Abusi. Com’è possibile che non si sapesse? Nuove rivelazioni su allarmi ignorati. E un vescovo chiede un sinodo straordinario
https://it.clonline.org/cm-files/img/2018/03/02/philip-egan-b.jpg |
Convocare un’assemblea straordinaria del sinodo dei vescovi dedicato alla scandali degli abusi sessuali commessi da chierici.
Nel mezzo della nuova bufera che investe la Chiesa cattolica, specialmente negli Stat Uniti, in seguito alle verità emerse sull’ex cardinale McCarrick e al rapporto del gran giurì della Pennsylvania su abusi commessi da preti nell’arco di settant’anni, dalla Gran Bretagna arriva una richiesta che fa capire quanto grave sia la situazione.
A firmare la richiesta è il vescovo Philip Egan della diocesi di Portsmouth, nel sud dell’Inghilterra. La lettera è stata inviata direttamente a papa Francesco ieri. La decisione è stata presa, spiega Egan, in seguito a quanto emerso negli Usa, ma anche in Cile, Australia, Irlanda, Honduras e in altri paesi.
“Gli abusi commessi da chierici sembrano costituire – scrive Egan – un fenomeno mondiale. Come cattolico, e come vescovo, queste rivelazioni mi riempiono di profondo dolore e vergogna”. Ma proclamare il dispiacere non basta. Occorre passare a qualcosa di più costruttivo. Di qui il suggerimento al papa: prendere in considerazione di convocare un sinodo straordinario sulla vita e il ministero del clero cattolico.
Tra gli argomenti, spiega Egan nella lettera, potrebbero esserci l’identità del prete e del vescovo, lo stile di vita, il celibato. Si potrebbe elaborare una guida e proporre una regola, “stabilendo forme appropriate di responsabilità e vigilanza sacerdotale ed episcopale”.
In quanto vescovo, afferma Egan, ho sperimentato di possedere “pochi strumenti” che mi possano aiutare nella gestione quotidiana del clero e nel rapporto con i seminari e le altre strutture di formazione, specie al fine di aiutare i formatori nel valutare e sviluppare le vocazioni.
Negli Stati Uniti intanto, a pochi giorni dall’uscita del rapporto del gran giurì della Pennsylvania che menziona oltre duecento volte il cardinale Donald Wuerl, la North Catholic High School, scuola cattolica che conta più di 12 mila alunni, ha deciso ufficialmente di cambiare nome: non sarà più la Cardinal Wuerl North Catholic High School”, ma solo la “North Catholic High School”.
Giorni fa qualcuno, con la vernice rossa, aveva provveduto a cancellare il nome del cardinale dall’insegna all’ingresso dell’istituto, e ora i responsabili della scuola, dopo che quasi ottomila persone hanno firmato una petizione in tal senso e lo stesso cardinale ha chiesto di rimuovere il suo nome, hanno provveduto.
Si tratta di un fatto poco più che simbolico, ma segnala la delicatezza della situazione, non solo per l’attuale arcivescovo di Washington (che proprio in seguito alla vicenda degli abusi ha rinunciato a recarsi a Dublino per il Meeting mondiale delle famiglie), ma per l’intera Chiesa cattolica negli Stati Uniti.
Un altro cardinale americano che ha rinunciato alla trasferta in Irlanda è Sean O’Malley di Boston, e proprio da O’Malley arriva un’ammissione di responsabilità.
La vicenda riguarda una lettera che già nel 2015 fu inviata all’ufficio di O’Malley da padre Boniface Ramsey con una serie di chiare segnalazioni e preoccupazioni circa i rapporti del cardinale McCarrick con i seminaristi.
Accetto la “piena responsabilità” di non aver letto la lettera, afferma ora l’arcivescovo di Boston, che è anche a capo della commissione vaticana per la protezione dei minori.
O’Malley ha cancellato la sua partecipazione al Meeting di Dublino non solo per seguire da vicino gli sviluppi della crisi, ma anche sulla scia delle accuse che lo riguardano: aver raccolto fondi e viaggiato con McCarrick dopo che il suo ufficio aveva ricevuto la lettera di avvertimento da parte di padre Boniface Ramsey, professore al seminario dell’Immacolata Concezione di Newark dal 1986 al 1996, uno dei chierici che conoscevano il comportamento predatorio di McCarrick e tentarono inutilmente di fermarlo rivolgendosi alle gerarchie.
“Per trent’anni – ha dichiarato padre Ramsey – ho lanciato allarmi, ma senza arrivare da nessuna parte”.
Nella lettera inviata a O’Malley, ma ignorata, Ramsey entrava nei dettagli. Parlava di seminaristi che gli avevano riferito che McCarrick invitava ragazzi a casa sua e chiedeva ad alcuni di condividere il suo letto.
McCarrick si faceva chiamare “Zio Ted” e ai suoi “nipoti” garantiva parecchi privilegi, come la possibilità di andare a studiare a Roma. Com’è possibile che le gerarchie non sapessero? E perché la segnalazione di Ramsey è rimasta chiusa in un cassetto, senza una risposta?
O’Malley si giustifica dicendo di non aver mai visto la lettera perché il suo segretario, padre Robert Kickham, decise autonomamente che il comportamento di McCarrick, riguardante rapporti con giovani e adulti, non rientrava nelle competenze della Commissione per la tutela dei minori.
“In retrospettiva – afferma O’Malley – è chiaro per padre Kickham e per me che avrei dovuto vedere quella lettera perché conteneva affermazioni sul comportamento di un arcivescovo nella Chiesa. Mi assumo la responsabilità delle procedure seguite nel mio ufficio e sono anche disposto a modificare tali procedure alla luce di questa esperienza”.
Al di là della questione della lettera, l’arcivescovo di Boston continua a sostenere di non aver mai sentito parlare dei reati sessuali di McCarrick prima che i media li riferissero, ma l’affermazione ha davvero dell’incredibile, tanto che lo stesso O’Malley si dice consapevole del fatto che non tutti gli crederanno.
Il quadro, come si vede, è terrificante. Ed è in questo clima che la Chiesa cattolica, a Dublino, apre il grande incontro mondiale per le famiglie, nel corso del quale si parlerà a diversi livelli di morale e di moralità, anche sessuale.
Aldo Maria Valli
Nel mezzo della nuova bufera che investe la Chiesa cattolica, specialmente negli Stat Uniti, in seguito alle verità emerse sull’ex cardinale McCarrick e al rapporto del gran giurì della Pennsylvania su abusi commessi da preti nell’arco di settant’anni, dalla Gran Bretagna arriva una richiesta che fa capire quanto grave sia la situazione.
A firmare la richiesta è il vescovo Philip Egan della diocesi di Portsmouth, nel sud dell’Inghilterra. La lettera è stata inviata direttamente a papa Francesco ieri. La decisione è stata presa, spiega Egan, in seguito a quanto emerso negli Usa, ma anche in Cile, Australia, Irlanda, Honduras e in altri paesi.
“Gli abusi commessi da chierici sembrano costituire – scrive Egan – un fenomeno mondiale. Come cattolico, e come vescovo, queste rivelazioni mi riempiono di profondo dolore e vergogna”. Ma proclamare il dispiacere non basta. Occorre passare a qualcosa di più costruttivo. Di qui il suggerimento al papa: prendere in considerazione di convocare un sinodo straordinario sulla vita e il ministero del clero cattolico.
Tra gli argomenti, spiega Egan nella lettera, potrebbero esserci l’identità del prete e del vescovo, lo stile di vita, il celibato. Si potrebbe elaborare una guida e proporre una regola, “stabilendo forme appropriate di responsabilità e vigilanza sacerdotale ed episcopale”.
In quanto vescovo, afferma Egan, ho sperimentato di possedere “pochi strumenti” che mi possano aiutare nella gestione quotidiana del clero e nel rapporto con i seminari e le altre strutture di formazione, specie al fine di aiutare i formatori nel valutare e sviluppare le vocazioni.
Negli Stati Uniti intanto, a pochi giorni dall’uscita del rapporto del gran giurì della Pennsylvania che menziona oltre duecento volte il cardinale Donald Wuerl, la North Catholic High School, scuola cattolica che conta più di 12 mila alunni, ha deciso ufficialmente di cambiare nome: non sarà più la Cardinal Wuerl North Catholic High School”, ma solo la “North Catholic High School”.
Giorni fa qualcuno, con la vernice rossa, aveva provveduto a cancellare il nome del cardinale dall’insegna all’ingresso dell’istituto, e ora i responsabili della scuola, dopo che quasi ottomila persone hanno firmato una petizione in tal senso e lo stesso cardinale ha chiesto di rimuovere il suo nome, hanno provveduto.
Si tratta di un fatto poco più che simbolico, ma segnala la delicatezza della situazione, non solo per l’attuale arcivescovo di Washington (che proprio in seguito alla vicenda degli abusi ha rinunciato a recarsi a Dublino per il Meeting mondiale delle famiglie), ma per l’intera Chiesa cattolica negli Stati Uniti.
Un altro cardinale americano che ha rinunciato alla trasferta in Irlanda è Sean O’Malley di Boston, e proprio da O’Malley arriva un’ammissione di responsabilità.
La vicenda riguarda una lettera che già nel 2015 fu inviata all’ufficio di O’Malley da padre Boniface Ramsey con una serie di chiare segnalazioni e preoccupazioni circa i rapporti del cardinale McCarrick con i seminaristi.
Accetto la “piena responsabilità” di non aver letto la lettera, afferma ora l’arcivescovo di Boston, che è anche a capo della commissione vaticana per la protezione dei minori.
O’Malley ha cancellato la sua partecipazione al Meeting di Dublino non solo per seguire da vicino gli sviluppi della crisi, ma anche sulla scia delle accuse che lo riguardano: aver raccolto fondi e viaggiato con McCarrick dopo che il suo ufficio aveva ricevuto la lettera di avvertimento da parte di padre Boniface Ramsey, professore al seminario dell’Immacolata Concezione di Newark dal 1986 al 1996, uno dei chierici che conoscevano il comportamento predatorio di McCarrick e tentarono inutilmente di fermarlo rivolgendosi alle gerarchie.
“Per trent’anni – ha dichiarato padre Ramsey – ho lanciato allarmi, ma senza arrivare da nessuna parte”.
Nella lettera inviata a O’Malley, ma ignorata, Ramsey entrava nei dettagli. Parlava di seminaristi che gli avevano riferito che McCarrick invitava ragazzi a casa sua e chiedeva ad alcuni di condividere il suo letto.
McCarrick si faceva chiamare “Zio Ted” e ai suoi “nipoti” garantiva parecchi privilegi, come la possibilità di andare a studiare a Roma. Com’è possibile che le gerarchie non sapessero? E perché la segnalazione di Ramsey è rimasta chiusa in un cassetto, senza una risposta?
O’Malley si giustifica dicendo di non aver mai visto la lettera perché il suo segretario, padre Robert Kickham, decise autonomamente che il comportamento di McCarrick, riguardante rapporti con giovani e adulti, non rientrava nelle competenze della Commissione per la tutela dei minori.
“In retrospettiva – afferma O’Malley – è chiaro per padre Kickham e per me che avrei dovuto vedere quella lettera perché conteneva affermazioni sul comportamento di un arcivescovo nella Chiesa. Mi assumo la responsabilità delle procedure seguite nel mio ufficio e sono anche disposto a modificare tali procedure alla luce di questa esperienza”.
Al di là della questione della lettera, l’arcivescovo di Boston continua a sostenere di non aver mai sentito parlare dei reati sessuali di McCarrick prima che i media li riferissero, ma l’affermazione ha davvero dell’incredibile, tanto che lo stesso O’Malley si dice consapevole del fatto che non tutti gli crederanno.
Il quadro, come si vede, è terrificante. Ed è in questo clima che la Chiesa cattolica, a Dublino, apre il grande incontro mondiale per le famiglie, nel corso del quale si parlerà a diversi livelli di morale e di moralità, anche sessuale.
Aldo Maria Valli
https://www.aldomariavalli.it/2018/08/23/abusi-come-possibile-che-non-si-sapesse-nuove-rivelazioni-su-allarmi-ignorati-e-un-vescovo-chiede-un-sinodo-straordinario/
Dublino, il Papa, la Lettera sui predatori omosessuali – vescovi e no – che non parla nè di Vescovi nè di omosessuali. Quando si riuscirà a cacciare Farrel & co.?
Ieri è iniziato l’Incontro Mondiale delle Famiglie (chissà perchè al plurale….) in cui sarà presente anche il S. Padre.
Incontro al centro di enormi polemiche per il contemporaneo scandalo sull’omosessualità praticata di molti Vescovi e sacerdoti (è appena uscito un documento del Gran Giurì della Pennsylvania QUI e sono recenti le vicende cilene e nordamericane che hanno coinvolto almeno tre cardinali, tra cui il Prefetto alla Famiglia Farrel). E’ motivo di discussione l’invito a parlare in pompa magna al gesuita pro gay Martin e per l’uscita in questi giorni della Lettera del S. Padre sul problema delle molestie in cui non si cita mai la parola “omosessuale” ne la parola “vescovo“: sembra che gli adolescenti maschi (più dell’80% del totale) violati lo siano stati da marziani.
Aldo Maria Valli citando il card Burke ( “Il nodo è l’omosessualità. Intervenga il papa”, QUI su Mil) così ha rimarcato recentemente: “Sembra chiaro alla luce di questi recenti terribili scandali che in effetti esiste una cultura omosessuale, non solo tra il clero ma anche all’interno della gerarchia, che deve essere purificata alla radice; ovviamente si tratta di una tendenza che è disordinata” (QUI).
E il vescovo di Madison Robert Morlino (QUI e QUI): “È ora di ammettere che all’interno della gerarchia della Chiesa cattolica esiste una sottocultura omosessuale che sta portando una grande devastazione nella vigna del Signore”.
In queste settimane molti organi di stampa e blog sono intervenuti, anche in maniera molto ferma, per non far partecipare Farrel e Martin al Meeting di Dublino e togliere dall’agenda del programma riferimenti e relatori pro omosessualità. Ci risulta per esempio che è stato chiesto – in altissimo loco -e direttamente al S. Padre – l’eliminazione dell’intervento di Martin, ma senza alcun esito.
Per far verificare ai nostri lettori l’ampiezza della protesta potere leggere alcuni interventi QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI, QUI e QUI.
Alcune riflessioni non esaustive sulla vicenda e qualche domanda di MiL :
- come è possibile far coorganizzare l’incontro mondiale della famiglia ad un cardinale, Kevin Farrel (Prefetto del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita), che ha convissuto vari anni da sacerdote in un appartamento (non in episcopio) con un noto cardinale sodomita (Theodor McCarrick) a cui deve – insieme al favore di Francesco – buona parte della sua carriera ecclesiastica? Come è possibile che non venga immediatamente rimosso? Da nostre fonti molto attendibili sappiamo che una o più Congregazioni vaticane e alcuni cardinali americani hanno chiesto, per ora senza esito, la sua deposizione, sia da Prefetto che da cardinale. A quando la bella notizia per le vittime di tante violenze? QUI Magister riassume la miracolosa carriera dell’ex discepolo del notorio pedofilo ed omosessuale Marcial Maciel.
- Come è possibile far parlare al raduno – e come ospite d’onore – il noto gesuita pro gay Martin (inter alia QUI e QUI)? Ecclesiastico noto per essere favorevole all’omosessualità attiva? Che esempio si da al mondo?
- Come è possibile che il S. Padre possa pubblicare una Lettera (QUI il testo completo) che tratta dei predatori – principalmente omosessuali – di adolescenti e ragazzini da parte di vescovi e sacerdoti, senza mai usare la parola “vescovo” e “omosessuale”? Sono stati forse i marziani a molestare i seminaristi dell’Honduras o gli adolescenti del card McCarrick? QUI un magistrale Stefano Fontana e
- QUI uno scandalizzato Tosatti: [La Lettera]”1)Mette molta enfasi sulla cura delle vittime; 2)Sparge il biasimo su “tutti noi”; 3) Glissa su enormi crimini episcopali; 4) Non menziona mai l’omosessualità“.
- Come è possibile non osservare che l’inner circle del S. Padre è costituito principalmente da esponenti chiacchierati pro gay (Farrel, Spadaro, Martin, Semeraro, Maradiaga, Ricca, etc.) e addirittura ci sono sospetti importanti su uno dei suoi segretari particolari? Ricordiamo che la sciagurata frase “chi sono io per giudicare“, detta dal Papa in aereo, era per difendere un omosessuale conclamato (QUI e QUI) come Mons. Ricca (oggi ancora Prelato allo IOR).
- Come è possibile mantenere a capo del C9 il cardinale Oscar Maradiaga il cui vescovo ausiliare e pupillo Juan José Pineda è stato rimosso lo scorso 20 luglio a motivo di abusi sessuali continuati accertati da una visita apostolica. E il cardinale è sotto accusa per appropriazioni finanziarie (QUI) e per le molestie seriali del seminario honduregno (QUI e QUI))?
- Come si può pensare di poter tollerare certe frasi di prelati della new wavepro Francesco che negano il problema dell’omosessualità del clero: il vescovo di Newark card. Joseph William Tobin («Nessuno mi ha mai parlato di una simile sotto-cultura. D’ora in poi ai preti sarà vietato parlare con i giornalisti e tutte le eventuali richieste dovranno essere riferite al responsabile dell’ufficio comunicazioni sociali della diocesi»” QUI); il neo-cardinale messicano Sergio Obeso Rivera ha detto che le vittime degli abusi dovrebbero «vergognarsi di parlare perché anche loro hanno scheletri negli armadi». Evitiamo di citare nuovamente Padre Martin che quotidianamente ci informa via Twitter della bontà dell’omosessualità e dell’irrilevanza del rapporto tra gay e abusi sessuali nella Chiesa.
- Come è possibile pensare ad una politica di tolleranza zero nei confronti dell’omosessualità o della pederastia nella Chiesa a valle di continue dichiarazioni equivoche del S. Padre, che riceve in pompa magna coppie gay di amici, transessuali “sposati”, etc.? Non si pensa allo scandalo nei fedeli?
- Come è possibile, da parte dell’inner circle giornalistico di S. Marta, attaccare i blog che hanno diffuso le notizie più eclatanti, per esempio sul card. Farrel: per un esempio di queste “veline” da Nord Corea leggere Andrea Tornielli QUI; “Ne è un esempio la campagna per le dimissioni del cardinale Kevin Farrell, “reoˮ di aver abitato da vescovo ausiliare con McCarrick per tre anni (insieme ad un altro ausiliare e a tre sacerdoti), portata avanti da siti sedicenti cattolici che quotidianamente e violentemente attaccano Papa Francesco, i vescovi – quelli che a loro non vanno bene – e i fratelli nella fede”. Si vede che per anni il nostro Farrel non si è mai reso conto delle malefatte del cardinale?
- Possiamo osare pensare che ci sia una sorta di “circolo segreto” che ha sempre coperto tali nefandezze e ha fatto far carriera ai suoi sodali. E chi ne fa parte?
- Cascioli (QUI): “La lettera di ‘Ending Clergy Abuse’ ricorda che Wuerl è citato nel rapporto del Grand Jury in Pennsylvania per aver parlato di ‘circolo del segreto’ per descrivere la copertura ecclesiastica degli abusi. L’omissione del Papa su Wuerl provoca molte questioni. Anche Francesco fa parte del circolo del segreto?”
- e Valli (QUI) fanno qualche ipotesi (soprattutto sulla filiera dei cardinali Farrel, Wuerl e McCarrick), ma già l’ex Segretario Generale del Governatorato vaticano ai tempi di Benedetto XVI, Carlo Maria Viganò, adombrò di lobby gay che ricattava e – in qualche modo – comandava all’interno del governatorato stesso.
Parecchie migliaia di firme sono state raccolte per chiedere l’annullamento dell’intero Meeting, senza alcun risultato.
Quando finirà questa tragedia?
Il S. Padre aspetterà che crolli tutto?
Il S. Padre aspetterà che crolli tutto?
L
PS: per carità di patria non apriamo il “libro” italiano, tra Verona , Montecassino e Foggia e tanti altri.
PS: per carità di patria non apriamo il “libro” italiano, tra Verona , Montecassino e Foggia e tanti altri.
(Fonte: http://blog.messainlatino.it)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.