ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 10 novembre 2018

Apologeti a gettone

CASO VIGANÒ. UNA DEFORMAZIONE DELLA VERITÀ CHE MI RIGUARDA. FUNZIONALE ALLA TESI DEL “COMPLOTTO”.

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, avevo deciso dopo averlo letto di non scrivere proprio di un corposo instant-book uscito in questi giorni sulla testimonianza dell’arcivescovo Viganò. Non amo molto l’apologetica a gettone – tipo infili i soldi in una macchinetta, ed esce il prodotto che vuoi – e dopo aver visto che le testimonianze riportate nel libro sono anonime avevo pensato che forse era meglio seguire la via dell’anonimato anche per Stilum Curiae.

Anche perché, in questa penosa vicenda, mi continua a stupire che l’unico che ci abbia messo la faccia, con coraggio e determinazione, sia proprio l’arcivescovo Viganò; facendo nomi e cognomi e tirando in ballo persone che avrebbero ben i mezzi per dire la loro, visto che sono chiamate in causa. A cominciare dal Pontefice. Invece tutte quante o tacciono, (Ouellet escluso, ma con risultati contrari a quelli desiderati) o ammantano di misticismo fumoso il loro rifiuto di rispondere, e chiarire.
Dunque, volevo tacere. Ma poi ho visto che ero chiamato in causa, per quella che è nella migliore dei casi una deformazione; e nel peggiore, una voluta deformazione. Infatti si legge a un certo punto: “Ma chi interviene materialmente sul dossier, convincendo Viganò a usare questa forma invece che un’intervista, è un altro vaticanista di lungo corso, Marco Tosatti…”.
Ecco questo semplicemente non è vero. Non ho “convinto” nessuno, tantomeno Viganò. Quando a fine agosto si è presentato a casa mia, ero convinto che avremmo fatto un’intervista. Mi disse però che invece aveva preferito scrivere una testimonianza, e che avrebbe avuto piacere che la leggessi. Il che ho fatto, consigliandogli di togliere qualche cosa qua e là, di rendere più comprensibili a un pubblico non specializzato alcuni passaggi, di sciogliere degli acronimi. Insomma, un normale lavoro di rilettura di un articolo scritto – integralmente – da qualcun altro. Che sentiva in coscienza (Viganò) di dover difendere dalle insinuazioni contenute in un articolo fazioso (ah l’eterogenesi dei fini! Soprattutto niente zelo…consigliava Talleyrand ai domestici) un papa e due colleghi che non potevano difendersi.
Questa cosa pensavo di averla chiarita a sufficienza nei mesi – ormai più di due – passati dalla pubblicazione. Perché? Perché l’ipotesi che avessi contribuito alla stesura della testimonianza, anche se non vera, e come tale sbugiardata sin dall’inizio, è stato uno dei primi strumenti del partito “negazionista” per gridare che la testimonianza Viganò era un complotto anti-Bergoglio, preparato con cura da diversi elementi, tanto che anche un vaticanista di lungo corso aveva partecipato all’elaborazione ecc. ecc. Trovarla oggi nell’instant-book apologetico, riaffermata senza esitazioni però non sorprende. La gente di casa a cui il Vaticano ha affidato la stesura del libro ha bisogno –come fa la commentatrice abituale di Avvenire – di avvalorare la tesi del “complotto” internazionale, anzi mondiale, di cui Viganò sarebbe la punta di lancia. Perché se no ci si troverebbe a dover fare i conti con una realtà più banale: cioè quella di un Pontefice che non ha tenuto conto degli avvertimenti datigli da un nunzio su un personaggio spregevole, che però era amico suo, sulla stessa linea politica, che aveva aiutato la sua elezione (come altri personaggi discutibili, come Danneels, Murphy O’Connor, Mahony, Errazuriz Ossa: ce li dimentichiamo?) e che gli sarebbe servito come consigliere per gli Stati Uniti. E che potrebbe uscire da questa situazione di impasse con due semplici gesti: rispondere, finalmente, alla chiamata in causa personale dell’arcivescovo Viganò; e stabilire un’Indagine apostolica per fare luce sul caso McCarrick, complicità, amicizie, finanziamenti. Il che non ha voluto fare, nonostante la richiesta dei vescovi americani. Perché?
Questo sarebbe da fare, invece di commissionare ad apologeti a gettone di gettare fango nei ventilatori. Anonimi.
Marco Tosatti
10 novembre 2018 Pubblicato da  6 Commenti --

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