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domenica 13 maggio 2018

Le ragioni di questo odio

Perché Satana ci odia così tanto?
Alla luce della Rivelazione è possibile indicare alcune principali verità che rendono ragione dell’odio e dell’azione disturbatrice e malefica dei demoni nei confronti dell’uomo.


Prima di affrontare, in un’ampia panoramica, il discorso sull’attività delle potenze malefiche per mezzo di quelle forme così distruttive e per altro così comunemente diffuse nella società odierna quali fattura, maleficio, malocchio, magia (bianca, nera, rossa, verde), vorremmo offrire alcuni articoli introduttivi che aiutino ad illuminare sia sul piano più teologico che su quello più esperienziale il grande mistero dell’odio di Satana nei confronti della creatura umana, che è la radice, la causa remota della sua azione disturbatrice e malefica e che, malauguratamente, miete un numero incalcolabile di vittime.
Alla domanda “perché Satana ci odia così tanto?”, risponde un noto esorcista marchigiano, don Raul Salvucci, che si è distinto anche per degli ottimi e agili libri da lui scritti per l’informazione e la formazione di tutti coloro che si trovano, loro malgrado, alle prese con il preternaturale mondo dell’occulto (1).

«Cercando le ragioni di questo odio [di Satana nei confronti dell’uomo, n.d.a.] attraverso la Rivelazione, che viene dalla Bibbia, possiamo vedere con chiarezza che le ragioni del comportamento dei demoni nel mondo sono fondamentalmente tre.
Prima ragione: invidia per la creazione dell’uomo. Nel momento in cui questa avvenne, gli spiriti del male esistevano già. La descrizione del primo uomo nel paradiso terrestre è a tutti nota: una creatura bellissima, fatta a immagine di Dio, ricca di ogni dono di grazia, posta in uno stupendo ambiente naturale messo a sua disposizione, con possibilità di comunicare familiarmente con Dio.
Nell’odio cieco della disperazione in cui gli angeli cattivi vivevano, dopo essere stati cacciati dalla felicità della visione di Dio, sentirono una bruciante invidia per queste nuove splendide creature che in un certo senso erano destinate a occupare il loro posto nella gloria di Dio. E fu proprio l’invidia il motivo fondamentale per il quale cercarono di rovinare l’uomo, tentandolo perché si ribellasse a Dio. Infatti la Bibbia afferma: “Dio ha creato l’uomo per l’immortalità: lo fece a immagine della propria natura. La morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo” (Sap 2,23-24).
Seconda ragione: rabbia, perché attraverso la Redenzione l’uomo è stato innalzato a una gloria maggiore.
Questa seconda ragione è di una immensa sublimità teologica e spirituale. Chiediamo allo Spirito di poterla intendere nella sua profondità. C’è un’affermazione di san Paolo nella prima Lettera ai Corinti che è sorprendente a questo riguardo: “Parliamo di una sapienza divina, misteriosa, che è rimasta nascosta, e che Dio ha preordinato prima dei secoli per la nostra gloria. Nessuno dei dominatori di questo mondo ha potuto conoscerla; se l’avessero conosciuta non avrebbero crocifisso il Signore della gloria” (1Cor 2,7-8). Sono due le affermazioni di questo testo:
- la salvezza per mezzo della croce di Cristo è avvenuta in seguito all’opera distruttrice di Satana e dei suoi seguaci;
- Satana, mentre architettava e portava a compimento l’uccisione di Cristo, non si rendeva minimamente conto della stupenda Redenzione a favore dell’uomo che, inconsapevolmente, stava operando. In quel momento era lo strumento incosciente del meraviglioso disegno del Padre, a favore di quella creatura umana che per secoli aveva colpito e sfregiato. Ho detto “meraviglioso disegno” del Padre: su queste parole facciamo subito un approfondimento. “Meraviglioso disegno” non sono propriamente parole mie: fino ai giorni del Vaticano II, i sacerdoti durante la Messa, al momento di mettere alcune gocce di acqua nel vino già versato nel calice, dicevano queste parole: «Dio, tu hai mirabilmente creato la dignità della natura umana e poi l’hai più mirabilmente riformata». L’espressione “più mirabilmente” indica che la restaurazione, operata da Gesù attraverso la sua opera di Redenzione, ha migliorato la bellezza e la grandezza dell’uomo rispetto ai giorni del paradiso terrestre; l’infinita Sapienza di Dio ha operato meraviglie servendosi della inconscia manovalanza di Satana [...].
Gesù, divenendo uomo, eleva tutto il genere umano a una vita e a una dignità incomprensibilmente alte. Dice san Leone Magno: “Attraverso l’ineffabile grazia di Cristo, abbiamo acquistato cose più grandi di quelle che avevamo perduto per invidia del diavolo” (Sermo Primus de Ascensione). La liturgia del Sabato Santo, nel canto dell’Exultet dice: “Davvero era necessario il peccato di Adamo, che è stato distrutto dalla morte di Cristo. Felice colpa che meritò di avere un così grande Redentore”. La preghiera della Messa della IV Domenica di Pasqua riconferma: “O Dio, che hai redento l’uomo e lo hai innalzato oltre l’antico splendore, guarda all’opera della tua misericordia”. La profonda radice teologica di questa realtà è molto bene espressa nelle espressioni di due grandi Padri della Chiesa. Scrive san Cipriano: “Ciò che l’uomo è, Cristo volle essere, affinché anche l’uomo potesse essere ciò che Dio è” (De Idolorum vanitate, cap. XI). Sant’Agostino esprime lo stesso concetto con maggiore efficacia: “Dio si è fatto uomo perché l’uomo diventasse Dio” (Sermo XIII de tempore) [...].
Il genere umano viene elevato a essere il Corpo di Cristo, come dice san Paolo: “Gesù è il capo del corpo, cioè della Chiesa, il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti” (Col 1,18). Ne consegue che il Padre estenderà lo stesso amore, che nutre per il Figlio, anche per le sue membra. Di questa altissima promozione dell’uomo Satana sa di essere stato causa e strumento e ne è irritatissimo. È questa la seconda e più forte ragione per cui ci odia.
Terza ragione: Satana è infuriato perché l’opera di Redenzione di Cristo ha segnato ormai un limite preciso al suo regno di odio: la fine dei tempi, la fine del mondo.
Satana, per quello che sappiamo, non conosce il futuro, non sa quanto è lontana l’ora della salvezza definitiva col ritorno glorioso di Cristo, ma sa che è stabilito. Vive nella disperazione bruciante di chi sa che il suo destino è segnato; ed è vicino il momento in cui sarà cacciato dal mondo di Dio e ricacciato nell’abisso. Ascoltiamo alcuni brani della Bibbia: dopo l’ingresso trionfale in Gerusalemme, nell’imminenza della sua Passione, Gesù, parlando alla folla, disse chiaramente che era giunta l’ora in cui il dominio di Satana stava per essere distrutto: la morte di Gesù stava per liberare gli uomini dalla sua tirannia: “Ora è il giudizio di questo mondo, ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori” (Gv 12,3). Durante l’Ultima Cena, parlando con i Discepoli, riconfermò che ormai per Satana non c’era più scampo: «Il principe di questo mondo è stato giudicato» (Gv 16,9). Del resto Satana l’aveva già intuito. Per bocca di due indemoniati incontrati nel paese dei Gadareni, i demoni protestano di non voler essere disturbati prima del tempo stabilito: “Nel paese dei Gadareni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro e cominciarono a gridare: Cosa abbiamo noi in comune con te, figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?” (Mt 8,28-29).
Dunque la possibilità di scaricare il suo odio sui figli di Dio, seminando morte, sofferenze, violenze, cattiverie, malattie, non è infinita: c’è un tempo già fissato in cui tutto ciò finirà. Anche se non si sa ancora quando sarà questa fine (lo sa solo il Padre, disse Gesù), lo spazio rimasto a Satana è pur sempre breve rispetto all’eternità. Nell’ultimo libro della Bibbia, troviamo queste parole di grande forza espressiva: “Il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo” (Ap 12,12). Si direbbe che è nervosissimo. È come un condannato a morte che sa di dover morire, ma non sa quando sarà eseguita la sentenza».

NOTA
1) Tratto da: Don Raul Salvucci, Cosa fare con questi diavoli? Indicazioni pastorali di un esorcista, Ancora, Milano 1992.


dal Numero 16 del 22 aprile 2018
di Fra Pietro Pio M. Pedalino

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