ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 23 settembre 2018

Non tutti i maestri sono uguali !

GESU' MAESTRO

Gesù è il Maestro, l’unico, il solo, quello che deve rappresentare "il nostro modello" e al quale rivolgersi per qualunque dubbio o difficoltà. Il grave errore di "ispirazione diabolica", di chi vuole "storicizzare" Gesù Cristo 
di Francesco Lamendola  


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Gesù Cristo, Verbo incarnato; Gesù Buon Pastore; Gesù Salvatore; Gesù Redentore; Gesù, Re dell’universo: sono tutti aspetti del nostro Signore che, più o meno, conosciamo, o quanto meno riteniamo di conoscere. Ma c’è un altro aspetto, non meno importante, del quale un tempo la teologia e la pastorale cattolica parlavano volentieri, e che ora è scivolato un po’ nel dimenticatoio, secondo noi per una ragione ben precisa: Gesù Maestro. Gesù è il divino Maestro che insegna, che ammaestra, che persuade, che guida le intelligenze e le anime alla comprensione dei Misteri divini e, quindi, anche  a una maggior comprensione della vita terrena. Non solo: Gesù è il Maestro, il nostro Maestro; l’unico, il solo, quello che deve rappresentare il nostro modello, quello al quale rivolgersi per qualunque dubbio o difficoltà esistenziale. 


Tutti gli altri maestri possono essere di valido aiuto, nella misura in cui, a loro volta, o prendono Gesù quale riferimento supremo, oppure, per una ragione o per l’altra, sono suscettibili di indirizzare le intelligenze e le anime verso di Lui; e questo vale, ad esempio, per quegli autori classici, come Virgilio, nei quali vi è una sensibilitànaturaliter cristiana, oppure per quei filosofi moderni, i quali, pur essendo atei dichiarati, e, qualche volta, perfino anticristiani dichiarati (magari più a parole che nella sostanza), come Nietzsche, nondimeno hanno svolto il loro pensiero in maniera tale che, letto con intelligenza e con maturità, può, anch’esso, indirizzare le anime verso il modello del solo e vero Maestro. Anche per questa ragione ci impressiona, ci fa senso, ci indigna sentire, sempre più spesso, dei credenti, dei sacerdoti, dei vescovi, dire: Io sto con Francesco!Io sono nella linea di FrancescoFaccio quello che dice sempre Francesco: sono tutte manifestazioni di idolatria, perché quelle persone perdono di vista il fatto che il cristianesimo non consiste nello stare dalla parte del papa, o nella linea del papa, o fare quel dice il papa, ma dire e fare quel che dice Gesù ha insegnato: Lui che è il solo maestro; e che, in seconda istanza, il papa può essere un modello - uno dei modelli, e non il più qualificato: il modello più qualificato, dopo Gesù Cristo, è quello dei Santi; e Bergoglio, che,  a quanto ne sappiamo,  non è ancora stato fatto santo -, ma solo se fa e dice quel che ha insegnato Gesù, non se fa e dice quel che gli pare e piace, sostenendo, ma in maniera bugiarda, che è quel che ha insegnato Gesù. Per fare un esempio: Gesù non ha mai detto che un popolo deve rinunciare alla propria identità e farsi sommergere da milioni di stranieri in nome dell’accoglienza. L’aiuto al bisognoso è un atto di coscienza individuale; non può diventare una imposizione che sovverte il futuro di un popolo e mette in forse la sopravvivenza della sua stessa civiltà.

0 BEROGLIO LUTERO E CRISTO
Non tutti i maestri sono uguali ! Uno solo è il maestro vostro, il Cristo (Mt 33,8) chi non è persuaso di questo, semplicemente non è cristiano, tutt’al più crede di esserlo. Sarà bergogliano, sarà luterano, sarà calvinista, sarà pelagiano, sarà quel che si vuole, ma non è cristiano e non è cattolico.

Che Gesù sia il solo Maestro, lo ha detto Lui stesso: Uno solo è il maestro vostro, il Cristo (Mt 33,8); ma lo provano tutta la sua vita e tutto il suo Vangelo. Chi non ha compreso questo, chi non è persuaso di questo, semplicemente non è cristiano, tutt’al più crede di esserlo. Sarà bergogliano, sarà luterano, sarà calvinista, sarà pelagiano, sarà quel che si vuole, ma non è cristiano e non è cattolico.  E ancora: Io sono la via, la verità e la vita (Gv 14,6); e poi: Chi crede in me, anche se fosse morto, vivrà (Gv11,25). L’insegnamento di Gesù, rafforzato dai miracoli, è privo di errori e pienamente soddisfacente sia per l’intelletto, sia per il cuore; non contiene alcun errore, perché viene direttamente da Dio, essendo Dio Egli stesso; è universale e santificante; è semplice e attraente, perciò adatto sia ai bambini e alle persone semplici, sia ad una grande mente filosofica; è sempre attuale e sempre urgente, perché dà una risposta estremamente significativa a tutti i grandi interrogativi dell’esistenza, anche ai più ardui e ai più scomodi, e, nello stesso tempo, fa capire agli uomini che non possono comprendere tutto, ma che devono, a un certo punto, abbandonarsi a Dio e lasciar fare a Lui, chiedendo a Lui la grazia di capire di più: non solo per via razionale, ma, in ultima istanza, anche per via sovra-razionale, cioè per fede.Giacché la fede, per il credente, sia ben chiaro questo concetto, non è affatto qualcosa di meno, bensì qualcosa di più della comprensione puramente razionale delle cose; e non è in contrasto con essa, ma la completa, la vivifica e la innalza là dove essa, da sola, non sarebbe mai capace di  arrivare. Chi pensa che la fede sia qualcosa di meno della ragione, non è un cristiano, non ha capito niente del cristianesimo e non è degno di essere un cristiano. Del resto, che la ragione e la fede siano due strade parallele che conducono a Dio, l’una delle quali, la ragione, a un certo punto confluisce nell’altra, è provato dal fatto che sono stati uomini di fede dei grandissimi pensatori, dalla mentalità profondamente razionale, come san Tommaso d’Aquino o come Blaise Pascal.

0 VIA VITA JESUS aforismi
Più chiaro di così.

Sorge però un problema; o, per dir meglio, sorge un problema quando la fede si attenua e si dissolve: siamo sicuri di sapere cosa disse Gesù Cristo? Perché il fatto che Gesù è il nostro unico Maestro, riposa sul fatto dei quattro Vangeli e degli altri testi del Nuovo Testamento: è in base a quel che c’è scritto in essi che noi consideriamo Gesù come il Figlio di Dio e, nello stesso tempo, come il grande, il vero, l’unico Maestro meritevole di essere ascoltato, di essere seguito, di essere creduto e obbedito in ogni cosa. Tuttavia, se la fede nell’attendibilità dei Vangeli dovesse vacillare, noi ci troveremmo a dubitare di tutto questo: sia del suo valore di Maestro, sia della sua stessa divinità. Se ciò dovesse mai accadere, noi dovremmo rivolgerci a una buona guida spirituale e, soprattutto, pregare, pregare molto, affinché la grazia della fede torni a risplendere per noi, nel buio delle cose di questo mondo, della nostra ragione puramente umana, delle vicende della vita terrena e della storia terrena in cui siamo immersi, ma che non potranno mai fornirci, da se stesse, le risposte essenziali delle quali abbiamo bisogno per dissetarci veramente. La peggior cosa che potremmo fare, viceversa, la più sbagliata, la più meschina, la più spregevole, sarebbe quella di riversare la nostra perdita di fede sugli altri, turbando e confondendo le anime con i nostri dubbi derivati dall’incredulità. E tanto più sarebbe imperdonabile un simile comportamento, se fossimo dei consacrati, dei ministri di Dio, nonché dei personaggi dotati di visibilità mediatica, le cui parole possono raggiungere milioni di ascoltatori o di lettori. Il massimo della perfidia, in tale già perfido comportamento, sarebbe poi presentare i nostri dubbi non come tali, cioè come una debolezza della nostra fede, ma, al contrario, come certezze negative, cioè di affermare con spavalderia e con sicumera che noi non sappiamo quel che realmente disse e fece Gesù Cristo, perché i Vangeli, come li abbiamo sempre conosciuti, non sono dei testi sufficientemente attendibili. Sembrerebbe impossibile che possa darsi un comportamento così immensamente perfido e malvagio, non è vero? Eppure è proprio quel che ha fatto il nuovo preposito generale dei gesuiti, Sosa Abascal, uomo vicino a Bergoglio, il quale ultimo si è guardato bene dal riprenderlo o dallo smentire pubblicamente le sue sciagurate parole. Rilasciando una intervista al giornalista Giuseppe Rusconi di Rossoporpora, nel febbraio del 2017, costui, oltre a regalarci delle perle come questa:
Questo è un papa che, come me, viene dalla Chiesa latino-americana. Io sono entrato in Compagnia proprio quando si stava concludendo il Vaticano secondo. Il noviziato l’ho finito nel 1968, al momento della Conferenza generale di tutti i vescovi latino-americani a Medellin, aperta da Paolo VI. La nostra elezione è certo un segnale che in questi cinquant’anni la Chiesa latino-americana ha saputo concretizzare seriamente il Concilio, essendosi convertita a tutti i livelli (…)
La conversione era richiesta dal Vaticano secondo a tutti, con modalità diverse a seconda del proprio servizio nella Chiesa. Ad esempio ai religiosi è stato chiesto di tornare ad abbeverarsi alle loro fonti spirituali. In generale alla Chiesa è stato chiesto di aprire le finestre, far entrare aria fresca, scoprire i cambiamenti del mondo cercando di considerarli seriamente. E’ così che la Chiesa latino-americana ha incominciato a confrontarsi con convinzione con la realtà veramente sconvolgente del continente, una realtà che ancora oggi è dirompente in una situazione in cui la differenza tra ricchi e poveri è la maggiore nel mondo. (…)
Il Vaticano secondo ha chiesto di confrontarsi con la realtà del mondo, non nascondendola. E di condurre un’evangelizzazione vera, non un’evangelizzazione mirante ai numeri così da poter dire: “Questa nazione è cattolica”. In realtà, in quest’ultimo caso, tanti sono i battezzati per così dire non credenti, battezzati per costrizione sociale e non per scelta. La Chiesa latino-americana ha ormai superato questa fase storica. Oggi i cattolici sono di meno rispetto a un tempo, ma più convinti. Certo la sfida è enorme e la Chiesa è in concorrenza con altre entità che offrono risposte ai bisogni religiosi dell’uomo, non solo cristiane. Anche i musulmani sono in crescita…

dalle quali si desume che la Chiesa, fino al Concilio Vaticano II, non si era del tutto convertita, e che nascondeva la realtà del mondo; il che equivale a dire che prima del Concilio la Chiesa era su una strada totalmente sbagliata, e solo dopo di esso ha trovato quella giusta, è arrivato a fare la seguente, blasfema e diabolica affermazione, con lo scopo preciso di negare che Gesù abbia insegnato e ordinato l’indissolubilità del matrimonio:
Intanto bisognerebbe incominciare una bella riflessione su che cosa ha detto veramente Gesù… a quel tempo nessuno aveva un registratore per inciderne le parole. Quello che si sa è che le parole di Gesù vanno contestualizzate, sono espresse con un linguaggio, in un ambiente preciso, sono indirizzate a qualcuno di definito. (…)
Nell’ultimo secolo nella Chiesa c’è stato un grande fiorire di studi che cercano di capire esattamente che cosa volesse dire Gesù… capire una parola, capire una frase… le traduzioni della Bibbia cambiano, si arricchiscono di verità storica… Pensi un po’: per me, venezuelano, una stessa parola può avere un significato diverso se detta da uno spagnolo…Ciò non è relativismo, ma certifica che la parola è relativa, il Vangelo è scritto da esseri umani, è accettato dalla Chiesa che è fatta di persone umane. Sa che cosa dice san Paolo? «Non ho ricevuto il Vangelo da nessuno degli Apostoli. Sono andato a trovare Pietro e Giacomo per la prima volta tre anni dopo la conversione. La seconda, dopo dieci anni e in quell’occasione abbiamo discusso di come va compreso il Vangelo. Alla fine mi hanno detto che anche la mia interpretazione andava bene, ma una cosa non dovevo dimenticare: i poveri». Perciò è vero che nessuno può cambiare la parola di Gesù… ma bisogna sapere quale è stata!  

0 GALLERY papa e abaskall
I due gesuiti "sud-americani" al vertice della neochiesa, Jorge Mario Bergoglio e Arturo Sosa Abascal: il loro, è ancora il Cattolicesimo voluto e ispirato da nostro Signore Gesù Cristo?


Gesù Maestro
 di Francesco Lamendola


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