POLONIA, AMORIS LAETITIA. COME E PERCHÉ PAROLIN HA PREMUTO SUI VESCOVI POLACCHI PER AMMORBIDIRLI.
Qualche settimana fa, su La Nuova Bussola Quotidiana, raccontavo di come i vescovi polacchi avessero finalmente varato un documento pastorale di interpretazione e lettura della discussa e discutibile esortazione post-sinodale Amoris Laetitia.
Scrivevo: I vescovi polacchi hanno lavorato per circa sette mesi a un documento pastorale che tenesse conto dell’esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia. Il testo è stato reso noto ieri mattina, con il titolo Indicazioni pastorali alla luce dell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia. Il nodo, come era prevedibile, era quello dell’ammissione ai sacramenti dei divorziati risposati, contenuto nelle famose “noticine” a piè di pagina del capitolo VIII. Alcune conferenze episcopali – quella tedesca, quella argentina – si sono affrettate a darne interpretazioni le più ampie possibili, creando polemiche che non si sono ancora assopite, anche in mancanza di una chiara risposta da parte del Pontefice a tutte le sollecitazioni ricevute a ogni livello in questi anni. Dalla lettura del documento emergono diversi punti di interesse, e un’assenza: non vi si parla di ammissione dei divorziati risposati, la cui prima unione è ancora valida, ai sacramenti. Una prima bozza di lavoro, nell’ottobre dell’anno scorso, era però molto categorica.
In essa si parlava de:«I cattolici dopo la disintegrazione di un matrimonio sacramentale che vivono insieme senza una regolazione legale oppure in una nuova unione civile». Il N. 44 del testo affermava:“Dopo la disintegrazione di un matrimonio sacramentale può sorgere un trauma all’istituzione del matrimonio. Succede che gli individui, avendo sperimentato il dramma della disintegrazione del matrimonio, abbiano intrapreso una nuova relazione informale. Alcuni hanno impegnato nuovi impegni attraverso il matrimonio civile. In entrambi i casi, attraverso la vita more uxorio, si trovano in una situazione irregolare che impedisce loro di ricevere l’assoluzione e di ricevere la Santa Comunione. Tuttavia, si dovrebbe ricordare la pratica della Chiesa, con la quale, la riconciliazione nel sacramento della penitenza – che aprirebbe la strada al sacramento eucaristico – può essere accordata solo a quelli che, pentiti di aver violato il segno dell’Alleanza e della fedeltà a Cristo, sono sinceramente disposti ad una forma di vita non più in contraddizione con l’indissolubilità del matrimonio. Ciò comporta, in concreto, che quando l’uomo e la donna, per seri motivi – quali, ad esempio, l’educazione dei figli – non possono soddisfare l’obbligo della separazione, ‘assumono l’impegno di vivere in piena continenza, cioè di astenersi dagli atti propri dei coniugi’”.
Nel testo pubblicato ieri nel sito della Conferenza Episcopale Polacca e approvato dall’Assemblea Generale di venerdì scorso si insiste molto sui criteri pastorali dell’accoglienza, dell’accompagnamento, del discernimento e dell’integrazione. Ma il comunicato stampa di accompagnamento dice: “Il testo non contempla la questione di accostamento al sacramento dell’Eucaristia delle persone in unioni non sacramentali”.
Uno spostamento di sicuro c’è stato, da quel primo testo, che ribadiva con tanta forza il magistero di San Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, e sembrava non voler tenere conto delle furbe noticine infilate a piè di pagina dal Pontefice regnante. Che cosa era successo? Ce lo ha rivelato ieri il sito LaFedeQuotidiana. Ecco che cosa scrive:
Siamo in grado di svelare, in esclusiva, i retroscena ed i motivi che hanno portato la Kep ( la Conferenza Episcopale della Polonia) a redigere un nuovo documento interpretativo di Amoris Laetitia molto diverso dalla bozza – schema apparsa sui giornali lo scorso autunno, bozza che non era stata affatto gradita in Vaticano.
Che cosa è accaduto in questi mesi di laborioso silenzio una volta trapelato il testo autunnale, molto restrittivo e fermo nel dire di no alla comunione per il divorziato risposato civilmente? Verso i vescovi polacchi è partito un forte pressing da Roma. Ottime ed attendibili fonti sulla riva della Vistola ci dicono che si sia mosso proprio il Segretario di Stato cardinale Piero Parolin con messaggi di questo genere rivolti ai vescovi polacchi: ” Davvero volete rompere l’ unità col Papa, ve ne rendete conto?” A tutto questo si è aggiunta un’ incessante opera di convincimento del Nunzio Apostolico a Varsavia Monsignor Salvatore Pennacchio, presente alle plenarie della Kep e molto attivo nel contattare i vescovi meno disponibili al cambio.
Non a caso, verso la Chiesa polacca sono arrivati recentemente segni di apertura sotto forma di nomine di prestigio, per esempio una elevazione cardinalizia e quella pesante di Monsignor Hoser a Medjugorje: un caso? A volte si è sfiorata la rottura, ma alla fine i vescovi polacchi hanno scelto la via della obbedienza, formalmente all’unanimità, ma con molti mal di pancia. Mal di pancia che restano nel clero di base, specie nelle campagne e nella potente Radiomarija che non ha gradito, alla pari di Nasz Dziennik.
Un vescovo polacco ci ha rivelato che l’approvazione del documento, senza l’indicazione della interpretazione del capitolo 8, è stata fatta per evitare il bis di quanto avvenuto in Germania per la intercomunione. Ma molti ordinari continuano a nutrire dubbi e perplessità soprattutto sui concetti di accompagnare, discernere, integrare che reputano scatole vuote, perché è impossibile per loro andare contro la dottrina dei sacramenti. Sempre le nostre fonti rivelano che qualche vescovo ha usato questa espressione per giustificare l’ approvazione: ” Meglio non buttare olio sul fuoco”. E così, seguendo i ” suggerimenti” di Roma ,il nuovo documento, depurato dalle parti poco… misericordiose, è stato affidato per la redazione a Monsignor Wiktor Skworc, ordinario di Katowice, molto apprezzato da Bergoglio, e al suo gruppo di lavoro. Per la cronaca, Monsignor Skworc si è ultimamente messo in luce per aver allontanato, senza motivo, il direttore del giornale diocesano Goscniedzielny, allineato su posizioni più tradizionaliste. Da quel momento, il giornale ha perso molte vendite ed è in crisi.
Bruno Volpe
Marco Tosatti
http://www.marcotosatti.com/2018/06/30/polonia-amoris-laetitia-come-e-perche-parolin-ha-premuto-sui-vescovi-polacchi-per-ammorbidirli/
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