«Ok agli atti omosessuali». In Belgio è Chiesa arcobaleno
«La condanna degli atti omosessuali non è più sostenibile». Lo ha detto il cardinale De Kesel, arcivescovo di Bruxelles, parlando a un gruppo gay a cui ha anche anticipato il progetto di una qualche cerimonia religiosa per le unioni omosessuali. Che questo sia contrario alle Scritture, alla Tradizione e anche al magistero recente per il cardinale non fa problema.
Il cardinale De Kesel
Il cardinale Jozef De Kesel, l’uomo che ha distrutto – con la complicità della Santa Sede – la Comunità dei Santi Apostoli, fiorente di vocazioni nel Belgio de-cristianizzato, ha incontrato il gruppo gay HLMW il 24 aprile scorso e ha detto che «La Chiesa deve rispettare di più gli omosessuali, anche nella loro esperienza di sessualità». Cioè che atti come la sodomia, da sempre condannati nell’Antico e nel Nuovo Testamento potrebbero trovare un’approvazione ecclesiastica.
Inutile dire che tutto questo è in contrasto con la tradizione di sempre della Chiesa, le Sacre Scritture, il catechismo e vari documenti anche recenti della Santa Sede. Secondo la pagina web di propaganda gay hlwm.be, De Kesel avrebbe affermato che la condanna degli atti omosessuali «non è più sostenibile».
Naturalmente il cardinale, pupillo del cardinale Danneels, implicato in uno scandaloso caso di copertura di abusi sessuali, e grande amico e consigliere di Jorge Mario Bergoglio, ha fatto riferimento alle parole di Francesco «Chi sono io per giudicare»; ma non ha riportato, come troppo spesso accade in questi casi, l’intera citazione, in cui si fa riferimento al catechismo, e si è limitato all’uso che ne fanno i gruppi di attivismo omosessualista. De Kesel ha detto che solo dieci anni fa osservazioni come quelle che stava facendo non sarebbero state possibili. Una frecciata a Benedetto XVI, che, secondo quanto ci dicono, non aveva una grande stima dell’attuale arcivescovo di Malines-Bruxelles. E probabilmente, sapendo quanto fosse pignolo papa Ratzinger in tema di scelte episcopali, avrà avuto le sue buone ragioni.
De Kesel ha ammesso che egli stesso, venti anni fa, si sarebbe espresso diversamente sull'omosessualità e avrebbe seguito l'insegnamento del Nuovo Testamento e della Chiesa. Secondo De Kesel, la Chiesa in Europa «è cambiata in meglio»: Invece la Chiesa in Europa Orientale, Africa e Asia non sarebbe ancora «inclusa in questo cambiamento "in meglio"».
Ma De Kesel non si è limitato a questo. Nell’incontro, come hanno riportato non pochi giornali del Paese, il cardinale avrebbe detto di voler riflettere a una qualche forma di celebrazione di preghiera per dare un sigillo religioso a una relazione omosessuale. Inutile dire che seguendo questo modo di pensare il porporato entra in diretto contrasto sia con quello che insegna la Chiesa cattolica, sia anche – pare – con quello che afferma il Pontefice regnante.
Nell’incontro con la comunità di cui parlavamo, il cardinale ha confermato di stare riflettendo a un’ipotesi del genere. Nella conversazione si è parlato sia delle relazioni omosessuali che della distinzione fra di esse e un matrimonio cristiano fra un uomo e una donna. Il cardinale avrebbe detto che si augura di poter rispondere fra non molto alla richiesta, presente in omosessuali cattolici, di poter beneficiare di un riconoscimento simbolico della Chiesa per la loro unione.
I commentatori cattolici fanno notare che a dispetto del suo progressismo spinto, un matrimonio religioso sembrerebbe andare troppo avanti. E non sarebbe favorevole più di tanto a una “benedizione” ecclesiastica, perché la somiglianza con un matrimonio naturale sembrerebbe troppo forte. L’idea del porporato, per accontentare la sua platea omosessuale, sarebbe piuttosto quella di una “celebrazione di ringraziamento”, o di una “celebrazione di preghiera”. Però senza scambio di anelli…
Marco Tosatti
http://www.lanuovabq.it/it/ok-agli-atti-omosessuali-in-belgio-e-chiesa-arcobaleno
A Reggio E. la diocesi a un bivio: o con i ‘cristiani LGBT’ o con i cattolici. Ma la scelta sembra già fatta
Prima di tutto il “riassunto delle puntate precedenti”:
- ‘Conservatori’? Il vescovo Camisasca (Reggio E.) in visita dai ‘cristiani LGBT’
- Quale verità vi farà liberi? Ovvero: cosa sta per accadere nella parrocchia omofila visitata da mons. Camisasca
E oggi, alla nota vicenda che vede coinvolta la diocesi reggiana, si aggiungono due elementi non trascurabili.
- Il parroco don Cugini rilancia, con un’intervista apparsa sulla Gazzetta di Reggio, la veglia ecumenico-omosessualista del 20 maggio prossimo (in cui si pregherà contro l’omo-transfobia insieme ad una “pastora battista”). Il rilancio avviene con una serie di conferme: a. il vescovo ha pregato col gruppo cristiani LGBT il 16 aprile scorso (la foto è pubblicata nella stessa pagina), b. lo scopo della veglia è, tra l’altro, “liberare dai pregiudizi e aprire le menti”, c. l’evento ha un carattere schiettamente ecumenico.
- Un gruppo di cattolici – “gruppo di preghiera-riparazione 20 maggio” – ha annunciato ufficialmente che non starà in silenzio. Il suo portavoce Alessandro Corsini, sempre attraverso dichiarazioni riportate dalla Gazzetta di Reggio, ha reso noto che si sta preparando una reazione all’evento blasfemo.
A questo punto, ciò che era già stato riferito qualche giorno fa – definitivamente confermato – assume un carattere mediatico. Il vescovo partecipa ad una preghiera con “cristiani LGBT” che si accingono, nella festa di Pentecoste, a dare luogo – nella stessa parrocchia della sua diocesi – ad una veglia ecumenico-omosessualista con tanto di “pastora battista” al seguito. Il tutto risulta confermato a mezzo stampa dal principale promotore dell’evento: il parroco che aveva accolto il vescovo qualche settimana fa all’incontro dei “cristiani LGBT”.
Ora, che posizione prenderà mons. Camisasca? La risposta pare già contenuta nelle conferme ufficiali di don Cugini.
Ma restiamo in ascolto.
‘Conservatori’? Il vescovo Camisasca (Reggio E.) in visita dai ‘cristiani LGBT’
“Dalle visite ad limina, alle visite LGBT”, potrebbe essere il titolo della vicenda.
Il protagonista? Uno dei vescovi che passa per essere tra i più “conservatori” d’Italia. Vescovo che celebra in rito “tridentino” e che consacra la diocesi nell’Anniversario di Fatima: Massimo Camisasca.
Se già l’anno scorso era intervenuto poco, tardi e male in relazione alla Processione di riparazione rispetto al gay pride svoltasi nella sua città (riparazione che in ogni caso si è compiuta nel migliore del modi e con grande partecipazione di popolo), recentemente ha deciso di dare luogo ad un atto pubblico particolarmente significativo.
La fonte? Un annuncio ufficiale, attraverso il blog di un parroco diocesano, con tanto di foto e titolone: IL VESCOVO MASSIMO VISITA IL GRUPPO CRISTIANI LGBT di REGGIO EMILIA.
Il blog è quello di don Cugini, animatore – omofilo entusiasta – di una nota parrocchia reggiana.
Il testo dell’articolo in cui viene celebrata l’eccellente visita non lascia spazio a dubbi. Lo riportiamo con grassettature e sottolinature nostre:
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Reggio Emilia, Monsignor Massimo Camisasca visita il gruppo di credenti LGBT della parrocchia di Regina Pacis. Un gruppo che, quando si incontra, è per pensare a Dio, al Suo amore. Per incontrarsi come amici e vivere come dirà il Vescovo :“un bel momento di condivisione, di meditazione“. Questa sera c’è un amico nuovo, un battezzato Vescovo seduto ad una tavola semplice, con una pizza sopra.
Più tardi in chiesa per entrare insieme nella settimana santa (è la sera di lunedì santo), il Vescovo ci inviterà a partire dalle nostre vite, per disporci a vivere il nostro rapporto con Gesù con “amicizia”, non come una “ideologia”. Al termine della preghiera ascoltando il Vescovo nel suo intervento breve e significativo, non si poteva non sentire una eco lontana nel tempo, ma vibrante, delle parole di Don Giussani, nel suo invito a cercare Dio…guardare la storia delle persone:“ogni persona ha il suo mistero, noi dobbiamo essere attenti al mistero di ciascuno“. Sono parole chiare: parresia e misericordia: “Questo non vuol dire non avere giudizi, ma avere giudizi non vuol dire criticare le persone e le cose.”.È un momento pregnante e disarmante, all’inizio della settimana santa: un altro passo deciso verso la Pasqua.
Il Vescovo dice che prima di tante cose dobbiamo sapere che: “la Chiesa vi accoglie“. Una accoglienza delle esperienze e delle persone, perché ogni persona ha il suo mistero: “Attenzione al mistero di ciascuno, alla vocazione di ciascuno…”. È stata una esperienza di accoglienza reciproca, si sono viste le braccia di questa Chiesa che accoglie: erano quelle di Monsignor Massimo e del nostro amico Don Paolo. Era l’inizio della settimana santa ed era già Pasqua. Maurizio Mistrali
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Aggiungere altro è superfluo. Alleghiamo screenshot di seguito.
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