ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 15 settembre 2018

Perché lo fa?


Eresie pubbliche e sanzioni private

Scena. Un prete professa apertamente una dottrina contraria a quella cattolica, su un determinato argomento che per oggi non ci interessa. Compie un gesto eclatante che lo pone al di fuori della Chiesa. Il vescovo della sua diocesi si disinteressa, o ha parole d'affetto per il suddetto o, talvolta, lo abbraccia pubblicamente. Nel frattempo qualche volta veniamo a sapere dai giornali locali che, nonostante la sceneggiata, il prete in questione è sospeso a divinis, perfino ridotto allo stato laicale.Ovviamente egli non si dà per vinto e aderisce ad una micro chiesa non in comunione con Roma, nella quale può professare più o meno quello che vuole data la liquidità della suddetta velleitaria micro chiesa. Altre volte non si scompone e va avanti a fare il prete cattolico impunemente.
Perché lo fa? Egli si sente approvato, celebra messa (a nostro parere da scrivere minuscolo, perché egli non sta agendo secondo le intenzioni della Chiesa cattolica ma secondo le proprie e dunque la suddetta celebrazione è invalida) non molto lontano tutto sommato dalla parrocchia dove era parroco. I vecchi parrocchiani spesso assistono alle celebrazioni e poi fanno foto di gruppo, baci, abbracci e tutti a casa. Di questi casi ce ne sono decine e non serve citarne. Ci sarebbe da scegliere.

Ciò che è importante è che ogni volta che qualche prete si sente in dovere di farle grosse, di dire boiate e cacciarsi in situazioni assurde e offensive verso Gesù Cristo (il quale, vorremmo ricordarlo, qualora qualcuno se lo fosse dimenticato, si è fatto crocifiggere, lui che è Dio, per noi che siamo polvere), non trova mai un vescovo che lo blocchi e lo condanni apertamente. L'espressione di vicinanza e affetto è pubblica, la sospensione a divinis privata e non troppo pubblicizzata (quando c'è). Il popolo dei fedeli è composto invece da faciloni, per i quali vale tutto, basta fare un po' di baldoria a buon mercato.

Per non farci mancare niente, l'eretico di turno, puntualmente e in ogni caso, dichiara di voler parlare con Papa Francesco perché si sente legittimato da lui. Sempre puntualmente saltano fuori i normalisti (ormai pochi ma sempre molto abili) che rimbrottano l'eretico perché "non è vero che PapaFrancesco [si scrive e si pronuncia attaccato] è a favore di ...", decidete voi. Fino al prossimo giro, fino alla prossima cretinata. Fino alla prossima ferita al corpo di questa povera Chiesa che ormai ne ha troppe. Sarebbe ora di curarle ma a quanto sembra si divertono a buttarci sopra il sale.  
di Francesco Filipazzi
http://campariedemaistre.blogspot.com/2018/09/eresie-pubbliche-e-sanzioni-private.html
Dove c’è fumo c’è fuoco. Dove c’è fuoco, spesso, c’è il demonio 
Questo nostro articolo, che prende spunto dal notevole “Romanzo infernale” di A. Gnocchi, vuole solo essere uno sprone – per noi e per il lettore – a ricerche ulteriori su una materia particolarmente “scottante”, che si potrebbe dire di “metapolitica occulta”: non facile da avvicinare per il ricercatore indipendente, sia per la complessità e la delicatezza del tema, sia per gli ostacoli che egli, inevitabilmente, troverebbe sulla propria strada.
Nel suo importante libro The Windswept House. A Vatican Novel (1998), non tradotto in italiano, P. M. Martin descrive, tra l’altro, un rito satanico officiato in modo incruento nella Cappella Paolina, cuore del cattolicesimo, ed in modo cruento, simultaneamente, in South Carolina: e ad officiarlo non ci furono certo le “Bestie di Satana” o Michael Aquino (ufficiale esperto in “guerra psicologica” e satanista statunitense accusato negli anni ’80 di pedofilia, e poi assolto), ma altissimi prelati. Satana sarebbe stato quindi intronizzato in Vaticano: le profezie bibliche si sarebbero avverate, quindi, in modo palese e rituale, nel 1963; e la Cappella, stranamente, sarebbe stata riconsacrata da Benedetto XVI.
Non stiamo qui a discutere i problemi che insorgono se si tirano le somme di questi fatti da un punto di vista “ecclesiologico”: non se ne uscirebbe più. Notiamo solamente che vi sono alcune presumibili “convergenze parallele” tra fatti inquietanti, veri o verosimili, che grosso modo partono dalla seconda metà degli anni ‘40, con una certa acme nei fatidici (fatali) ‘60. Andiamo in ordine sparso, ma secondo noi – lo diciamo a scanso di equivoci – un legame, almeno su di un piano “ideologicamente informale”, c’è.
PRIMA CONSIDERAZIONE J. Parsons, ingegnere missilistico statunitense, e la sua “liberazione” di demoni nell’aere attraverso la cosiddetta operazione Babalon(operazioni di magia sessuale volte, tra l’altro, a generare l’homunculus, veicolo dell’AntiCristo), avvenuta nel 1946. Alcuni sostengono che quelli che vengono definiti UFO, nei pochi casi “veridici” acclarati (aumentati esponenzialmente proprio in corrispondenza cronologica con le immonde operazioni di Parsons, ossia dal primissimo secondo dopoguerra), non sono altro che demoni. Questa teoria è condivisa anche da P. S. Rose, ieromonaco russo-ortodosso morto nel 1982 in California: gli “alieni” non vengono da altri pianeti, ma da altre dimensioni.
  1. Blondet ha parlato diffusamente, ad esempio nel suo eccezionale Adelphi della dissoluzione (1994), della disseminazione metodica di precisi etats d’esprit: ciò che spiegherebbe l’aumento ragguardevole del numero delle possessioni e delle malattie mentali, oltre che del “male oscuro”; ciò che, tra l’altro, mette da parte ogni ipotesi volgarmente complottista con cui gli anticomplottisti si confrontano per mostrare al popolino che non è vero niente, va tutto bene e bisogna continuare a leggere Cerasa e Zucconi.
A margine, ricordiamo che i primi fumetti, statunitensi, raffiguranti alieni coincidevano, graficamente, con la rappresentazione di un demone (Lam) evocato in uno dei suoi rituali dal famigerato A. Crowley, maestro di Parsons (Crowley criticò aspramente il suo allievo per l’operazione Babalon, anche se il primo descrisse il rituale nel racconto “Moonchild”, del 1917). Un interrogativo, allo stesso tempo dirimente ed inquietante, è questo: visto che la generazione dell’homunculus non sarebbe andata a buon fine, sono proseguite queste operazioni? Qualcuno ha cercato di generare quell’homunculus che a Parsons non riuscì? La rivista “Kaos Magazine” (n. 14: https://www.biroco.com/kaos/kaos.pdf) ce lo fa quantomeno sospettare.
SECONDA CONSIDERAZIONE Citiamo velocemente alcuni turpi accadimenti occorsi a Roma: tra il 1982 ed il 1990 dieci donne uccise e due scomparse (due sono E. Orlandi e M. Gregori), senza che mai si sia identificato il responsabile; il cameriere filippino dell’Olgiata; l’uccisione di M. Russo, alla cui verità giudiziaria non crede più quasi nessuno; il caso Rampi, su cui la magistratura, nel 1987, aprì un fascicolo per omicidio premeditato: ciò spiegherebbe la presunta imbracatura del povero piccolo.
Ma pensiamo soprattutto ai fatti del cosiddetto “mostro di Firenze”, che coprono un arco temporale che va dal 1968 (!) al 1985, con vicende “parallelamente convergenti” (la morte del dott. Narducci, nel 1985, in circostanze misteriose, il processo del farmacista Calamandrei, poi assolto). L’investigatore della polizia Giuttari, a un passo dalla verità, si sarebbe dovuto fermare per ragioni “di opportunità”: allora, ha cominciato a scrivere “romanzi” (come Martin!).
Ultimamente ci è capitato di leggere che F. Amicone ha condotto ricerche che poi avrebbero causato la riapertura delle indagini sul “mostro” (che sarebbe Joe Bevilacqua, un militare americano autoaccusatosi dei delitti, che già sfidò con codici cifrati gli investigatori statunitensi nel caso “Zodiac”; il suo cognome, stranamente, coincide con quello di un noto scrittore defunto, già accusato anche lui di essere il mostro, senza contare che Joe Bevilacqua fu accusato da Vanni, intercettato, di essere il mostro). Inutile approfondire il carattere e le finalità “ritualistiche” degli omicidi: sono troppo noti ed evidenti.
Al proposito, è eloquente la vicenda del Forteto, su cui hanno bene indagato R. Dal Bosco – che ha ipotizzato un legame con i fatti del mostro, sulla base di indizi non di poco conto -e S. Borselli (della raffinata rivista “Il Covile”: egli ha messo in evidenza i nessi tra cattocomunismo e gnosticismo, definendo sin dal titolo la relativa vicenda come la “catastrofe del cattocomunismo”). Lì certamente si praticava pervicacemente una sorta di “prassi” omosessuale e pedofila: lo si è fatto per anni, appoggiati dalla politica, dalla magistratura, dall’intellighenzia salottiera e chissà da chi altri. I boss della comunità sono stati condannati (Fiesoli a 17 anni, ma è fuori dopo sette mesi: evviva!), ma resta molto da indagare: soprattutto sul piano dei legami, delle coperture e dei fini di una tale ritualità. Probabilmente anche settori delle alte gerarchie ecclesiastiche non ne sono all’oscuro, come vogliono far credere.
TERZA CONSIDERAZIONE L’abolizione, di fatto se non di diritto, del rito romano antico: intenzione acclarata in un discorso di Paolo VI, durante un concistoro nel 1976, oltre che dall’introduzione del “novus ordo” e da altre evidenze (alcuni segni inquietanti riguardano direttamente l’amletica figura di Paolo VI, che, di fatto, condannò a morte l’amico Aldo Moro); per tacere della eliminazione dalla Messa dell’esorcismo di Leone XIII. La muraglia viene così intaccata da numerose altre fessure, che divengono, col tempo, autentiche voragini in cui è facilissimo, per il principe di questo mondo, infilarsi.
QUARTA CONSIDERAZIONE Bergoglio, che costituisce l’esito ultimo, “informale” (in senso etimologico), di un processo le cui cause prossime sono da rinvenire tra la fine degli anni 40 e gli anni 50, e le cui cause remote sono misteriose, ma possono essere ricondotte, sul piano teoretico, allo sviluppo di un processo che dalla forma (di una civiltà, di una religione, di un rito) passa, per inevitabile “usura storica”, al formalismo, per poi, per reazione e cortocircuito, implodere nell’informe. Bergoglio può essere considerato il figlio di primo letto del connubio (non casto) tra Concilio e ’68; il “fumo di Satana”, denunciato da chi sapeva ma non fece nulla per arginarlo (anzi!), sarebbe allora la “mutazione genetica” della Chiesa in organizzazione mondana in cui opera una esiziale dialettica tra correnti “politiche”. E sarebbero da indagare anche le relazioni storiche e teoretiche tra i due “eventi”, con il Concilio, nelle sue manifestazioni più “progressiste”, quale potenziale “avanguardia” delle presunte “liberazioni” sessantottesche. Su ciò, ha scritto ottime cose D. Fabbroni.
QUINTA CONSIDERAZIONE Il caso del magistrato P. Ferraro, nel cui appartamento alla Cecchignola si sarebbero svolti riti satanici (con piccoli rom partecipanti). Solo l’esposizione pubblica di Ferraro ha salvato la vita a quest’ultimo (che comunque ha subito vari attentati).
SESTA CONSIDERAZIONE L’immigrazione, o meglio invasione, extraeuropea. Cui prodest? Certo non agli europei. Dove finiscono tutti i minori che spariscono, secondo dati ufficiali, poco dopo l’”accoglienza”? Traffici di organi, riti immondi, pedofilia, schiavitù sono fenomeni acclarati. Eppure, tutti dovremmo essere favorevoli all’accoglienza, termine che ormai ci è divenuto, per reazione psicologica, odioso (ed è paradossale che chi sostiene tale dogma/ideologumeno è poi a favore delle vaccinazioni di massa!): lo si ritrova in banca, in ospedale, eccetera. L’immigrazione non è solo business, quindi: c’è un livello molto più “sottile”, cui gli scribi di regime non rimandano quasi mai.
Molte di queste operazioni sono volte alla demolizione finale di ciò che resta della famiglia e dello “Stato nazionale” (qui, CL è maestra). Ma la questione fondamentale, in barba a Introvigne e altri maestri “catto-decostruzionisti”, è la seguente: esiste una congrega di “satanisti” organizzata come una rete in Vaticano che, eventualmente, è organicamente connessa ad ambienti militari, intellettual-salottieri (scrittori, psichiatri e filosofi in primis), politici, giudiziari, etc.? Noi crediamo di sì, ma pasolinianamente (nostro malgrado!), non abbiamo le prove: sarebbe il colmo, se le avessimo.
Ci sono, però, molti indizi e altrettante coincidenze stupefacenti. Quando il “mostro di Marcinelle”, M. Dutroux, fu interrogato, fece il nome di G. Danneels, cardinale che poi fu uno degli animatori della “mafia di San Gallo”, che portò all’elezione di Bergoglio, verosimilmente per veicolare la “omoeresia”, tra le altre belle cose. Questa nuova dottrina si sostiene anche, inerzialmente e sul piano dell’”immaginario collettivo”, coi vacui sproloqui di (talora inconsapevoli, perché fondamentalmente sciocchi) preti, sociologi, psicologi e criminologi invitati in trasmissioni TV funzionali alla verifica della tesi della “finestra di Overton”: un autentico, oleatissimo “dispositivo ideologico” messo in circolo, a bassi livelli, dalla ubiqua “società dello spettacolo”.
E, se questa congrega – che eventualmente pratica anche pedofilia, e potrebbe coincidere con quanto Bergoglio stesso si è lasciato sfuggire sulla esistenza di una “lobby gay” interna alla Chiesa – esiste, le dimissioni di Benedetto XVI sono forse connesse con la sua “scoperta” da parte di Ratzinger stesso? Aveva forse, il papa teutonico, squarciato il velo di un tanto volatile quanto immondo e concreto “quarto livello”?
Tutto ciò, mentre sociologi liberal-arcontici si interrogano sugli effetti (“danni cerebrali”, ma bisognerebbe capire chi è il danneggiato) di un banalissimo titolo di giornale (http://carlogambesciametapolitics2puntozero.blogspot.com/search?updated-max=2018-09-05T08:30:00%2B02:00&max-results=7, 31/8/2018) e stimabili notai vicepresidenti di “Una Voce Italia”, il Venerdì Santo, da buoni tradizionalisti (a questo punto non si capisce di quale religione), non trovano di meglio che postare una inchiesta gastronomica sulla pasqua ebraica a Roma: https://www.nytimes.com/2017/04/13/insider/when-in-rome-yes-you-can-have-rice-on-passover.html?_r.
Per tornare alle cose serie: R. Bernard, già operativo negli ambienti dell’alta finanza, ha rivelato tra le lacrime l’esistenza di un culto luciferino, in quegli stessi ambienti, con annessi sacrifici di bambini. Kubrick, tipo strano ma intelligente e a suo modo coraggioso, ha girato buona parte del film “Eyes Wide Shut”, che descrive cose simili: ma, stranamente, è morto poco prima della fine delle riprese. Anche lui ha “romanzato” la verità (o ha “inverato” il romanzo, nella forma filmica?): forse, troppo.
– di Baldr Da Thule

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