ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 28 luglio 2018

Non tutti, ma molti..troppi!

Dal Cile a Washington, sugli abusi la chiesa rischia la “catastrofe”


Via tutti i vescovi è lo slogan, la richiesta corale di una chiesa che ha accolto male il Papa lo scorso gennaio, e da Roma hanno iniziato già da un paio di mesi il repulisti
Roma. L’irruzione nella cattedrale di Santiago del Cile mentre il cardinale arcivescovo Ricardo Ezzati stava celebrando il pontificale di San Giacomo indica come meglio non si potrebbe il disfacimento in corso della chiesa cilena. Cartelli e striscioni con un unico messaggio impresso: “Se ne vadano tutti i vescovi”, a cominciare dal cardinale Ezzati, che dovrà comparire davanti a un giudice locale per rendere conto di vere o presunte coperture di abusi sessuali da parte di membri del clero su minori.

Via tutti i vescovi è lo slogan, la richiesta corale di una chiesa che ha accolto male il Papa lo scorso gennaio (il problema era ben più serio delle strade vuote mentre passava il corteo vaticano), e da Roma hanno iniziato già da un paio di mesi il repulisti. Presuli allontanati, altri sub judice. Il Papa riflette ma è deciso nell’azzerare la gerarchia. Ezzati, che di anni ne ha 75, sarà presto messo a riposo. Qualche giorno fa, inseguito da una troupe giornalistica locale, il vescovo emerito di Talca, mons. Horacio Valenzuela – uno di quelli rimossi da Francesco – è scappato dalla finestra del suo studio, cercando rifugio in un’automobile. Di strada fare per ritrovare prima di tutto credibilità, insomma, ce n’è parecchia.

Chi l’ha ben chiarito è stato il cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston, cappuccino chiamato nei primi anni Duemila a ricostruire la chiesa di Boston dopo il terremoto che l'aveva distrutta, tra risarcimenti milionari, vescovi cacciati e campagne di stampa aggressive. O’Malley sette mesi fa aveva bacchettato pure il Papa impegnato nella difesa del vescovo (poi rimosso) Juan Barros e oggi è tornato a parlare in relazione alla posizione del cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo emerito di Washington al quale la Santa Sede ha ordinato (in attesa di altri provvedimenti) di ritirarsi a vita privata dopo l'accertamento di una lista di abusi peraltro nota da decenni che porta a chiedere anche a suoi confratelli vescovi come sia stato possibile che McCarrick abbia avuto una carriera in continua ascesa, culminata con la promozione ad arcivescovo della capitale americana. Le scuse, ha detto O’Malley “non bastano”. E’ necessario “assicurare la giustizia alle vittime e rispondere adeguatamente alla legittima indignazione della comunità” e la continua pubblicazione di indiscrezioni e testimonianze non fa che peggiorare la situazione: “Ogni nuova notizia di un abuso sessuale del clero a ogni livello crea dubbi in tante persone sul fatto che nella chiesa si stia effettivamente affrontando questa catastrofe”. L’arcivescovo di Boston, che è anche presidente della commissione pontificia per la Tutela dei minori, denuncia “una grave lacuna” presente nella chiesa a proposito della punizione di vescovi o cardinali che si trovano in qualche modo coinvolti in casi di abusi sessuali. “Alla chiesa serve una politica forte per affrontare la violazione del voto di celibato da parte dei vescovi nei casi di abuso criminale di minore e nei casi che coinvolgono gli adulti”, ha aggiunto O’Malley, invocando ancora una volta “tolleranza zero”. Il pericolo, enorme, è che non adottare le iniziative adeguate “minaccerà e metterà in pericolo la già indebolita autorità morale della chiesa”, con il rischio che ne esca distrutta “la fiducia richiesta alla chiesa”. America, l’influente rivista dei gesuiti della East coast, si è già portata avanti, scrivendo che “la chiesa e i suoi leader dovrebbero vergognarsi della loro incapacità”.


https://www.ilfoglio.it/chiesa/2018/07/27/news/dal-cile-a-washington-sugli-abusi-la-chiesa-rischia-la-catastrofe-207746/

McCarrick rinuncia al suo cardinalato - Punito a isolamento, preghiera, penitenza



Papa Francesco ha accettato le dimissioni del cardinale di Washington Theodore McCarrick, di 88 anni, dal Collegio dei Cardinali, dovute ai sospetti di abusi omosessuali.

Allo stesso tempo, Francesco lo ha sospeso come vescovo e lo ha inviato a vivere in isolamento, preghiera e penitenza "fino al completamento del procedimento canonico" che non è ancora cominciato.

McCarrick ha inviato la sua lettera di dimissioni venerdì sera.

Il gesuita francese Louis Billot è stato l'ultimo cardinale a dimettersi dal suo incarico nel settembre 1927, a causa delle controverse azioni di Pio XI contro la Action Française.

Damian Thompson fa notare che il "cambiamento storico" nel fare affrontare alle figure chiave della Chiesa le conseguenze delle proprie azioni "ha a che fare più con il New York Times che con un nuovo spirito di riforma". I Prelati liberali di solito si proteggono tra loro.

I problemi di omosessualità di McCarrick non erano un mistero.
Prima che Giovanni Paolo II lo promuovesse a Washington, un gruppo di laici era andato in viaggio a Roma per convincere il Papa a non procedere con quella nomina.

Foto: Theodore McCarrick, © U.S. Institute of Peace, CC BY-NC#newsWwuvzfzkzp
https://gloria.tv/article/pSfN8cE6wZLN67dwjc9BhXo84

Zero provvedimenti per una monaca pro-Lgbt ed iperfemminista

Suor Teresa Forcades è una monaca benedettina. Almeno sulla carta. Ma ciò che afferma non è solo contrario al suo carisma, bensì alla stessa Dottrina cattolica. La sua, in pratica, non è solo una difesa a spada tratta dei più triti tormentoni Lgbt, camuffati da pseudo-umanitarismo, e tradottisi in libri, bensì giunge ad autoproclamarsi dottore in «teologia femminista» per un diploma conseguito in un istituto protestante, impregnato di teologia della liberazione. Ha anche fondato un movimento anticapitalista ed indipendentista.
Il guaio vero è che gode del sostegno delle Consorelle del suo monastero di Monserrat, in Catalogna, e che viene lasciata libera di diffondere i propri errori dal suo Vescovo.

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