ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 28 agosto 2018

Qual è la posta in gioco?

Viganò e Francesco



25 agosto 2018: Papa Francesco con i giornalisti in volo verso l'Irlanda

L’ho letto e sinceramente devo dirvi questo, … leggete voi, attentamente, il comunicato e fate voi il vostro giudizio. Io non dirò una parola su questo. … Credo che il comunicato parla da sé stesso
Prole di Papa Francesco, Domenica sera 26 agosto, durante il volo di ritorno dall’Irlanda a Roma, in risposta alla domanda di un giornalista sulla sua reazione nei confronti delle affermazioni fatte nella “Testimonianza” di 11 pagine pubblicata il giorno prima in Italia dall’Arcivescovo Carlo Maria Viganò, Nunzio vaticano negli Stati Uniti sotto Papa Benedetto XVI e Papa Francesco, dal 19 ottobre 2011 alla fine di maggio 2016, nel quale il Nunzio in pensione sostiene che Papa Francesco conosceva già cinque anni fa che l’ex cardinale McCarrick aveva molestato sessualmente i seminaristi, e non aveva fatto nulla a riguardo.

Il Papa e Viganò

Questa sera le cose sono squilibrate, poco chiare, confuse.
Eppure, la questione è della massima importanza, quindi la necessità di fare chiarezza è molto grande.
Chi dice la verità, e qual è questa verità, sulla risposta della Chiesa negli ultimi decenni alla questione degli abusi sui ragazzi (pedofilia) e, in generale, in risposta all’apparente maggiore accettazione della “non castità” (eterosessuale o omosessuale) tra i seminaristi e nelle file del clero ordinato?



Mons. Carlo Maria Viganò


Le affermazioni di Viganò e il silenzio di Francesco

Ci sono molte cose che non si possono ancora conoscere sulle accuse fatte ieri dall’Arcivescovo Carlo Maria Viganò, che il Papa ha rifiutato di commentare oggi.

Quindi, ecco un tentativo di stabilire alcuni punti fermi; ma non si tratta ancora di un tentativo di esporre pienamente la verità degli eventi che sono venuti fuori. E fin da adesso sembra che questo non sarà mai possibile, perché, se vogliamo veramente progredire nella conoscenza della verità di queste cose, ci sono archivi che dovrebbero essere aperti e che incredibilmente sembra che non saranno mai aperti.

Ecco semplicemente alcuni “punti fermi” in un vasto mare di confusione e incertezza.

Sabato, l’ex Nunzio vaticano negli Stati Uniti, l’Arcivescovo Carlo Maria Viganò, oggi di 77 anni, da tempo addentro in Vaticano e uomo di fiducia da Papa Giovanni Paolo II a Papa Benedetto e a Papa Francesco, con una serie di incarichi significativi nella Chiesa – tale che si posa ritenere che durante la sua carriera sia stato generalmente stimato da uomini buoni e santi - ha pubblicato un testo firmato (io ho avuto conferma dallo stesso Viganò che il testo è suo) in cui fa accuse assolutamente scioccanti.
Tra le quali, quella che Papa Francesco, insieme ad altri alti funzionari vaticani, non avrebbe fatto nulla pur essendo stato informato più di cinque anni fa (il 23 giugno 2013, quando, afferma Viganò, lui stesso ne parlò col Papa) che il Vaticano già alcuni anni prima avevacompilato un “fitto” dossier di presunti atti di molestia sessuale commessi dall’alloraCardinale Theodore McCarrick contro numerosi seminaristi (nessuno dei quali ragazzi, così che non si trattava di atti di pedofilia - anche se ora è emersa un’accusa secondo la quale McCarrick avrebbe sessualmente molestato un ragazzo di 11 anni, in una chiesa decenni fa).

In altre parole, Viganò afferma che, in questi ultimi 5 anni, il Vaticano, sotto Papa Francesco, non ha aperto alcun processo canonico contro McCarrick, e cioè ha ignorato le molte accuse di cattiva condotta.

McCarrick quest’estate si è dimesso dal Collegio dei Cardinali e non è più cardinale – il che è molto scioccante, molto insolito, non succedeva da decenni - e quindi, di conseguenza, McCarrick non dovrebbe più essere chiamato “Cardinale McCarrick”.
McCarrick si è dimesso in seguito a una sentenza di giugno su due delle accuse a lui rivolte da un tribunale arcidiocesano di New York, che ha giudicato le accuse “credibili”.

Tuttavia, si noti bene, non c’è ancora stato alcun processo o sentenza su nessuna delle accuse contro McCarrick, quindi non c’è stato alcun giudizio su ciò che è veramente vero o falso.
McCarrick ha detto di “non ricordare“ i casi; e, a quanto mi risulta, non è nemmeno ancora chiaro cosa accadrà in merito a questi casi, se mai otterremo chiarezza su ciò che McCarrick ha fatto o non ha fatto.

In ogni caso, secondo Viganò, questa mancanza di “tolleranza zero” da parte di Papa Francesco, di fronte alle molte accuse contro un uomo apparentemente accusato in modo credibile di abusi sessuali in serie, sarebbe evidentemente sufficientemente oltraggiosa da indurre Viganò a chiedere a Francesco di dimettersi dal suo incarico di capo della Chiesa.
Questo è naturalmente un altro “fatto” scioccante tra tanti.
Come potrebbe un funzionario vaticano in carriera chiedere pubblicamente le dimissioni del Papa? E lo fa da solo, senza altri associati a lui? Sarebbe fuori di testa? Quali sarebbero le sue vere motivazioni?

Bella domanda.


Logicamente, sembrerebbe che debbano esserci alcuni motivi in grado di spiegare la sua decisione di farsi avanti in questo momento e di porsi come “portatore della verità” - come le molte vittime negli Stati Uniti che negli ultimi mesi si sono fatte avanti per “dire la verità” sulle molestie sessuali e gli abusi a Hollywood, ecc.

Possiamo ipotizzare alcune di questi motivi semplicemente sulla base del “buon senso”.
Forse i tre principali potrebbero essere questi (ma tutto in quello che segue è necessariamente molto parziale e molto speculativo):

1) Vigano ha motivi personali, come una vendetta personale contro Papa Francesco; per esempio, è Arcivescovo da molti anni, ora ha 77 anni, e non è mai stato fatto cardinale; forse è irritato da questo disguido; o forse Francesco ha trascurato anche alcuni amici di Viganò; ci potrebbero essere molti fattori e varianti, ma in fondo Viganò avrebbe una motivazionepersonale (che ancora non conosciamo).
Credo che tali fattori possano svolgere un ruolo in questi eventi, ma non il ruolo principale. Il modo in cui Viganò ha scritto la sua lettera è a momenti emotivo, ma egli si è espresso in maniera inerente questioni ecclesiali, non questioni personali. Escluderei questo fattore come fattore importante.

2) Viganò potrebbe servire qualcun altro, qualche gruppo o lobby, ecclesiale o politico, finanziario o teologico, che lo avrebbe istigato - per molte possibili ragioni; forse potrebbe trattarsi della “vecchia guardia” della Curia, uomini che sentono minacciate da  Francesco le loro posizioni, le loro credenze, la loro visione della Chiesa; forse Viganò è o vorrebbe diventare il capo di questo ipotetico gruppo... o persino proporsi come un possibile capo per la Chiesa (!); sono successe cose strane. 
Su questo punto, ci sono naturalmente molteplici variazioni, quasi infinite, direi....
Ma Viganò proviene da una vecchia e ricca famiglia cattolica milanese; non ha bisogno di ricchezze personali, quindi mi sembra poco probabile che agisca come “agente” di qualcuno in questa questione; non credo che sia stato “ripagato”. Escluderei quest’idea. Io penso che egli stia agendo in prima persona - come agente indipendente. Potrei sbagliarmi. E non so se ha alleati e, in caso affermativo, chi potrebbero essere. Ma vorrei escludere che egli stia agendo per altri, come un “cavallo alla briglia”.

Che cosa, allora? Forse…

3) Viganò avrebbe ragioni teologiche o ecclesiali; cioè egli crederebbe veramente che la situazione nella Chiesa, e nel mondo, oggi sarebbe così grave, così pericolosa per le anime, che la Chiesa debba avere dei dirigenti che guidino con coraggio, con una chiara visione e con coerenza la loro azione e le loro parole per proteggere la fede e il gregge; e crederebbe che la guida di Francesco, per varie ragioni, sia diventata così pericolosa e dannosa per la Chiesa, in questa situazione storica, che Francesco dovrebbe volontariamente abbandonare il papato – visto che un qualsiasi tentativo di rimuoverlo contro la sua volontà porterebbe al caos – al punto che  Viganò, per così dire, “impugna” il caso McCarrick – sul quale crede di avere una conoscenza personale della mancanza di una leadership coerente di Francesco - come un comodo caso “grimaldello” per aiutare Francesco a “sloggiare” dall’alto incarico che ricopre, chiedendogli di farlo di sua spontanea volontà...

Questo terzo scenario ha qualche probabilità di essere vero?
Forse. Non ci resta che aspettare e vedere.
Per il momento, tutto tace.

Da sabato sera a Domenica sera, in circa 24 ore, le accuse di Vigano si sono diffuse in tutto il mondo su Internet.

Domenica sera, Papa Francesco, sul suo aereo papale di ritorno dall’Irlanda a Roma, dopo una visita di due giorni alla Emerald Isle per l’Incontro Mondiale delle Famiglie, è stato interrogato sulla lettera aperta di Viganò: “leggete voi, attentamente, il comunicato e fate voi il vostro giudizio. Io non dirò una parola su questo.”

E' a questo punto che ci troviamo al momento.

Qual è la posta in gioco

Capire chi dice la verità, e capire cosa comporta tale verità, perché l’attuale intollerabile confusione sta distruggendo la Chiesa. Sta distruggendo la fede di molti. Sta portando a un esodo di uomini validi dai seminari. Sta portando buoni sacerdoti a soffrire per tutta la vita a causa di falsi sospetti su di loro. Sta portando ad aspre divisioni nella Chiesa. Può dividere la Chiesa. E ci sono forze nel mondo che vorrebbero che ciò accadesse.

Nella pastorizia, il ruolo dei pastori è quello di proteggere le greggi di pecore, che non possono proteggersi da soli da lupi furbi e rapaci. Senza pastori vigili con il personale idoneo e altre armi, i lupi arrivano a mangiare le pecore abbastanza facilmente.
I principali pastori della Chiesa sono i vescovi e sono guidati da un uomo eletto Papa, Vescovo di Roma (oggi ne abbiamo due, uno attivo e uno che prega, il che è un’ulteriore causa del nostro disorientamento, perché una situazione del genere non è mai esistita prima).

E adesso siamo alla vigilia di due Sinodi, uno tra un mese sui giovani e il loro discernimento sulla loro “vocazione” di vita, l’altro il prossimo ottobre sull’evangelizzazione della regione amazzonica.
E da entrambi questi Sinodi ci si aspetta che vengano avanzate proposte per il matrimonio dei preti, in parte come risposta agli scandali che dal 2001 sono stati così ampiamente e disastrosamente pubblicizzati nella Chiesa e nel mondo.
Così l’“esercito” della Chiesa latina, quei circa 400.000 preti che agiscono come pastori vigilanti per proteggere il gregge, e che lo hanno fatto sacrificando cose che avrebbero potuto desiderare, come mogli e famiglie, ma che con la loro dedizione hanno reso nei secoli passati la Chiesa una formidabile istituzione - la più longeva e duratura istituzione umana nel mondo - potrebbero cominciare ad avere una nuova disciplina, con conseguenze imprevedibili.

Ma non è tutto.

Non si tratta semplicemente di un sacerdozio santo e casto dedito alla protezione del “gregge”, poco preparato a proteggersi (parlo delle pecore che cercano di evitare di essere mangiate dai lupi). Non solo è in pericolo il sacerdozio, ma è in pericolo l’intero concetto di santità inteso come qualcosa che scaturisce da tutto il profondo del nostro essere, che noi crediamo sia personale, derivato da una Persona (tanto misteriosa quanto in effetti è) che noi chiamiamo Dio... voluta cioè da Dio che è Lui stesso santo e vuole che noi siamo “come Lui”.
Da qui l’assoluta centralità della santità.
Senza santità, niente.

In altre parole, tutto l’insegnamento cristiano tradizionale su come vivere una vita santa, sacrificando i propri “desideri” e le proprie “passioni” per “conformarsi” a Cristo, per amare il nostro prossimo come fratello o sorella, con un amore profondo, come si ama un fratello, un figlio, una sorella, una figlia, un padre, una madre, è ora messo in discussione...

Tutto questo è in gioco…

Ed è a questo punto che un appello diventa un ordine, in questo momento.
Un appello sulle teste dei sacerdoti e dei vescovi al capo dei vescovi: a Francesco, ma anche a Benedetto, al vescovo e all’ex vescovo di Roma... un appello a riconoscere qualcosa di reale, ma non ancora pienamente riconosciuto da molti...
Un appello a riconoscere che un fiume di denaro, uno tsunami di propaganda, una colata lavica di immagini mediatiche e di interconnesse argomentazioni a favore dell’“auto-espressione”, della “realizzazione individuale”, senza il minimo pensiero di conformarsi a Cristo, ha alterato le equazioni della cultura.

Per questo motivo, la nostra non è più un’epoca in cui possiamo dialogare con il mondo per comprendere la nobiltà dell’aspirazione umana alla realizzazione di sé “con ogni mezzo possibile”, lasciando Cristo fuori da quelle equazioni.
Dobbiamo tornare al Suo insegnamento, alla disciplina del “conformarci a Cristo”, per quanto sia difficile.
Si rendono conto di questo Papa Francesco e il Papa Emerito Benedetto?
Si rendono conto del rischio che comporta il non tenere Cristo al centro del nostro insegnamento?
Si rendono conto che la più grande povertà è la perdita di Cristo come nostro modello, come nostra vita, come nostra ispirazione, come nostro salvatore, come nostro vero essere?
Si rendono conto che cedere al “mondo” su tutti i punti che vengono proposti con sempre maggiore insistenza, con argomenti molto intelligenti, eloquenti e persuasivi, sostenuti da montagne di denaro, significa cedere a uno spirito che dimentica Cristo, ignora Cristo, tradisce Cristo: uno spirito “anti-Cristo”?
Si rendono conto che il più grande abuso che si possa commettere verso i nostri figli è lasciarli soli di fronte ai venti delle dottrine di questo mondo del 2018, non proteggendoli dal turbine della confusione, dalla miseria permanente e dall’alienazione da Cristo stesso, che queste nuove dottrine portano nella loro scia?

Questo è ciò che ci minaccia; questo è ciò che i nostri pastori devono capire; questo è ciò che ci aspettiamo e di cui abbiamo bisogno da Roma, dai vescovi di Roma.

di
 Robert Moynihan




L'Autore è un noto vaticanista americano che diffonde i suoi articoli tramite posta elettronica: MoynihanReport@gmail.com

gli stessi sono reperibili sul suo sito Inside The Vatican

Il presente articolo è del 27 agosto 2018

Immagini e impaginazione sono nostre


http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2577_Moynihan_Vigano_e_Francesco.html

La bufala della Chiesa pedofila: montatura storica e bluff ideologico- Lunedì, 27 agosto / 2018 -

di Sergio Basile e Giovanna Maddalena Sisto
La bufala della Chiesa pedofila: montatura storica,
realtà aumentata, bluff ideologico
Pedofilia: la strategia ipocrita dei nemici della Chiesa e della
massoneria, per distruggere la credibilità di tutto il clero
e annientare la fede nel cuore dei credenti

di Sergio Basile e Giovanna Maddalena Sisto
Bufala chiesa pedofila











 Riflessione sulla missione punitiva di Bergoglio 
Dublino, Roma di Sergio Basile e Giovanna Maddalena Sisto - La piaga dellapedofilia nella Chiesa Cattolica, statistiche alla mano, occupa uno spazio davvero marginale, eppure la stampa negli ultimi giorni sta ingigantendo oltremodo il fenomeno con titoli da prima pagina che fotografano ben altre realtà, aumentate e romanzate, che non trovano assolutamente corrispondenza nella vita reale. Quello della pedofilia sembra essere diventato ad un tratto "il problema della Chiesa": l'aborto (cioé l'uccisione legalizzata di un essere umano indifeso) e la scristianizzazione, per contro, sembrano non entrare più di tanto tra le preoccupazioni delle gerarchie vaticane. Molto strano davvero!
"Un'ora e mezza di faccia a faccia diretto con otto vittime di preti pedofili. Per ribadire ancora una volta la volontà della sua Chiesa di non voltare più lo sguardo e la politica di tolleranza zero verso i responsabili degli abusi. Papa Francesco ha concluso così la prima giornata della sua visita in Irlanda, Paese fra i più colpiti dalla piaga della pedofilia dei religiosi. (…) Il Papa è arrivato in Irlanda parlando di "crimini ripugnanti", per la Chiesa e per lui stesso, "causa di sofferenza e di vergogna". Ha toccato il tema subito, al Castello di Dublino, in apertura della visita per l'Incontro mondiale delle famiglie, parlando davanti alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico. Poi ha ribadito il concetto nella messa nella cattedrale della città".
Così Repubblica, storicamente una delle frecce anti-cattoliche più affilate e penetranti in dotazione alla faretra del club comunista, ed ancora – malgrado il sensibile calo dei lettori – una delle più efficaci armi di distrazione di massa, ha commentato la missione punitiva di Bergoglio in terra d'Irlanda. Bergoglio, come un disco rotto, è tornato sull'argomento, spiazzando tutti, anche nella giornata di ieri, durante la SS. Messa con le famiglie, anziché affrontare con enfasi e preoccupazione il tema spinoso e gravissimo della storica legalizzazione dell'aborto nella "cattolica Irlanda", voluta dopo il Si al referendum dello scorso 25 maggio.  A molti la sua più che una visita pastorale sulla vocazione cristiana delle famiglie,  è parsa una vera e propria missione punitiva a senso unico,
                 quasi come se la Chiesa Cattolica si fosse trasformata d'improvviso
        nella responsabile universale di tutti i crimini di genere, commessi nel mondo.
           Una sorta di enorme parafulmine posto dinanzi al tribunale unico globale.
Vista l'enfasi ingiustificata sul binomio cognitivo forzato Chiesa-pedofilia, verrebbe da chiedersi: su mandato di chi questa improbabile contro-crociata? La risposta è appena dietro l'angolo! A ben vedere, specie negli ultimi anni, accade fin troppo frequentemente che certi “zelanti” pastori facciano a gara per rivangare, a ritmi periodici, le solite questioni trite e ritrite sulla pedofilia di certa parte del clero, come apparso ultimamente a caratteri cubitali in prima pagina, non solo su Repubblica, ovviamente, ma perfino su “Avvenire” e “Famiglia Cristiana”, e con un'ostentazione disgustosa di chi si gloria di sputare nel piatto in cui mangia. Allora, in sintonia con quanto già espresso dalla stimata scrittrice, ed amica, Patrizia Stella
         "E’ ora di chiarire una volta per tutte la questione e mettere a tacere,
                non solo i giornalisti laici, ma soprattutto certo clero fanatico
                     ed ignorante, dal retrogusto amaramente bergogliano”.
 Il tribunale mondialista dei giudizi sommari        
Allora accade che, cavalcando l'onda anomala di Dublino e della "missione" del "vescovo di Roma", si vada avanti tra giudizi sommari e tribunali popolari in puro stile termidoriano, tanto chi mai potrà controllare il numero effettivo dei ragazzi molestati? La rivoluzione è stata accesa e la ghigliottina è pronta per tutti!
                 Calunniate calunniate, qualche cosa resterà, diceva Voltaire!
D'altronde è ormai risaputo che i calunniatori e i corrotti non ci rimettono nulla perché protetti anche da eventuali denunce. Ma squarciando il velo della falsa retorica e del luogo comune, da un'analisi storica dei fatti più approfondita ed oggettiva, e' sconcertante constatare come la propaganda a senso unico sulla pedofilia sia diventata un'arma contro la Chiesa Cattolica nel suo complesso. Negli anni Quaranta/Cinquanta –come rivelava nel 1954 la grande scrittrice italo-statunitense Bella V. Dodd, nel suo libro autobiografico "The School of Darkness" –
                mille e cento falsi preti comunisti/massoni furono infiltrati
        dal Partito Comunista americano – CPUSA – nella Chiesa Cattolica,
                               nelle piu' alte sfere, per destabilizzarla.
        Costoro avviarono ogni sorta di nefandezza morale e dottrinale
                        per corrompere dall'interno la Sposa di Cristo
e trasfigurare in negativo la sua immagine dinanzi ai tribunali rivoluzionari pronti a gettare sentenze preconfezionate sui prelati e su duemila anni di storia. Fu proprio in quegli anni che il problema pedofilia, curiosamente, iniziò a divampare. I casi di "veri preti pedofili" purtroppo ci sono, negarlo sarebbe anacronistico, e questo non è l'obiettivo del presente articolo. Ma costoro sono una percentuale statisticamente irrisoria rispetto alla maggioranza dei casi complessivi e rispetto ai reati di pedofilia commessi strategicamente dai falsi preti massoni, per infangare il nome di Santa Madre Chiesa (Cattolica).
        L’Istat parla di una percentuale minima, cioè dello 0,1% in tutto il mondo
                      di sacerdoti cattolici che si macchiano di questo peccato,
dato ben al di sotto alla percentuale che si riscontra anche per molte altre istituzioni
  sociali, civili, religiose, sportive, mediche, militari, ecc., delle quali nessuno parla mai!
Allora si tende ad estirpare la pagliuzza, mentre l'evangelica ed invisibile trave continua ad occupare il teatro della storia, ma i commedianti non ne avvertono l'ingombro, anzi la cavalcano con fierezza e ipocrisia.
 Un'ipocrita regia                                                           
C'e' un'ipocrita regia che non dice come il libro di riferimento dei massoni – assieme allaCabala – cioé il Talmud, consideri la pedofilia "normale". Hollywood stessa, acclarata enclave giudeo-massonica, è un covo di immoralità sessuale di ogni specie, dove i casi di abusi sessuali su minori, negli ultimi decenni – quelli passati in un modo o nell'altro tra le maglie di una fitta rete di omertà – neppure più si contano. Eppure, guardacaso, ad emergere in negativo a livello mediatico è sempre e solo la Chiesa Cattolica. Come mai?
   Nel Talmud la pedofilia viene giustificata, anzi è permesso il "possesso" di ragazze
           con età inferiore a 14 anni, definite “schiave designate a tal scopo”.
Il "libro sacro" a seguaci dell'ebraismo e a giudeo-massoni, inoltre, per adulterio intende
                     solo l’effettivo atto sessuale, inteso come penetrazione.
         Ogni altra forma di rapporto perverso, di conseguenza, è giustificato.
Perfino il rapporto sessuale con un bambino di età inferiore ai tre anni, nel Talmud,
                                              non è ritenuto adulterio.
Eppure negli ultimi anni, molti film hollywoodiani (si pensi al premio Oscar "Il Caso Spotlight"), nati nell'humus dell'infelice e dorata isola ebraico-massonica più incensata e potente al mondo, sembrano non contemplare questa realtà, remando forsennatamente a senso unico contro l'odiata Chiesa Cattolica, pur sapendo che il fenomeno dell'infiltrazione giudeo-massonica nella Chiesa è oggi una realtà inconfutabile; pur sapendo – d'altro canto – che tutti i testi sacri del Cattolicesimo condannano apertamente la pedofilia, come uno degli abomini più gravi agli occhi del Signore; pur sapendo (come la stragrande maggioranza degli ebrei e dei massoni che dominano Hollywood sanno) che il Talmud, al contrario della Sacra Bibbia, legittima la pedofilia. Dunque l'ipocrisia regna sovrana e l'occulta regia anti-cristiana che muove la macabra danza mediatica emerge in tutto il suo squallore. In merito il recente caso delle accuse al "Coro di Ratisbona" è solo l'ultimo colpo basso di una lunga serie di attacchi strategici, ben architettati e mirati, alla Chiesa di Cristo.  Per fortuna il Vangelo a differenza del Talmud non approva la pedofilia ma la maledice, e per fortuna c'e' il 99% dei sacerdoti cattolici che la deplorano e combattono in ogni sede. Costoro, tuttavia, non fanno notizia, non trovano i favori dei media manovrati dalla giudeo-massoneria. Anche Bergoglio, dunque, dall'alto del suo ministero "cattolico" (?) dovrebbe parlare di questi scandali taciuti, anziche' vedere solo quello che i media corrotti vogliono farci vedere e credere.
 Una bufala storica montata ad arte                         
             Illuminati dal faro della storia, della religione e della verità oggettiva,
        possiamo concludere cha la pedofilia del clero cattolico è una semi-bufala,
          una realtà aumentata e deformata; una panzana in gran parte inventata
 sotto il pontificato di Benedetto XVI per screditare e far sparire la Chiesa tradizionale
che praticamente non esisteva sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, il "santo subito". Non ci sarebbero riusciti a far passare questo fantasioso teorema con autorevoli personaggi del calibro di Papa Sisto che – proverbialmente – "non perdonava neanche a Cristo". Egli – 227° papa della Chiesa Cattolica (1585-1590) – con una serie quasi infinita di bolle sconvolse motu proprio le decisioni del Concilio di Costanza (1414-1418). Tra l'altro, impose al clero l'obbligo assoluto di indossare il camicione. Tolse quest'obbligo il mondialista Giovanni XXIII, colui il quale inaugurò il Concilio Vaticano II favorendo l'infiltrazione della Massoneria nella Chiesa Cattolica; ovvero colui il quale eliminò anche la celebrazione della Santa Messa in latinoBenedetto XVI aveva ripristinato il rito latino e aveva programmato importanti riforme riprendendo aspetti della tradizione che avrebbero ridato dignità alla Chiesa. Scandalo e peggio aveva provocato la sua lectio magistralis all'Università di Ratisbona in Baviera il 12 settembre 2006. Il discorso causò violente reazioni anche nel mondo islamico, soprattutto a causa di una citazione dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo, tratta da un suo scritto sulla guerra santa redatto intorno al 1400. Al discorso di Ratisbona seguirono proteste di piazza, incendi di chiese e di luoghi di culto cattolici nei paesi islamici di qualsiasi tendenza, sciita o sunnita o ismaelita, ecc., crimini in effetti mai terminati. Perfino la massonicaCommissione europea – probabilmente per salvare la faccia – difese la libertà di espressione del Papa. Così pure l'autore dei versi satanici, lo scrittore indiano Salman Rushdie:
    "sono scioccato! (dichiarò). La Chiesa ci ha messo 400 anni per scusarsi con Galileo,
                ma il mondo islamico ha preteso che il Papa si scusasse in 8 minuti".
Lo sciita iraniano ayatollah Khomeini condannò a morte Salman Rushdie, che tuttora vive nel Regno Unito sotto protezione. Male furono destinati gli editori del libro: uno fu ammazzato, gli altri feriti. Condanne per Benedetto XVI piovvero dai gesuiti e dalla Federazione delle Conferenze Episcopali dell'Asia (FABC). Improvvisamente si scoprì che i preti erano pedofili dagli anni '30. Pedofili a tutto spiano sotto il defunto santo subito.
 Ci vorrebbe un Papa Sisto V                                     
Papa Sisto V ci avrebbe messo poco a sistemare la quaestio. La sua risolutezza non fu mai un mistero per i veri storici: egli non esitò a rompere le relazioni diplomatiche con i paesi che utilizzavano la propaganda per affossare la Chiesa. Scomunicò senza mezzi termini e tentennamenti diversi principi e re. E – badate bene – scomunicare voleva dire cancellare i diritti di successione per gli eredi al trono e dispensare i sudditi dall'obbedienza al re. Egli aveva perfino finanziato la spedizione dell'Invincibile Armata diFilippo II di Spagna contro l'Inghilterra. Ma una tempesta fece quello che non riuscì a fare la marina inglese. Papa Sisto, "che non la perdono' neanche a Cristo", come scrisse in un sonetto romanesco Maria Gioachino Raimondo Belli nel 1800, tra le altre mille cose fece erigere l'obelisco in Piazza San Pietro. Morte lo colse mentre progettava il trasporto del Santo Sepolcro in Italia: era stato professore di metafisica, diritto canonico e teologia come Benedetto XVI. Gliel'avrebbe fatta vedere lui a quelli che accusano categoricamente i preti di pedofilia, gettando indiscriminatamente un alone di vergogna e sventura su tutta la Madre Chiesa,  e che piangono per essere stati sedotti da preti pedofili, per ottenere lauti risarcimenti e infangare sistematicamente la Sposa di Cristo. Ebbene si! Ci vorrebbe proprio un Sisto V!
Sergio Basile, Giovanna Maddalena Sisto (Copyright © 2018 Qui Europa)
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