Inchiesta di REPORT del 2004 sulla gestione Benetton delle autostrade
Ora spunta una penale miliardaria per
revocare la concessione di Autostrade anche in caso di “grave colpa”. Il
contratto prevede che se Autostrade non fa il suo lavoro, non fa
manutenzione, fa crollare i ponti, lo Stato può revocare la concessione
ma deve pagargli comunque tutti gli utili previsti fino alla fine della
concessione. In sostanza possono far marcire le autostrade e non
rischiano nulla, il loro guadagno è garantito comunque.
16 agosto, 2018L’INTERVISTA
Toscani: salvo per caso, dovevo essere su quel ponte. Sciacallaggio sui Benetton
Di Maio-Renzi, lite violenta
https://www.corriere.it/economia/18_agosto_16/toscani-salvo-caso-dovevo-essere-quel-ponte-sciacallaggio-benetton-5c895b68-a193-11e8-b0c1-5746f5751ec2.shtml
Genova sarà la nostra più grande vergogna
l crollo del viadotto di Genova è solo l’ultimo di una serie interminabile di crolli sulle strade e sulle autostrade italiane negli ultimi due anni: le nostre infrastrutture cadono a pezzi. Viaggiare non è più sicuro, e Genova sarà ricordata come la nostra più grande vergogna. Cosa dovrebbe fare uno Stato, adesso, per proteggere i suoi cittadini?
https://www.youtube.com/watch?v=zKyksjp-830
united colors of benetton – l’alleanza per il regresso
https://www.maurizioblondet.it/united-colors-of-benetton-lalleanza-per-il-regresso/
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https://www.maurizioblondet.it/ma-segreto-di-stato-puo-voler-dire-tangenti-domanda-alla-procura/
Perché?
Semplice: perché già a quei tempi – e chi non è più giovanissimo e ha un minimo di cognizione degli eventi intorno a sé non può non ricordare – Benetton padre aveva affidato la sua pubblicità a un fotografo, tale Oliviero Toscani. E questo fotografo, in perfetta sintonia con il suo miliardario, ha portato avanti nei decenni campagne pubblicitarie sempre all’insegna della sovversione generale della società, sia dal punto di vista antropologico, che morale che religioso. Decine di foto stanno lì a dimostrarlo inequivocabilmente.
Ricordo ancora una foto in cui vi era una piazza enorme gremita al massimo di folla, dove, tra le persone, emergeva (ma occorreva farci caso) la scritta AIDS (ho cercato questa foto su internet, ma non l’ho trovata, a differenza di altre… chissà come mai: sarebbe interessante ritrovarla).
E ricordo, tanto per dirne solo un’altra, una foto in cui un cavallo nero montava una cavalla bianca… Se a quel tempo il significato poteva ancora sfuggire a molti “distratti”, oggi credo sia del tutto impossibile, vero?
I Benetton si sono fatti “paladini” della sovversione mondiale: sia di quella più avanzata (specie negli anni Novanta), ovvero la distruzione della razza bianca mediante l’invasione mondialista (di cui evidentemente già avevano notizia che sarebbe iniziata di lì a breve), sia di quella portata avanti con gli “usuali” strumenti (guerra alla Chiesa e alla Fede cattolica, pornografia, a-moralità in tutte le salse). Le poche foto che qui metto in visione parlano già molto chiaro, ma ve ne sono a decine da proporre come prova di quanto si afferma (basta andare su internet), ma non è il caso di insistere oltre e facilitare lo scandalo.
E sono stati premiati, i Benetton. Da chi? Ovviamente, da quella forza politica che è incarnazione vivente di questa sovversione nel corso dei decenni: che si chiami PCI, o PdS, o Pd (non ricordo gli altri nomi…), il discorso non cambia. Possiamo dire che se gli Agnelli sono stati l’incarnazione quantitativa di questa Repubblica, i Benetton lo sono dal punto di vista qualitativo.
I Benetton hanno un compito diverso da quello degli Agnelli (e di Berlusconi). Loro annunciano il futuro che deve arrivare e lo fanno mediante un fotografo la cui personalità e le cui provenienze non possono non essere lampanti per chiunque utilizzi un poco la ragione.
Benetton non ha colpa diretta del crollo del ponte autostradale a Genova. Benetton è però incarnazione simbolica dei politici che lo hanno premiato e gli hanno affidato l’appalto degli Autogrill. In che senso? Nel senso che, per tutti costoro, l’essere umano è un fastidio che andrà progressivamente eliminato (come la scritta AIDS spiega bene), specialmente se bianco, specialmente se europeo, soprattutto se italiano, e pertanto non vale la pena prendersi cura delle persone e delle infrastrutture. Non solo e non tanto per ragioni meramente economiche (o di semplice incapacità personale), ma perché tutti al servizio di un piano ben preciso.
Non vedere che Benetton è servo di tale piano, vuol dire essere ciechi. Anche perché, lui in particolare, ha scelto la via della fotografia per “proporlo” e “annunciarlo”. E ha scelto un fotografo che più di ogni altro mostra con il suo sguardo e con quello che dice e fa il marchio del loro padrone.
Basta fare attenzione all’ultima recente fotografia. Giovani nudi (pornografia) di tutte le razze che si mischiano (mondialismo), che in realtà sono anche accoppiati nello stesso sesso (omosessualismo) e di cui di alcuni non si capisce nemmeno se sono maschi o femmine (genderismo e androginismo).
Non manca quasi nulla per descrivere i tempi che ci aspettano. Occorre ammettere una certa genialità del male in Benetton e Toscani. Sono bene ispirati, non c’è che dire.
In altre foto, poi, Toscani ha anche già avallato, tra le altre cose, la bestialità.
Benetton e Toscani sono la fotografia della fase conclusiva della Rivoluzione gnostica. Forse, dovremmo iniziare tutti a deciderci di smettere di sostenerli con i nostri soldi. È veramente il minimo, ma proprio il minimo, che dovremmo fare. (MV)
https://www.confederazionetriarii.it/la-fotografia-della-rivoluzione-gnostica-benetton-e-toscani/
Genova sarà la nostra più grande vergogna
l crollo del viadotto di Genova è solo l’ultimo di una serie interminabile di crolli sulle strade e sulle autostrade italiane negli ultimi due anni: le nostre infrastrutture cadono a pezzi. Viaggiare non è più sicuro, e Genova sarà ricordata come la nostra più grande vergogna. Cosa dovrebbe fare uno Stato, adesso, per proteggere i suoi cittadini?
https://www.youtube.com/watch?v=zKyksjp-830
united colors of benetton – l’alleanza per il regresso
Atlantia,
che possiede le Autostrade – un monopolio naturale, equipaggiamento
del territorio pagato con denari dei contribuenti per decenni – per
licitazione privata e contratto SEGRETO, ha quasi 6 milardi di
fatturato, da cui estrae 1,1 miliardi di profitti. Il monopolio
pubblico usava i profitti per la manutenzione. I BEnetton, per
acquisti di imprese spagnole.
daL 2016 FU SEGNALATO A DELRIO
Altro
In una interrogazione del Senato del 28 Aprile 2016 rivolta al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti @graziano_delrio#PD (Governo @matteorenzi) si mette nero su bianco che il Ponte #Morandi a #Genova era oggetto di un “preoccupante cedimento dei giunti”.
Delrio
non risulta abbia mai risposto. Troppo occupato a digiunare per lo “jus
soli” ai nigeriani, cosa che è palesemente nelle competenze delle
Infrastrutture.
Beppe Grillo il profeta
Poi ci sono i No-Gronda. Che
coi No-Tav, No-TAP, no-Ilva, no Xilella, no niente di niente, sono
purtroppo rappresentati politicamente da Beppe Grillo e 5 Stelle:
Ci viene raccontata a turno la favoletta del crollo imminente del Ponte Morandi…
Hano pure cancellatotutto dal loro bblog. anche vigliacchi. e stupidi.
L’Alleanza
naturale fra egoismi, cortezza di vedute, incapacità di previsione “da
negro”, particolarismi idioti, incultura (industriale e no)
anti-italiani tipici degli italioti. L’Alleanza per il Regresso.
Toscani ci farà sicuramente una foto: è lui il cantore della falsa
modernità che riveste l’arretratezza italiota. Lo slogan consigliato:
Detto
romanesco: “A un palmo dar culo mio, cazzi che volino..”. Scusate la
finezza. Sto usando la lngua ufficiale di “questa” Italia.
Ma “Segreto di Stato” può voler dire “Tangenti”? (Domanda alla Procura)
Poiché
i Benetton non forniscono allo Stato missili, armamenti avanzati,
radar – perché le concessioni autostradali sono state coperte dal
segreto di Stato? E’ una domanda che vorrei porre, da povero cittadino,
a giudici, procuratori: quale altro motivo riescono a immaginare per
questo segreto – di Stato! – se non occulti scambi e benefici tra i
politici che hanno concesso, e quelli che godono della concessione di un
monopolio lucrosissimo? Domando sinceramente: perché io non riesco a
immaginare altro. Magari i giudici e procuratori, invece sì. Hanno un
motivo per trovare questo segreto normalissimo. E per questo non si
sono mossi nonostante anche l’Authority dei Trasporti abbia più volte
sottolineato la necessità di rendere pubblici tali contratti, che
riguardano un servizio pubblico e il pubblico potere. E benché in
qualunque altro paese il ministero dei trasporti rendano consultabili i
contratti e gli atti che disciplinano il rapporto tra lo Stato e i
gestori delle reti autostradali, come – del resto -di ogni servizio
pubblico dato in concessione.
Si
possono ipotizzare tangenti? Pagamenti sottobanco in qualunque forma
al partito di governo concessionario? Lo si domanda ingenuamente, visti
gli enormi profitti che la società in oggetto ricava dalla gestione del
monopolio: quasi il 26 per cento sul fatturato l’utile netto, pari a
1,042 miliardi . E un margine operativo lordo che fa dire al
giornalista economico Fabio Dragoni la seqguente battutaccia: “Un
EBITDA di quasi il 68% sul fatturato come quello di #Autostrade credo possa essere superato soltanto dal traffico di stupefacenti”. E perché Mario Giordano li chiama “Avvoltoi”?
Non so se abbia ragione, non me ne intendo. Ma c’è un altro articolo su Scenari economici, di cui lascio la lettura agli esperti, che fa il confronto fra Autostrade Spa e ANAS e conclude: “A fronte di un maggior incasso per pedaggi Autostrade per l’Italia ha ridotto l’investimento in superficie di asfalto nuova fra il 2016 ed il 2017, calo che diventa del 36% se confrontato con il 2000. Se prendete delle buche sapete con chi arrabbiarvi. (…)
“Anche
raddoppiando le spese ANAS per km di strada avremmo comunque una
gestione molto meno costosa del sistema autostradale. (….) Praticamente una gestione pubblica costerebbe la metà rispetto alla gestione del monopolista concessionario, anche ipotizzando un raddoppio dei costi pubblici a km“.
Insomma
i Benetton hanno aumentato i profitti e diminuito gli investimenti.
La società ha diminuito gli investimenti del -26% dal 2016 al 2017.
Domando:
c’è qualche motivo per cui a dei privati vengano fatto incamerare
profitti di un miliardo l’anno nel quadro di una concessione le cui
condizioni sono segrete? Ad una società che manco paga le tasse in
Italia, avendo la sede in Lussemburgo? Questa domanda ha qualche
relazione col fatto che il ministro delle infrastrutture del governo
PD, Graziano Delrio, ha prolungato la lucrosissima concessione ai Benetton e a Gavio (altro gestore) fino al 2030, poco prima di scadere?
Magari
c’è un do-ut-des. Magari un segretario di partito privatizza, e emerge
subito come velista da regata, proprietario di yacht. O un altro riesce
a comprarsi una villa staccando assegni da 400 mila euro com niente
fosse. Non lo sto affermando, lo domando: c’è un do ut des?
Per
esempio: Enrico Letta, che da presidente del Consiglio era il
l’assegnatore della concessione di Atlantia, appena decade dalla carica,
viene fatto consigliere d’amministrazione della società spagnola
Abertis: che è controllata da Atlantia: Niente di male, valorosi
procuratori. Ma si può vedere qui un do-ut-des?
Non
so, domando. AI procuratori non interessa “aprire in fascicolo”? Come i
400 che hanno aperto contro Berlusconi? Tanto zelanti nel “dare la
caccia ai 46 milioni della Lega”, non possono dar un’occhiata ai
profitti immensi dei Benetton che il partito di potere ha regalato
loro?
Sicuramente
lo Stato – ipotizzate voi magistrati – avrà dato la concessione
segreta ai Benetton per la loro professionalità specializzata nel
settore. Anche se c’è d chiedere dove mai abbiano acquisito questa
professionalità, nel loro precedente mestiere di stracciaroli inventori
di un metodo di colorazione di magliette.
Acquistate senza metterci un soldo
Forse,
direte voi, il fattore decisivo che ha guidato D’Alema nel ’99 a
concedere a loro quel lucroso monopolio, era la loro immensa
disponibilità di capitali: ce ne vogliono, per rilevare i 3 mila
chilometri di Autostrade. Avranno pagato sull’unghia, come si dice,
migliaia di miliardi di lire. Dei loro. Grandi capitalisti come sono.
Ma
ecco che un trader, Giovanni Zibordi, nega. “Va ricordato che i
Benetton si comprarono Autostrade senza in pratica spendere soldi loro,
perchè la comprarono attraverso una società ad hoc
che si caricò di debiti per pagare l’acquisto e poi la fusero con
Autostrade, trasferendo così il debito su Autostrade stesse…”.
Certo, questo si chiama Leveraged buy-out, va
di moda,è perfettamente legale – anche se non capisco perché, visto
che consente ad un capitalista senza capitali propri di comprare
grandissime imprese, pagandole con il saccheggio delle imprese
acquisite. Non dovrebbe essere legale soprattutto quando si tratta di
imprese di Stato e monopoli naturali: perché allora saremmo capaci tutti
di concorrere facendo altrettanto. L’Italia è piena di capitalisti
senza capitale, che in collusione col governo “comprano” in questo modo
grossissimi tesori: fece lo stesso Colaninno, che comprò Telecom
senza soldi suoi, pagandola poi con gli utili di Telecom. Siccome a
fare il capitalista così saremmo buoni anche noi ingenui, almeno
vorremmo che una tale concessione fosse messa all’asta, libera e
aperta. E ciò, senza voler girare il coltello nella piaga, facendo
notare come in questo modo, i capitalisti non fanno avanzare il sistema
industriale italiano, ma lo depauperano e depredano, facendogli perdere
valore. Ciò vale tanto più per i Benetton, che i profitti miliardari
lucrati in Italia, li hanno spesi per comprare autostrade in Cile,
terreni in Argentina e altrove?
Prima,
quando le Autostrade erano IRI, reinvestivano i profitti in
manutenzione, ampliamenti della rete e ammodernamenti: come dovrebbe
essere moralmente richiesto quando si gestisce un monopolio di interesse
pubblico. O addirittura, ridurre i prezzi del servizio,perché a questo
serve il monopolio pubblico: adempiere all’obbligo istituzionale, per
lo Stato, di fornire il servizio alla intera comunità nazionale alle medesime condizioni”.
Lo Stato ha fatto privatizzazioni in perdita!?
Invece
D’Alema, Prodi, Amato, quelli delle privatizzazioni, hanno mancato a
questo dovere, vendendo a privati il cui scopo non è mai stato
migliorare il servizio, ma ricavarne più profitti – appunto riducendo i
“costi” di manutenzione, anzitutto.
Ma fecero le privatizzazioni, si diceva, perche lo Stato così incamerava denaro, col quale doveva ridurre il debito pubblico.
Ora, signor procuratore, ecco qui un titolo di Repubblica – un giornale “amico” – del 2017:
“la corsa alla privatizzazioni è costata allo stato 40 miliardi”.
Ho pensato a un errore di stampa: in realtà, si voleva scrivere che “la corsa alle privatizzazioni ha reso allo Stato 40 miliardi”; non che è “costata” 40 miliardi.
Invece
è andata proprio così, e il testo lo dice: “Se il Tesoro avesse
tenuto in portafoglio tutte le principali aziende che ha collocato a
Piazza Affari” dice – “oggi si troverebbe in tasca 40 miliardi in
più”. Sono una bella cifra 40 miliardi, procuratore: nelle casse
dello Stato, quel che manca da anni e che è necessario – secondo
Savona e Bagnai – per lanciare un grande piano lavori sulle
infrastrutture e il riequipaggiamento del territorio, abbandonati dal
PD ai rentiers privati : in cambio di che cosa? E’ una domanda. Il
Segreto di Stato impedisce che si sappia la risposta?
Capisco
il procuratore Cozzi: “Non è stata una fatalità, è stato un errore
umano”. Errore umano, è un tocodelicato. Magari farebbe nascere la
sensazione di voler gettare tutto sulle spalle dell’ingeger Morando
che sbagliò, e chiuderla lì col morto. Ma certo non sarà così. Lo
si deve capire, il valoroso procuratore: gli si leggeva in faccia la
preoccupazione. Una seccatura che sottrae risorse alla “caccia ai
milioni della Lega”. Una grossa gatta da pelare. Con nomi di
intoccabili da toccare, per cui ci vorrebbe un Di Pietro bis capace di
sbatterli in galera per farli confessare. Qualcosa nella sua faccia ci
dice che il procuratore Cozzi non sarà quel Di Pietro che apre la Mani
Pulite del PD . Ma potremmo sbagliare: in fondo è quella di Genova è
la procura che dà la caccia dovunque nel mondo ai 46 milioni della
Lega. E’ anche quella che ci dirà la verità sul perché la Procura di
Siena ha archiviato come suicidio questo:
Siamo tranquilli. Le nostre domande avranno risposte.
https://www.maurizioblondet.it/ma-segreto-di-stato-puo-voler-dire-tangenti-domanda-alla-procura/
La fotografia della Rivoluzione gnostica. Benetton e Toscani
Fin dai primi anni Novanta, feci il patto con me stesso di non comprare mai nulla, per nessuna ragione, nei negozi Benetton. Patto che rispetto ormai da un quarto di secolo e che rispetterò vita natural durante.Perché?
Semplice: perché già a quei tempi – e chi non è più giovanissimo e ha un minimo di cognizione degli eventi intorno a sé non può non ricordare – Benetton padre aveva affidato la sua pubblicità a un fotografo, tale Oliviero Toscani. E questo fotografo, in perfetta sintonia con il suo miliardario, ha portato avanti nei decenni campagne pubblicitarie sempre all’insegna della sovversione generale della società, sia dal punto di vista antropologico, che morale che religioso. Decine di foto stanno lì a dimostrarlo inequivocabilmente.
Ricordo ancora una foto in cui vi era una piazza enorme gremita al massimo di folla, dove, tra le persone, emergeva (ma occorreva farci caso) la scritta AIDS (ho cercato questa foto su internet, ma non l’ho trovata, a differenza di altre… chissà come mai: sarebbe interessante ritrovarla).
E ricordo, tanto per dirne solo un’altra, una foto in cui un cavallo nero montava una cavalla bianca… Se a quel tempo il significato poteva ancora sfuggire a molti “distratti”, oggi credo sia del tutto impossibile, vero?
I Benetton si sono fatti “paladini” della sovversione mondiale: sia di quella più avanzata (specie negli anni Novanta), ovvero la distruzione della razza bianca mediante l’invasione mondialista (di cui evidentemente già avevano notizia che sarebbe iniziata di lì a breve), sia di quella portata avanti con gli “usuali” strumenti (guerra alla Chiesa e alla Fede cattolica, pornografia, a-moralità in tutte le salse). Le poche foto che qui metto in visione parlano già molto chiaro, ma ve ne sono a decine da proporre come prova di quanto si afferma (basta andare su internet), ma non è il caso di insistere oltre e facilitare lo scandalo.
E sono stati premiati, i Benetton. Da chi? Ovviamente, da quella forza politica che è incarnazione vivente di questa sovversione nel corso dei decenni: che si chiami PCI, o PdS, o Pd (non ricordo gli altri nomi…), il discorso non cambia. Possiamo dire che se gli Agnelli sono stati l’incarnazione quantitativa di questa Repubblica, i Benetton lo sono dal punto di vista qualitativo.
I Benetton hanno un compito diverso da quello degli Agnelli (e di Berlusconi). Loro annunciano il futuro che deve arrivare e lo fanno mediante un fotografo la cui personalità e le cui provenienze non possono non essere lampanti per chiunque utilizzi un poco la ragione.
Benetton non ha colpa diretta del crollo del ponte autostradale a Genova. Benetton è però incarnazione simbolica dei politici che lo hanno premiato e gli hanno affidato l’appalto degli Autogrill. In che senso? Nel senso che, per tutti costoro, l’essere umano è un fastidio che andrà progressivamente eliminato (come la scritta AIDS spiega bene), specialmente se bianco, specialmente se europeo, soprattutto se italiano, e pertanto non vale la pena prendersi cura delle persone e delle infrastrutture. Non solo e non tanto per ragioni meramente economiche (o di semplice incapacità personale), ma perché tutti al servizio di un piano ben preciso.
Non vedere che Benetton è servo di tale piano, vuol dire essere ciechi. Anche perché, lui in particolare, ha scelto la via della fotografia per “proporlo” e “annunciarlo”. E ha scelto un fotografo che più di ogni altro mostra con il suo sguardo e con quello che dice e fa il marchio del loro padrone.
Basta fare attenzione all’ultima recente fotografia. Giovani nudi (pornografia) di tutte le razze che si mischiano (mondialismo), che in realtà sono anche accoppiati nello stesso sesso (omosessualismo) e di cui di alcuni non si capisce nemmeno se sono maschi o femmine (genderismo e androginismo).
Non manca quasi nulla per descrivere i tempi che ci aspettano. Occorre ammettere una certa genialità del male in Benetton e Toscani. Sono bene ispirati, non c’è che dire.
In altre foto, poi, Toscani ha anche già avallato, tra le altre cose, la bestialità.
Benetton e Toscani sono la fotografia della fase conclusiva della Rivoluzione gnostica. Forse, dovremmo iniziare tutti a deciderci di smettere di sostenerli con i nostri soldi. È veramente il minimo, ma proprio il minimo, che dovremmo fare. (MV)
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