ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 6 maggio 2018

Uomo avvisato…

DISPACCI DALLA CINA. CHE NON PUÒ ESSERE CHE QUELLA CHE È: MONOCRATICA. UOMO AVVISATO…

Come di consueto nel fine settimana, da Hong Kong ci scrive Aurelio Porfiri. Ecco i suoi dispacci dall’Impero.


Coerenza
Dico qualcosa che può sembrare forse strano: non mi sorprende l’atteggiamento del governo comunista cinese, che si comporta in modo consequenziale alla sua “ragione sociale” (e noi certamente abbiamo le nostre buone ragioni per ritenerla giusta o sbagliata). Ma loro proteggono come possono il loro sistema all’interno delle coordinate di pensiero e di azione che si sono dati. Ripeto: loro fanno quello che ci si può aspettare da loro, compreso seguire l’idea che la religione sia subordinata alla politica e ne serva i fini. Chi un poco conosce il mondo cinese, può sorprendersi di questo? Non credo. Un conto è esserne preoccupati, guardinghi, sospettosi, ma al momento attuale possiamo veramente sperare in un atteggiamento diverso?
Certo, non si può parlare di questo mondo come di un monolite, tutto uguale. Ma proprio la difficoltà nel penetrarlo confonde spesso l’analisi e rende la capacità di comprensione magmatica. Eppure nel modo in cui si comportano, a grandi linee, c’è molta coerenza: seguono semplicemente le regole che si sono dati.


Sradicamento
Il periodo imperiale Tang è considerato uno dei più fecondi per la poesia cinese. He Zhizhang (659-744) è stato uno dei poeti più conosciuti. Ormai anziano e dopo cinquant’anni, rientrò nel suo paese natale. Scrisse allora questa poesia, “Versi improvvisati tornando al paese”, in cui descrive le sue sensazioni:
“Giovane lasciai la casa,
Vecchio vi faccio ritorno,
Immutato è l’accento natio,
Ma i capelli si sono ormai diradati.
I bambini m’incontrano ma non mi conoscono,
Sorridendo, mi chiedono:
“Forestiero, da dove vieni?””.
Credo questa poesia ci introduca bene in un elemento importante del modo di essere cinese, questo senso identitario che tende ad escludere il diverso, e che forse viene come reazione ad un senso di sradicamento: C’è un’angoscia della non-appartenenza e il poeta la descrive nel suo riconoscere che, pur se il suo accento natio è immutato, i lunghi anni passati lontano lo rendono come un forestiero in patria.

Chiacchiere
Si parla del fatto che intervenire negli affari segreti di Cina e Vaticano è forse stato un bene, perché ha permesso di rompere le uova nel paniere ad alcuni che volevano portare avanti un discorso percepito da alcuni come non benefico per l’interesse della Chiesa Cattolica. Altri sostengono, e con ragione, che la strategia che si sta usando forse non fa il bene della Chiesa, dei cattolici cinesi e possibilmente (lo si creda o no) anche della Cina stessa.

Dice il saggio/3
“Il Maestro disse: «Su quelli che la moltitudine odia bisogna indagare, così come bisogna indagare su coloro che la moltitudine ama»”. Interessante questo pensiero che ci fa puntare l’attenzione non solo su coloro che sono additati dall’opinione pubblica come reprobi ma anche su coloro che invece sono esaltati dalla stessa. In tutti e due i casi, ci dice Confucio, è raccomandabile usare molta prudenza.

Cardinal Zen
Ho visto il Cardinal Zen qualche giorno fa a cena. Sta bene, sempre indomito e sagace. Devo dire che apprezzo molto di lui la sua onestà intellettuale, e anche soprattutto la sua semplicità. È una persona che si fa avvicinare con agio, e che gioisce della compagnia degli altri. Al ritorno dalla cena abbiamo preso il taxi insieme e ci siamo divertiti a ricordare alcuni salesiani che entrambi avevamo conosciuto nel passato, suoi confratelli. Abbiamo passato una bella serata.

Bibbia
Che cosa ha fatto il Beato Giovanni Allegra per la Chiesa cinese….La traduzione della Bibbia, il suo lavoro a Hong Kong, il suo apostolato fra i lebbrosi a Macao. Io credo ci vorrà qualcuno che sappia raccontare la grande epopea dei missionari, anche di quelli italiani.

Un settimanale, O Clarim
Il settimanale cattolico di Macao “O Clarim” festeggia 70 anni dalla sua fondazione. Non posso non parlarne, essendo collaboratore e corrispondente da Roma del settimanale da più di 3 anni. Conobbi il precedente direttore, padre Albino Bento Pais dei paolini, che lo diresse dal 1985 al 2014. L’attuale direttore, padre Jose Mario Mandia, sacerdote dell’Opus Dei, ha veramente portato il settimanale nel terzo millennio curandone altre due edizioni linguistiche (oltre alla originale portoghese, inglese e cinese) e spingendo per una maggiore interazione con i social media.  Devo a lui la mia collaborazione continuata e il supporto continuo durante questi anni in cui non sono mancate piccole e grandi difficoltà.
Curare un settimanale cattolico in un contesto che di fatto è politicamente nelle mani di uno Stato che si professa ateo, non deve essere semplice (e immagino che difficoltà simili, ma con sfumature diverse, avrà il Sunday Examiner di Hong Kong). Quindi, ci si augura che tutti coloro che collaborano a questa impresa abbiano sempre la forza e il coraggio per adempiere fedelmente alla loro missione.

Distanza dalla Cina
In un libro di Marco Del Corona sugli scrittori cinesi trovo questa frase: “Il luogo comune che vuole la Cina un Paese impossibile da conoscere va ridimensionato, forse negato: la Cina è un Paese che si conosce attraverso la distanza”. Forse è vero. Ci sono difficoltà se la Cina è vicina ma la si colloca nella sua dimensione meglio se si è distanti. Una lontananza non tanto geografica, quanto metafisica e spirituale. Bisogna sapersi allontanare per capire qualcosa,  e non farsi irretire da facili illusioni.

Il motto del giorno: Sinicizzare
Uno dei ritornelli con cui si ha a che fare quando si tratta con la Cina è quello della sinicizzazione. Tutto deve acquistare caratteristiche cinesi. Anche nei recenti documenti come il White Paper veniva ribadito questo concetto. Cosa significa? Purtroppo il significato che questo termine acquista in pratica è quello di rendere tutto controllabile dal centro. Sinicizzare vuol dire rendere impermeabile da influenze esterne, e controllabile dall’interno.



Marco Tosatti


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