ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 28 luglio 2018

Non tutti, ma più di uno..

UN PRETE SCRIVE A FAMIGLIA CRISTIANA (e non è il solo)



La Carità da virtù teologale si è trasformata in sentimentalismo peloso, che in bocca a molti ecclesiastici o cristiani alla moda si è ulteriormente trasformata in qualcosa di così venefico che non ha timore di attaccare per puro spirito ideologico forme o anche istituzioni, in questo caso politiche considerandole il male assoluto. Tanto forte è in me l’indignazione e lo scandalo per quello che in queste settimane sta accadendo nella nostra amata Patria che Cristo a scelto come sua sede che ho paura di non trovare le parole giuste per esprimere le turbolenze interiori che passivamente sto subendo.  Mai nella storia della Chiesa si era visto cotanto astio, livore  e odio nei confronti di un governante, nella fattispecie nella persona del ministro dell’interno l’Onorevole Salvini, sembra una Chiesa che da Madre è divenuta matrigna, uno spettacolo vergognoso e squallido nonché tanto imprudente da mettere in pericolo i suoi  stessi  figli. Mai in duemila anni la gerarchia, ufficialmente, tanto si era esposta come in questi ultimi mesi tramite la CEI coi suoi proclami altisonanti fatti di slogan vecchi odoranti di muffa anni ’70, giornali un tempo cristiani ora marxisti e riviste non più ortodosse ma eterodosse e sfacciatamente comuniste. Per quello che so, i cristiani sono sempre stati considerati ottimi cittadini, anche durante le persecuzioni romane, l’unica loro colpa era quella di non voler bruciare l’incenso al Pantheon e non considerare l’Imperatore il figlio di Giove ma mai vennero accusati di sedizione contro lo stato o terrorismo, anzi, condotti al martirio pregavano per i loro governanti e chiedevano al buon Dio la loro conversione, poiché non era per loro quello il male ma al contrario essi li amavano poiché anche per loro Cristo si era immolato su una Croce e anche per loro aveva versato il Suo Preziosissimo Sangue e anche per loro, quindi, era stato aperto il Paradiso, la loro Anima era preziosa come qualunque altra e proprio per questo non doveva meritare l’inferno. Ora sembra che le Anime contino poco, ora conta di più piacere al mondo che a Dio, questo mondo vecchio come il diavolo, che come il diavolo ha sempre voluto escludere il Re dell’Universo, una Chiesa che fa politica violenta, che sa tanto di ONG alla salvezza dei poveri negri con una squallida nave sgangherata piuttosto che salvatrice delle povere anime con la sua Nave gloriosa di cui il nocchiere è Gesù Cristo nostro Signore.
Come Sacerdote mi vergogno pesantemente nel vedere nella Rivista “Famiglia Cristiana” un’immagine di un ministro  voluto democraticamente da un popolo sovrano con sotto scritto vade retro Salvini e la siluette di un Papa che vi offre un esorcismo, un esorcismo di massa che spetterebbe più ai reverendi presuli; presuli che dicono di reagire ai toni aggressivi di Sua Eccellenza il Ministro degli interni, a dir loro malvagio come il diavolo, sbandierando al contempo un fanta vangelo che di cristiano non ha proprio nulla se non il prefisso, infischiandosene di quello che al contrario, i confratelli africani dicono, che questi giovani che disperati partono per l’Italia vanno al contrario trattenuti nella loro terra e aiutati in loco per favorire quelle nazioni che altrimenti si impoverirebbero ancora di più depauperate della forza di braccia e cervelli giovani che tanto potrebbero far del bene nel loro paese. Perché non ascoltano loro? Perché ascoltano il grido delle Pampas e non di chi, quella cruda realtà, la sta vivendo sulla pelle? Veri Presuli coraggiosi che rischiano la vita tutti i giorni per il nostro Re e non prezzolati strapagati che fingono la povertà nei loro vecchi palazzi cinquecenteschi  e che parlano di Gesù Cristo solo quando gli conviene. Dove erano quando in Italia il parlamento favoriva le unioni omosessuali? Dove erano quando il parlamento votava per il testamento di fine vita? E ancora prima quando  entrò in vigore la legge omicida dell’aborto o quella del divorzio? Dove erano? Erano ospiti in qualche talk show non a difendere i diritti di Dio ma al contrario omettendo gravissimamente la verità e cioè che queste leggi così perfide sono state volute da satana stesso, lui si male assoluto, che vuole la nostra distruzione e vederci con la nostra anima bruciare eternamente nel suo regno infernale, al contrario zelantissimi nel dimostrare di quanto la chiesa fosse evoluta e in dialogo coi tempi moderni, perché il concilio voleva il dialogo e non la condanna e ora perché condannano? Con quale faccia lo fanno? Hanno forse degli interrassi di bottega? Vogliono leziosamente conteggiare il loro capo che non è, sicuramente, Dio Padre? Ci guadagnano?
Stanno montando una rabbia nel popolo sempre più crescente, io stesso, poco tempo fa, sono stato insultato in una piazza del centro storico del mio paese; così mi dissero “voi preti ci state facendo invadere, è colpa vostra, schifosi!” ecco i risultati, complimenti alla gerarchia italiana, ecco cosa hanno ottenuto odio e frustrazione in un popolo che fino a qualche decennio fa era al contrario  più che devoto. Ci siamo spogliati della Sacra Veste, ci siamo spogliati della Sacralità, ci siamo fatti borghesi e non parliamo più dei cari Novissimi, quando ci si mondanizza il mondo chiede il conto e il suo conto è salato poiché vuole il sangue. Un popolo stanco è una mandria impazzita che qualora si muovesse schiaccerebbe tutto e tutti.
Mi permetto di concludere  con dei punti del catechismo maggiore particolarmente utili a comprendere il mistero del male, il vero male che non è l’immigrazione o la simpatia o antipatia verso un politico:
  1. Dobbiamo sempre riconoscere la volontà di Dio nelle cose prospere od avverse della vita? Nelle cose sia prospere che avverse della vita presente dobbiamo sempre riconoscere anche la volontà di Dio, il quale tutto dispone o permette per il nostro bene.
  2. Che cosa chiediamo nella settima domanda (del Pater, ndR): ma liberaci dal male? Nella settima domanda, ma liberaci dal male, chiediamo a Dio, che ci liberi dai mali passati,presenti e futuri, e specialmente dal sommo male che è il peccato e dall’eterna dannazione, che ne è la pena.
  3. Perché diciamo: liberaci dal male e non dai mali? Diciamo: liberaci dal male e non dai mali, perché non dobbiamo desiderare di andare esenti da tutti i mali di questa vita, ma solamente da quelli, che non sono espedienti all’anima nostra, e perciò domandiamo la liberazione dal male in genere, cioè da tutto ciò che Dio vede essere per noi male.
  4. Non è lecito domandare la liberazione da qualche male in particolare, per esempio da una malattia? Si, è lecito domandare la liberazione da qualche male in particolare, ma sempre rimettendoci alla volontà di Dio, il quale può anche ordinare quella tribolazione a vantaggio dell’anima nostra.
  5. A che cosa ci giovano le tribolazioni che Dio ci manda? Le tribolazioni ci giovano per fare penitenza delle nostre colpe, per esercitare le virtù, e soprattutto per imitare Gesù cristo nostro capo, al quale è giusto che ci conformiamo nei patimenti, se vogliamo aver parte nella sua gloria.
Cari Vescovi,Religiosi e confratelli Sacerdoti così si esprime la Chiesa e non come fate voi con slogan vergognosamente scandalosi e carichi di odio conto la verità e il bene delle anime. Prego per voi. Che Dio abbia misericordia di tutti noi Sacerdoti quando il castigo ci travolgerà.
Firmato

LA COPERTINA DI F.C.  HA SUSCITATO UNA VERA TEMPESTA DEI LETTORI  CRISTIANI

QUESTI SONO I COMMENTI APPARSI A CALDO SULLA STESSA PAGINA FB DI FAMIGLIA CRISTIANA

-Mario M: ” Quando il Pd promuoveva matrimoni omosessuali, eutanasia, liberalizzazione delle droghe, affidamento di bambini a coppie omosessuali, abolizione della legge 40, nessuno di voi ha mai paragonato un politico a Satana.. Invece ora che vi stanno togliendo il business dei migranti.. Il fumo quello vero di Satana esce fuori dalla vostra redazione…”
-Giulio B.” >>> Mi avevano detto di questa cosa, ma non potevo credere che persone intelligenti potessero scrivere cose così incredibilmente stupide… Invece è vero… >>> Comparare Matteo Salvini a Satana solo perché si oppone alla tratta di esseri umani (cosa che è talmente evidente che è conosciuta persino da persone anziane) e sulla pelle del popolo italiano, alla luce del fatto che Salvini si batte per il ripristino dei crocefissi, mentre il falso profeta non dice una parola sui massacri dei cristiani, ed un falso vescovo vuole trasformare le chiese in moschee (!!!), un prete oggi era nudo con una bambina di dieci anni, conferma che voi siete i farisei, voi siete i commercianti nel Tempio che Gesù scaccerebbe all’istante!
Vergognatevi! >>> Questa NON è la Chiesa di Gesù”
-Chiara N.T. “Anche famiglia cristiana ha una visuale personale del vangelo! Infatti Gesù dice di non giudicare per non essere giudicati! Quindi se anche il Papa dice:” Chi sono io per giudicare…” a maggior ragione chi siete voi per giudicare Salvini come in demonio? Quanta arroganza!!”
-Armando T. ” Da Cattolico vi dico VERGOGNATEVI per questa copertina e per le parole che avete usato !!
La gente normale, credente e che va a Messa dà ragione a Salvini che ricorda che nel Catechismo c’è scritto “Accogliere nel limite del possibile.”
-Isabella C. “E come mai quando hanno tolto i crocifissi non avete aperto bocca? E come mai quando hanno permesso le unioni civili non avete aperto bocca? E come mai non dite una parola sui Gay Pride? E come mai non parlate dei 150 preti del Nicaragua e dellle suore dell’ orfanotrofio?.. Eh…… E come mai?????? E poi Salvini sarebbe Satana?…… Menomale che anche su questo noi persone di FEDE abbiamo aperto gli occhi!!!!”
-Giuseppe R. “Che belli peccato che per i politici che vogliono adozioni gay matrimoni gay introduzione gender negli asili o quelli che vogliono abolire l’obiezione di coscienza per gli aborti ,non avete messo nessuno di quelli in prima pagina con il vade retro Satana …
La chiesa amica della Bonino o amici degli scafisti dove la chiesa guadagna 1 miliardo per l’immigrazione ,non è la mia chiesa !!”
-Luigi G. D.” Una copertina ai gay pride? Una ai matrimoni gay ai figli comprati come se fossero cagnolini da coppie dello stesso sesso? Ma per caso Dio ha cambiato idea sull’unione uomo donna,sulla famiglia? Voi siete un giornalaccio da quattro soldi sostenuto e schiavizzato dalla sinistra e state contribuendo ad allontanare il popolo dalla chiesa,fate una copertina su I migliaia di cristiani trucidati in nigeria e chiese date al fuoco,Le ONG in grecia a portare soccorso non ci sono…nessuno le paga se rientrano senza I finti profughi…giusto! E quelli che lavorano nei centri di “accoglienza” x le coop domani metteranno le maglie rosse o I perizoma rossi?🤔
-Gianfranco P. “La copertina si è rivelata un boomerang … la quasi totalità dei commenti inneggia a Salvini … avete rivelato e confermato la profondità del consenso si cui gode tra i Cattolici italiani …
Avete fatto una figuraccia … ammettetelo …”
ILRESTO SU:



https://www.maurizioblondet.it/un-prete-scrive-a-famiglia-cristiana-e-non-e-il-solo/

Salvini, il vescovo scarica Famiglia Cristiana: "Non è voce della Chiesa"

Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia, si discosta dalla copertina di Famiglia Cristiana contro Matteo Salvini

C'è un vescovo che non condivide la posizione di Famiglia Cristiana. Anzi, che non nasconde una "certa simpatia" Matteo Salvini anche se, come ovvio, non ne condivide tutte le posizioni.
La copertina di Famiglia Cristiana contro Matteo Salvini
Adriano Tessarollo, vescovo di Chioggia, nei giorni della polemica sul "vade retro Salvini" della rivista, si era lasciato andare ad un commento che non aveva lasciato spazio all'immaginazione. Ed era una netta presa di posizione contro la redazione. "Ritengo stupido - aveva scritto - identificare Famiglia cristiana con tutti i preti. Smettiamola con questa mentalità 'collettivizzante'... I giudizi generalizzanti di categoria sono la cosa più malevola e offensiva che uno possa fare".
In una intervista al Corriere (rilanciata su Fb dallo stesso ministro dell'Interno), il vescovo ribadisce il concetto. "Famiglia Cristiana è una rivista - dice - che ha la sua redazione; che all’interno della storia cattolica ha un suo spazio, ma non è la voce della Chiesa nella sua interezza". Insomma: non parli per tutti i cristiani. I quali, è inevitabile, in qalche misura avranno pure votato per la Lega. Perché sebbene il voto dato a Salvini potrà anche essere "di pancia", magari soffia su sentimenti di chiusura, ma - continua il prelato - "non è detto che sia irrazionale. Allora bisogna chiedersi: cosa dobbiamo fare per riportare serenità tra le persone e nei ragionamenti. Quella copertina, insomma, "Io non l’avrei fatta così. Cosa si voleva sottolineare?".
Sulla questione immigrazione, Tessarollo si discosta dall'apertura indiscriminata delle frontiere. "Si deve intanto cercare di far avere loro diritti e dignità nelle terre d’origine - spiega - Poi, certamente, bisogna accogliere, ma una volta accolto va data la possibilità di un lavoro dignitoso, di una casa, di poter pensare a una vita dignitosa. Non ci dimenticheremo certo di chi è in situazione di gravità, non ci gireremo di fronte a chi deve essere salvato dalle acque, daremo la nostra mano, ma è solo il primo passo. Rimane tutto il resto, che è il di più". E cioè, non è possibile "tenere le persone in queste circostanze (nei centri di accoglienza, ndr) per due, tre anni. Così le si espone a disprezzo e ostilità, anche perché quelle condizioni espongono al rischio di cercare espedienti: spaccio, furti...".
Claudio Cartaldo 
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/salvini-vescovo-scarica-famiglia-cristiana-non-voce-chiesa-1559224.html



Quando l’Italia era ancora un pochino seria, l’estate si accompagnava a tormentoni che ricordiamo tutti volentieri. “Sia-a-mo i Watussi” (che Edoardo Vianello poteva chiamare impunemente “altissimi negri”), “Guarda come dondolo”, “Stessa spiaggia, steso mare”, “Sapore di sale”, “Una rotonda sul mare”, “Ho scritto t’amo sulla sabbia”, “Azzurro”, “Lisa dagli occhi blu”, “Gioca jouer”, Vamos a la playa”, “L’estate sta finendo”, “Sei un mito”, “Sotto questo sole”, “Un’estate al mare”, “Centro di gravità permanente”, “Macarena”… L’elenco è volutamente lungo per dimostrare che, insomma, il nostro è stato un Paese in cui le intelligenze sfornavano cose serie anche a ferragosto. Oggi, con il decadimento dei tempi, dei costumi e della concentrazione di neuroni, tocca prendere quello che passa il convento, per la precisione il convento paolino che edita “Famiglia Cristiana”. Il “Vade retro Salvini” esibito in copertina dal settimanale che fu del beato Giacomo Alberione sarà il nostro tormentone estivo. “Riscossa Cristiana”, che “Cristiana” lo è veramente e quindi sa ridere, se lo porterà dietro fino ad agosto con una serie di articoli un po’ seri e un po’ faceti dei suoi redattori e dei suoi collaboratori. Dimenticavamo, uno dei tormentoni più celebri è stato “Fin che la barca va”. Cantava Orietta Berti ed era il 1970. Ora, invece, la Barca pare proprio che non vada più. Buona estate.
 Famiglia Cristiana indossa finalmente la maglietta rossa, anche se sotto le spoglie di una copertina arancione.
In un riquadro c’è la faccia di Salvini, con la sagoma di una mano alto-prelatizia che gli impone una specie di esorcismo, svelando così a tutti la sua satanica cattiveria.
Non è una questione ideologica o di schieramento politico, si tratta di riaffermare «il pensiero della Chiesa», che «è quello della parabola del Buon samaritano. La logica del cristianesimo è quella di prendersi cura».[1]
Sì, ma la vostra è la logica del prendersi cura di tutto il mondo, tranne di chi vi sta vicino. Il tipico vizio della sinistra: amare l’universo e odiare il proprio vicino di casa. Il buon samaritano non sarebbe stato tale, se per aiutare il poveretto avesse lasciato consapevolmente invadere la sua casa, rapinarla, violentare la moglie e malmenare i figli.
Ma quale pensiero della Chiesa, è la solita deformazione ideologica, altroché. Fa strano dirlo, ma quando si parla di immigrazione e diversi altri argomenti siamo arrivati al punto che ci sono più tracce di cattolicesimo in Salvini che in buona parte del clero di questo periodo storico. Periodo in cui le cose, così come le persone, sono spesso invertite.
Volete i clandestini, compresi delinquenti, stupratori, assassini, parassiti, micro-criminali e macro-mantenuti? Migliaia, milioni di Bello Figo che cantano (e praticano) “Non pago affitto” e “un sacco di f…e bianche saranno s…e”, il wi-fi e tutto il resto perché gli italiani sono un po’ tonti e si lasciano invadere stendendo il tappeto ovviamente rosso? Va bene, avete vinto per sfinimento, facciamoli venire tutti; ma ad una condizione: per ogni immigrato che dall’Africa sbarca in Italia, un italiano di quelli con la maglietta rossa deve sbarcare in Africa definitivamente, lasciandogli così libero il posto.
Lo so, sarebbe una perdita incalcolabile in termini di fuga di cervelli, ma in compenso sapete quante braccia in più, giovani e forti, che si possono adoperare per lavori veramente utili?
Per agevolare lo scambio inizio ad abbozzare una lista con i primi nomi che vengono in mente. Partiamo sicuramente da Saviano, compresa la sua cultura, il suo ego e la sua scorta (così risparmiamo ulteriormente); poi a ruota seguono Gad Lerner, che sarà felicissimo di poter lasciare il suo Rolex allo scafista per pagarsi il viaggio, Fabio Fazio, per il quale è già pronta la trasmissione “Che tempo che fa: umido, con tutta ‘sta saliva!”. Visto che i governi cambiano, ma il regime, almeno per ora, è sempre lo stesso, altri intellettuali ad esso organici: Sandro Veronesi, Zagrebelsky, Serra, Scalfari, Marzano…
E i politici dove vogliamo metterli? Su una barca anche loro, ovviamente. Ad esempio quella di D’Alema. Che sia a noleggio, in comproprietà, o tramite una società di comodo poco importa, potrebbe per una volta rendersi utile al paese organizzando un servizio di navetta tra le due sponde del Mediterraneo: l’andata coi bianchi, il ritorno coi negri.
I primissimi viaggi dovrebbero essere riservati, in segno di riconoscimento per il lavoro svolto, ai pezzi grossi che tanto hanno dato al paese in questi ultimi anni: sicuramente tutti i premier dal colpo di stato del 2011 in poi: Monti, a cui un po’ di mare e di sole farebbero di certo bene, quasi quanto a noi la sua assenza. A lui affiderei anche una richiesta personale: porti con sé il suo Enrico Zanetti. Lo so che non conta nulla oggi come allora, ma quanto gli gioverebbe!
Letta, che comunque in Italia non ci vuole proprio stare, sarebbe destinato alle ex colonie francesi, dove eserciterebbe con sicura competenza il ruolo di portavoce di Monsieur le Président, il quale è creatura di Jacques Attali, il quale è notorio “figlio di buona banca”.
Renzi, vista la sua dimestichezza con l’inglese, potrebbe essere trasferito in una ex conquista di Sua Maestà, preferibilmente il Sudafrica, che ha il non trascurabile pregio di essere il posto del continente più lontano dall’Italia. Il talento da intrattenitore televisivo non gli manca, anzi, se si volesse portare appresso pure la De Filippi siamo certi che la conduzione di una trasmissione per sottosviluppati non gliela negherà nessuno.
Poi il suo successore, il conte Gentiloni Silveri, sempre che qualcuno riesca a trovarlo. Già non si vedeva quando era capo del governo…
Comunque andrebbe con loro tutto il codazzo di ministri e sottoministri che si tanto sono spesi ai nostri danni: Boschi, Padoan, Poletti, Del Rio, Franceschini, Lorenzin, eccetera.
Ma ci vorremmo mettere anche quella volpe che nel 2011 si fece soffiare il posto, occupato com’era in cene eleganti ed in eruzioni artificiali (leggete bene, è una ‘u’). Del resto chi, tra l’essere a capo di un governo e a capo di un bordello non avrebbe dato più importanza a quest’ultimo? Lo aspettano in Guinea-Bissau, dove la poligamia è un dovere, e sono le mogli a mantenere il marito. Alla faccia di Veronica.
E il suo ex alleato nonché noto filibustiere monegasco? No, quello deve stare in Italia, almeno fino a che la giustizia non avrà fatto il suo corso.
Avrei qualche dubbio su Angelino. È vero, ha fatto tanti danni, ma in fondo ha capito che era ora di scomparire. O forse ha avuto sentore che non lo avrebbe più votato nemmeno sua zia.
Casini al contrario non ha ancora capito, quindi com’è saltato dalle braccia di Silvio a quelle del PD, il balzo dall’Europa all’Africa per lui sarà un gioco da ragazzi. Un barcone di vecchi e nuovi ex-democristiani bisognerà prevederlo.
Ma torniamo alle magliette rosse, reali o ideali che siano.
Non potrà mancare al trasferimento Veltroni. Lui che in tempi non sospetti espresse il desiderio di lasciare la politica per l’Africa potrebbe finalmente coronare il suo sogno (e soprattutto il nostro), visto che l’ultima volta che ci ha provato ha sbagliato aereo ed è finito a Manhattan a comprare un appartamento per la figlia. Che sbadato.
Non sarebbe giusto nemmeno dimenticare il professor Prodi. Parafrasando una delle sue “profetiche” trovate, sarebbe impagabile potergli sussurrare all’orecchio:
Professore, le do una dritta: lo sa che in Africa si lavora un giorno di meno e si guadagna come se si lavorasse una settimana in più?
Come non mi crede? Neanche noi le credevamo ma ci ha voluti portare nell’Euro lo stesso, quindi prego, si accomodi fin che c’è posto.
Con Prodi, a mo’ di perpetue di bordo, ci starebbero molto bene Rosi Bindi e la Camusso.
Uno dei viaggi dovrà essere dedicato a Cirinnà & Friends: Vladimiro Guadagno, Paola Concia, Ivan Scalfarotto, Nicola Vendola, Valeria Fedeli, Stefania Giannini, Elsa Fornero… insomma tutti quelli che ancora non hanno capito come si concepiscono i bambini. Qua non ci siamo riusciti, l’Africa è il continente ideale per riprendere contatto con la natura.
Per terminare il giro dei politici, con un pedalò da cinque posti capitanato dalla Boldrini potremmo liberarci dei Liberi e Uguali (e fuori dai piedi), mentre per i radicali sarà sufficiente una canoa trainabile che possa ospitare Bonino, Cappato e Bordin. Ma dovrà essere molto robusta, direi blindata, perché questi sono pochi ma fanno un gran casino.
Una barchetta dovrebbe essere allestita all’uopo per la redazione di Famiglia Cristiana: Luciano Regolo, Don Sciortino, Rizzolo, che saranno ben felici di sacrificarsi e partire per le missioni per fondare Famiglia Africana dalle parti del Congo, esercitando il dialogo e l’accoglienza, magari nei confronti delle tribù di cannibali ivi stanziate. Nello stesso viaggio potremmo imbarcare altresì buona parte dei giornalisti di Sovvertire, a partire da Tarquinio e Moia. Quest’ultimo potrà così cantare i miracoli di Amoris Laetitia alle tribù africane, che forse ci crederanno.
Ma perché limitarsi, in fondo le direttive storte arrivano da ben oltre. Chi non vorrebbe vedere salpare un gommone con dentro Galantino, Spadaro, Bassetti, solo per dirne alcuni?
Tra i cardinaloni non potranno essere assenti all’imbarco Ravasi, Bertone, Nosiglia, Marx, Kasper, Schönborn, per non parlare di Maradiaga. Buona parte dei padri sinodali sarebbero da impacchettare, spedire, e arrivederci. Molti non sono italiani, ma siamo generosi e li spediamo in Africa lo stesso; anche gli altri paesi, Germania in primis, devono dare il loro contributo.
Con quest’ultima categoria, ovvero gli alti chierici, si prospetta però un problema: non si è trovato finora nessuno scafista, neanche il più scafato, che abbia il coraggio di imbarcarsi con elementi simili: c’è chi teme di essere borseggiato dell’incasso della trasferta, ma questo è il meno. Altri temono che vista la gran perizia con cui si stanno applicando per affondare la barca di Pietro, non si limitino alle metafore e possano far colare a picco in men che non si dica anche il barcone una volta in alto mare. Altri ancora, i più sospettosi, ma forse i più scaltri, temono cose che non si possono nemmeno riferire.
Potrà sembrare a prima vista che ce l’abbia con l’Africa. Cos’ha fatto di male il continente nero per spedire là tutte queste disgrazie? Niente, è solo per una questione di rarefazione del danno.
Sono tanti, ma essendoci nel continente africano grande spazio, sarebbero molto più diluiti. Come il veleno, se lo disperdi in una gran quantità di liquido neutro, diventa innocuo.
[1]http://www.famigliacristiana.it/articolo/migranti-vade-retro-salvini-la-chiesa-reagisce-ai-toni-sprezzanti.aspx
– di Marco Manfredini

VADE RETRO SALVINI: 'FAMIGLIA (COSIDDETTA) CRISTIANA' INCITA ALL'ODIO
Il delirio cattofluido – quello che innalza muri, divide le comunità e svuota le chiese – non dà tregua. Stamattina in edicola l’ultimo numero di un settimanale già fiorente, oggi disastrato e ridotto – per raccattare qualche lettore nei centri sociali – a istigare fin dalla copertina all’odio contro Matteo Salvini e i molti cattolici che lo appoggiano.  ‘Famiglia (cosiddetta) cristiana' fa il paio con ‘Avvenire’ che oggi attacca violentemente su più fronti il Ministro dell’interno: sui rom, sull’immigrazione, sul Crocifisso.

Partiamo da don Giorgio de Capitani, presbitero ottantenne dell’arcidiocesi di Milano: dice messa nel Lecchese ed è tristemente noto per il suo odio viscerale oggi rivolto contro Matteo Salvini e i leghisti. Il 12 giugno 2018, intervistato dalla trasmissione radiofonica “La Zanzara”, ha esortato: “Buttiamo fuori i leghisti dalle chiese, dai consigli pastorali, dagli oratori”. Non contento del suo exploit da tipico rappresentante della Chiesa della Misericordia, ha proseguito: “Salvini si dice cristiano, ma è un blasfemo. Bisogna scatenare una guerra civile, bisogna mandare via i barbari dall’Italia, i razzisti. Fuori. Che vadano dove vogliono andare. Ma non in Italia. Una nazione che è sempre stata civile. Oggi abbiamo la disumanità, il Male. Certo tutti diciamo che esiste solo una razza, la razza umana. Tranne alcuni che non appartengono a questa razza umana. che sono i leghisti, che sono barbari. Salvini in primis”. 
Direte: “Ma è un pazzo, un tipo perlomeno bizzarro, un prete che non conta niente…”. Invece da stamattina si può ben attestare ufficialmente che don Giorgio de Capitani è anche l’ispiratore di un settimanale che un tempo superava il milione di copie e oggi – dati Ads (accertamento diffusione stampa) di maggio 2018 - è precipitato sotto le 250mila, di cui la metà sono abbonamenti… Che fa allora ‘Famiglia (cosiddetta) cristiana’ per raccattare qualche lettore in più? Ecco la pensata misericordiosa della settimana: uscire con una copertina in cui campeggia il grande titolo “Vade retro Salvini”, con la foto del Ministro dell’Interno della Repubblica su cui stende la mano probabilmente un esorcista. Nel sommario, sempre in copertina, ‘Famiglia (cosiddetta) cristiana’ afferma con un misto di protervia e petulanza: “Emergenza migranti. La Cei, i singoli vescovi, le iniziative di religiosi. La Chiesa reagisce ai toni aggressivi del Ministro degli Interni. Niente di personale o ideologico. Si tratta del Vangelo”.
IL DELIRIO DI FAMIGLIA (COSIDDETTA) CRISTIANA
Dentro il settimanale cattofluido, un delirio di pagine dedicate all’ “emergenza migranti”, aperte dal “Vade retro Salvini” a carattere di scatola, con affermazioni categoriche  del tipo “(Salvini) è entrato in urto con la Chiesa per i toni aspri adoperati nei confronti dei migranti e delle organizzazioni non governative che li soccorrono in alto mare” oppure “Tra le frasi che più hanno indignato gli ecclesiastici (…) oppure “ Se prima di giurare sul Vangelo, in campagna elettorale, Matteo Salvini ne avesse anche letto qualche pagina, forse oggi non si troverebbe così fuori registro rispetto alle parole della Chiesa cattolica. L’ultima nota della Conferenza episcopale italiana (Cei), sebbene non lo citi mai per nome, fa chiaramente riferimento a lui (…)”.
Tra le parole di alcuni vescovi citati nelle pagine successive evidenziamo quelle cattofluide dell’arcivescovo di Palermo, che dimostrano come mons. Corrado Lorefice di storia contemporanea ne mastichi proprio poca, manifestando perciò una superficialità eccezionale di giudizio: “Siamo noi i predoni dell’Africa. Noi i ladri che, affamando e distruggendo la vita di milioni di poveri, li costringiamo a partire per non morire: bimbi senza genitori, padri e madri senza figli”. Da notare che tra i prelati citati si arruola (con molta spregiudicatezza giornalistica) anche monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia- San Remo, ma di lui si tacciono le importanti e articolate riflessioni svolte nella lettera del 19 luglio in risposta all’appello di un gruppo di teologi, ecc… cattoprogressisti. (vedi più oltre)
QUALCHE CONSIDERAZIONE SU QUANTO LETTO 
Famiglia (cosiddetta) cristiana (FcdC) incita all’odio contro Matteo Salvini: un vero odio da Chiesa della Misericordia.
FcdC erige perciò muri nelle comunità cattoliche, creando tensioni e dividendole: una vera erezione da Chiesa dell’unità.
FcdC  contribuisce al disorientamento grave dei fedeli: un vero contributo da Chiesa come roccia su cui fondarsi.
FcdC  favorisce lo spopolamento delle chiese, conseguenza del citato disorientamento. E’ vero che in cambio si potrà forse contare su qualche unità in più nei centri sociali e si manterrà comunque la presenza ‘autorevole’ nelle cappelle di qualche Palazzo istituzionale. 
FcdC,  a proposito di migranti, sostiene in modo truffaldino non meno che categorico che chi non li accoglie non è cattolico. Dimentica volutamente, oltre al Catechismo della Chiesa cattolica e a certe cautele espresse più volte dallo stesso papa Francesco, anche l’insegnamento di altri Papi come il beato Paolo VI (Octogesima adveniens, numero 4):  “Di fronte a situazioni tanto diverse, ci è difficile pronunciare una parola unica e proporre una soluzione di valore universale. Del resto non è questa la nostra ambizione e neppure la nostra missione. Spetta alle comunità cristiane analizzare obiettivamente la situazione del loro paese, chiarirla alla luce delle parole immutabili del Vangelo, attingere principi di riflessione, criteri di giudizio e direttive di azione nell’insegnamento sociale della Chiesa, quale è stato elaborato nel corso della storia, e particolarmente in questa era industriale”.
FcdC, sempre in modo volutamente truffaldino, contrappone Matteo Salvini alla “Chiesa”. Un vero e proprio falso. Sono alcuni prelati e alcuni cattofluidi, in buona fede o per interesse concreto, che hanno incominciato una campagna inaudita di odio contro Salvini (e, imperterriti, la proseguono caricandola sempre più nei toni… attenti alle conseguenze e a eventuali corresponsabilità…). Una larga fetta di cattolici (anche praticanti) ha votato Salvini e la Lega sia il 4 marzo scorso che nelle elezioni regionali e comunali successivi (ingrossandosi sempre più). Ha votato Salvini e la Lega, conscia di non essere certo in contraddizione ad esempio né con il Catechismo della Chiesa cattolica al numero 2241 (accogliere nel limite del possibile) né con affermazioni fatte più volte dallo stesso papa Francesco.
FcdC parla del comunicato della presidenza della Conferenza episcopale italiana (Cei) estendendone abusivamente il consenso all’intera Conferenza. Non solo: ammette con sfrontatezza che il bersaglio del comunicato era proprio Salvini, pur non citato con nome e cognome. Come si dice in questi casi? “Sepolcri imbiancati”.
. E’ giusto anche ricordare che dietro un giornale c’è sempre naturalmente qualche persona in carne ed ossa, che è responsabile di quanto viene offerto in pasto al lettore. Nel caso del settimanale cattofluido, troviamo in particolare: Antonio Rizzolo (don), direttore responsabile; Luciano Regolo, condirettore; Francesco Anfossi (caporedattore), Alberto Chiara (caporedattore); il direttore editoriale del Gruppo San Paolo periodici è invece Simone Bruno.
AVVENIRE, FAMIGLIA (COSIDDETTA) CRISTIANA: UN SOLO BERSAGLIO, UNA SOLA BATTAGLIA
Anche Avvenire di stamattina 26 luglio ‘picchia’ duro più volte su Matteo Salvini. Non è certo una sorpresa (basterebbe anche solo seguirewww.rossoporpora.org ), ma scoprire il Ministro dell’Interno attaccato in contemporanea nel titolo d’apertura (rom), nell’editoriale di prima pagina (rom), nel ‘Primo piano’ di pagina 5 (rom), nel titolo di apertura di pagina 10 (“stretta” di Salvini sulle richieste di asilo), nell’articolo che domina pagina 14 (“Crocifisso, valore che non può dividere (…) Fa discutere la proposta leghista per ribadire l’obbligo in tutti gli edifici pubblici”. Da notare il “Fa discutere” di un’ipocrisia da sepolcri imbiancati). Non c’è dubbio: Salvini preoccupa molto il quotidiano cattofluido…. Ahi, ahi, gli affari e le poltroncine sono veramente in pericolo!
ALCUNE CONSIDERAZIONI DI MONSIGNOR ANTONIO SUETTA, VESCOVO DI VENTIMIGLIA- SAN REMO SULLA QUESTIONE MIGRATORIA
Per concludere qualcuna delle riflessioni sul fenomeno migratorio messe nero su bianco il 19 luglio 2018 dal già citato monsignor Antonio Suetta, vescovo di Ventimiglia-San Remo, in risposta all’appello cattoprogressista (oltre mille le firme) sul “razzismo dilagante” inviato al card. Bassetti e ai vescovi italiani il 13 luglio.
Di fronte a situazioni complesse di carattere politico e sociale, spesso i fedeli, individualmente o in gruppi particolari, possono assumere legittime e diversificate iniziative, trovando sempre però nel Vangelo e nell’insegnamento sociale della Chiesa i principi ispiratori delle loro azioni e delle loro scelte politiche. Le scelte e i progetti dei singoli o dei gruppi di ispirazione cristiana possono divergere, pur agendo da cristiani, senza per questo pretendere di agire a nome della Chiesa o di imporre un’interpretazione esclusiva e autentica del Vangelo.
Anche Papa Francesco ha sempre riconosciuto che la politica dell’accoglienza deve coniugarsi con la difficile opera dell’integrazione “che non lasci ai margini chi arriva sul nostro territorio” e proprio pochi giorni fa ha precisato che l’accoglienza va fatta compatibilmente con la possibilità di integrare. L’esperienza di questi anni ci ha dimostrato che gli immigrati spesso restano ai margini delle nostre società, in veri e propri ghetti, in cui parlano la loro lingua e introducono i loro costumi, come in comunità parallele, talvolta in contesti di degrado. Per non tacere del grave fenomeno degli immigrati che finiscono in mano alla malavita o agli sfruttatori del piacere sessuale.
In questo ambito si deve considerare il difficile tema dell’immigrazione islamicache pone un grave problema di integrazione con la nostra cultura occidentale e cristiana. Faccio riferimento a dati obiettivi, fonte spesso di problemi non indifferenti, posti dalla difficile conciliazione di concezioni assai diverse del diritto di famiglia, del ruolo della donna, del rapporto tra religione e politica. Il tema è stato ben argomentato a suo tempo dal compianto Card. Giacomo Biffi e molti sono i richiami in tal senso provenienti in questi anni dai Vescovi che in Medio Oriente vivono quotidianamente queste difficoltà, come ad esempio, il Vescovo egiziano copto di Alessandria, Mons. Anba Ermia. Queste difficoltà sono ben note anche in alcuni Paesi europei, come la Francia, dove l’integrazione è ancora di là da venire, come ci dimostrano le tristi cronache di questi anni. Tuttavia mi preme precisare, come anche Papa Francesco ha affermato più volte, che i fatti gravi di tipo sovversivo e terroristico non sono fondamentalmente espressione di una guerra di religione, essendo più variegate e complesse le motivazioni. Grandi passi sono stati fatti sul piano del dialogo interreligioso. Per tornare al nostro tema, le difficoltà di integrazione le vediamo anche nelle realtà più piccole dei nostri centri, dove assistiamo alla creazione di veri e propri “quartieri islamici”, che, con gravi tensioni tentano di impiantare le loro regole e le loro tradizioni.
Desidero richiamare in proposito l’appello che le Chiese africane hanno rivolto in più occasioni ai loro figli più giovani: “Non fatevi ingannare dall’illusione di lasciare i vostri paesi alla ricerca di impieghi inesistenti in Europa e in America” ha detto Mons. Nicolas Djomo, Presidente della Conferenza Episcopale del Congo, all’incontro panafricano dei giovani cattolici del 2015, invitandoli a guardarsi dagli “inganni delle nuove forme di distruzione della cultura di vita, dei valori morali e spirituali”, perché non si può pensare che gli uomini siano come merci che si possono sradicare e trapiantare ovunque, se non perseguendo un’idea nichilista che vorrebbe appiattire le culture e le identità dei popoli. “Voi siete il tesoro dell’Africa; – ha aggiunto Djomo – la Chiesa conta su di voi, il vostro continente ha bisogno di voi”.(…)  I Pastori riconoscono che la Nigeria è un Paese ricco di tante risorse, ma le associazioni malavitose, che hanno contatti anche nei vari Paesi europei, e anche in Italia, incoraggiano di fatto la tratta di esseri umani, alimentando illusioni e false speranze, per un loro tornaconto.
.I migranti, già vittime di ingiustizie nei loro Paesi d’origine, costretti a subire sfruttamento e gravi difficoltà nei Paesi di arrivo, soprattutto quando scoprono che non ci sono le condizioni di fortuna sperate, sono vittime insieme alle popolazioni occidentali di “piani orchestrati e preparati da lungo tempo da parte dei poteri internazionali per cambiare radicalmente l’identità cristiana e nazionale dei popoli europei”, come recentemente ha ricordato Mons. A. Schneider. Senza ossessioni di complotti, ma anche senza irresponsabili ingenuità, non possiamo nascondere che siano in atto tanti progetti e tentativi volti annullare le identità dei popoli, perché ciascun uomo sia più solo e debole, sganciato dai riferimenti culturali di una comunità in cui possa identificarsi fino in fondo: lo possiamo costatare dalla produzione legislativa europea sempre più lontana e avversa alle radici della nostra civiltà. Se da una parte possiamo concordare che oggi non vi sia una vera e propria guerra tra le religioni, dobbiamo però riconoscere che è in atto una “guerra” contro le religioni, ogni religione, e contro il riferimento a Dio nella vita dell’uomo. Spesso, giunti in Europa, i migranti sentono anche il peso e la fatica di una visione di vita e di uno stile non appartenenti alla loro storia e identità, siano essi cristiani, islamici o di altra fede religiosa.
Come Vescovo, sento forte la responsabilità di custodire il gregge che mi è stato affidato e di custodire la continuità dell’opera della Chiesa nel nostro problematico contesto sociale, presidio e baluardo di autentica promozione umana. Personalmente, sono convinto che il futuro dell’Europa non possa e non debba rischiare verso una sostituzione etnica, involontaria o meno che sia.

VADE RETRO SALVINI: ‘FAMIGLIA (COSIDDETTA) CRISTIANA’ INCITA ALL’ODIO - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 26 luglio 2018

GAY PRIDE A IMOLA
“Riparare si deve”, vescovo smentisce la linea di Avvenire
Riparare bestemmie e irrisione alla fede cattolica emerse nei gay pride? E' un dovere cristiano. Almeno stando al vescovo di Imola Ghirelli che acconsente alla messa di riparazione a seguito dei gravi fatti della settimana scorsa in città. Una presa di posizione forte e cattolica, in controtendenza rispetto a quelle recenti di vescovi come Pompei, Bergamo o Rimini. E soprattutto smentisce la linea di Avvenire, per il quale la riparazione è sbagliata perché allontana gli omosessuali.
- PREGHIERA "CONTRO"? È LA BIBBIA CHE LA INSEGNA, di Luisella Scrosati
Riparare con la preghiera le offese alla religione cattolica da parte di un gay pride si può. O meglio, stando a quanto disposto dal vescovo della diocesi in provincia di Bologna, è necessario. Il comunicato pubblicato sul sito diocesano non lascia spazio a dubbi né a interpretazioni accomodanti all'insegna del clerically correct. Mentre sono ormai diversi i vescovi in Italia che, vuoi per quieto vivere, vuoi per paura dell’opinione pubblica censurano i comitati spontanei di fedeli che si riuniscono per riparare con la preghiera le offese a Dio e al culto cattolico che i gay pride ostentano con superbia e arroganza, a Imola accadrà proprio l’inverso.
Qui ad approvare la messa di riparazione celebrata da un sacerdote diocesano nella chiesa del Suffragio, è stato proprio il vescovo Tommaso Ghirelli. Questi, evidentemente incurante dei diktat che sono giunti nei giorni scorsi da Avvenire, che in un editoriale ha sostanzialmente condannato le preghiere di riparazione in quanto «rischiano di allontanare ancora di più i cattolici con orientamento omosessuale», ma profondamente addolorato per quanto accaduto sabato scorso in città, ha fatto il suo mestiere, che è quello di custodire il bene più prezioso della fede e ha dato il suo via libera alla messa non solo pubblicando l’annuncio sul sito diocesano, ma condannando anche con parole di fuoco le gravissime bestemmie che alcuni giorni prima hanno lordato la cittadina emiliana. 
Al gay pride di Imola del 21 luglio infatti - ormai ogni città ne ha uno, è come la sagra del patrono - ci sono state molte bestemmie rivolte a Dio, segno che il Pride, ma non lo si scopre certo adesso, non è solo una manifestazione di orgoglio “omosex”, ma è fondamentalmente una kermesse di rivendicazioni anticattoliche. 
Il comunicato della diocesi, firmato dal portavoce del vescovo infatti parla chiaro: «La manifestazione di sabato 21 luglio ha visto sfilare dalla stazione di Imola a piazza Matteotti un corteo di donne, uomini e alcuni bambini che hanno inneggiato alla libertà di espressione sessuale. Tra i cartelli spiccava la bandiera arcobaleno con la scritta Pace. Molti slogan lanciati hanno contraddetto quella scritta: incitazioni a odiare una forza politica, insulti alle forze dell’ordine, ripetute luride bestemmie in piazza Matteotti. La Diocesi di Imola deplora con forza il comportamento di chi in nome della libertà calpesta la libertà degli altri, offendendoli nelle loro convinzioni più profonde. I cattolici non temono le offese e pregano per i loro offensori, ma non accettano di confondere la libertà con la prepotenza e l’arroganza».
Poi in conclusione l’annuncio: «Domenica 29 luglio (domani ndr.) alle 10.30 si terrà una messa di riparazione nella chiesa del Suffragio di Imola, celebrata da don Giuseppe Giacomelli».
Insomma: niente comitato di riparazione che trova le porte delle chiese chiuse, come successo in altre città italiane; niente vescovi che si la svignano facendo finta di nulla e raccomandando solo decoro (Pompei) e neppure uffici di curia che, condannando i riparatori, strizzano l’occhio a chi, uomo, scende in strada in tanga irridendo la fede cattolica (Bergamo). A Imola c’è un vescovo che ha ancora il senso del sacro e che ha compreso che un atto pubblico blasfemo e sacrilego va riparato per il bene di tutti, prima di tutto per Dio. Chissà cosa ne pensarà Avvenire? Uno dei tanti editori del giornale dei vescovi che agisce contro la linea editoriale stabilita dal giornale.  
La richiesta della messa di riparazione nasce dalla Fraternità Laica Domenicana di Imola che ha scritto una lettera al presule mostrando «l’oltraggio di piazza Matteotti che macchia indelebilmente la storia civile di Imola e rimarrà a lungo una ferita sanguinante nel cuore dei cattolici imolesi e di ogni persona animata da genuino sentimento religioso». Si fa riferimento a un video che circola su Youtube e si chiede «umilmente al vescovo Tommaso Ghirelli di celebrare un rito pubblico in riparazione dell'oltraggio blasfemo, da realizzarsi auspicabilmente nella stessa piazza teatro del vergognoso evento».
Ghirelli ha risposto dando il via libera. E da quanto risulta alla Nuova BQ, il prelato che in questi giorni è fuori città tornerà a Imola oggi. In tempo - secondo alcuni, ma la notizia non è confermata - per celebrare personalmente la messa di riparazione di domani. Anche se assente però, la pubblicazione della notizia della messa nella home page del sito mostra chiaramente che i vescovi non sono tutti come quelli a cui le cronache recenti ci hanno abituato. Ultimo caso ad esempio il vescovo di Rimini Lambiasi che ha congedato il comitato di riparazione con un poco diplomatico «grazie, ma i cattolici non fanno questo tipo di preghiere». Infatti. Tempo alcuni giorni e a smentirlo è arrivato proprio un suo confratello nell’episcopato.
Andrea Zambrano

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