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martedì 29 maggio 2018

Anche i vescovi hanno il loro pusher

Deomofobina, leggere le avvertenze: dà scatti di violenza

Il lancio della Deomofobina, farmaco contro la cosiddetta omofobia è avvenuto lo scorso 22 maggio a Torino in occasione del Fiorfood Coop. Promotrice un'associazione Lgbt. La pretesa di curare l'omofobia. Ma allora dite la verità sulle controindicazioni: alienazione dalla realtà, scatti di violenza e senso di persecuzione. 


Da un po’ di tempo a questa parte c’è in giro uno strano virus cerebrale: il buonsensimo eteronomo (nome scientifico alium bonum sensum simplex). I sintomi sono ilarità irrefrenabile ogni volta che si legge una news sui “matrimoni” gay, congiuntivite a guardare le immagini di un qualsiasi Gay pride, acufeni ad ascoltare la parola “omofobia” ed emesi acuta appena si apprende una qualsiasi notizia che riguarda le benedizioni sacerdotali a coppie gay.


Ma la ricerca arcobaleno ha fatto passi da gigante ed è riuscita a trovare un farmaco capace non solo di annullare tutti questi sintomi, ma anche di eradicare il virus da tutto il corpo (sociale). Questa medicina è già in commercio e si chiama “Deomofobina”, contro «gli stati di disinformazione acuta, i disturbi legati al pregiudizio, all’omofobia e alle discriminazioni basate sull’identità sessuale». E’ ciò che si legge nel bugiardino – termine quanto mai azzeccato in questo caso – che si cela all’interno di una scatoletta in tutto simile alla confezione di un farmaco da banco. Come ogni medicamento che si rispetti anche la Deomofobina viene venduta in farmacia e non è uno scherzo.

Il lancio del farmaco contro la cosiddetta omofobia è avvenuto lo scorso 22 maggio a Torino, presso la Galleria San Federico, in occasione del Fiorfood Coop. L’idea terapeutica è venuta a Geco, una delle infinite sigle del mondo LGBT, ed ovviamente ha avuto il patrocinio del Comune di Torino. Ma cosa c’è scritto in questo bugiardino che vorrebbe essere un antidoto contro il buon senso? Lo spiega la psicoterapeuta Margherita Graglia autrice dello stesso: «Si parte da concetti base come il sesso o l’orientamento sessuale, per poi passare a concetti a cui qualcuno forse non ha mai pensato, come l’identità o l’espressione di genere. Siccome il principio attivo della Deomofobina è la conoscenza, abbiamo pensato di concludere ogni sezione con una o più domande, perché solo in questo modo – e attraverso il confronto – si possono scoprire veramente le cose che non si conoscono». Insomma le solite cose da propaganda arcobaleno.

L’idea pare scopiazzata dalla Misericordina, di cui parlò anche il Santo Padre: una scatoletta che richiama quella dell’aspirina al cui interno c’è un rosario e un bugiardino. Di certo la Misericordina è assai più efficace che la Deomofobina, perché la prima ha un principio attivo che è Maria, la seconda ha come principio attivo l’ideologia che, a contrario di quanto avviene nei farmaci, non è in quantità minore rispetto agli eccipienti, ma li supera di gran lunga. Inoltre la Deomofobina, oltre ad avere questo principio attivo, ne ha anche uno passivo: la mancanza di anticorpi nel tessuto sociale.

Comunque studi di settore hanno evidenziato effetti collaterali pesanti della Deomofobina, tenuti ben nascosti dalle gaie multinazionali e che si possono verificare anche alla prima assunzione: stati di alienazione dalla realtà (pare che alcuni uomini si credano donne e viceversa), scatti di violenza incontrollata verso coloro che non vogliono assumere questo farmaco, iterazione (ripetizione, senza senso né scopo, delle medesime parole o slogan), senso di persecuzione. Gli esperti hanno consigliato in questi casi di interrompere immediatamente l’assunzione della Deomofobina, segnalare l’accaduto all’Aifa – l’Agenzia Italiana Fede e Amore – ed iniziare immediatamente l’assunzione in dosi massicce di Misericordina.

Tommaso Scandroglio

http://www.lanuovabq.it/it/deomofobina-leggere-le-avvertenze-da-scatti-di-violenza

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