Lo sguardo a Fatima
Quale funzione hanno le apparizioni?
il
breve saggio del sacerdote ed esorcista veronese don Gino Oliosi
affronta sapientemente e dettagliatamente ogni aspetto relativo alle
richieste divine e alle tre parti del Segreto, oltre alle devozioni
suggerite dalla Vergine del Rosario in difesa della fede, l’urgenza più
importante oggi.
Fatima rappresenta forse la risposta più eclatante, in un mondo che sempre più dimenticava, e oggi sempre più lo scorda, il significato vero della vita sulla terra e la sua continuazione nell'eternità. Fatima è un messaggio “duro” che, nel linguaggio odierno, diremmo “politicamente scorretto”: proprio per questo è evangelico, nella sua rivelazione della verità e nel suo rifiuto di ipocrisie, eufemismi, rimozioni. Ma, come sempre in ciò che è davvero cattolico, dove tutti gli opposti convivono in una sintesi vitale, la “durezza” convive con la tenerezza, la giustizia con la misericordia, la minaccia con la speranza. Così, l’avviso che ci è giunto dal Portogallo è, al contempo, inquietante e consolante.
Fatima rappresenta forse la risposta più eclatante, in un mondo che sempre più dimenticava, e oggi sempre più lo scorda, il significato vero della vita sulla terra e la sua continuazione nell'eternità. Fatima è un messaggio “duro” che, nel linguaggio odierno, diremmo “politicamente scorretto”: proprio per questo è evangelico, nella sua rivelazione della verità e nel suo rifiuto di ipocrisie, eufemismi, rimozioni. Ma, come sempre in ciò che è davvero cattolico, dove tutti gli opposti convivono in una sintesi vitale, la “durezza” convive con la tenerezza, la giustizia con la misericordia, la minaccia con la speranza. Così, l’avviso che ci è giunto dal Portogallo è, al contempo, inquietante e consolante.
https://www.lavocedidoncamillo.com/2018/10/lo-sguardo-fatima.html
Nell’ottobre del 1981, la rivista tedesca Stimme des Glaubins pubblicò un articolo riguardante una discussione avvenuta tra Papa Giovanni Paolo II ed un gruppo selezionato di Cattolici Tedeschi nel novembre del 1980. Ecco di seguito la trascrizione letterale di quella discussione:1
Testo del Rapporto Pubblicato
Venne chiesto al Santo Padre: “Che cosa ci può dire riguardo al Terzo Segreto di Fatima? Non avrebbe dovuto essere pubblicato nel 1960?”
Papa Giovanni Paolo II rispose: “Vista la serietà dei suoi contenuti, i miei predecessori al soglio pontificio preferirono la soluzione diplomatica del rimandarne la pubblicazione, in modo da non incoraggiare la forza mondiale del comunismo a fare certe mosse". D’altra parte, per ogni cristiano dovrebbe essere sufficiente il sapere questo: se c’è un messaggio nel quale è scritto che gli oceani inonderanno intere aree della terra, e che milioni di persone perderanno la vita repentinamente, da un minuto all'altro, allora veramente la pubblicazione di un tale messaggio non rappresenta più qualcosa di così desiderabile.”
Il Papa continuò: “Molti desiderano sapere solo per curiosità e per il gusto del sensazionale, ma dimenticano che la conoscenza porta con sé anche la responsabilità. Essi vogliono soltanto accontentare la loro curiosità, e questo è pericoloso se allo stesso tempo non si è disposti a fare nulla, e se si è convinti che sia impossibile fare alcunché contro il male.”
Il Papa a questo punto afferrò il Rosario e disse: “Ecco la medicina contro questo male! Pregate, pregate e non chiedete niente di più. Lasciate tutto il resto alla Madonna!”.
Venne quindi chiesto al Santo Padre: “Che cosa succederà alla Chiesa?”
Egli rispose: “Dobbiamo prepararci ad affrontare fra non molto grandi prove, le quali potranno richiedere persino il sacrificio della nostra vita e la nostra totale donazione a Cristo e per Cristo... Con la vostra e la mia preghiera sarà possibile mitigare queste tribolazioni, ma non è più possibile evitarle, perché un vero rinnovamento nella Chiesa potrà avvenire solo in questo modo. Quante volte già il rinnovamento della Chiesa è scaturito dal sangue! Neppure questa volta sarà diverso. Dobbiamo essere forti e preparati, confidare in Cristo ed in sua Madre, e recitare molto, molto assiduamente la preghiera del Santo Rosario.”
Che cosa significa
Quando Papa Giovanni Paolo II parlò a Fulda, egli non era ancora stato vittima dell’attentato del 1981. Parlando del Terzo Segreto di Fatima, egli non fece allusione a nulla che potesse somigliare ad un futuro attentato alla sua vita (cosa che invece, nel 2000, venne definita dal Vaticano come l’argomento della parte finale del Segreto che la Madonna rivelò a Fatima nel 1917), quanto piuttosto ad un castigo imminente e di portata mondiale.
Il Santo Padre ha implicitamente affermato che la forza che sta dietro agli elementi contenuti nel Terzo Segreto è il male. I temi qui suggeriti dal Santo Padre sono compatibili con quelli che i maggiori esperti di Fatima definiscono come l’essenza stessa del vero Terzo Segreto di Fatima, e sono discussi in dettaglio nell’articolo: “Il Vero Terzo Segreto”
Note:
1. Questo articolo è stato pubblicato originariamente in Germania, nell’ottobre 1981, dalla rivista Stimme des Glaubens. Essa lo pubblica come rapporto letterale dell’incontro tra Sua Santità Giovanni Paolo II ed un gruppo selezionato di Cattolici tedeschi, avvenuto a Fulda durante la visita del Pontefice in Germania, avvenuta il novembre dell’anno precedente. La prefazione all’articolo afferma:“sappiamo il nome del reporter e anche che il contenuto dell’articolo è autentico.” Questa traduzione in Italiano è tratta dalla versione Inglese redatta da Padre M. Crowdy per la rivista Approaches, redatta da Mr. Hamish Fraser, Scozia. E’ stata tradotta originariamente dalla rivista Italiana pubblicata a Roma da Padre Francesco Putti. Entrambe le riviste sono degne della nostra fiducia.
Articoli Collegati:
• Il Vero Terzo Segreto
• Il Terzo Segreto Rivelato Interamente
Nella Serie delle “Le testimonianze pubblicate”:
• Padre Fuentes (1957)
• Father Alonso (1975-1981)
• Lettera di Suor Lucia (1982)
• Il Vescovo di Fatima (10 settembre 1984)
• Cardinale Ratzinger (novembre 1984)
• Altri Testimoni (1930 - 2003)
Fonte:
www.fatima.it/thirdsecret/pubtestjp2.asp
Si veda anche:
Terzo Segreto di Fatima: «IL CASTIGO CHE STA PER SOPRAGGIUNGERE, DI POTENZA "ESPONENZIALE", SARÀ IL PEGGIORE DEI VOSTRI INCUBI» (il gesuita padre Malachi Martin).
A chi sia interessato a seguire il discorso sul Segreto di Fatima in maniera più ampia invito a visitare il sito tempidimaria.com, in cui vi ho dedicato uno studio a parte (in particolare sul, Terzo Segreto) alla fine del quale ho elaborato una serie di 14 articoli:
Il Segreto
Oggi, 13 Ottobre 2018, ricorre il 101° anniversario dell'ultima apparizione di Fatima!
Commemoriamo gli eventi riportando un estratto da:
Un Cammino sotto lo sguardo di Maria. Biografia di suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria, a cura del Carmelo di Coimbra, OCD, Roma 2014, pp. 96-103.
Si avvicinava il 13 ottobre, giorno dell’ultima apparizione e in cui si doveva compiere la promessa del miracolo. La stampa diffuse l’annuncio, pur senza l’intenzione di far accorrere ancor più gente sul posto, ma questo fece sì che la notizia raggiungesse molte più località del paese, in un’epoca in cui le comunicazioni erano molto lente. Così i quotidiani che arrivavano più lontano furono il mezzo di cui il Cielo si servì per riunire un maggior numero persone. Accorsero i semplici curiosi, i credenti e i miscredenti. Si sparse la voce che le autorità avrebbero messo una bomba sul luogo delle apparizioni e sarebbero morti tutti. Questo però non fece desistere nessuno, e tanto meno i tre veggenti, a cui non importava nulla di morire in quel giorno. I genitori di Lucia, udendo quanto si vociferava, per la prima volta vollero accompagnarla:
«Ricordo il 13 ottobre, quando lei (la madre) disse al padre: “Se nostra figlia deve morire là, noi vogliamo morire lì con lei”». Sotto un cielo coperto e una pioggia insistente le strade di Fatima, già dalla vigilia, erano un fiume umano impetuoso che sfociava alla Cova da Iria, che come un grembo materno accoglieva tutti. Inzuppati fino al midollo, ma senza preoccuparsi di eventuali conseguenze sulla salute, tutti volevano stare il più vicino possibile al piccolo leccio, cosa che diveniva sempre più difficile. Le sponde del “mare” di gente si allontanavano sempre più, ma tutti i volti erano rivolti verso quel punto più basso e tutti gli sguardi cercavano di scrutare il cielo per cogliervi qualcosa di invisibile. Quando era ancora molto presto Lucia uscì di casa sotto una pioggia torrenziale e un forte vento, sfidando il pericolo.
Camminava per mano ai genitori, e fu il papà che la condusse davanti al leccio. I veggenti avevano ricevuto numerose minacce: guai se non fosse successo nulla!... I genitori erano terrorizzati, perché se non ci fosse stato il miracolo, con tutta quella folla che si sentiva presa in giro sarebbero stati perduti. Qualcuno, irritato dalla pioggia e dal freddo pungente, scrollò Lucia e le diede della bugiarda, domandandole perché aveva ingannato tutta quella gente. Lei rispose in tutta sincerità e in modo adeguato, ma con molta calma, che non aveva convocato lì nessuno e che si trovava su un terreno di sua proprietà: erano loro a essere in casa d’altri. Vediamo il resoconto che Lucia dà dell’ultima apparizione:
Arrivati alla Cova da Iria, presso il leccio, spinta da un impulso interiore domandai alla gente che chiudesse gli ombrelli per recitare il rosario. Poco dopo, vedemmo il riflesso di luce e subito la Madonna sopra il leccio. «Cosa vuole da me?». «Voglio dirti che facciano qui una cappella in mio onore; che sono la Madonna del Rosario; che continuino sempre a dire il rosario tutti i giorni. La guerra finirà e i soldati torneranno presto alle loro case». «Io avrei molte cose da chiederle: se cura dei malati e se converte alcuni peccatori». «Alcuni, sì; altri, no. Devono emendarsi; chiedano perdono per i loro peccati». E prendendo un aspetto più triste: «Non offendano più Dio nostro Signore, che è già molto offeso». E aprendo le mani, le fece riflettere nel sole; e mentre si elevava, il riflesso della sua stessa luce continuava a proiettarsi nel sole. Ecco il motivo per il quale gridai che guardassero il sole. Il mio intento non era di richiamare l’attenzione della gente verso il sole, dato che non avevo neppure coscienza della loro presenza. Lo feci soltanto mossa da una ispirazione interiore che a ciò mi spinse.
IL MIRACOLO PROMESSO
Sparita la Madonna nell’immensa distanza del firmamento vedemmo, accanto al sole, san Giuseppe col Bambino e la Madonna, vestita di bianco con un manto azzurro. San Giuseppe e il Bambino sembravano benedire il mondo, con alcuni gesti in forma di croce tracciati con la mano. Poco dopo, svanita quest’apparizione, vidi il Signore e la Madonna, che mi pareva la Madonna Addolorata. Il Signore sembrava benedire il mondo nello stesso modo di san Giuseppe. Sparì questa visione e mi parve di veder di nuovo la Madonna, con aspetto simile alla Madonna del Carmine.
Mentre i bambini contemplavano queste ultime visioni avvenne il miracolo del sole, il segnale promesso per confermare la veridicità delle apparizioni. I pastorelli non videro il prodigio del sole, il miracolo promesso non era necessario per loro, mentre lo era per quella moltitudine, affinché tutti credessero. Improvvisamente la pioggia cessò, le nuvole si aprirono come un sipario lasciando filtrare i raggi del sole, che asciugò tutto il fango e i vestiti di quella folla inzuppata. Questo sarebbe già stato sufficiente per mostrare la presenza molto vicina della Santissima Vergine, ma il prodigio doveva essere ancora maggiore e inspiegabile. Per tre volte il sole vorticò su se stesso sprizzando raggi con tonalità di colore giallo, azzurro, verde, viola, prodigio che si vide sin da molto lontano. Le persone assumevano i colori del sole.
A un certo punto tutta la moltitudine, impaurita, cominciò a gridare e molti confessavano a voce alta i loro peccati, facendo atto di fede e chiedendo perdono. Sembrava che il sole si stesse staccando dal firmamento e si approssimasse in direzione alla terra, per incenerire tutti. Terminato questo prodigio tutta quella gente volle vedere e parlare con i tre bambini. Lucia diceva di non sapere come aveva passato il resto del pomeriggio. Piovevano domande e richieste da ogni parte e i pastorelli furono sollevati dalla moltitudine come se fossero trascinati dalle onde del mare, senza potersi difendere. Lucia fu presa in braccio dal dottor Carlos Mendes che, essendo alto di statura, riuscì a proteggerla per un po’, mantenendola al di sopra della folla.
Ma per gli spintoni e non riuscendo a vedere dove metteva i piedi, a un certo punto cadde e la pastorella cominciò a galleggiare su quel mare di folla. Lucia rispose a innumerevoli domande e arrivò a casa quando era già notte, esausta. Persino in casa dovette ancora rispondere a quelli che l’aspettavano, tra i quali c’era il dottor Formigao, che la interrogò. Vedendo quanto era stanca la bambina, raccomandò alla madre di stare attenta e di proteggerla perché la sua salute era in pericolo. Maria Rosa ascoltò il consiglio e poi si sfogò: «Questo è un vero guaio! Come ottenere che tutta questa gente che mi viene in casa si rassegni e se ne vada senza aver visto la piccola? Alcuni pretendono inoltre di poterla vedere solo loro, rifiutando a tutti gli altri. Facile a dirsi, ma molto difficile da farsi! Dio mi aiuti perché non so più che svolta dare alla mia vita».
Lucia, che non aveva mangiato nulla dal mattino, morta di fame e di stanchezza e soverchiata dalle forti emozioni, cadde per terra e senza tanti complimenti si addormentò. Fu così che riuscì a far finalmente uscire di casa quelli che continuavano ad aspettare di poterla interrogare. La famiglia fu finalmente in grado di riposare dopo un pasto frugale, perché non avevano voglia di mettersi a cucinare. Il giorno seguente, non appena fece giorno, quando Maria Rosa aprì la porta di casa restò senza fiato vedendo che c’era già tanta gente in attesa. Quelli che venivano da lontano, infatti, non avevano voluto tornarsene a casa senza riuscire a parlare con i piccoli veggenti. Si erano fermati sul posto trovando una sistemazione qualsiasi, in attesa del loro turno. Davanti alle due case c’era una fila interminabile. La situazione ricorda quella vissuta da Gesù e descritta nel Vangelo: «Non potevano neppure mangiare».
E per di più qui si trattava di bambini. Lucia spiega alcune contraddizioni riscontrate negli interrogatori successivi a quell’ultima apparizione, dovute alla ripetizione delle domande e alla fatica a cui erano stati sottoposti i tre pastorelli. C’era così tanta gente che esigeva qualcosa e domandava questo e quello che finirono per dire di sì a tutto pur di liberarsene. Una cosa pesantissima! Una grande croce, soprattutto per Lucia, considerata il capogruppo, la responsabile del terzetto, anche perché era l’unica che parlava con la Madonna. E fu una grande croce anche per sua madre: quest’ultima pensava e sperava che, una volta passato il mese di ottobre, l’afflusso di gente finisse e potessero riprendere la loro vita di famiglia in pace, a coltivare la Cova da Iria e a far pascolare lì il gregge. Era stato un anno senza entrate, di cui sentivano molto la mancanza, ma si sarebbe ritornati alla vita normale. Così pensavano Antonio dos Santos e la moglie. Ma questo non accadde: la Madonna si era impadronita di quel terreno per sempre: la Cova da Iria apparteneva già al popolo di Dio. Un nuovo gregge cominciava ad alimentarsi in quel campo e la “pastorella bianca dei tempi nuovi” sarebbe sempre stata richiamata dalle sue necessità.
Il miracolo c’era stato. Chi vi aveva assistito in buona fede aveva creduto, ma c’è sempre chi già a priori non vuole credere e, allora, anche se il mondo cade ai suoi piedi, anche se dentro di sé si arrende all’evidenza, non vuol darsi per vinto. Come diceva suor Lucia, «non ci si fa caso». E la Madonna del leccio, come aveva promesso, disse Chi era e quello che voleva. Disse che era la Madonna del Rosario, nome già familiare a tutti a Fatima, trattandosi di un’invocazione conosciuta. E chiese che fosse eretta una cappella in quel luogo, che si recitasse il rosario - richiesta che era stata ribadita ogni mese - e con molta tristezza in volto, disse: «Non offendano più Dio, nostro Signore, che è già tanto offeso». Ecco il motivo della visita della Madre e di tutte le sue richieste. Madre solerte per il bene di tutti, viene ad avvisare del pericolo in cui incorre chi si lascia assoggettare dal peccato e indica la soluzione per questo male supremo, giacché «quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita?».
Giovanni Paolo II rivelò il Terzo Segreto di Fatima: "Gli oceani inonderanno intere aree della terra, e che milioni di persone perderanno la vita repentinamente, da un minuto all'altro"
Nell’ottobre del 1981, la rivista tedesca Stimme des Glaubins pubblicò un articolo riguardante una discussione avvenuta tra Papa Giovanni Paolo II ed un gruppo selezionato di Cattolici Tedeschi nel novembre del 1980. Ecco di seguito la trascrizione letterale di quella discussione:1
Testo del Rapporto Pubblicato
Venne chiesto al Santo Padre: “Che cosa ci può dire riguardo al Terzo Segreto di Fatima? Non avrebbe dovuto essere pubblicato nel 1960?”
Papa Giovanni Paolo II rispose: “Vista la serietà dei suoi contenuti, i miei predecessori al soglio pontificio preferirono la soluzione diplomatica del rimandarne la pubblicazione, in modo da non incoraggiare la forza mondiale del comunismo a fare certe mosse". D’altra parte, per ogni cristiano dovrebbe essere sufficiente il sapere questo: se c’è un messaggio nel quale è scritto che gli oceani inonderanno intere aree della terra, e che milioni di persone perderanno la vita repentinamente, da un minuto all'altro, allora veramente la pubblicazione di un tale messaggio non rappresenta più qualcosa di così desiderabile.”
Il Papa continuò: “Molti desiderano sapere solo per curiosità e per il gusto del sensazionale, ma dimenticano che la conoscenza porta con sé anche la responsabilità. Essi vogliono soltanto accontentare la loro curiosità, e questo è pericoloso se allo stesso tempo non si è disposti a fare nulla, e se si è convinti che sia impossibile fare alcunché contro il male.”
Il Papa a questo punto afferrò il Rosario e disse: “Ecco la medicina contro questo male! Pregate, pregate e non chiedete niente di più. Lasciate tutto il resto alla Madonna!”.
Venne quindi chiesto al Santo Padre: “Che cosa succederà alla Chiesa?”
Egli rispose: “Dobbiamo prepararci ad affrontare fra non molto grandi prove, le quali potranno richiedere persino il sacrificio della nostra vita e la nostra totale donazione a Cristo e per Cristo... Con la vostra e la mia preghiera sarà possibile mitigare queste tribolazioni, ma non è più possibile evitarle, perché un vero rinnovamento nella Chiesa potrà avvenire solo in questo modo. Quante volte già il rinnovamento della Chiesa è scaturito dal sangue! Neppure questa volta sarà diverso. Dobbiamo essere forti e preparati, confidare in Cristo ed in sua Madre, e recitare molto, molto assiduamente la preghiera del Santo Rosario.”
Che cosa significa
Quando Papa Giovanni Paolo II parlò a Fulda, egli non era ancora stato vittima dell’attentato del 1981. Parlando del Terzo Segreto di Fatima, egli non fece allusione a nulla che potesse somigliare ad un futuro attentato alla sua vita (cosa che invece, nel 2000, venne definita dal Vaticano come l’argomento della parte finale del Segreto che la Madonna rivelò a Fatima nel 1917), quanto piuttosto ad un castigo imminente e di portata mondiale.
Il Santo Padre ha implicitamente affermato che la forza che sta dietro agli elementi contenuti nel Terzo Segreto è il male. I temi qui suggeriti dal Santo Padre sono compatibili con quelli che i maggiori esperti di Fatima definiscono come l’essenza stessa del vero Terzo Segreto di Fatima, e sono discussi in dettaglio nell’articolo: “Il Vero Terzo Segreto”
Note:
1. Questo articolo è stato pubblicato originariamente in Germania, nell’ottobre 1981, dalla rivista Stimme des Glaubens. Essa lo pubblica come rapporto letterale dell’incontro tra Sua Santità Giovanni Paolo II ed un gruppo selezionato di Cattolici tedeschi, avvenuto a Fulda durante la visita del Pontefice in Germania, avvenuta il novembre dell’anno precedente. La prefazione all’articolo afferma:“sappiamo il nome del reporter e anche che il contenuto dell’articolo è autentico.” Questa traduzione in Italiano è tratta dalla versione Inglese redatta da Padre M. Crowdy per la rivista Approaches, redatta da Mr. Hamish Fraser, Scozia. E’ stata tradotta originariamente dalla rivista Italiana pubblicata a Roma da Padre Francesco Putti. Entrambe le riviste sono degne della nostra fiducia.
Articoli Collegati:
• Il Vero Terzo Segreto
• Il Terzo Segreto Rivelato Interamente
Nella Serie delle “Le testimonianze pubblicate”:
• Padre Fuentes (1957)
• Father Alonso (1975-1981)
• Lettera di Suor Lucia (1982)
• Il Vescovo di Fatima (10 settembre 1984)
• Cardinale Ratzinger (novembre 1984)
• Altri Testimoni (1930 - 2003)
Fonte:
www.fatima.it/thirdsecret/pubtestjp2.asp
Si veda anche:
Terzo Segreto di Fatima: «IL CASTIGO CHE STA PER SOPRAGGIUNGERE, DI POTENZA "ESPONENZIALE", SARÀ IL PEGGIORE DEI VOSTRI INCUBI» (il gesuita padre Malachi Martin).
A chi sia interessato a seguire il discorso sul Segreto di Fatima in maniera più ampia invito a visitare il sito tempidimaria.com, in cui vi ho dedicato uno studio a parte (in particolare sul, Terzo Segreto) alla fine del quale ho elaborato una serie di 14 articoli:
Il Segreto
Oggi, 13 Ottobre 2018, ricorre il 101° anniversario dell'ultima apparizione di Fatima!
Commemoriamo gli eventi riportando un estratto da:
Un Cammino sotto lo sguardo di Maria. Biografia di suor Lucia di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria, a cura del Carmelo di Coimbra, OCD, Roma 2014, pp. 96-103.
Si avvicinava il 13 ottobre, giorno dell’ultima apparizione e in cui si doveva compiere la promessa del miracolo. La stampa diffuse l’annuncio, pur senza l’intenzione di far accorrere ancor più gente sul posto, ma questo fece sì che la notizia raggiungesse molte più località del paese, in un’epoca in cui le comunicazioni erano molto lente. Così i quotidiani che arrivavano più lontano furono il mezzo di cui il Cielo si servì per riunire un maggior numero persone. Accorsero i semplici curiosi, i credenti e i miscredenti. Si sparse la voce che le autorità avrebbero messo una bomba sul luogo delle apparizioni e sarebbero morti tutti. Questo però non fece desistere nessuno, e tanto meno i tre veggenti, a cui non importava nulla di morire in quel giorno. I genitori di Lucia, udendo quanto si vociferava, per la prima volta vollero accompagnarla:
«Ricordo il 13 ottobre, quando lei (la madre) disse al padre: “Se nostra figlia deve morire là, noi vogliamo morire lì con lei”». Sotto un cielo coperto e una pioggia insistente le strade di Fatima, già dalla vigilia, erano un fiume umano impetuoso che sfociava alla Cova da Iria, che come un grembo materno accoglieva tutti. Inzuppati fino al midollo, ma senza preoccuparsi di eventuali conseguenze sulla salute, tutti volevano stare il più vicino possibile al piccolo leccio, cosa che diveniva sempre più difficile. Le sponde del “mare” di gente si allontanavano sempre più, ma tutti i volti erano rivolti verso quel punto più basso e tutti gli sguardi cercavano di scrutare il cielo per cogliervi qualcosa di invisibile. Quando era ancora molto presto Lucia uscì di casa sotto una pioggia torrenziale e un forte vento, sfidando il pericolo.
Camminava per mano ai genitori, e fu il papà che la condusse davanti al leccio. I veggenti avevano ricevuto numerose minacce: guai se non fosse successo nulla!... I genitori erano terrorizzati, perché se non ci fosse stato il miracolo, con tutta quella folla che si sentiva presa in giro sarebbero stati perduti. Qualcuno, irritato dalla pioggia e dal freddo pungente, scrollò Lucia e le diede della bugiarda, domandandole perché aveva ingannato tutta quella gente. Lei rispose in tutta sincerità e in modo adeguato, ma con molta calma, che non aveva convocato lì nessuno e che si trovava su un terreno di sua proprietà: erano loro a essere in casa d’altri. Vediamo il resoconto che Lucia dà dell’ultima apparizione:
Arrivati alla Cova da Iria, presso il leccio, spinta da un impulso interiore domandai alla gente che chiudesse gli ombrelli per recitare il rosario. Poco dopo, vedemmo il riflesso di luce e subito la Madonna sopra il leccio. «Cosa vuole da me?». «Voglio dirti che facciano qui una cappella in mio onore; che sono la Madonna del Rosario; che continuino sempre a dire il rosario tutti i giorni. La guerra finirà e i soldati torneranno presto alle loro case». «Io avrei molte cose da chiederle: se cura dei malati e se converte alcuni peccatori». «Alcuni, sì; altri, no. Devono emendarsi; chiedano perdono per i loro peccati». E prendendo un aspetto più triste: «Non offendano più Dio nostro Signore, che è già molto offeso». E aprendo le mani, le fece riflettere nel sole; e mentre si elevava, il riflesso della sua stessa luce continuava a proiettarsi nel sole. Ecco il motivo per il quale gridai che guardassero il sole. Il mio intento non era di richiamare l’attenzione della gente verso il sole, dato che non avevo neppure coscienza della loro presenza. Lo feci soltanto mossa da una ispirazione interiore che a ciò mi spinse.
IL MIRACOLO PROMESSO
Sparita la Madonna nell’immensa distanza del firmamento vedemmo, accanto al sole, san Giuseppe col Bambino e la Madonna, vestita di bianco con un manto azzurro. San Giuseppe e il Bambino sembravano benedire il mondo, con alcuni gesti in forma di croce tracciati con la mano. Poco dopo, svanita quest’apparizione, vidi il Signore e la Madonna, che mi pareva la Madonna Addolorata. Il Signore sembrava benedire il mondo nello stesso modo di san Giuseppe. Sparì questa visione e mi parve di veder di nuovo la Madonna, con aspetto simile alla Madonna del Carmine.
Mentre i bambini contemplavano queste ultime visioni avvenne il miracolo del sole, il segnale promesso per confermare la veridicità delle apparizioni. I pastorelli non videro il prodigio del sole, il miracolo promesso non era necessario per loro, mentre lo era per quella moltitudine, affinché tutti credessero. Improvvisamente la pioggia cessò, le nuvole si aprirono come un sipario lasciando filtrare i raggi del sole, che asciugò tutto il fango e i vestiti di quella folla inzuppata. Questo sarebbe già stato sufficiente per mostrare la presenza molto vicina della Santissima Vergine, ma il prodigio doveva essere ancora maggiore e inspiegabile. Per tre volte il sole vorticò su se stesso sprizzando raggi con tonalità di colore giallo, azzurro, verde, viola, prodigio che si vide sin da molto lontano. Le persone assumevano i colori del sole.
A un certo punto tutta la moltitudine, impaurita, cominciò a gridare e molti confessavano a voce alta i loro peccati, facendo atto di fede e chiedendo perdono. Sembrava che il sole si stesse staccando dal firmamento e si approssimasse in direzione alla terra, per incenerire tutti. Terminato questo prodigio tutta quella gente volle vedere e parlare con i tre bambini. Lucia diceva di non sapere come aveva passato il resto del pomeriggio. Piovevano domande e richieste da ogni parte e i pastorelli furono sollevati dalla moltitudine come se fossero trascinati dalle onde del mare, senza potersi difendere. Lucia fu presa in braccio dal dottor Carlos Mendes che, essendo alto di statura, riuscì a proteggerla per un po’, mantenendola al di sopra della folla.
Ma per gli spintoni e non riuscendo a vedere dove metteva i piedi, a un certo punto cadde e la pastorella cominciò a galleggiare su quel mare di folla. Lucia rispose a innumerevoli domande e arrivò a casa quando era già notte, esausta. Persino in casa dovette ancora rispondere a quelli che l’aspettavano, tra i quali c’era il dottor Formigao, che la interrogò. Vedendo quanto era stanca la bambina, raccomandò alla madre di stare attenta e di proteggerla perché la sua salute era in pericolo. Maria Rosa ascoltò il consiglio e poi si sfogò: «Questo è un vero guaio! Come ottenere che tutta questa gente che mi viene in casa si rassegni e se ne vada senza aver visto la piccola? Alcuni pretendono inoltre di poterla vedere solo loro, rifiutando a tutti gli altri. Facile a dirsi, ma molto difficile da farsi! Dio mi aiuti perché non so più che svolta dare alla mia vita».
Lucia, che non aveva mangiato nulla dal mattino, morta di fame e di stanchezza e soverchiata dalle forti emozioni, cadde per terra e senza tanti complimenti si addormentò. Fu così che riuscì a far finalmente uscire di casa quelli che continuavano ad aspettare di poterla interrogare. La famiglia fu finalmente in grado di riposare dopo un pasto frugale, perché non avevano voglia di mettersi a cucinare. Il giorno seguente, non appena fece giorno, quando Maria Rosa aprì la porta di casa restò senza fiato vedendo che c’era già tanta gente in attesa. Quelli che venivano da lontano, infatti, non avevano voluto tornarsene a casa senza riuscire a parlare con i piccoli veggenti. Si erano fermati sul posto trovando una sistemazione qualsiasi, in attesa del loro turno. Davanti alle due case c’era una fila interminabile. La situazione ricorda quella vissuta da Gesù e descritta nel Vangelo: «Non potevano neppure mangiare».
E per di più qui si trattava di bambini. Lucia spiega alcune contraddizioni riscontrate negli interrogatori successivi a quell’ultima apparizione, dovute alla ripetizione delle domande e alla fatica a cui erano stati sottoposti i tre pastorelli. C’era così tanta gente che esigeva qualcosa e domandava questo e quello che finirono per dire di sì a tutto pur di liberarsene. Una cosa pesantissima! Una grande croce, soprattutto per Lucia, considerata il capogruppo, la responsabile del terzetto, anche perché era l’unica che parlava con la Madonna. E fu una grande croce anche per sua madre: quest’ultima pensava e sperava che, una volta passato il mese di ottobre, l’afflusso di gente finisse e potessero riprendere la loro vita di famiglia in pace, a coltivare la Cova da Iria e a far pascolare lì il gregge. Era stato un anno senza entrate, di cui sentivano molto la mancanza, ma si sarebbe ritornati alla vita normale. Così pensavano Antonio dos Santos e la moglie. Ma questo non accadde: la Madonna si era impadronita di quel terreno per sempre: la Cova da Iria apparteneva già al popolo di Dio. Un nuovo gregge cominciava ad alimentarsi in quel campo e la “pastorella bianca dei tempi nuovi” sarebbe sempre stata richiamata dalle sue necessità.
Il miracolo c’era stato. Chi vi aveva assistito in buona fede aveva creduto, ma c’è sempre chi già a priori non vuole credere e, allora, anche se il mondo cade ai suoi piedi, anche se dentro di sé si arrende all’evidenza, non vuol darsi per vinto. Come diceva suor Lucia, «non ci si fa caso». E la Madonna del leccio, come aveva promesso, disse Chi era e quello che voleva. Disse che era la Madonna del Rosario, nome già familiare a tutti a Fatima, trattandosi di un’invocazione conosciuta. E chiese che fosse eretta una cappella in quel luogo, che si recitasse il rosario - richiesta che era stata ribadita ogni mese - e con molta tristezza in volto, disse: «Non offendano più Dio, nostro Signore, che è già tanto offeso». Ecco il motivo della visita della Madre e di tutte le sue richieste. Madre solerte per il bene di tutti, viene ad avvisare del pericolo in cui incorre chi si lascia assoggettare dal peccato e indica la soluzione per questo male supremo, giacché «quale vantaggio c’è che un uomo guadagni il mondo intero e perda la propria vita?».
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