ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 7 ottobre 2018

Redde rationem!?

CASO MCCARRICK
Viganò, il Vaticano batte un colpo. Ma è a salve

A oltre quaranta giorni dalla lettera denuncia dell'arcivescovo Carlo Maria Viganò, un comunicato della Santa Sede - senza mai nominare l'ex nunzio - annuncia un'inchiesta interna per fare luce sulla vicenda McCarrick. Un comunicato pieno di reticenze e contraddizioni, e soprattutto evita la questione fondamentale: è vero o no che papa Francesco seppe di McCarrick il 23 giugno 2013 dall'allora nunzio Viganò?


                            L'ex cardinale McCarrick

La Santa Sede ha emesso ieri un comunicato, in italiano e in inglese, che probabilmente vorrebbe essere una risposta alla testimonianza dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, pubblicata nella notte fra il 25 e il 26 agosto scorsi. Diciamo : “vorrebbe”, perché nel testo non si fa mai riferimento all’ex nunzio, né al primo né al secondo dei documenti dai lui resi pubblici. In pratica si annuncia un’inchiesta basata sull’esame dei documenti disponibili in Vaticano sul cardinale Theodore McCarrick, che sta adesso conducendo una vita di preghiera e penitenza in un convento negli USA. Ma ecco il testo integrale del documento:


“Dopo la pubblicazione delle accuse riguardanti la condotta dell’Arcivescovo Theodore Edgar McCarrick, il Santo Padre Francesco, consapevole e preoccupato per lo smarrimento che esse stanno causando nella coscienza dei fedeli, ha disposto che venga comunicato quanto segue:

Nel settembre 2017, l’Arcidiocesi di New York ha segnalato alla Santa Sede che un uomo accusava l’allora Cardinale McCarrick di aver abusato di lui negli anni Settanta. Il Santo Padre ha disposto in merito un’indagine previa approfondita, che è stata svolta dall’Arcidiocesi di New York e alla conclusione della quale la relativa documentazione è stata trasmessa alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel frattempo, poiché nel corso dell’indagine sono emersi gravi indizi, il Santo Padre ha accettato le dimissioni dell'’Arcivescovo McCarrick dal Collegio cardinalizio, ordinandogli la proibizione dell’esercizio del ministero pubblico e l’obbligo di condurre una vita di preghiera e di penitenza.

La Santa Sede non mancherà, a tempo debito, di rendere note le conclusioni del caso che coinvolge l’Arcivescovo McCarrick. Anche in riferimento ad altre accuse portate contro l'ecclesiastico, il Santo Padre ha disposto di integrare le informazioni raccolte tramite l'investigazione previa con un ulteriore accurato studio dell'intera documentazione presente negli Archivi dei Dicasteri e Uffici della Santa Sede riguardanti l'allora Cardinale McCarrick, allo scopo di appurare tutti i fatti rilevanti, situandoli nel loro contesto storico e valutandoli con obiettività.

La Santa Sede è consapevole che dall'esame dei fatti e delle circostanze potrebbero emergere delle scelte che non sarebbero coerenti con l'approccio odierno a tali questioni. Tuttavia, come ha detto Papa Francesco, «seguiremo la strada della verità, ovunque possa portarci» (Filadelfia, 27 settembre 2015). Sia gli abusi sia la loro copertura non possono essere più tollerati e un diverso trattamento per i Vescovi che li hanno commessi o li hanno coperti rappresenta infatti una forma di clericalismo mai più accettabile.

Il Santo Padre Francesco rinnova il pressante invito ad unire le forze per combattere la grave piaga degli abusi dentro e fuori la Chiesa e per prevenire che tali crimini vengano ulteriormente perpetrati ai danni dei più innocenti e dei più vulnerabili della società. Egli, come annunciato, ha convocato i Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo per il prossimo mese di febbraio, mentre risuonano ancora le parole della Sua recente Lettera al Popolo di Dio: «L'unico modo che abbiamo per rispondere a questo male che si è preso tante vite è viverlo come un compito che ci coinvolge e ci riguarda tutti come Popolo di Dio. Questa consapevolezza di sentirci parte di un popolo e di una storia comune ci consentirà di riconoscere i nostri peccati e gli errori del passato con un'apertura penitenziale capace di lasciarsi rinnovare da dentro» (20 agosto 2018)”.

Ci sono diversi spunti interessanti da rilevare, in questo testo. Il primo è il fatto che tutta la storia di Theodore McCarrick sia partita nel settembre 2017, con l’apertura del caso giudiziario (da parte della giustizia laica) verso il cardinale, e la conseguente notizia inviata in Vaticano dall’arcidiocesi di New York. Quasi a voler dare l’impressione che non appena si è saputo qualche cosa, si è agito. Il punto centrale della storia McCarrick è proprio questo: che si sapeva molto da molti anni, anche in Vaticano, come ha testimoniato mons. Viganò. Solo che le vittime non erano minori, e di conseguenza la giustizia civile non era chiamata in causa, e allora…  Indicative a questo proposito le parole del card. Maradiaga, uomo di fiducia del Pontefice, che in un’intervista recentissima ha parlato di “qualche cosa di ordine privato”, e di “fatto di natura amministrativa” in relazione alle aggressioni sessuali di seminaristi e giovani preti da parte di “Zio Teddy”.

“A tempo debito” – cioè non si sa quando – l’indagine su MacCarrick verrà resa nota, e sarà completata da “un ulteriore accurato studio dell'intera documentazione presente negli Archivi dei Dicasteri e Uffici della Santa Sede” sull’ex cardinale. Il comunicato avverte che i fatti rilevanti saranno situati “nel loro contesto storico e valutandoli con obiettività”. C’è da chiedersi che cosa voglia dire una frase prudenziale di questo tipo. Forse la spiegazione la possiamo trovare nella frase immediatamente successiva: “La Santa Sede è consapevole che dall'esame dei fatti e delle circostanze potrebbero emergere delle scelte che non sarebbero coerenti con l'approccio odierno a tali questioni”.

Forse sbaglieremo, ma la prima cosa che abbiamo pensato è: negli anni’70, ’80 e ’90 portarsi a letto seminaristi e giovani preti da parte di un cardinale faceva parte dell’approccio di quei tempi, giudicato inappropriato adesso? E così, dal momento che l’approccio odierno non era quello di allora bisogna capire silenzi e coperture, storicizzandole? Speriamo di sbagliarci; ma non riusciamo a trovare un’altra spiegazione logica a una frase del genere, se non quella di mettere le mani avanti, per proteggere complicità e silenzi.

Gli abusi e la loro copertura non erano tollerati già al tempo in cui mons. Viganò lavorava in Segreteria di Stato, e infatti ha scritto si superiori – Sodano e Sandri – tutta una serie di raccomandazioni per la punizione di McCarrick. Se l’ha fatto, e ha potuto farlo, è perché già all’epoca comportamenti del genere erano riprovevoli e tali da meritare punizione immediata.

Il comunicato rimanda poi alla riunione di febbraio 2019 di tutti i capi delle Conferenze Episcopali per trattare del problema degli abusi.

Sono passati più di quaranta giorni, dalla pubblicazione della prima testimonianza dell’arcivescovo Viganò. Questo è il primo documento della Santa Sede che, senza citare l’ex nunzio, afferma l’intenzione di voler occuparsi del caso McCarrick. L’impressione che se ne ricava è quella di una risposta debole, e dilatoria. Se esistono documenti – come certamente esistono – sull’ex cardinale alla Congregazione per i Vescovi e in Segreteria di Stato, in quaranta giorni non c’è stato tempo e modo di compulsarli per organizzare una risposta concreta e precisa alle accuse di Viganò? Non sembra molto credibile.

Allora perché questo rimandare a tempi futuri, non meglio precisati, i frutti dell’inchiesta? E purtroppo resta ancora senza risposta – e qui non c’è bisogno di frugare negli archivi – la domanda centrale. È vero o non è vero che il 23 giugno 2013 l’allora Nunzio negli USA ha detto chiaramente al Pontefice chi era e che cosa aveva fatto McCarrick e perché Benedetto XVI l’aveva sanzionato? Di questo nel comunicato non c’è traccia, ma è il grande, drammatico nodo irrisolto di questa tragedia.

Marco Tosatti

http://www.lanuovabq.it/it/vigano-il-vaticano-batte-un-colpo-ma-e-a-salve
Caso McCarrick, anche il Vaticano deve rendere conto

Un'indagine trasparente sul caso McCarrick è doverosa, ma siccome anche la Segreteria di Stato è pesantemente coinvolta, sarebbe necessaria una commissione indipendente composta da laici, diaconi, sacerdoti e vescovi per dare risposte adeguate alle domande che i fedeli si pongono.




Rappresentanti dei vescovi americani hanno ora incontrato papa Francesco per discutere della più che necessaria indagine sull'affare McCarrick. Ciò è comprensibile dal momento che qualsiasi processo che coinvolga l'ex cardinale e altri prelati richiede il permesso del papa. Comunque una cosa è chiedere il sostegno del papa per un'indagine, e un'altra affidarsi invece ai funzionari vaticani per gestirla, dato ciò che ora sappiamo.

Perché ora sappiamo - dall'ex vescovo Metuchen P.G. Bootkoski e dal cardinale Leonardo Sandri - che la Segreteria di Stato vaticana ha ricevuto credibili accuse contro McCarrick più di dieci anni fa. Eppure il Vaticano non gli ha impedito l'accesso a seminaristi e sacerdoti. Pertanto, un'indagine incentrata su McCarrick e sui vescovi americani rischia di ignorare il ruolo centrale dei funzionari di alto rango a Roma.

Bootkoski ha recentemente riconosciuto che nel dicembre 2005 ha informato il nunzio negli Stati Uniti, l'arcivescovo Gabriel Montalvo, di tre denunce contro McCarrick. Le accuse comprendevano sia contatti fisici inappropriati con un prete sia contatti sessuali con seminaristi. Due di queste accuse si sono risolte in risarcimenti alle vittime.

È venuta alla luce una lettera dell'ottobre 2006 in cui Sandri, che lavorava direttamente sotto il cardinale Segretario di Stato, faceva riferimento a "questioni serie" che coinvolgevano i seminaristi a Seton Hall, e che erano state riferite a Montalvo da p. Boniface Ramsey nel 2000. Ramsey ha ripetutamente affermato di aver informato il nunzio delle accuse verso McCarrick, secondo cui il cardinale molestava i seminaristi e aveva condiviso il letto con loro nella sua casa al mare.

La Segreteria di Stato, pertanto, ha ricevuto credibili accuse nel 2000 e nel 2005 secondo cui McCarrick ha molestato e "adescato" sacerdoti e seminaristi, sfruttando sessualmente questi ultimi. Se a Roma hanno indagato, ora dovrebbero condividere i risultati e risparmiarci la fatica di ripetere il loro lavoro. Se non hanno indagato, devono rendere conto della loro incapacità di proteggere seminaristi e sacerdoti.

Anche se Roma ha indagato, sorge comunque un'altra domanda cruciale: le diocesi coinvolte sono state informate delle accuse e della possibilità che i loro seminaristi e sacerdoti siano stati sfruttati? Il che comprende ogni diocesi che abbia usato seminari frequentati da McCarrick, specialmente i seminari in cui ha risieduto dopo il 2005. I minori potevano essere stati a rischio poiché i seminaristi possono entrare nei college prima dei 18 anni.

Il cardinale Wuerl insiste sul fatto che né lui né l'arcidiocesi di Washington erano a conoscenza delle accuse. Ciò significherebbe che Roma non ha detto nulla. Per confermare il silenzio di Roma, cattolici e giornalisti dovrebbero chiedere al cardinale Dolan se lui o l'Arcidiocesi di New York siano stati informati.

Si noti che la dichiarazione di Bootkoski e la lettera di Sandri non sono state scritte per sostenere la recente testimonianza dell'arcivescovo Viganò. In realtà, Viganò ha accusato entrambi di insabbiamenti. A differenza di Viganò, le loro testimonianze sulla conoscenza di Roma delle accuse non avevano lo scopo di suggerire la complicità del Vaticano nell'affare McCarrick.

Qualunque sia l'intenzione originale, tuttavia, la lettera di Sandri costituisce ora una prova documentale che Ramsey ha parlato a Montalvo nel 2000. La lettera implica anche che la Segreteria di Stato, non più tardi del 2006, ritenesse tali preoccupazioni credibili.

Inoltre, la dichiarazione di Bootkoski dimostra che le accuse sono state giudicate credibili dal momento che è sulla base di queste accuse che sono state risarcite le vittime. Sfortunatamente, la sua dichiarazione fornisce solo una sintesi del memo inviato al nunzio nel 2005, che è stato presumibilmente trasmesso alla Segreteria di Stato.

Il motivo addotto per presentare un riassunto è che "i richiedenti non hanno dato il permesso alla diocesi" di pubblicare le accuse dettagliate. Forse la diocesi o i giornalisti potrebbero chiedere ai ricorrenti di consentire la pubblicazione del memo, evitando qualsiasi parte che essi ntendessero mantenere riservata. In questo modo, l’opinione pubblica potrebbe vedere le evidenze documentali del rapporto di Bootkoski in Vaticano.

A meno che Sandri non avesse protetto McCarrick, avrebbe prontamente informato il Segretario di Stato, il cardinale Angelo Sodano, delle accuse trasmesse dal nunzio da parte di Ramsey e Bootkoski. Quando Sandri scrisse la lettera del 2006, avrebbe dovuto già avere informato il nuovo Segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone.

Non abbiamo prove che le accuse nel 2000 o nel 2005 abbiano raggiunto San Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, o - prima delle recenti rivelazioni - Francesco. Però se i papi non fossero stati informati, i funzionari vaticani a maggior ragione non potrebbero essere considerati affidabili per sovrintendere alla prossima inchiesta.

L'incapacità della Segreteria di Stato di indagare sulla questione o di riferire, come parte dell’indagine, le accuse alle diocesi interessate, dimostrerebbe uno sconsiderato disprezzo per la sicurezza e il benessere di sacerdoti e seminaristi, compresi i minori.

Un vescovo che sfrutta seminaristi e sacerdoti per la propria gratificazione è una offesa che grida al cielo. Come poteva la Segreteria di Stato voltare le spalle? E nessun altro ufficio del Vaticano ha ricevuto segnalazioni? Esistevano ragioni legittime per le quali un'inchiesta non era stata avviata oppure non aveva portato a conclusioni certe? Dopo decenni di scandali di abusi, come potevano i funzionari avere ignorato la gravità delle accuse? Oppure alcuni funzionari erano disposti a tollerare questi mostruosi mali?

Le risposte e l’assunzione di responsabilità sono vitali per i cattolici di tutto il mondo, non solo in America. In Cile, gli appelli dei cattolici sono stati ripetutamente ignorati o denunciati da Roma. Alla fine, i vescovi del Cile si sono offerti di dimettersi, ma nessun funzionario del Vaticano ha seguito il loro esempio. Questo scenario non deve essere ripetuto.

Queste circostanze rendono impossibile per il Vaticano di presentarsi come un garante credibile nel prossimo riesame del caso McCarrick. L'approvazione e la cooperazione del Papa sono necessarie, ma dal momento che i vescovi americani e i funzionari vaticani sono ora sotto esame, il processo investigativo deve essere indipendente da entrambi. Affinché l'indagine sia efficace, il papa deve collaborare liberando i funzionari della Chiesa dal Segreto pontificio e invitandoli a rispondere alle domande legittime degli investigatori.

La revisione dovrebbe essere trasparente e supervisionata da una commissione composta da laici, religiosi, diaconi, sacerdoti e vescovi. In questo modo l'intera Chiesa sarebbe rappresentata nel valutare e nel rimediare ai problemi. Ciò dovrebbe implicare il fatto di scagionare gli innocenti, di punire i colpevoli, di riparare i danni e di cambiare le strutture e le politiche amministrative. Una commissione come questa potrebbe diventare un modello per affrontare altri fallimenti dei vescovi e del Vaticano.

L'articolo originale è stato pubblicato in inglese da The Catholic Thing, con il titolo "Rome Failed on McCarrick – and Needs to Change"

Timothy V. Vaverek
http://lanuovabq.it/it/caso-mccarrick-anche-il-vaticano-deve-rendere-conto

LA NON RISPOSTA DEL VATICANO A VIGANÒ. CON DEI DETTAGLI IMBARAZZANTI. CONTINUA IL SILENZIO DEL PAPA.

Questa mattina su La Nuova Bussola Quotidiana commento il comunicato diffuso ieri dalla Sala Stampa della santa sul caso McCarrick. Forse lo avete già letto; se no, lo trovate qui sotto in italiano e in inglese. Vorrei limitarmi a dire un paio di cose; in generale, e in particolare, legate a quelle frasi che troverete in neretto (mio, non degli autori). Ci rivediamo in fondo, dopo la lettura.

<Dopo la pubblicazione delle accuse riguardanti la condotta dell’Arcivescovo Theodore Edgar McCarrick, il Santo Padre Francesco, consapevole e preoccupato per lo smarrimento che esse stanno causando nella coscienza dei fedeli, ha disposto che venga comunicato quanto segue:
Nel settembre 2017, l’Arcidiocesi di New York ha segnalato alla Santa Sede che un uomo accusava l’allora Cardinale McCarrick di aver abusato di lui negli anni Settanta. Il Santo Padre ha disposto in merito un’indagine previa approfondita, che è stata svolta dall’Arcidiocesi di New York e alla conclusione della quale la relativa documentazione è stata trasmessa alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Nel frattempo, poiché nel corso dell’indagine sono emersi gravi indizi, il Santo Padre ha accettato le dimissioni dell’’Arcivescovo McCarrick dal Collegio cardinalizio, ordinandogli la proibizione dell’esercizio del ministero pubblico e l’obbligo di condurre una vita di preghiera e di penitenza.
La Santa Sede non mancherà, a tempo debito, di rendere note le conclusioni del caso che coinvolge l’Arcivescovo McCarrick. Anche in riferimento ad altre accuse portate contro l’ecclesiastico, il Santo Padre ha disposto di integrare le informazioni raccolte tramite l’investigazione previa con un ulteriore accurato studio dell’intera documentazione presente negli Archivi dei Dicasteri e Uffici della Santa Sede riguardanti l’allora Cardinale McCarrick, allo scopo di appurare tutti i fatti rilevanti, situandoli nel loro contesto storico e valutandoli con obiettività.
 La Santa Sede è consapevole che dall’esame dei fatti e delle circostanze potrebbero emergere delle scelte che non sarebbero coerenti con l’approccio odierno a tali questioni. Tuttavia, come ha detto Papa Francesco, «seguiremo la strada della verità, ovunque possa portarci» (Filadelfia, 27 settembre 2015). Sia gli abusi sia la loro copertura non possono essere più tollerati e un diverso trattamento per i Vescovi che li hanno commessi o li hanno coperti rappresenta infatti una forma di clericalismo mai più accettabile.
Il Santo Padre Francesco rinnova il pressante invito ad unire le forze per combattere la grave piaga degli abusi dentro e fuori la Chiesa e per prevenire che tali crimini vengano ulteriormente perpetrati ai danni dei più innocenti e dei più vulnerabili della società. Egli, come annunciato, ha convocato i Presidenti delle Conferenze Episcopali di tutto il mondo per il prossimo mese di febbraio, mentre risuonano ancora le parole della Sua recente Lettera al Popolo di Dio: «L’unico modo che abbiamo per rispondere a questo male che si è preso tante vite è viverlo come un compito che ci coinvolge e ci riguarda tutti come Popolo di Dio. Questa consapevolezza di sentirci parte di un popolo e di una storia comune ci consentirà di riconoscere i nostri peccati e gli errori del passato con un’apertura penitenziale capace di lasciarsi rinnovare da dentro» (20 agosto 2018).
[01548-IT.01] [Testo originale: Italiano
Traduzione in lingua inglese
After the publication of the accusations regarding the conduct of Archbishop Theodore Edgar McCarrick, the Holy Father Pope Francis, aware of and concerned by the confusion that these accusations are causing in the conscience of the faithful, has established that the following be communicated:
In September 2017, the Archdiocese of New York notified the Holy See that a man had accused former Cardinal McCarrick of having abused him in the 1970s. The Holy Father ordered a thorough preliminary investigation into this, which was carried out by the Archdiocese of New York, at the conclusion of which the relative documentation was forwarded to the Congregation for the Doctrine of the Faith. In the meantime, because grave indications emerged during the course of the investigation, the Holy Father accepted the resignation of Archbishop McCarrick from the College of Cardinals, prohibiting him by order from exercising public ministry, and obliging him to lead a life of prayer and penance.
The Holy See will, in due course, make known the conclusions of the matter regarding Archbishop McCarrick. Moreover, with reference to other accusations brought against Archbishop McCarrick, the Holy Father has decided that information gathered during the preliminary investigation be combined with a further thorough study of the entire documentation present in the Archives of the Dicasteries and Offices of the Holy See regarding the former Cardinal McCarrick, in order to ascertain all the relevant facts, to place them in their historical context and to evaluate them objectively.
The Holy See is conscious that, from the examination of the facts and of the circumstances, it may emerge that choices were taken that would not be consonant with a contemporary approach to such issues. However, as Pope Francis has said: “We will follow the path of truth wherever it may lead” (Philadelphia, 27 September 2015). Both abuse and its cover-up can no longer be tolerated and a different treatment for Bishops who have committed or covered up abuse, in fact represents a form of clericalism that is no longer acceptable.
The Holy Father Pope Francis renews his pressing invitation to unite forces to fight against the grave scourge of abuse within and beyond the Church, and to prevent such crimes from being committed in the future to the harm of the most innocent and most vulnerable in society. As previously made known, the Holy Father has convened a meeting of the Presidents of the Bishops’ Conferences from around the world for next February, while the words of his recent Letter to the People of God still resonate: “The only way that we have to respond to this evil that has darkened so many lives is to experience it as a task regarding all of us as the People of God. This awareness of being part of a people and a shared history will enable us to acknowledge our past sins and mistakes with a penitential openness that can allow us to be renewed from within” (20 August 2018)>.

Letto tutto? Bene. Allora: ci sono voluti più dei biblici quaranta giorni dal 25-26 agosto in cui è scoppiata la bomba Viganò perché il Vaticano trovasse la forza, il fiato e le energie necessarie a dire qualcosa. Non a Viganò, che non è neanche citato. A dire che cosa? In buona sostanza: indagheremo, e quando Dio vorrà vi diremo che cosa abbiamo trovato.

Ma dove vanno a cercare? Negli archivi del Vaticano, cioè Congregazione per i Vescovi, e Segreteria di Stato; e forse anche alla Dottrina della Fede. Sono passati, dicevamo, quaranta e rotti giorni e non sono stati in grado di trovare i documenti su McCarrick? Insomma… e vorrebbero anche che ci credessimo? Ma vi prego di rileggere con me la parte in neretto. L’indagine sarà fatta

“allo scopo di appurare tutti i fatti rilevanti, situandoli nel loro contesto storico e valutandoli con obiettività”. Che cosa vuol dire? io non l’ho capito, ma sospetto che sia una forma di preparazione all’indulgenza. Ancora peggiore il seguito

 “La Santa Sede è consapevole che dall’esame dei fatti e delle circostanze potrebbero emergere delle scelte che non sarebbero coerenti con l’approccio odierno a tali questioni. Tuttavia, come ha detto Papa Francesco, «seguiremo la strada della verità, ovunque possa portarci» (Filadelfia, 27 settembre 2015). Sia gli abusi sia la loro copertura non possono essere più tollerati e un diverso trattamento per i Vescovi che li hanno commessi o li hanno coperti rappresenta infatti una forma di clericalismo mai più accettabile”.

Approccio odierno? E quale era l’approccio non odierno (cioè di venti o trenta anni fa)? Negli anni ’80 e ’90 sodomizzare seminaristi e giovani preti da parte di un cardinale non era così grave come adesso? Per cui se adesso giudicassimo severamente saremmo colpevoli d anacronismo storico? E continuando: abusi e coperture erano tollerati, venti anni fa? E quel tipo di clericalismo non è più accettabile ora, ma lo era allora? Ma si rendono conto di quello che scrivono, in Segreteria di Stato e a Santa Marta?

Il comunicato parla solo di McCarrick. Ma manca un dettaglio importante, per cui non c’è bisogno di scartabellare archivi e faldoni. Manca cioè la risposta del Pontefice alla testimonianza di Carlo Maria Viganò. Eccola:

<Subito dopo il papa mi chiese con tono accattivante: “Il card. McCarrick com’è?” Io gli risposi con tutta franchezza e se volete con tanta ingenuità: “Santo Padre, non so se lei conosce il card. McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i Vescovi c’è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi ad una vita di preghiera e di penitenza”. Il papa non fece il minimo commento a quelle mie parole tanto gravi e non mostrò sul suo volto alcuna espressione di sorpresa, come se la cosa gli fosse già nota da tempo, e cambiò subito di argomento. Ma allora, con quale finalità il papa mi aveva posto quella domanda: “Il card. McCarrick com’è?”. Evidentemente voleva accertarsi se ero alleato di McCarrick o no>.

Ecco, sarà interessante sapere se davvero si seguirà <la strada della verità, ovunque possa portarci>. Vedremo.

Oggi è il quarantatreesimo giorno in cui il Pontefice regnante non ha, ancora, risposto.

Quando ha saputo che McCarrick era un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?

È vero, o non è vero, che mons. Viganò lo ha avvertito il 23 giugno 2013?

Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi e risponda”.

Marco Tosatti

7 ottobre 2018 Pubblicato da  15 Commenti --

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