ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 12 settembre 2018

Maríam cógita, Maríam ínvoca!

Lettura 3

Il santo nome della vergine Maria, che significa stella del mare, si adatta perfettamente alla vergine Madre. Essa infatti, molto giustamente, è paragonata ad una stella perché come la stella emette la sua luce senza alterarsi minimamente, così la Vergine ha dato alla luce un figlio senza pregiudizio della sua verginità. E come la luce emessa non toglie nulla allo splendore della stella, così il Figlio non toglie nulla all'integrità della Vergine. Lei è dunque quella nobile stella sorta da Giacobbe, posta necessariamente al di sopra di questo mare, grande e profondo splendente per i suoi meriti, luminosa per i suoi esempi. O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti sballottato tra burrasche e tempeste, anziché appoggiato sulla terra, non allontanare lo sguardo dalla luce di questa stella. Pensa a Maria, invoca Maria, in modo da sperimentare in te stesso quanto giustamente fu detto : « E il nome della vergine era Maria ». Questo dolcissimo nome da molto tempo era onorato con speciale devozione in alcune parti del mondo cristiano. Il sommo pontefice Innocenzo XI, dopo la grande vittoria riportata a Vienna, in Austria, sul crudelissimo sultano dei Turchi, che minacciava di soggiogare i popoli cristiani, a perenne ricordo di un così grande beneficio, stabilì che si celebrasse ogni anno, in tutta la Chiesa, la festa del santissimo nome di Maria.
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12 settembre tra storia e devozione il Nome di Maria

La festa del santo nome di Maria fu concessa da Roma, nel 1513, ad una diocesi della Spagna, Cuenca. Soppressa da san Pio V, fu ripristinata da Sisto V e poi estesa nel 1671 al Regno di Napoli e a Milano. Il 12 settembre 1683, avendo Giovanni III Sobieski coi suoi Polacchi vinto i Turchi che assediavano Vienna e minacciavano la cristianità, il Beato Innocenzo XI, in rendimento di grazie, estese la festa alla Chiesa universale e la fissò alla domenica fra l’Ottava della Natività. Il santo Papa Pio X la riportò al 12 settembre.
QUI TROVERETE IL VIDEO AUDIO per seguire il testo come meditazione….
Oggetto della festa.
Qualche giorno dopo la nascita del Salvatore la Chiesa ha consacrato una festa per onorarne il nome benedetto. Ci insegnava così quanto questo nome contiene per noi di luce, di forza, di soavità, per incoraggiarci ad invocarlo con fiducia nelle nostre necessità (L’anno Liturgico, 183-187). Così dopo la festa della Natività della Santissima Vergine, la Chiesa consacra un giorno ad onorare il santo nome di Maria per insegnarci attraverso la Liturgia e l’insegnamento dei santi, tutto quello che questo nome contiene per noi di ricchezze spirituali, perché, come quello di Gesù, lo abbiamo sulle labbra e nel cuore.
Nome uscito dal cuore di Dio.
Più che il ricordo storico della istituzione della festa, ci interessa il significato del nome benedetto dato alla futura Madre di Dio e nostra.
Il nome presso i Giudei aveva un’importanza grandissima e si soleva imporre con solennità. Sappiamo dalla Scrittura che Dio intervenne qualche volta nella designazione del nome da imporre a qualche suo servo. L’angelo Gabriele previene Zaccaria che suo figlio si chiamerà Giovanni ed egli ancora dice a Giuseppe, spiegandogli l’Incarnazione del Verbo: “Gli porrai nome Gesù”. Si può quindi pensare che Dio in qualche modo sia intervenuto, perché alla Santissima Vergine fosse imposto il nome richiesto dalla sua grandezza e dignità. Gioacchino ed Anna imposero alla loro bambina il nome di Maria che a noi è tanto caro.
“Il tuo nome è un olio sparso”.
I Santi si sono compiaciuti di paragonare il nome di Maria a quello di Gesù. San Bernardo aveva applicato al Signore il testo della Cantica: “Il tuo nome è un olio sparso” (Cantico dei Cantici, 1,3), perché l’olio dà luce, nutrimento e medicina. Anche Riccardo di san Lorenzo dice: “Il nome di Maria è paragonato all’olio, perché, dopo il nome di Gesù, sopra tutti gli altri nomi, rinvigorisce i deboli, intenerisce gli induriti, guarisce i malati, dà luce ai ciechi, dona forza a chi ha perso ogni vigore, lo unge per nuovi combattimenti, spezza la schiavitù del demonio e, come l’olio sorpassa ogni liquore, sorpassa ogni nome” (De Laudibus B. M. V. l. II, c. 2).
Altre interpretazioni.
Oltre sessantasette interpretazioni diverse sono state date al nome di Maria secondo che fu considerato di origine egiziana, siriaca, ebraica o ancora nome semplice o composto. Non vogliamo trattenerci sulle interpretazioni e scegliamo le quattro principali riferite dagli antichi scrittori. “Il nome di Maria, dice sant’Alberto Magno, ha quattro significati: illuminatrice, stella del mare, mare amaro, signora o padrona” (Commento su san Luca, I, 27).
Illuminatrice.
È la Vergine immacolata che l’ombra del peccato non offuscò giammai; è la donna vestita di sole; è “colei la cui vita gloriosa ha illustrato tutte le Chiese” (Liturgia); è infine colei, che ha dato al mondo la vera luce, la luce di vita.
Stella del mare.
La liturgia la saluta così nell’inno, così poetico e popolare, Ave maris stella e ancora nell’Antifona dell’Avvento e del tempo di Natale: Alma Redemptoris Mater. Sappiamo che la stella del mare è la stella polare, che è la stella più brillante, più alta e ultima di quelle che formano l’Orsa Minore, vicinissima al polo fino a sembrare immobile e conservare una posizione quasi invariabile per lunghe notti e per questo fatto è di molta utilità per orientarsi sulla carta del cielo e aiuta il navigante a dirigersi, quando non possiede la bussola.
Così Maria, fra le creature, è la più alta in dignità, la più bella, la più vicina a Dio, invariabile nel suo amore e nella sua purezza, è per noi esempio di tutte le virtù, illumina la nostra vita e ci insegna la via per uscire dalle tenebre e giungere a Dio, che è la vera luce.
Mare amaro.
Maria lo è nel senso che, nella sua materna bontà, rende amari per noi i piaceri della terra, che tentano di ingannarci e di farci dimenticare il vero ed unico bene; lo è ancora nel senso che durante la Passione del Figlio il suo cuore fu trapassato dalla spada del dolore. È mare, perché, come il mare è inesauribile, è inesauribile la bontà e generosità di Maria per tutti i suoi figli. Le gocce d’acqua del mare non possono essere contate se non dalla scienza infinita di Dio e noi possiamo appena sospettare la somma immensa di grazie che Dio ha deposto nell’anima benedetta di Maria, dal momento dell’Immacolato Concepimento alla gloriosa Assunzione in cielo.
Signora o padrona.
Maria è veramente, secondo il titolo datole in Francia, Nostra Signora. Signora vuoi dire Regina, Sovrana. Regina è veramente Maria, perché la più santa di tutte le creature, la Madre di Colui, che è Re per titolo di Creazione, Incarnazione e Redenzione; perché, associata al Redentore in tutti i suoi misteri, gli è gloriosamente unita in cielo in corpo e anima e, eternamente beata, intercede continuamente per noi, applicando alle nostre anime i meriti da lei acquistati davanti a Lui e le grazie delle quali è fatta mediatrice e dispensiera.
Discorso di san Bernardo.
Preghiamo la Santissima Vergine, perché voglia realizzare per noi i diversi significati, che santi e dottori hanno dato al suo nome benedetto, riportando la conclusione della seconda omelia di san Bernardo sul Vangelo Missus est:
“E il nome della Vergine era Maria. Diciamo qualche cosa di questo nome, che significa stella del mare. Si adatta perfettamente alla Madre di Dio, perché come l’astro emette il suo raggio, così la Vergine concepisce suo Figlio e il raggio non diminuisce lo splendore della stella e il Figlio non diminuisce la verginità della Madre. Nobile stella sorta da Giacobbe il cui raggio illumina il mondo, splendente nei cieli, penetra l’abisso, percorre la terra. Riscalda più che i corpi le anime, inaridisce il vizio, feconda la virtù. Sì, Maria è l’astro fulgente e senza uguali che era necessario sul mare immenso, che scintilla di meriti e rischiara coi suoi esempi la nostra vita.
Chiunque tu sia che nel flusso e riflusso del secolo abbia impressione di camminare meno su terra ferma che in mezzo alla tempesta turbinante, non distogliere gli occhi dall’astro splendido, se non vuoi essere inghiottito dall’uragano. Se si desta la burrasca delle tentazioni, se si drizzano gli scogli delle tribolazioni, guarda la stella e invoca Maria. Se sei in balìa dei flutti della superbia o dell’ambizione, della calunnia o della gelosia, guarda la stella e invoca Maria. Se collera, avarizia, attrattive della carne, scuotono la nave dell’anima, volgi gli occhi a Maria. Turbato per l’enormità del delitto, vergognoso di te stesso, tremante all’avvicinarsi del terribile giudizio, senti aprirsi sotto i tuoi passi il gorgo della tristezza o l’abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nell’angoscia, nel dubbio, pensa a Maria, invoca Maria.
Sia sempre Maria sulle tue labbra, sia sempre nel tuo cuore e vedi di imitarla per assicurarti il suo aiuto. Seguendola non devierai, pregandola non dispererai, pensando a lei tu non potrai smarrirti. Sostenuto da lei non cadrai, protetto da lei non avrai paura, guidato da lei non sentirai stanchezza: chi da lei è aiutato arriva sicuro alla meta. Sperimenta così in te stesso il bene stabilito in questa parola il nome della Vergine era Maria”.
MESSA
EPISTOLA (Eccli 24,17-2l). – Come vite diedi frutti di soave odore, e i miei fiori dan frutti di gloria e di ricchezza. Io sono la madre del bell’amore e del timore, della scienza e della santa speranza. In me ogni grazia della via e della verità, in me ogni speranza di vita e di virtù. Venite a me, o voi tutti che mi bramate, e saziatevi dei miei frutti; perché il mio spirito è più dolce del miele, e il mio retaggio più del favo di miele. Il ricordo di me durerà nelle generazioni dei secoli. Chi mi mangia avrà ancora fame, e chi mi beve avrà ancora sete. Chi mi ascolta non sarà confuso, e chi lavora per me non peccherà; chi mi illustra avrà la vita eterna.
Tutta la compiacenza del cielo, tutte le speranze della terra si fissano sulla culla in cui Maria dorme, mentre veglia per Dio il suo cuore (Ct 5,2). La Sapienza fa il proprio elogio (Eccli 24,1): per la beata figlia di Anna e di Gioacchino le preferenze del suo amore, manifestate all’origine del mondo sono ormai giustificate e per sempre sarà sua delizia essere con i figli degli uomini (Pr 8,31). La vigna eletta, la vigna del Pacifico è davanti a noi e annunzia con i suoi fiori profumati (Ct 8,11-12) il grappolo divino, il succo del quale, spremuto nel torchio, feconderà tutte le anime, inebrierà terra e cielo.
VANGELO (Lc 1,26-38). – In quel tempo: L’Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea detta Nazareth, ad una Vergine sposata ad un uomo della casa di David, di nome Giuseppe, e la Vergine si chiamava Maria. Ed entrato da lei l’Angelo disse: Salute, o piena di grazia: il Signore è teco! Benedetta tu fra le donne! Ed essa turbata a queste parole, pensava che specie di saluto fosse quello. E l’Angelo le disse: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio; ecco, tu concepirai nel seno e partorirai un figlio, e gli porrai nome Gesù. Questi sarà grande, e sarà chiamato figlio dell’Altissimo; e il Signore Dio gli darà il trono di David suo padre; e regnerà in eterno sulla casa di Giacobbe; e il suo regno non avrà mai fine. Allora Maria disse all’Angelo: Come avverrà questo, se io non conosco uomo? E l’Angelo rispose: Lo Spirito santo scenderà in te e la potenza dell’Altissimo ti adombrerà: per questo il Santo che nascerà da te sarà chiamato figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia, ed è già nel sesto mese, lei che era detta sterile; ché niente è impossibile davanti a Dio. E Maria disse: Ecco l’ancella del Signore: si faccia di me secondo la tua parola.
Abbiamo qui la più solenne ambasciata di cui la storia angelica ed umana abbia conservato ricordo, e presenta in Maria ciò che il suo nome significa, la Padrona del mondo. L’interesse più alto che possa toccare l’umanità presente, passata o futura, le gerarchie celesti, Dio stesso è trattato tra l’Altissimo e la Vergine di Nazareth soli, come soli aventi titolo da una parte per proporlo e dall’altra per accettarlo. L’angelo non è che un messaggero e l’uomo è con lui nell’attesa. Maria contratta con il Creatore, in nome dell’uomo e dell’angelo, come in nome proprio, in nome del mondo intero, che rappresenta e che domina con la sua regalità.
da: dom Prosper Guéranger, L’anno liturgico. – II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 1067-1072
Ave Maria!
Laudetur Jesus Christus
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La devozione a Maria Bambina

(di Cristina Siccardi) L’8 settembre scorso abbiamo festeggiato la natività di Maria Santissima. Grande momento liturgico per la Chiesa per ricordare il giorno in cui una discendente della linea di Re Davide sarebbe divenuta la Madre del Salvatore. Esiste una devozione bella e tenera per Maria Bambina. Una devozione oggi molto circoscritta, ma un tempo assai sentita sia dal clero che dai fedeli.
Le prime notizie di un culto per la natività di Maria rimandano alla liturgia orientale. L’anno liturgico della Chiesa orientale greca, infatti, non inizia con l’avvento, bensì il 1° settembre, perciò la prima festa importante dell’anno liturgico è proprio quella della nascita della Madonna. La Chiesa di Roma prese dai greci questa festa, che si diffuse poi in tutta la Chiesa d’Occidente. La festa della Natività di Maria venne introdotta da Sergio I, Papa di origine siriana, nel VII secolo.
L’8 settembre, quindi, le chiese d’Oriente e d’Occidente celebrano la nascita della Vergine. La prima fonte che racconta l’evento è il cosiddetto Protovangelo di Giacomo secondo il quale Maria nacque a Gerusalemme nella casa di Gioacchino ed Anna.
Qui nel IV secolo venne edificata la basilica di Sant’Anna e nel giorno della sua dedicazione venne celebrata la natività della Madre di Dio. Come non pensare alle parole di San Paolo? «Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30 quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati» (Rm 8, 28-30).
Maria nasce e cresce per essere la Madre del Re dell’Universo ed ecco che di Lei non si festeggia solo la sua ascensione al Cielo, ma anche la sua venuta al mondo.
Nella Chiesa ambrosiana la devozione arrivò nel X secolo, per poi giungere alla dedicazione del Duomo di Milano a Maria nascente, consacrato il 20 ottobre 1572 da san Carlo Borromeo. Il culto crebbe ancora quando, fra il 1720 e il 1730, suor Isabella Chiara Fornari, francescana di Todi, che confezionava Gesù e Maria neonati, donò un simulacro in cera della Madonna in fasce a mons. Alberico Simonetta. Alla morte di quest’ultimo, nel 1739, il manufatto andò alle suore Cappuccine di Santa Maria degli Angeli in Milano.
A causa delle soppressioni degli ordini religiosi, per volere dell’Imperatore Giuseppe II e in seguito di Napoleone, le Cappuccine trasportarono il simulacro al convento delle Agostiniane, poi dalle Canonichesse lateranensi, poi dal parroco don Luigi Bosisio, il quale lo consegnò all’Ospedale Ciceri di Milano nella persona di suor Teresa Bosio, superiora delle Suore della Carità di Lovere (Bergamo), congregazione religiosa fondata nel 1832 da santa Bartolomea Capitanio. Da allora il popolo prese l’uso di chiamare queste monache le «Suore di Maria Bambina», presenti in Milano dal marzo del 1842.
Nel 1876, in seguito al trasferimento della Casa generalizia e del noviziato a Milano delle Suore di Maria Bambina, il simulacro viene custodito in via Santa Sofia. L’effigie mariana ha ormai più di un secolo: il volto in cera appare scolorito e sciupato, si decide allora di sostituirlo, mentre quello originale viene riesposto l’8 settembre di ogni anno all’interno della casa religiosa.
In una delle cronache dell’Istituto religioso si legge: «…erano le ore sette del 9 settembre 1884… La madre si reca nell’infermeria per la visita alle ammalate e, preso il santo simulacro, va di letto in letto porgendolo alle suore ammalate perché lo bacino. Giunge alla postulante Giulia Macario, da più giorni aggravatissima. Questa si sforza di avvicinarsi alla Celeste Bambina, con parole affettuose chiede la guarigione. Subito si sente per tutto il corpo un fremito misterioso. “‘Sono gua­rita!”, esclama. Si alza e cammina». Così, il 9 settembre di ogni anno, si festeggia il «giorno del miracolo».
Il 16 gennaio 1885 si osserva, invece, un fatto inspiegabile e straordinario: l’immagine antica di cera, quella scolorita e ingiallita, è diventata così bella da sembrare “una bambina vera”.
Tutto ciò non fa che incrementare la devozione a Maria Bambina. Il 24 maggio 1887 viene benedetta a Brescia la prima chiesa dedicata dall’Istituto religioso a Maria Bambina. I fedeli crescono in questi anni e miracoli e grazie si moltiplicano. Nel 1904, l’allora superiora generale, suor Angela Ghezzi, chiede ed ottiene dalla Santa Sede il permesso di incoronare il miracoloso simulacro.
La cerimonia si svolge il 31 maggio dello stesso anno e il cardinale Ferrari, assistito da altri vescovi, mette un diadema d’oro alla celeste infante. Durante la Seconda guerra mondiale, quando Milano viene bombardata, si pensa a mettere in sicuro l’effigie, così, nel febbraio del 1943, viene trasportata a Maggianico di Lecco.
Il 15-16 agosto un tragico bombardamento si scatena sulla città di Milano, distruggendo il Santuario di Maria Bambina e parte della casa generalizia. Il 5 ottobre 1951 verrà posta la prima pietra del nuovo Santuario, che sarà consacrato nei giorni 20 e 21 novembre 1953 dal beato Ildefonso Schuster, Arcivescovo della diocesi ambrosiana, e qui la taumaturgica immagine troverà la sua definitiva collocazione.
Il culto a Maria Bambina si è espresso anche attraverso l’iconografia di grandi Maestri d’arte, ai quali vennero commissionati dipinti della natività della Vergine. Pensiamo, per esempio, al dipinto di Pietro Lorenzetti del 1335-1342 (187×182 cm), conservato al Museo dell’Opera del Duomo di Siena.
Si tratta dell’ultima opera documentata dell’artista; oppure alla Nascita della Vergine di Vittore Carpaccio, dipinta fra il 1504 e il 1508 (128×137 cm) e custodita all’Accademia Carrara di Bergamo. E ancora alla tempera su tavola del Maestro dell’Osservanza, realizzata fra il 1430 e il 1435 circa (220×162), presente nel Museo di Palazzo Corboli di Asciano (Siena).
In questo capolavoro Maria è in fasce e ricorda la Maria Bambina realizzata da suor Isabella Chiara Fornari, dal cui prototipo ne sono state create molte altre: le testoline sono in cera o in gesso, coperte da cuffiette di pizzo, e di elegante pizzo sono pure le fasce. Talvolta la piccola statua è accompagnata ad una culla, anch’essa rivestita di fine pizzo.
Riscoprire questo genere di devozioni non è uno stucchevole rimembrare il passato, bensì vivere la ricchezza della fede, fatta anche di segni concreti e trasmessa lungo i secoli da coloro che hanno saputo leggere, interpretare e creare quei simboli celesti. (Cristina Siccardi)

L'invocazione del Nome di Maria mette in fuga i demoni e devasta l'Inferno! - Lo conferma questo esorcismo...



Oggi si ricorda una festa mariana che per i cattolici dovrebbe essere un richiamo all’approfondimento della devozione verso la Madre di Dio.

Non solamente perchè Madre di Dio, ma da questa prerogativa ne scaturiscono molte altre che mente umana non potrà mai comprendere: Ella è capolavoro di Dio

Nel Martyrologium Romanum è scritto: “Il 12 settembre si festeggia il Santissimo Nome della Beata Vergine Maria. In questo giorno viene rievocato l’ineffabile amore della Madre di Dio verso il Figlio Santissimo e viene posta avanti gli occhi dei fedeli la figura della Madre del Redentore per essere piamente invocata”.

l mistero di Maria Vergine è tutto soprannaturale, nessuno può comprendere una minima parte se non viene aiutato dalla Grazia di Dio.

Leggiamo una storia di esorcismo che ha visto la liberazione di due innocenti creature, Teobaldo e Giuseppe Burner, dovuta alla potenza della Grande Signora, la Vergine Maria.

«Uno degli esorcismi più famosi è quello che liberò dal demonio i due fratelli Burner, Teobaldo di 10 anni e Giuseppe di 8. Abitavano a Illfurt, un villaggio dell’Alsazia. Non si contano i fenomeni strani legati a loro.

Coricati sul dorso, si voltavano e rivoltavano per ore, con la velocità di una trottola e senza poi sentire stanchezza. Parlavano molte lingue e dialetti, preannunciavano eventi futuri, annunciavano fatti lontani. Talvolta, il loro corpo si gonfiava in maniera smisurata, per cui diventavano furiosi.

Se qualcuno avvicinava loro un oggetto sacro (un Crocifisso, una medaglietta, una Corona del Rosario), si arrabbiavano da forsennati. In compenso, pronunciando vicino a loro i Nomi di Gesù e di Maria, tremavano come foglie al vento.

Durante un esorcismo fu chiesto loro:


– “Che cosa odiate di più dei Cristiani, voi demoni?”.

– “La devozione alla Grande Signora”, fu la risposta.

– ”E che cosa vi fa più paura, nelle case dei Cristiani?”

– ”L’immagine della Grande Signora”.

– “Contro chi non potete fare nulla di male?”

– ”Contro i devoti della Grande Signora che invocano il suo Nome”.


Il Vescovo di Strasburgo, Mons. Raess, al corrente dei fatti, rimaneva incredulo e lasciò passare cinque anni prima di autorizzare gli esorcismi su queste creature. Il primo fu fatto a Teobaldo. Portato a forza in una Cappella e tenuto fermo da tre uomini, si dimenava come un forsennato. L’esorcista, Padre Souquat, recitò le preghiere prescritte e poi iniziò l’interrogatorio.

– “Ti ordino in Nome di Dio, dimmi chi sei!”.

– ”Che te ne importa, cornacchia?”, fu la risposta poco elegante del diavolo, che aggiunse: ”Lo dirò a chi vorrò!”.

L’esorcismo continuava: ”Ti ordino, satana, esci da questa creatura!”.

– ”Non posso; la mia ora non è ancora giunta”.


Dopo tre ore, l’esorcista, madido di sudore, interruppe e rinviò il seguito dell’esorcismo al giorno dopo. Terminate le preghiere del Rituale, riprese l’interrogatorio:

– “Ti ordino, in Nome della Chiesa Cattolica, in Nome di Dio e nel mio nome di Ministro di Dio: dimmi quanti siete!”.

– ”Cosa te ne importa, ignobile zucchetto!”.

– ”Ritorna all’inferno, dove il tuo posto è sempre pronto…”.

– ”La mia ora non è venuta. Non me ne vado!”.


Il Padre Souquat prese in mano una statuetta della SS. Vergine e ricominciò a ordinare al diavolo:

– “Allontanati, spirito immondo, dalla vista dell’Immacolata! Parti al più presto”.

Il demonio gettò allora un grido e poi gemette:

“Adesso sono costretto a cedere”.

Il fanciullo si contorse come un serpente e poi cadde a terra come morto. Il demonio era fuggito. Senza difficoltà il povero bambino si risvegliò e si guardò attorno. La madre piangeva commossa e accompagnò a casa il figliolo liberato.

Poi fu la volta di Giuseppe. Fissato il giorno, si procedette all’esorcismo.

Durante la Messa il fanciullo gridò: “Io non partirò!”.

Si ripeterono più volte le formule di esorcismo, per circa tre ore. Alla fine l’esorcista esclamò:


“In Nome di Maria Vergine Immacolata, ti ordino di abbandonare questo fanciullo!”.

E il demonio cedette: “Adesso bisogna che io me ne vada…”.

Dopo alcune convulsioni, il piccolo Giuseppe si calmò; per un po’ rimase immobile, poi, come svegliandosi dal sonno, si dimostrò sbalordito di trovarsi in quel luogo e con quelle persone. La commozione e la gioia dei presenti si può ben immaginare.

Si volle che questi fatti straordinari venissero ricordati. A Illfurt, in un giardino di fronte alla casa dei Burner, è stata innalzata sopra una colonna di granito una statua dell’Immacolata in bronzo dorato, alta 10 metri. Alla sua base un’iscrizione recita: “A perpetuo ricordo della liberazione dei due fanciulli indemoniati Teobaldo e Giuseppe Burner, dovuta all’intercessione della Beata Vergine Immacolata, nell’anno del Signore 1869”»
.

Oltre alle Ave Maria che dobbiamo recitare se vogliamo la protezione della Madonna, soprattutto se La consideriamo come vera Madre, possiamo ripetere tantissime volte nella giornata il Santissimo Nome di Maria come ringraziamento, come richiesta di aiuto, come liberazione dalle tentazioni e dalle vessazioni diaboliche, come intercessione per i familiari e per quanti ci chiedono preghiere.

Ripetiamolo moltissime volte nella giornata il Nome di Maria Santissima per tutti noi, in unione di preghiera, con amore e perdono verso chi ci ha fatto del male.

Fonte:

ilbenevincera.wordpress.com/…/il-nome-di-mari…


Invocazione per la protezione di Maria Regina degli Angeli e Vincitrice dell’Inferno:

O Sovrana Regina del cielo, o potente Signora degli angeli, o Maria Santissima, Madre di Dio, fin dal principio hai avuto da Dio il potere e la missione di schiacciare la testa di Satana. Ti preghiamo umilmente, manda le tue legioni celesti, affinché sotto il tuo comando e con la tua potenza, perseguitino i demoni e combattano ovunque gli spiriti infernali, rintuzzino la loro temerarietà e li ricaccino nell’abisso.

Sublime Madre di Dio, manda il tuo esercito invincibile contro gli emissari dell’inferno tra gli uomini; distruggi i progetti dei senzadio e umilia tutti coloro che vogliono il male. Ottieni loro la grazia del ravvedimento e della conversione, perché diano gloria alla SS. Trinità e a te. Aiuta ovunque la vittoria della verità e della giustizia.

Potente Patrona, con i tuoi spiriti fiammeggianti, proteggi su tutta la Terra i tuoi santuari e luoghi di grazia. Sorveglia attraverso di loro le chiese e tutti i luoghi sacri, oggetti e persone, soprattutto il tuo divin Figlio nel SS. Sacramento. Impedisci che vengano disonorati, profanati, derubati, distrutti o violati. Impediscilo Signora.

O Madre celeste, Maria Immacolata, proteggi infine anche i nostri averi, le nostre abitazioni, le nostre famiglie, da tutte le insidie dei nemici, visibili ed invisibili. Fa governare in esse i tuoi Santi Angeli e regnare in esse la devozione, la pace ed il gaudio dello Spirito Santo.

Chi è come Dio? Chi è come Te, Maria regina degli Angeli e vincitrice dell’inferno? O buona e tenera Madre Maria, sposa illibata del Re degli Spiriti celesti nel cui aspetto essi vogliono specchiarsi, Tu rimarrai per sempre il nostro amore, la nostra speranza, il nostro rifugio e vanto! S. Michele, santi Angeli e Arcangeli, difendeteci e proteggeteci!


A Maria Santissima:

La Vergine Maria preservi tutti noi e le nostre famiglie da ogni attacco del maligno: fisico, mentale e spirituale; ed interceda presso Suo figlio Gesù il cui Sangue ha redento il mondo e sotto la cui Parola di Vita ogni ginocchio si piega sottomesso in cielo, in terra e sottoterra. Allontani la Vergine Immacolata le insidie delle tenebre la cui falsa forza s’infrange impotente contro il manto Suo benedetto sotto il quale ogni figlio ripara. Amen

A Maria Immacolata:

O Maria Immacolata, rinnovo nelle tue mani, le promesse del mio Battesimo. Rinunzio per sempre a Satana, padre di menzogna, accusatore dei figli di Dio, nemico della nostra gioia. Rinunzio ai suoi inganni, alle sue seduzioni e alle sue opere e mi consegno interamente a Gesù, segno vivo dell’amore di Dio per me. E per essere più fedele a Lui io oggi scelgo Te, o Maria Immacolata, per mia Madre e Signora. A Te, come un figlio, io abbandono e consacro la mia vita, la mia famiglia, la mia parrocchia. O Maria, disponi sempre di me secondo il Tuo Cuore e nell’ultimo giorno accoglimi tra le tue braccia. Presentami a Gesù, dicendo di me : “Questo è mio figlio!”. Allora esulterà l’anima mia inizierà il mio Paradiso e sarà un magnificat a Dio con Te, o Maria, Madre mia Immacolata. Amen.

12 Settembre FESTA DEL SS.MO NOME DI MARIA  


Nella Festa del SS.mo Nome di Maria,onoriamo questo Nome Divino dal quale è iniziata la nostra Salvezza, recitando con tutto il cuore l'Ave Maria... A tal proposito leggiamo ciò che Gesù disse apparendo al B.Alano insieme alla sua S.Madre:

" ... Dolcissima Madre e Sposa, mi è assai gradito che tu sia lodata nell’Angelica Salutazione. Per questo, mi è gradito rivelare al tuo Sposo (il B.Alano) le lodi della tua Dignità, racchiuse in essa.

l'Ave è il Paradiso, nel quale il nuovo Adamo ed Eva,
Cristo e Maria sono stati posti per la rigenerazione degli uomini.(Bernardo).

E’ il Sole che adorna il mondo, dal quale esso è guidato, è illuminato, ed è infiammato dal fuoco della castità. (Anselmo).

E’ la Fonte della vita nella Chiesa, alla quale si lavano i peccatori, si risanano gli infermi, si dissetano gli assetati, si innaffiano gli orti delle scienze. (Agostino).

E’ l’Albero della vita che risuscita i morti, guarisce gli infermi, salva i vivi. (Girolamo).

E’ l’Albero della conoscenza del bene e del male, il cui assaggio mi Insegna a fare il bene e a fuggire il male.(Anselmo).

E’ la Stella del mare, tra i flutti del mondo e le tenebre dei peccati, dalla quale siamo guidati ed Illuminati, affinché accediamo nel Porto. (Bernardo).

E’ la Corona di Gloria, che è composta dalle gemme dei meriti, e
dall’oro della carità, con la quale la Madre mia è Coronata quante volte è Salutata. (Agostino).

E’ la Veste Reale di Maria, con la quale sono coperti i peccatori, e sono ornati i giusti. (Bernardo).

L’Ave è il Tempio di Salomone, nel quale sono offerti a Dio Vittime, Voti, Sacramenti, sono distrutti i peccati, sono respinte le tribolazioni, sono ottenuti gli aiuti dei Santi, sono ascoltate le melodie dei Beati, si incarna il Figlio di Dio. (Agostino).

L’Ave è la Vite di Engaddi, che ha offerto al mondo il balsamo, con cui sono guariti i malati, sono illuminati i ciechi, se ne servono i vivi e sono unti i morti. (Agostino).

E’ la Scala e la Stella di Giacobbe, con la quale si va e si torna al Cielo. (Girolamo).

L’Arca del Testamento, nella quale vi sono le Tavole della Legge della Sapienza di Dio e la Manna della Consolazione.(Bernardo).

E’ l’Arca di Noè, con la quale il mondo è liberato dal diluvio dei peccati ed è protetto dall’inondazione delle sofferenze.
(Anselmo).

L’Ave è la Biblioteca delle scienze divine ed umane.
(Ambrogio).

E’ la Stanza dei Tesori di Dio: da cui i Beni del Cielo, di Cristo, ecc. sono dispensati a noi bisognosi. (Damasceno).

E’ l’Officina del mondo rigenerato. (Agostino).

E’ il Granaio della Misericordia, da cui si nutrono le anime.

L’Ave è il Vaso della Potenza del Padre, della Sapienza del Figlio, della Bontà dello Spirito Santo. (Bernardo).

E’ la Corona di Gloria, che è composta dalle gemme dei meriti, e dall’oro della carità, con la quale la Madre mia è Coronata quante volte è Salutata.

E’ la Veste Reale di Maria, con la quale sono coperti i peccatori, e sono ornati i giusti.

E’ il Giardino alberato dell’amenità con i frutti della grazia e delle virtù.

In esso riposa la Colomba dello Spirito Santo, si nutre il pulcino delle grazie, medita l’usignolo della consolazione spirituale, profumano la fama e la virtù.

E’ la Città costruita con le gemme e con l’oro della Chiesa militante. " ...


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Profezie meravigliose! - Il futuro della Chiesa dopo la purificazione del mondo



Presento agli amici di gloria tv. una corposa rassegna di testimonianze profetiche sull’avvento del regno di Maria e sulle sue caratteristiche. Grazie ad esse potremo rinsaldare la fede in questa divina promessa e mostrare, con i fatti, che esiste un plurisecolare carisma profetico suscitato da Dio che garantisce che ciò che ho offerto finora non sono vaneggiamenti della mente né ragioni teologiche di semplice opportunità o convenienza ma vera rivelazione di Dio, infallibile perché reiterata in modo costante, come tra poco vedremo.

Già san Cesario Di Arles (sec. VI), monaco di Lerins e poi vescovo di Arles, con spirito profetico attraversò i secoli e vide, nella luce di Dio, un tempo di unificazione dei popoli nella vera Fede e di risanamento morale, spirituale, culturaledella Chiesa e del mondo, sotto la guida di un capo religioso e un capo politico, santi e restauratori:

«Il Grande Monarca assisterà il Papa nella riforma di tutta la terra. Molti principi e nazioni che stanno vivendo nell’errore e nell’empietà si convertiranno e una mirabile pace regnerà fra gli uomini per molti anni, perché l’ira di Dio sarà stata placata con il loro pentimento, la penitenza e le buone opere. Ci sarà una legge comune, una sola fede, un battesimo, una religione. Tutte le nazioni riconosceranno la Santa Sede di Roma e tributeranno il giusto omaggio al Papa»[1].

Più tardi san Bonaventura da Bagnoregio (sec. XIII) profetizzò un’“èra trionfale” per la cristianità che avrebbe preceduto l’avvento finale dell’Anticristo e che, nonostante tutto, sarebbe stata soltanto una debolissima prefigurazione dell’ultima epoca, quella dell’apoteosi escatologica. In ogni modo si tratterà di un’epoca gloriosa che rinnoverà tutta la terra, ossia sarà

«il tempo del risanamento di tutti coloro che erano caduti [...], il tempo della Chiesa dilatata», durante il quale «avverrà la riparazione del culto divino e la restaurazione della città. Allora si realizzerà la profezia di Ezechiele (Ez 40ss), quando la città [...] terrena, cioè quella militante, sarà conforme a quella trionfante, per quanto è possibile in questa vita.Allora si compirà la costruzione della città, che tornerà ad essere com’era in principio, e vi sarà la pace»[2].

Appena un secolo dopo, anche santa Caterina da Siena profetizzò, dopo un tempo di «tribolazioni e angustie», una purificazione della Chiesa che da «brutta e malvestita» diverrà «bellissima e adorna di gemme preziose e coronata con diademi di tutte le virtù»:

«Dopo tutte queste tribolazioni e angustie, in un modo che non si può comprendere dagli uomini, Dio purificherà la santa Chiesa risvegliando lo spirito degli eletti. Seguirà un rinnovamento così grande nella Chiesa di Dio e un rinnovamento tale di santi pastori, che al solo pensarlo il mio spirito esulta nel Signore. La Sposa, che ora è brutta e malvestita, allora sarà bellissima e adorna di gemme preziose e coronata con diademi di tutte le virtù [...]; anche gli infedeli, attratti dal buon odore di Cristo, ritorneranno all’Ovile cattolico e si convertiranno al vero pastore e vescovo delle anime loro.Ringraziate dunque il Signore che, dopo la tempesta, darà alla Chiesa un grande e bel sereno»[3].

Nel XVII secolo si trova l’importane figura del venerabile Bartolomeo Holzhauser,sacerdote tedesco, mistico e fondatore. È famoso per le sue visioni profetiche, alcune delle quali si sono già realizzate. È noto anche per il suo importante commento all’Apocalisse. In esso si legge, riguardo all’epoca di cui stiamo parlando:

«Prima che cali la tenebrosa notte del regno dell’Anticristo, Dio consolerà ancora una volta la sua Chiesa [...]. Nella sesta età della Chiesa, gli eretici verranno vinti e convertiti, la Chiesa gioirà della più grande consolazione, il dominio turco [islamico] verrà profondamente umiliato, la fede cattolica brillerà per terra e per mare, la disciplina ecclesiastica verrà restaurata e perfezionata [...]. Subito prima degli ultimi tempi, la Chiesa sarà immensa, essa verrà come ricostruita e riconsacrata al suo Sposo Gesù Cristo[...]. Gli uomini vivranno in pace, e questa verrà concessa perché le genti avranno fatto pace con Dio»[4].

«Il sesto periodo inizierà con il potente Monarca e il Pontefice Santo [...], durerà fino alla rivelazione dell’Anticristo. In questo periodo, Dio consolerà la sua Santa Chiesa per le afflizioni e le grandi tribolazioni che ha patito durante il quinto periodo. Tutte le nazioni diverranno cattoliche. Le vocazioni saranno abbondanti come non mai, e tutti gli uomini cercheranno solo il Regno di Dio e la sua giustizia. Gli uomini vivranno in pace e questa verrà concessa perché la gente farà pace con Dio [...].

Per mano di Dio onnipotente, durante il sesto periodo avverrà un così meraviglioso cambiamento che nessuno può umanamente immaginarlo [...]. Dio Onnipotente opererà un meraviglioso cambiamento, qualcosa di apparentemente impossibile, secondo la ragione umana [...]. Le persecuzioni cesseranno e la giustizia regnerà [...]. Tutte le nazioni verranno ad adorare Dio nella vera fede cattolica e romana. Ci saranno molti santi e dottori [della Chiesa] sulla terra. La pace regnerà su tutta la terra perché Dio legherà Satana per un certo numero di anni prima dei giorni del figlio della perdizione [l’Anticristo].

Nessuno potrà distorcere la Parola di Dio; durante il sesto periodo ci sarà un Concilio ecumenico che sarà il più grande di tutti i concili. Con la grazia di Dio, con la potenza del Grande Monarca, con l’autorità del Santo Pontefice e con l’unione di tutti i principi più devoti, l’ateismo e ogni eresia saranno banditi dalla terra»[5].

Tra il XIX e il XX secolo spiccano analoghi vaticini, come quelli della beata Anna Katharina Emmerich, del beato John Herny Newman[6], del servo di Dio Fulton Sheen.

La beata Emmerich[7], in particolare, fu favorita di numerosissime visione profetiche. In lei il carisma profetico spicca, facendola una delle profetesse più importanti e attendibili dei nostri tempi. Tra le sue visioni profetiche, alcune interessano in modo speciale il tempo del futuro trionfo della Chiesa e del periodo immediatamente precedente:

«Mi apparve il tormento della Chiesa e il suo crollo interno ed esterno [...]. Ma, in mezzo alla rovina, vidi dodici uomini che ricevevano nell’anima i raggi dello splendore dell’Acqua viva [...]: tutto quello ch’era andato perduto, essi lo ricevevano di nuovo da Dio usandolo per il bene [...]. Così tutto venne rigenerato e rinnovato [...].

Le sette riconobbero la Chiesa, convinte dalla meravigliosa vittoria dei bianchi [ i cattolici] [...].

Mi comparve una grande celebrazione nella Chiesa che, dopo il superamento della battaglia, splendeva come un sole [...]. La Chiesa aveva ripreso il suo magnifico splendore; fin dai confini del mondo, la gente di buona volontà, di tutte le condizioni, aveva formato una immane catena umana per passarsi ad una ad una le pietre per ricostruirla, e fu del tutto ricostruita in breve tempo»[8].

«Vidi ancora una volta che la Chiesa di Pietro era minata da un piano elaborato dalla setta segreta, mentre le bufere la stavano danneggiando. Ma vidi anche che l’aiuto sarebbe arrivato quando le afflizioni avrebbero raggiunto il loro culmine. Vidi di nuovo la Beata Vergine ascendere sulla Chiesa e stendere il suo manto su di essa. Vidi un Papa che era mite e al tempo stesso molto fermo [...]. Vidi un grande rinnovamento e la Chiesa che si librava in alto nel cielo».

«Gesù mi disse, fra le altre cose, che la Chiesa [...] sarebbe sembrata in completo declino. Ma sarebbe risorta. Anche se rimanesse un solo cattolico, la Chiesa vincerebbe di nuovo perché non si fonda sui consigli e sull’intelligenza umani».

«Quando la Chiesa per la maggior parte era stata distrutta[9] e quando solo i santuari e gli altari erano ancora in piedi, vidi entrare nella Chiesa i devastatori con la Bestia. Là essi incontrarono una donna di nobile contegno che sembrava portare nel suo grembo un bambino, perché camminava lentamente. A questa vista i nemici erano terrorizzati e la Bestia non riusciva a fare neanche un altro passo in avanti. Essa proiettò il suo collo verso la Donna come per divorarla, ma la Donna si voltò e si prostrò [in segno di sottomissione a Dio], con la testa che toccava il suolo. Allora vidi la Bestia che fuggiva di nuovo verso il mare, e i nemici stavano scappando nella più grande confusione [...].Poi vidi, in grande lontananza, grandiose legioni che si avvicinavano. Davanti a tutti vidi un uomo su un cavallo bianco. I prigionieri venivano liberati e si univano a loro. Tutti i nemici venivano inseguiti. Allora,vidi che la Chiesa veniva prontamente ricostruita, ed era magnifica più di prima»[10].

Invece, così scriveva il noto predicatore e vescovo americano Fulton Sheen:

«Molti considerano il nostro mondo moderno come se fosse senza speranza. Invero, esso è come un vasto e orribile Venerdì Santo in cui ogni cosa divina sembra stata sconfitta [...]. Ma il mondo sembrava senza speranza anche allora, quando crocifisse il suo Salvatore. Eppure, nonostante tutto il suo paganesimo e nazionalismo, esso giunse alla novità e freschezza della vita e della civiltà cristiane. Il miracolo della Risurrezione può ripetersi. Il mondo può risollevarsi ancora, com’è accaduto almeno una dozzina di volte dall’avvento della Cristianità. Ma non dobbiamo illuderci: esso non risorgerà alla pace e alla felicità mediante rimedi meramente economici: esso risorgerà solo mediante una spirituale rinascita dei cuori e delle anime umane [...].

Fu questo l’insegnamento supremo di Cristo: ossia che il mondo non verrà salvato da un risanamento sociale, ma da una rinascita: rinascita dalla morte in forza del potere della divinità il Cristo»[11].

Nella stessa epoca, drammatica e suggestiva è la visione di san Giovanni Bosco che raffigura la nave della Chiesa – una sorta di novella barca di Pietro – minacciata dalle ciurme avversarie e sul punto di naufragare, poi miracolosamente illesa, dopo che il Romano Pontefice ne avrà guidato l’approdo alle due colonne salvifiche: la Madonna Immacolata e l’Eucaristia (ne riparleremo...).

Un altro apostolo e sociologo cristiano del secolo scorso, il beato Giuseppe Toniolo, sosteneva:

«Un grande ciclo storico [...] sta ora per chiudersi in un dissolvimento completo e irreparabile [...]. Ma questo non può dar luogo ormai che a un rinnovamento radicale a tutti gli ordini sociali e civili, dinanzi al quale tutte le forze intermedie, ibride ed oscillanti sono destinate a scomparire, per non lasciar posto che a due schiere tra loro colludenti: quella assolutamente religiosa e quella interamente irreligiosa [...].

Finalmente la Chiesa ha la missione, il forte volere, la pienezza dei mezzi per condurre a salvamento, attraverso questa lotta, la società, e d’iniziare da sola un nuovo ciclo di civiltà integralmente cattolica»[12].

Un santo pastore di anime, esegeta e mistico contemporaneo, il servo di Dio don Dolindo Ruotolo, così scriveva:

«Vi sarà [...] un lungo periodo di pace, di vita cristiana e di santità, dopo grandi tribolazioni che purificheranno l’umanità e la Chiesa; in questi periodi i santi saranno grandemente onorati sulla terra e la inonderanno di tante grazie, da sembrare novellamente vivi in mezzo agli uomini»[13].
Il Servo di Dio, nel suo commento esegetico, va nel dettaglio e spiega con chiarezza la realtà di questo trionfo visibile del regno di Cristo in terra che precederà la sua seconda e definitiva venuta dopo l’apparizione dell’Anticristo e la ribellione finale dell’umanità contro Dio, la Chiesa e i suoi servi fedeli:

«I mille anni nei quali satana sarà legato [quelli di cui parla l’Apocalisse] debbono computarsi da Gesù Cristo, e per la loro maggior parte dal Pastore angelico, ossia dal grande Pontefice sotto il cui pontificato si realizzerà la sconfitta del regno del male e lo splendore del regno di Dio e del trionfo della Chiesa sulla terra [...].

Il trionfo della Chiesa dovrà avverarsi dopo un periodo di grandi tribolazioni, e, come tutto fa credere, dopo una guerra sterminatrice e disastrosa che sarà seguita o accompagnata da fiere persecuzioni contro la Chiesa medesima [...].

La Chiesa [...] attende dalla misericordia di Dio il regno trionfante del Redentore nelle anime, e confida in un millennio di santificazione e di pacifico trionfo sull’empietà e sul male. In questo periodo, che già si delinea, sarà sconfitta la bestia che viene dal mare e quella che viene dalla terra, l’imperialismo apostata e la falsa scienza, e ci sarà una mirabile fioritura di spirito cristiano e di santità [...].

Splenderà di vivissima luce la verità, e i Sacramenti, e soprattutto l’Eucaristia, rinnoveranno la vita cristiana. La santità fiorirà in maniera splendente tra le anime consacrate al Signore, tra i sacerdoti, le suore e i semplici fedeli. La vera carità allevierà tutte le sofferenze umane, e sarà sostituita a tutte le utopie degli attuali avvelenatori e corruttori del popolo. Finirà – speriamolo fermamente – l’ignominia della vita mondana con tutte le sue aberrazioni teoretiche e pratiche, finiranno le degradazioni della moda, del malcostume della prepotenza, del ladrocinio, e ci sarà un tenore di vita più semplice che allevierà notevolmente le preoccupazioni del pellegrinaggio terreno»[14].

Il più autorevole profeta dell’avvento del regno di Maria è tuttavia san Luigi M. Grignion da Montfort il quale, all’inizio del XVIII secolo, preconizzava questo avvento scrivendo:

«Quando verrà questo diluvio di fuoco del puro amore, che devi accendere su tutta la terra in modo così dolce e veemente da infiammare e convertire perfino i musulmani, i pagani e gli ebrei?»[15].

Questo “diluvio” che laverà l’umanità inaugurerà il regno dello Spirito Santo che egli identifica con il regno di Maria. Il Santo afferma che sarà un’epoca di fioritura della Chiesa come fino a ora non vi è mai stata e annuncia la sconfitta delle eresie, la fine delle idolatrie e la ricucitura degli scismi, grazie all’eroismo degli “apostoli degli ultimi tempi” ai quali il Signore concederà la parola e la forza per operare meraviglie e ottenere gloriose vittorie sui suoi nemici[16].

Questi sublimi apostoli «combatteranno con una mano e costruiranno con l’altra. Con una mano combatteranno, rovesceranno schiacceranno gli eretici e le loro eresie, gli scismatici e i loro scismi, gli idolatri e la loro idolatria, i peccatori e le loro empietà. Con l’altra edificheranno il tempio del vero Salomone e la mistica città di Dio, cioè Maria santissima, che i Padri chiamano Tempio di Salomone e città di Dio. Con le loro parole e i loro esempi porteranno tutti alla vera devozione verso la Vergine, e ciò attirerà loro molti nemici, ma anche molte vittorie e molta gloria per Dio solo»[17].

Per cui «considerando i grandi santi che la Chiesa ha già prodotto, restiamo abbagliati di fronte alla statura di quelli che sorgeranno con l’incoraggiamento della Madonna. Nulla è più ragionevole che immaginare un’enorme crescita della santità in un’epoca storica in cui l’azione della Madonna aumenti pure prodigiosamente. Quindi possiamo dire che san Luigi Maria Grignion di Montfort, con il suo valore di pensatore, ma soprattutto con la sua autorità di santo canonizzato dalla Chiesa, dà peso e consistenza alle speranze che brillano in molte rivelazioni private, secondo cui verrà un’epoca nella quale la Madonna trionferà veramente»[18].

Altre testimonianze di santi, beati, venerabili, servi di Dio e testimoni

Quelle citate, sono solo una “esigua porzione” di testimonianze rispetto al numero eccezionalmente elevato di profeti, anche di grande spessore morale, dottrinale e spirituale che hanno parlato di questo tempo glorioso che ci attende. Per questo, a ben riflettere, si peccherebbe di imprudenza più a scartare che a credere ai loro vaticini, perché l’unanimità delle profezie che anche in moltissimi dettagli concordano in modo straordinario è una prova sufficientemente valida per dar credito ad esse. Sono proprio i preannunci profetici di queste anime elette che ci permettono di gettare luce sulla realtà del Trionfo, sulle sue note caratteristiche, e su tanti altri aspetti più o meno marginali che, considerati in modo cumulativo, ci danno un quadro preciso e uniforme di quello che sarà questa èra di Maria e il tempo che lo precederà.
Ascoltiamo allora dalla viva voce di qualche altro testimone quello che presto attenderà l’umanità. Le riporto seguendo un ordine cronologico.

Padre Nectou (+ 1777)[19]

«La giustizia regnerà nel mondo e la controrivoluzione sarà compiuta. Allora il trionfo della Chiesa sarà così completo che non si vedrà mai più niente del genere, perché questa sarà l’ultima vittoria della Chiesa sulla terra. Quelle persone che vedranno quest’ultima rivoluzione ringrazieranno Dio per averle preservate così che potessero assistere a questo glorioso trionfo della Chiesa»[20].

Suor della Natività (+ 1798)[21]

«Quando le persecuzioni contro la Chiesa si saranno diffuse come un incendio incontrollabile, anche in luoghi dove si pensava che non ci fosse pericolo, allora il Signore, che sa come trarre gloria da ogni cosa, improvvisamente comanderà al potente fiume di fuoco e a satana di arrestarsi. Allora verrà proclamata una pace universale [...].

Dopo che la giustizia di Dio sarà stata soddisfatta, Egli riverserà un’abbondanza di grazie sulla sua Chiesa, diffonderà la Fede e ristabilirà la disciplina della Chiesa in quei paesi dove era divenuta tiepida e accomodante.

Ho visto in Dio che nostra Madre, la Santa Chiesa, si diffonderà in molti paesi e produrrà i suoi frutti in abbondanza per compensare gli oltraggi che avrà patito a causa dell’empietà e delle persecuzioni dei suoi nemici. Ho visto che la povera gente, stanca dalle ardue fatiche e dalle prove che Dio mandava loro, allora fremerà per la gioia che Dio infonderà nei loro buoni cuori. La Chiesa, grazie alla sua fede e al suo amore, diventerà più fervente e più fiorente che mai. La nostra buona Madre, la Chiesa, assisterà a molte cose stupefacenti, persino dalla parte dei suoi persecutori di un tempo, perché essi si presenteranno davanti ad essa gettandosi ai suoi piedi, la riconosceranno e imploreranno da essa e da Dio il perdono per tutti i delitti e le offese che essi avevano perpetrato a suo danno. Essa non li considererà più come suoi nemici, ma invece darà loro il benvenuto come suoi figli.

Ora tutti i penitenti sinceri accorreranno alla Chiesa da ogni parte, che li accoglierà in seno a sé. L’intera comunità dei fedeli si profonderà in inni di penitenza e di rendimento di grazie alla gloria del Signore.

Vedo in Dio una grande potenza, guidata dallo Spirito Santo, che riporterà l’ordine attraverso un secondo sommovimento. Vedo in Dio una vasta assemblea di pastori che affermerà i diritti della Chiesa e del suo Capo. Essi ristabiliranno le discipline del passato. Vedo in particolare due servi del Signore che si distingueranno in questa lotta gloriosa e che, attraverso la grazia dello Spirito Santo, riempiranno di ardente zelo i cuori di questa illustre assemblea. Tutti i falsi culti verranno aboliti; saranno eliminati tutti gli abusi della Rivoluzione e ripristinati gli altari del Dio vero. Le regole del passato verranno fatte osservare nuovamente, e la nostra religione almeno sotto certi aspetti prospererà più che mai»[22].

Beata Elisabetta Canori Mora (+ 1825)[23]

«Dio rivela a Elisabetta: “Rallegrati, o figlia, oggetto delle mie compiacenze. Non più disperso sarà il Cristianesimo, né Roma priva sarà di possedere il tesoro della cattedra dell’infallibile verità di Chiesa santa. Io riformerò il mio popolo e la mia Chiesa. Manderò zelanti sacerdoti a predicare la mia fede, formerò un nuovo apostolato, manderò il mio divino Spirito a rinnovare la terra. Riformerò gli Ordini religiosi per mezzo di nuovi riformatori santi e dotti, e tutti possederanno lo spirito del mio diletto figlio Ignazio di Loyola. Darò un nuovo pastore alla mia Chiesa, dotto e santo, ripieno del mio spirito, con il suo santo zelo riformerà il gregge di Gesù Cristo” [...].

Elisabetta spiega: “Mi diede a conoscere [il Signore] molte altre cose concernenti questa riforma [...]. San Pietro scelse il nuovo Pontefice, fu riordinata tutta la Chiesa secondo i dettami del Santo Evangelo, si ristabilirono gli Ordini religiosi e tutte le case dei cristiani divennero tante case religiose [...].

In questa maniera si formò in un momento il trionfo, la gloria e l’onore della Chiesa Cattolica. Da tutti era acclamata, da tutti era stimata, da tutti venerata; tutti si diedero alla sequela di Essa, seguendo tutti il Vicario di Cristo [...]. Vari sovrani che sosterranno la santa Chiesa Cattolica saranno veri cattolici. Depositando i loro scettri e corone ai piedi del Santo Padre, vicario di Gesù Cristo, vari regni lasceranno i loro errori e torneranno nel seno della cattolica fede. Intere popolazioni si convertiranno e riconosceranno per vera religione la fede di Gesù Cristo [...].

Questa grande opera non si farà senza un grande sconvolgimento di tutto il mondo, di tutte le popolazioni, ancora di tutto il clero secolare e regolare, di tutte le corporazioni religiose dell’uno e dell’altro sesso, dovendo tutte essere riformate, secondo lo Spirito del Signore e i dettami delle primitive regole dei loro santi Fondatori e Istitutori”»[24].

«Furono separati i buoni cattolici dai falsi cristiani. Molti di quelli che negavano Dio lo confessavano e lo riconoscevano per quel Dio che egli è. Tutti lo stimavano, lo adoravano, lo amavano. Tutti osservavano la sua santa legge. Tutti i religiosi e religiose si sistemavano nella vera osservanza delle loro regole. Il clero secolare era l’edificazione della santa Chiesa. Nelle religioni fiorivano uomini di molta santità e dottrina, e di vita molto austera» (visione del 7 giugno 1815).

La Madonna a Melania Calvat, veggente di La Salette (+ 1904)

La Vergine Santa, nel segreto, le rivelò:

«Allora Gesù Cristo con un atto della sua misericordia grande per i giusti comanderà ai suoi angeli che tutti i suoi nemici siano messi a morte. Improvvisamente i persecutori della Chiesa di Gesù Cristo e tutti gli uomini dediti al peccato moriranno e la terra diventerà come un deserto. Allora si farà la pace, la riconciliazione di Dio con gli uomini;Gesù Cristo sarà servito, adorato e glorificato; dappertutto fiorirà la carità.

I nuovi re saranno il braccio destro della Santa Chiesa, che sarà forteumilepiapoverazelante e imitatrice delle virtù di Gesù Cristo. Il Vangelo sarà predicato dappertutto e gli uomini faranno grandi progressi nella fede perché vi sarà unità tra gli operai di Gesù Cristo e perché gli uomini vivranno nel timor di Dio»[25].

San Luigi Orione (+ 1940)

«Avremo “novos cœlos et novam terram”[26]. La società restaurata in Cristo, ricomparirà più giovane, più brillante, ricomparirà rianimata, rinnovata e guidata dalla Chiesa. Il Cattolicesimo, pieno di divina verità, di carità, di giovinezza, di forza soprannaturale, si leverà nel mondo e si metterà alla testa del secolo rinascente, per condurlo all’onestà, alla fede, alla felicità, alla salvezza»[27].

«Ciascuno avrà un cuore vivo di Dio, si sentirà e sarà operaio di Dio: sarà felice di dare la vita alla giustizia, alla verità, alla carità, a Gesù Cristo, che è Via, Verità, Vita, Carità, e vi sarà un solo ovile sotto la guida di un solo pastore: Cristo Signore e Redentore Nostro, il quale, nel suo Vicario, nel Papa, il “dolce Cristo in terra”, regnerà con tanta gloria da vincere ogni pensiero umano e ogni, speranza dei buoni, e tutta la terra vedrà che di realmente grande non c’è che il nostro Signore Gesù Cristo. E il Papa sarà non solo il “Padre del popolo cristiano” [...] ma sarà il Padre del mondo intero fatto cristiano, e su di Lui peserà e si aggirerà tutto il mondo»[28].

Ida Peerdeman (+ 1996)

«Ho visto il drago che si raggomitolava per cadere esausto e sconfitto. E la voce diceva: “Il tuo potere è infranto e la tua forza ti è stata tolta. Il tuo orgoglio e la tua alterigia vengono calpestati”»[29].

NOTE:

[1] Riportata in profezie3m.altervista.org/not_found.html Si veda anche G. Culleton, The prophets and our times,TAN Books, Rockford 1974; D. A. Birch, Trial, tribulation and triumph, Queenship Publishing, Santa Barbara 1996.
[2] Sanctus Bonaventura de Balneoregio, Collationes in Hexaëmeron, collatio XVI, nn. 6.9.30, in in Doctoris Seraphici S. Bonaveventuræ, Opera Omnia, tomus V, pp. 404a-408b. Nella citata profezia di Ezechiele, il venturo regno messianico è descritto con la trionfale immagine della città sul monte costruita come un vasto tempio. A proposito il card. Ratzinger, riferendosi alla Teologia della storia di san Bonaventura, diceva che essa «culmina nella speranza in un’età, interna alla storia, di quiete sabbatica donata da Dio [...]. È una pace che Dio istituirà su questa terra, spettatrice di così tanto sangue e lacrime, come se volesse ancora mostrare, per lo meno nel momento della fine, come avrebbe potuto e dovuto essere in realtà secondo i suoi disegni»: J. Ratzinger, San Bonaventura. La teologia della storia, pp. 121, 302.
[3] Beato Raimondo da Capua, Vita di santa Caterina da Siena, Cantagalli, Siena 1978, p. 298.
[4] Venerabile Bartolomeo Holzhauser, Interprétation de l’Apocalypse, Groupe Saint Rémi, Cadillac 2000, vol. 2, pp. 150, 3, 18, 136.
[5] Citato da G. Culleton,The prophets and our times, pp. 171-172.
[6] Il beato cardinale John Henry Newman, constatando che «la notte è quasi passata, il giorno si avvicina», prevedeva «un nuovo avvento» di Cristo nella sua Chiesa e il trionfo di una nuova civiltà cristiana: cf beato J. H. Newman, Discussions and arguments, Green and Co., London 1891, pp. 102-103.
[7]Katharina Emmerick nacque l’8 settembre 1774 nella comunità di contadini di Flamschen presso Coesfeld. Nel 1802 entrò nel monastero di Agnetenberg e prese i voti. Qui ricevette le stigmate, i cui dolori aveva già sofferto da molto più tempo. La sua vita fu contraddistinta da una profonda unione con Cristo e il suo amore per le persone che cercò sempre di aiutare con la preghiera, con l’incoraggiamento e il conforto. Ebbe visioni riguardanti la vita di Gesù e di Maria, ma soprattutto della Passione di Cristo. Ricevette anche profezie eccezionali circa il futuro della Chiesa e del mondo. Morì a Dülmen il 9 febbraio 1824, diventando una delle beate più conosciute in Europa.
[8] Beata Anna Katharina Emmerich, Visioni, Cantagalli, Siena 1995, pp. 136, 143-144, 148-149.
[9] La visione della beata Emmerick della chiesa di San Pietro in rovine è da intendersi certamente in senso figurato: l’immagine della distruzione delle mura di San Pietro rappresenta gli attacchi alla Fede e la decadenza della Chiesa che avranno luogo prima del suo più grande trionfo durante l’èra di pace. Tuttavia, se si considerano le numerose profezie che parlano di una futura distruzione di Roma, non si può escludere che anche il Vaticano in quest’occasione subirà pesanti danni materiali e devastazioni (si veda per esempio S. Gaeta, Il veggente. Il segreto delle Tre Fontane, p. 210). Il veggente Bruno Cornacchiola, il 10 febbraio 2000, ebbe un sogno profetico in cui vide l’assalto degli islamici alla basilica di San Pietro: «Mi trovo [...] a San Pietro [...]. Una folla di barbari correva dentro la basilica, uccidendo chiunque incontrava. [...]Tutti i sacerdoti presenti [erano] con l’abito talare; [...] ai lati del sagrato, i vescovi erano a sinistra [...], i cardinali a destra, e pregavano in ginocchio col viso a terra» (ivi, p. 210). Il 26 gennaio 1996 ne ebbe un altro alla fine di cui riporta nel suo diario: «Questa notte ho visto San Pietro, la basilica, andare a fuoco»: ivi, p. 220.
[10]The Dolorous Passion of Our Lord Jesus Christ,From the Meditations of Anne Catherine Emmerich, Benziger Brothers, New York 1904, p. .
[11] Beato F. J. Sheen, The prodigal world, Society of St. Paul, Alba 2003, pp. 154-155.
[12] Beato Giuseppe Toniolo, Democrazia Cristiana. Istituti e forme, prefazione di A. Ardigò, Studium, Città del Vaticano 1951, vol. 2, pp. 28-29.
[13] Don D. Ruotolo, La Sacra Scrittura. Psicologia - Commento - Meditazione, vol. XXIV: San Giovanni, L’Apocalisse, p. 509.
[14]Ivi, pp. 513-515.
[15] San Luigi M. Grignion da Montfort, Preghiera infocata, n. 17.
[16] Questo e molto altro si trova nell’ottimo libro di Guido Vignelli che ho consultato e citato in abbondanza. L’Autore è un saggista d’alto spessore controrivoluzionario e soprattutto credente votato alla difesa dei più “innegoziabili” princìpi cattolici. I riferimenti che ho considerato si trovano nell’interessante sezione riguardante il rinnovamento della Chiesa durante il regno di Maria, dal titolo: La sesta età della Chiesa(G. Vignelli, Fine del mondo? O avvento del Regno di Maria?, pp. 83-102). Consiglio vivamente la lettura integrale del libro per una più approfondita riflessione su queste tematiche straordinariamente avvincenti e, speriamo, prossime! (Una versione quasi integrale è attualmente reperibile all’indirizzo: arcsanmichele.com/…/8173-fine-dei-t…).
[17] VD 48.
[18] P. Corrêa de Oliveira, La devozione mariana e l’apostolato contro-rivoluzionario.
[19] Padre Nectou fu Provinciale dei Gesuiti nel Sud-Ovest della Francia. Veniva considerato dai sacerdoti che lo conobbero come un santo e un profeta. Profetizzò la soppressione dell’Ordine dei Gesuiti, cosa che puntualmente accadde nel 1773. Padre Nectou aveva previsto anche la Rivoluzione francese, fin nei minimi particolari, come poté testimoniare l’abbé Raux. Morì nel 1777.
[20] Citato da G. Culleton, The prophets and our times, p. 176.
[21] Jeanne Le Royer era una donna incolta che trascorse tutta la sua vita nella città di Fougères. In giovinezza venne ammessa come domestica nel convento di Santa Chiara a Fougères, dove nel 1755 divenne suora. Faceva parte dell’Ordine delle Clarisse Urbaniste, il nome religioso che prese fu “Suor della Natività”. Ebbe numerose visioni profetiche e rivelazioni celesti. Poiché non sapeva scrivere, dettò le rivelazioni al suo padre spirituale. Ma qualche tempo dopo, assalita dagli scrupoli, distrusse le prime copie gettandole nel fuoco. Trent’anni più tardi, nel 1790, il suo nuovo direttore spirituale trascrisse nuovamente le rivelazioni in cui vengono descritte in grande dettaglio, tra l’altro, i terribili avvenimenti della Rivoluzione francese. Jeanne Le Royer morì nel 1798. Le rivelazioni di Suor della Natività vennero raccolte in tre volumi e pubblicate nel 1817.
[22] G. Culleton, The prophets and our times, pp. 179-180. Si veda anche: Y. Dupont, Catholic Prophecy, TAN Books, Rockford 1973 (testo reperibile in archive.org/…/CatholicProphec…).
[23] Elisabetta Canori nasce nel 1774 da un’agiata famiglia romana. A 22 anni sposa un giovane avvocato, Cristoforo Mora, il quale cede alle lusinghe di una donna di bassa condizione e riduce la famiglia all’indigenza, pur non abbandonando il tetto coniugale. Elisabetta decide allora di vivere in totale fedeltà al marito e alle due figlie che mantiene faticosamente col proprio lavoro. La sua forza scaturisce da una preghiera intensa, dalla propria fedele appartenenza al Terz’Ordine Trinitario e dalla persuasione che il sacramento del Matrimonio l’ha veramente legata a Cristoforo in maniera indissolubile. Dona se stessa per la conversione del marito, per il papa, la Chiesa e la sua città di Roma, dove muore il 5 febbraio 1825. Cristoforo Mora, convertitosi, divenne poi sacerdote e Francescano Conventuale. Elisabetta fu favorita di doni mistici eccezionali, tra cui il carisma della profezia. È stata beatificata il 24 aprile 1994 a Roma da san Giovanni Paolo II. «La vita mistica di Elisabetta Canori Mora, nonostante la sua beatificazione, è rimasta comunque celata e le sue rivelazioni private, dove si evince tutta la problematicità di corruzione dentro la Chiesa, sia nei suoi insegnamenti che nei suoi costumi, non sono state finora oggetto né di attenzione né di studio. Il motivo di tale occultamento è riconducibile ad un’unica ragione: quando i documenti denunciano i mali della Chiesa viene scelta la via del silenzio [...]. Parlare di crisi della Chiesa è mettere il dito nella piaga, è sollevare una polvere che si vuole tenere nascosta sotto i tappeti, è tirare una tenda su uno scenario che offre scandalo e non edificazione. In realtà la piaga va curata, la polvere va eliminata, la tenda va calata per poter liberare la Sposa di Cristo dalla insipienza, dalla ignoranza e dall’infedeltà»: C. Siccardi, Fatima e la Passione della Chiesa, p. 133.
[24] Messaggio di Dio alla Beata (1821). Cf beata Elisabetta Canori Mora, Diario. La mia vita nel Cuore della Trinità,Edizioni Segno, Tavagnacco 2012, 620 pp. (testo reperibile su www.intratext.com/ixt/ita1070/).
[25] MélanieCalvat, L’apparition de la Très Sainte Vierge sur la montagne de La Salette.
[26] L’espressione “nuovi cieli e nuova terra”, va intesa naturalmente in senso figurato.
[27] San Luigi Orione, Lettera da Buenos Aires, 3 luglio 1936, in Sui passi di Don Orione. Sussidio per la formazione al carisma, EDB, Bologna 1996, p.
[28] San Luigi Orione, Lettera da Rio de Janeiro, 16 dicembre 1921, in ivi.
[29] Messaggio della Signora di tutti i Popoli a Ida Peerdeman, 11 febbraio 1975. Si veda anche l’aureo libretto di padre S. M. Manelli, FI, Il Cuore Immacolato di Maria. Meditazioni per ogni giorno del mese di febbraio, nel quale il padre scrive: «Chi vincerà fra la “Tutta grazia” e il “tutto peccato”? Lo sappiamo già: vincerà la “Tutta grazia”. Ella già lo ha promesso a Fatima, e ora sta per mantenere la sua promessa: “Infine, il Mio Cuore Immacolato trionferà!”.Sarà felice e beato il Trionfo della “Tutta grazia” con i suoi figli, fedeli alla vita di grazia!» (pp. 44-45).

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