea e di Tiro, e pose un ariano sulla cattedra episcopale di Atanasio.
Il successivo Concilio di Sardica, nel 343, terminò con una scissione: i Padri occidentali dichiararono illegale la deposizione di Atanasio e riconfermarono il Concilio di Nicea; quelli orientali condannarono non soltanto Atanasio, ma anche il papa Giulio I, poi canonizzato, che lo aveva appoggiato. Il Concilio di Sirmio, nel 351, cercò una via di mezzo tra ortodossia cattolica e arianesimo.
Nel Concilio di Arles del 353 i Padri, incluso il legato di Liberio, che era succeduto come Papa a san Giulio I, sottoscrissero una nuova condanna di Atanasio. I vescovi erano costretti a scegliere tra la condanna di Atanasio e l’esilio. San Paolino, vescovo di Treviri, fu quasi il solo che si batté per la fede nicena e fu esiliato in Frigia, dove morì in seguito ai maltrattamenti subiti dagli ariani.
Due anni dopo, nel Concilio di Milano (355), più di trecento vescovi dell’Occidente sottoscrissero la condanna di Atanasio e un altro padre ortodosso, sant’Ilario di Poitiers, fu bandito in Frigia per la sua intransigente fedeltà all’ortodossia.
Nel 357 papa Liberio, vinto dalle sofferenze dell’esilio e dalle insistenze dei suoi amici, ma anche spinto da “amor di pace”, sottoscrisse la formula semiariana di Sirmio e ruppe la comunione con sant’Atanasio, dichiarandolo separato dalla Chiesa romana, per l’uso del termine “consustanziale”, come ci testimoniano quattro lettere tramandateci da sant’Ilario (Manlio Simonetti, La crisi ariana del IV secolo, Institutum Patristicum Augustinianum, Roma 1975, pp. 235-236). Sotto il pontificato dello stesso Liberio, i concili di Rimini (359) e di Seleucia (359), che costituirono un unico grande Concilio rappresentante l’Occidente e l’Oriente, abbandonarono il termine “consustanziale” di Nicea e stabilirono un’equivoca “via media” tra gli ariani e sant’Atanasio. Sembrava che l’eresia dilagante avesse vinto nella Chiesa.
I concili di Seleucia e di Rimini oggi non sono annoverati dalla Chiesa tra gli otto concili ecumenici dell’antichità, ma contarono tuttavia fino a 560 vescovi, la quasi totalità dei Padri della Cristianità, ed “ecumenici” furono definiti dai contemporanei. Fu allora che san Girolamo coniò l’espressione secondo cui «il mondo gemette e si accorse con stupore di essere diventato ariano» (Dialogus ad versus Luciferianos, n. 19, in PL, 23, col. 171).
Ciò che è importante sottolineare è che non si trattò di una disputa dottrinale limitata a qualche teologo, né ad un semplice scontro tra vescovi in cui il Papa dovesse fungere da arbitro. Fu una guerra religiosa in cui furono coinvolti tutti i cristiani, dai Papi fino all’ultimo fedele. Nessuno si rinchiuse nel proprio bunker spirituale, nessuno rimase alla finestra, muto spettatore del dramma.
Tutti scesero a combattere nelle trincee, da una parte e dall’altra dello schieramento. Non era facile in quel momento capire se il proprio vescovo fosse ortodosso o no, ma il sensus fidei fu la bussola per orientarsi. Il cardinale Walter Brandmüller, parlando a Roma il 7 aprile 2018, ha ricordato come «il “sensus fidei” agisce come una sorta di sistema immunitario spirituale, che fa riconoscere e rifiutare istintivamente ai fedeli qualsiasi errore. Su questo “sensus fidei” poggia dunque – a prescindere dalla promessa divina – anche l’infallibilità passiva della Chiesa, ovvero la certezza che la Chiesa, nella sua totalità, non potrà mai incorrere in una eresia».
Sant’Ilario scrive che durante la crisi ariana le orecchie dei fedeli che interpretavano in senso ortodosso le affermazioni equivoche di teologi semi-ariani erano più sante dei cuori dei sacerdoti. I cristiani che per tre secoli avevano resistito agli imperatori, ora resistevano ai propri Pastori, in qualche caso anche al Papa, colpevole, se non di aperta eresia, perlomeno di grave negligenza.
Mons. Graber ricorda le parole dell’Athanasius (1838) di Joseph von Görres (1776-1848), scritte al momento dell’arresto dell’arcivescovo di Colonia, ma anche oggi di straordinaria attualità: «La terra trema sotto i nostri piedi. Si può presagire con certezza che la Chiesa uscirà incolume da una tale rovina, ma nessuno può dire e congetturare chi e che cosa sopravvivrà. Noi, dunque, avvisando, raccomandando, alzando le mani, vorremmo impedire il male mostrandone i segni. Persino i giumenti che portano i falsi profeti, si impennano, arretrano e rinfacciano con linguaggio umano la loro ingiustizia a chi li batte e non vede la spada sguainata (da Dio), che chiude loro la strada (Numeri, XXII, 22-35). Operate dunque finché è giorno, perché di notte nessuno può operare. Non serve nulla l’aspettare: l’attesa non ha fatto altro che aggravare tutte le cose».
Vi sono momenti in cui un cattolico è obbligato a scegliere tra la codardia e l’eroismo, tra l’apostasia e la santità. Fu quanto accadde nel IV secolo, è quanto accade anche oggi. (Roberto de Mattei)