La nuova Sion (sul futuro della Chiesa)
Omnis qui recedit, et non permanet in doctrina Christi, Deum non habet (2 Gv 9). Veritas Domini manet in aeternum (Sal 116, 2).
«Chiunque indietreggia e non permane nell’insegnamento di Cristo, non ha Dio». Il rischio, per quei vescovi che giran come banderuole ad ogni cambio di papa e come tira il vento del pensiero dominante, è quello di perdere Dio stesso. Il trasformismo potrà pure servire a salvare una poltrona, ma non a salvare l’anima. Tanti di quelli che, fino a cinque anni fa, peroravano con fervore il ricupero di ragione e tradizione oggi si battono accanitamente a favore di galeotti migratori, adulteri ostinati e sodomiti impenitenti, oltre a coloro che già lo facevano (ma dietro le quinte, per non aver problemi) e che ora son venuti fuori: dopo quella del flash mob, il coming out è la nuova passione dell’episcopato? Neanche le prostitute son così prive di pudore… Per compiacere il capo, adesso non si inginocchiano più nemmeno davanti al Santissimo Sacramento esposto. Scusate: è lo sfogo di un amore ferito e deluso per quanti dovrebbero guidare la Chiesa.
A quanto pare, purtroppo, pecunia non olet, specie se proviene dalle tasche di un “filantropo” come Soros, il quale, vista in Europa la rapida ascesa di partiti sovranisti mandati al governo da popolazioni esasperate, nel momento cruciale della formazione del nuovo governo ha lanciato un messaggio astutamente conciliante circa l’euro e l’immigrazione, poi, con un’inaudita ingerenza, lo ha attaccato per un presunto finanziamento di Putin. Sarebbe interessante sapere piuttosto quanti presuli e politici italiani sono sul suo, di libro-paga. Si attendono sviluppi… magari una bella interdizione dall’Italia – dietro l’esempio della nativa Ungheria – nonché una sonora confisca in risarcimento della speculazione sulla lira che nel 1992 (con la complicità della buon’anima di Ciampi) ci portò a un passo dalla bancarotta. Se poi qualcuno non avesse ancora capito per chi effettivamente lavora la Chiesa povera per i poveri, lo chieda al cardinal Parolin, che proprio in questi giorni partecipa, a Torino, ai lavori del rockefelleriano Gruppo Bilderberg, mentre il suo principale, direttamente in Vaticano, riceve i vertici delle “sette sorelle” per provvedere con loro a clima, inquinamento e ambiente…
«Saggiami, Signore, e mettimi alla prova; bruciami le reni e il cuore. Poiché la tua misericordia è davanti ai miei occhi e ho posto il mio compiacimento nella tua verità. Non mi sono seduto con il vano conciliabolo e non entrerò con quanti compiono iniquità. Odio l’adunanza dei malvagi e con gli empi non sederò mai». Guardandoci bene dal montare in superbia per reazione alla deriva dei mercenari travestiti da pastori, dobbiamo anzitutto chiedere insistentemente a Dio di verificare la qualità del nostro zelo e di purificarci interiormente con il fuoco della Sua carità. Consapevoli del nostro bisogno permanente di perdono, teniamo fisso lo sguardo sulla Sua grazia, cercando gioia e sicurezza nella verità perenne del Suo insegnamento. Poi prendiamo le distanze una volta per tutte dalla rivoluzione conciliare e tagliamo i rapporti con quanti operano contro la santità della dottrina e della vita cristiane. Rigettiamo l’ignobile caricatura di Chiesa disegnata da questi traditori e teniamoci pronti a escluderli dalla comunione con noi in quanto eretici, rifiutandoci di frequentarne le chiese e di ricevere i Sacramenti da loro.
In quei pochi versetti c’è tutto un programma mirante a radicarci profondamente in Dio, cosa che si rivelerà ben presto indispensabile per poter resistere alla prova che stiamo per affrontare. Chiunque non accetti l’imposizione dell’omoeresia, osi reagire all’invasione pianificata o abbia qualcosa da obiettare alla svendita di cose sante ha già cominciato a subire gli effetti di una riedita inquisizione al contrario; bisogna quindi intensificare la ricerca di sacerdoti e religiosi di provata ortodossia per avere fin d’ora validi punti di riferimento. I cattivi Pastori si riconoscono subito dal modo in cui dissacrano la dignità dei battezzati considerandoli in modo puramente sociologico, la santità dello stato sacerdotale esercitandolo come una mera funzione di dirigenza e il carattere soprannaturale dei Sacramenti trattandoli come se ne fossero i padroni piuttosto che i ministri. Da questo snaturamento di ciò che è sacro, perché opera di Dio, discende tutto il resto dello scandaloso degrado della Chiesa militante, che è sotto occupazione ed è stata eclissata.
Noi formiamo ciò che resta della vera Sposa di Cristo, che sta per attraversare fiamme purificatrici per poter tornare a splendere e apparire infine come la nuova Sion, la Città di Dio in cui vige il Suo mirabile ordine, fondato sull’eterna Sua verità e regolato dalla Sua carità inesausta, la quale è ad un tempo misericordia infinita e suprema giustizia. A questa attesa e speranza si contrappone il falso messianismo sionista, che serve Lucifero e dal cui seno uscirà l’Anticristo. La prima fase di questo satanico e cabalistico progetto ha portato alla rinascita di Israele, il cui regime è puro terrorismo elevato a Stato e che tiene asservite a sé le potenze occidentali, a cominciare dagli Stati Uniti. La seconda prevede la riedificazione del tempio salomonico sulla spianata delle moschee, bagni di sangue a parte; con la coniatura di una medaglia in cui Trump e Ciro appaiono sovrapposti, certi rabbini la considerano ormai vicina, dopo il riconoscimento yankee di Gerusalemme capitale: sarà il luogo di culto centrale dell’unica religione mondiale, braccio spirituale del governo planetario unificato dalla finanza ebraica. Infine – terza tappa – comparirà l’uomo iniquo, che additerà se stesso come Dio fino a farsi adorare nel suddetto edificio (cf. 2 Ts 2, 3-4).
A più d’uno sembreranno fantasie deliranti. Eppure le potentissime – e ricchissime – organizzazioni religiose americane di stampo pentecostale e fondamentalista, accese sioniste al punto d’esser più realiste del re, considerano proprio la restaurazione del biblico tempio uno snodo essenziale per l’avvento del Regno di Dio. La loro mistica templare è in singolare consonanza con quella del giudaismo estremista, il quale, analogamente all’integralismo islamico, è tale soltanto agli occhi di analisti occidentali formattati dalle fole illuministiche: di fatto, esso è il risultato di un’applicazione letterale di certi passi dell’Antico Testamento, così come il suo fratellastro maomettano non è altro che una pedissequa attuazione del Corano. La differenza tra i due testi sta nel fatto che il primo, essendo ispirato da Dio, va interpretato sul piano spirituale, come di fatto è avvenuto nella Chiesa; il secondo è una mera composizione umana esprimente un’ideologia di conquista e sottomissione del mondo. I cosiddetti “moderati”, di conseguenza, sono semplicemente musulmani non praticanti, così come gli ebrei aperti e dialoganti non credono generalmente in nulla – se non, eventualmente, in sé stessi e nella propria presunta superiorità etnico-culturale.
Dietro la spaventosa decadenza della Chiesa Cattolica, come dietro il modernismo vecchio e nuovo, la rivoluzione conciliare e altre malattie mortali che ne sono la causa, c’è il giudaismo talmudico con i suoi banchieri, che ne mettono fedelmente in pratica i precetti allo scopo di chiudere i conti con il Galileo. Non è certo un caso che già sotto Giuliano l’Apostata iniziassero – ben presto interrotti – i lavori per la ricostruzione del tempio gerosolimitano o che, appena quindici anni dopo l’Egira, nascita ufficiale dell’Islam, la Città santa fosse sottratta ai cristiani e i giudei potessero rientrarvi dopo avervi già chiamato, poco tempo prima, i Sassanidi della Persia, che avevan raso al suolo il Santo Sepolcro e tutte le chiese, ad eccezione della Basilica della Natività. Le molteplici e instancabili trame con cui, lungo tutta la storia, hanno combattuto il nuovo Israele, vero erede delle promesse divine, hanno infine permesso loro sia di reimpadronirsi della Gerusalemme terrena che di occupare i vertici della Città di Dio.
Ancora una volta la loro vittoria sembra a portata di mano; ma Dio ha altri progetti – e la Sua verità rimane in eterno. Anch’essi si convertiranno a Cristo (cf. Rm 11, 1-32): dapprima i comuni cittadini di Israele (che con i palestinesi sono le vittime più dirette dei sionisti, costretti come sono a vivere nell’incubo di uno stato d’assedio permanente), poi gli ebrei sparsi nel mondo (quando finalmente si renderanno conto di aver sostenuto un mostro politico-economico). Infine potranno salvarsi anche capi, speculatori e banchieri, se riconosceranno di essersi messi al servizio di uno sconfitto e di star per essere con lui risucchiati nell’abisso, dove esser puniti in eterno in proporzione dei loro misfatti. Se son davvero intelligenti, la smettano di correre al massacro e riconoscano una buona volta da che parte sta il vincitore: la nostra, ovviamente – se il Signore ci conserva umili e operosi come la Madre immacolata.
Proba me, Domine, et tenta me; ure renes meos et cor meum. Quoniam misericordia tua ante oculos meos est, et complacui in veritate tua. Non sedi cum concilio vanitatis, et cum iniqua gerentibus non introibo. Odivi ecclesiam malignantium, et cum impiis non sedebo (Sal 25, 2-5).
Pubblicato da Elia
http://lascuredielia.blogspot.com/2018/06/la-nuova-sion-sulfuturo-della-chiesa.html
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