ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 5 ottobre 2018

‘Più dei suoi venerati predecessori’?

Quanto vi dicono fatelo… ma (Mt.23,1-3 e seguenti)


Riprendiamo un momento le riflessioni già fatte da noi sulla richiesta di Preghiera da parte del Papa, vedi qui, per approfondire l’argomento ulteriormente – e non per far chiacchiere sterili – da un altro punto di vista, anche un pochino più magisteriale, attraverso l’attento esame di Don Felice Prosperi, che ringraziamo anche per l’invito alla preghiera del Rosario, ogni giorno.
QUANTO VI DICONO, FATELO E OSSERVATELO… (Matteo 23,3)
Il comunicato della Sala Stampa del Vaticano del 29 settembre 2018, con il quale si trasmette la volontà di Papa Francesco di dedicare nella Chiesa Cattolica l’intero mese di Ottobre alla recita giornaliera del Santo Rosario, con l’aggiunta delle preghiere all’Arcangelo San Michele e l’antica invocazione “Sub tuum praesidium” alla Beata Vergine Maria, Madre di Dio, rappresenta una irruzione devozionale, sconcertante nell’attuale quadro fortemente critico della situazione ecclesiale, che lo stesso Pontefice contribuisce a mantenere ‘in ebollizione’.

Questo fatto non spiazza i modernisti, i dissacratori, gli eretici ‘cattolici’, preti (Vescovi e Cardinali) e laici, i quali il Santo Rosario non lo recitano e continueranno a non recitarlo, pure se lo raccomanda Francesco, da loro ‘tanto amato’, bensì i devoti fedeli, che con il Santo Rosario pregano tutti i giorni dell’anno, molti di loro anche più di una Corona al giorno, e non hanno bisogno che il Papa lo raccomandi loro, e si domandano perché ora il Papa lo raccomandi.
L’appello papale subito offre la sua intrigante motivazione, e questa riguarda il Demonio, proprio lui, così spesso citato da Francesco, ‘più dei suoi venerati predecessori’, urgendo dunque il Popolo di Dio “nel chiedere alla Santa Madre di Dio e a San Michele Arcangelo di proteggere la Chiesa dal diavolo, che sempre mira a dividerci da Dio e tra di noi”.
Nella ‘teologia’ di Papa Francesco l’attività demoniaca è limitata a questa opera subdola di divisione e contrapposizione, e poco si esplora e si dice della principale intenzione e operazione di Satana, che è quella di vederci dannati eternamente all’Inferno con lui. Un accenno più appropriato, il Pontefice lo ha usato nell’omelia in Santa Marta l’11 ottobre 2013: “C’è una lotta, una lotta in cui è in gioco la salvezza eterna di tutti noi”.
Il Comunicato cita un’altra omelia del Sommo Pontefice, quella tenuta l’11 settembre 2018, nella quale così si esprime, riguardo al Demonio, visto soprattutto come ‘il grande accusatore’: “Questo fa bene ricordarlo, in questi tempi in cui sembra che il Grande Accusatore si sia sciolto e ce l’abbia con i vescovi. È vero, ci sono, tutti siamo peccatori, noi vescovi. Cerca di svelare i peccati, che si vedano, per scandalizzare il popolo. Il Grande Accusatore che, come lui stesso dice a Dio nel primo capitolo del Libro di Giobbe, <gira per il mondo cercando come accusare>”.
Francesco combina varie fonti bibliche, le manipola, per costruire questa immagine del Demonio accusatore. È evidente la trasformazione di 1^ Pietro 5,8: “Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare”, e nel libro di Giobbe, Satana risponde a Dio, che gli domanda: “Da dove vieni?” (come se non lo sapesse) “Da un giro sulla terra, che ho percorsa” e non ‘cercando come accusare’. Comunque il titolo di Accusatore è desunto dal capitolo 12 del Libro dell’Apocalisse, a cui si fa riferimento nel Comunicato Stampa.
Nel mese di settembre è stata martellante l’insistenza omiletica del Santo Padre nel parlare del Demonio, definendolo sempre come il grande Accusatore, e nel contempo della necessità di smarcarsi da lui, osservando il silenzio. Qualsiasi fosse stato il Vangelo da meditare, il tema svolto era quasi sempre quello, o c’era un suo risvolto.
Il 3 Settembre, quando si dice di quella “muta di cani selvaggi che cacciarono Gesù fuori dalla città” e “della dignità di Gesù, che con il suo silenzio vince quella muta selvaggia e se ne va”. E inoltre: “la grazia di discernere quando dobbiamo parlare e quando dobbiamo tacere”; “il padre della menzogna, l’accusatore, il diavolo, agisce per distruggere l’unità della famiglia, di un popolo”; “questo ci insegna che quando c’è questo modo di agire, di non voler vedere la verità, resta il silenzio”; “perché la verità è mite, la verità è silenziosa, la verità non è rumorosa”.
Il 6 Settembre: “il primo passo della conversione e il primo passo della penitenza è l’atteggiamento di accusare se stesso, mai gli altri, sparlando di loro”; “io accuso me stesso o accuso gli altri? C’è gente che vive sparlando degli altri, accusando gli altri e mai pensa a se stesso”; “ un cristiano che non sa accusare se stesso è quando è abituato ad accusare gli altri, a sparlare degli altri, a mettere il naso nella vita altrui”; “Signore, che impariamo ad accusare noi stessi, non gli altri, l’altro. Ognuno accusi se stesso”.
Il 10 Settembre: “i nemici osservavano Gesù, per vedere se guariva nel giorno del sabato per trovare di che accusarlo… Dietro di loro era il grande accusatore: satana”; “anche noi siamo in strada e siamo guardati dal grande accusatore che suscita gli accusatori di oggi per prenderci in contraddizione”.
Il 13 Settembre: “fra noi c’è il grande accusatore, quello che sempre va ad accusarci davanti a Dio, per distruggerci. Satana: lui è il grande accusatore. E quando io entro nella logica di accusare, di maledire, cercare di fare male all’altro, entro nella logica del grande accusatore che è distruttore”; “non si può entrare nella logica dell’accusatore… l’unica cosa lecita che noi cristiani abbiamo, è accusare noi stessi. Per gli altri soltanto la misericordia, perché siamo figli del Padre che è misericordioso”.
Il 14 Settembre, citato nella sua veste redazionale, con un buon inizio e poi il solito ritornello: “Oggi sarà bello se a casa, tranquilli, prendiamo cinque, dieci, quindici minuti davanti al crocifisso, o quello che abbiamo a casa o quello del rosario, per <guardarlo> e ricordare che <è il nostro segno di sconfitta che provoca le persecuzioni, che ci distruggono>, ma <è anche il nostro segno di vittoria, perché Dio ha vinto lì>. Ecco la concreta proposta spirituale che Papa Francesco ha voluto suggerire durante la messa celebrata a Santa Marta venerdì 14 settembre, festa dell’esaltazione della santa croce. E ancora una volta ha messo in guardia dall’avvicinarsi del grande Accusatore che, come un <cane arrabbiato>, è pronto a mordere.
Il 18 Settembre: “quando le cose sono andate male a Gesù, cosa ha fatto lui?… Quando lo gente lo insultava, quel Venerdì santo, e gridava <crucifige>, rimaneva zitto perché aveva compassione di quella gente ingannata dai potenti del denaro, del potere… Stava zitto. Pregava”; “il pastore, nei momenti difficili, nei momenti in cui si scatena il diavolo, dove il pastore è accusato, ma accusato dal Grande Accusatore tramite la gente, tanti potenti, soffre, offre la vita e prega”.
Il 20 Settembre: “La chiesa, quando cammina nella storia, è perseguitata dagli ipocriti: ipocriti da dentro e da fuori… Il diavolo non ha niente da fare con i peccatori pentiti, perché guardano Dio e dicono: <Signore sono peccatore, aiutami>… E se il diavolo è impotente con i peccatori pentiti, è forte con gli ipocriti. È forte, e li usa per distruggere, distruggere la gente, distruggere la società, distruggere la Chiesa… Il cavallo di battaglia del diavolo è l’ipocrisia, perché lui è un bugiardo: si fa vedere come principe potente, bellissimo, e da dietro è un assassino”.
Il 21 Settembre: “Noi infatti siamo abituati sempre a guardare i peccati altrui: guarda questo, guarda quello, guarda quell’altro… Gesù ci ha detto: < per favore, non guardare la pagliuzza negli occhi altrui, guarda cosa hai tu nel tuo cuore>… È più divertente sparlare degli altri: è una cosa bellissima, sembra”.
Ce n’è abbastanza per capire quanto la chiamata alla preghiera del Santo Rosario in questo mese di Ottobre, nel modo e nei termini con cui è stata proposta, sia impastata del groviglio dei problemi personali del Sommo Pontefice, troppo contigua e contingente alla vicenda del dossier Viganò, con le denunce circostanziate di questi e l’ostinato silenzio del Papa, il quale non risponde e si giustifica con la Parola di Dio, commentata a suo  modo e comodo.
È facile per lui dare la colpa al Demonio, con il titolo di Grande Accusatore. È conseguente vedere un attacco, nemmeno troppo celato, a chi accusa il Papa. Sembra strumentale dunque l’uso del Santo Rosario, quando non è finalizzato agli scopi che la Vergine Maria stessa ci ha consegnato a Fatima, e cioè per la conversione dei poveri peccatori (perché le anime non vadano all’Inferno), per la pace nel mondo (di qui la necessità della Consacrazione al Suo Cuore Immacolato), per il ministero del Papa, dei Vescovi e dei Sacerdoti.
Sono principi accorati e materni della Santa Madre di Dio, che Francesco ha disatteso spudoratamente nella sua visita a Fatima, nel centenario della Sua Apparizione. Ma stia sicuro che noi il Santo Rosario lo reciteremo, con la preghiera a San Michele Arcangelo e con l’invocazione “Sub tuum praesidium”.
E poiché la prossima Domenica 7 Ottobre è la Festa della Beata Maria Vergine del Rosario, nonché l’anniversario della Battaglia, vinta a Lepanto dalla flotta dei Cristiani contro l’orda degli Islamici invasori, attribuita da San Pio V proprio alla recita del Santo Rosario, perché non commemorare e dare grazie a Dio per quella impresa militare, che come tale non fonda il regno di Dio sulla terra, ma ci permette ancora di essere popoli europei liberi?
E poiché nella Prima Domenica d’Ottobre, con la Recita a mezzogiorno della Supplica alla Madonna del Santo Rosario di Pompei, la Chiesa ci ottiene l’Indulgenza Plenaria, perché non parlarne e darcene l’esempio, ‘lucrandola’ lui per primo, se ci crede, ma non credo, perché non ha mai parlato di Purgatorio e di Indulgenze?
Credo sia vero, che il Santo Padre, come riferisce un suo segretario, ama pregare la Corona del Santo Rosario e la recita anche per concederci un po’ di riposo. Interessante e notevole. Un po’ stonato con tutto il resto del suo andazzo dottrinale e disciplinare, ma vogliamo appigliarci a questa briciola di speranza per assecondare la sua richiesta di preghiera, senza preoccuparci del rischio della strumentalizzazione, che sarebbe grave, in quanto coinvolge Dio, la Santa Madre di Dio, il Popolo di Dio, il Principe delle celesti milizie.
Infine, questo ve lo ricordo io e non ve lo ha detto il Papa, preghiamo anche il Castissimo San Giuseppe (del quale peraltro Francesco si dichiara devoto) al termine della Corona, e non scordiamo un ‘Pater Ave e Gloria’ per il Sommo Pontefice, per l’acquisto delle Indulgenze, alle solite condizioni.
E in quanto devoto della Madonna di Loreto, nato a pochi chilometri dal Suo Santuario, a Castelfidardo (dove c’è stata pure un’altra piccola battaglia, ma questa l’abbiamo persa, perdendo lo Stato pontificio, ma dopo i Papi hanno detto che è stato meglio così), vi invito a terminare la recita della Corona con le bellissime Litanie Lauretane.
Morichella di San Ginesio 1 Ottobre 2018    Memoria di Santa Teresa di Gesù Bambino, Vergine e Dottore della Chiesa, nonché Compatrona delle Missioni
                                                                                                                           Felice Prosperi

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