Per Bergoglio esser vergini non richiede la verginità. E' penoso vedere come questi signori, che stanno sovvertendo dall'interno la Sposa di Cristo recitano la parte delle vittime di ingiusti attacchi quando vengono smascherati
di Francesco Lamendola
Che cos’è che fa di una vergine consacrata, una vergine? È umiliante dover porre una simile domanda, sia per chi la fa, sia per coloro a cui si riferisce; eppure è diventato necessario farla. Verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere: per essere vergini non è necessaria la verginità, dice il signore argentino che siede abusivamente sulla cattedra di San Pietro: e lo dice all’Ordo Virginum, l’Ordine delle Vergini della Chiesa cattolica. Le quali, secondo i dati del 2016, sono 5.000 in tutto il mondo e sono consacrate in quanto tali, per essere tali, perché hanno scelto di essere tali e non altrimenti.
Ebbene la Santa Sede, attraverso la Congregazione per gli Istituti di Vita consacrata e le Società di vita consacrata ha pubblicato un documento destinato all’Ordine delle Vergini, l’istruzione intitolata Ecclesia Sponsae Imago, a firma del cardinale João Braz de Aviz e dell’arcivescovo segretario José Rodriguez Carballo, approvato da Bergoglio nell’udienza dell’8 giugno 2018, che ai §§ 88-89 recita testualmente:
88.Nell’orientamento vocazionale e quando occorra delineare le caratteristiche di questa vocazione e dei requisiti di ammissione alla consacrazione, la condizione verginale sarà presentata a partire dalla densità simbolica del suo fondamento biblico nel quadro di una visione antropologica ben fondata sulla rivelazione cristiana, nella quale siano integrate le diverse dimensioni – corporea, psicologica, spirituale – considerate anche nella loro connessione dinamica nella storia vissuta dalla persona e nell’apertura all’azione incessante della grazia divina che la orienta, la guida e la corrobora nel cammino di santificazione.
Quale tesoro di inestimabile valore che Dio riversa in vasi di argilla (cf. 2 Cor 4, 7), la vocazione è infatti dono immeritato che raggiunge la persona nella sua umanità concreta, sempre bisognosa di redenzione e desiderosa di una pienezza di senso per la propria esistenza. Essa trova la sua origine e il suo centro dinamico nella grazia di Dio che, con la tenerezza e la forza del suo amore misericordioso, incessantemente agisce nelle vicende umane, non di rado complesse e a volte anche contraddittorie, per aiutare la persona a cogliere l’unicità e l’unità della sua esistenza e abilitarla a fare un dono totale di sé. In questo contesto si terrà presente che la chiamata a rendere testimonianza all’amore verginale, sponsale e fecondo della Chiesa verso Cristo non è riducibile al segno della integrità fisica, e che l’aver custodito il proprio corpo nella perfetta continenza o l’aver vissuto in modo esemplare la virtù della castità, pur rivestendo grande importanza in ordine al discernimento, non costituiscono requisiti determinanti in assenza dei quali non sia possibile ammettere alla consacrazione.
Il discernimento esige perciò molta discrezione e avvedutezza e deve essere compiuto individualmente. Ciascuna aspirante e candidata è chiamata a esaminare la propria vocazione con riguardo alla propria storia personale, con veridicità e autenticità davanti a Dio, e con l’aiuto di un accompagnamento spirituale.
Il ricorso a esperti con competenze psicologiche
89.Nel discernimento vocazionale e nel percorso formativo previo alla consacrazione, in alcuni casi può risultare utile il ricorso ad esperti nelle scienze psicologiche. Se, infatti, la vocazione alla verginità consacrata, in quanto frutto di un particolare dono di Dio, e il suo discernimento finale eccedono le competenze specifiche della psicologia, queste ultime possono essere integrate nel quadro globale del discernimento e della formazione, sia per una valutazione più sicura della situazione psichica della aspirante o della candidata e delle sue attitudini a rispondere alla vocazione, sia per un ulteriore aiuto nella sua crescita umana.
Una valutazione della personalità può essere prudentemente richiesta qualora sia sorto il dubbio circa la presenza di un disturbo psichico.
Incredibile ! per Bergoglio esser vergini non richiede la verginità.
Un ulteriore elemento inquietante è dato dal fatto che si sa bene chi sia il cardinale Braz de Aviz. Fra le altre cose, è il signore che da ha condotto la persecuzione - non esiste altra espressione possibile, a meno di edulcorare e falsificare la realtà - dei Francescani dell'Immacolata. La "voce" a lui dedicata da Wikipedia, una fonte solitamente abbastanza neutra, specie su queste tematiche, dice testualmente:
Considerato assai progressista (ancora discussa la sua vicinanza alle tesi della Teologia della Liberazione, già condannata da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI), è stato molto criticato anche il ruolo di primo piano che avrebbe avuto nella complessa vicenda del commissariamento dei Francescani dell'Immacolata, le cui vere ragioni rimangono in larga parte ancora avvolte nel mistero. In particolare, il divieto alla celebrazione della Messa in rito romano antico, imposto all'intero ordine dal giugno 2013 contro la legislazione introdotta da Papa Benedetto XVI, viene giudicato come un atto incomprensibile e gravemente lesivo del Diritto nella Chiesa.
Bergoglio con Enzo Bianchi, colui che ha incaricato a tenere gli esercizi spirituali per il clero di tutto il mondo: è un signore che ha scritto un libro intitolato Gesù, il profeta che raccontava Dio agli uomini. Perché Gesù, come tutti sanno, per i cattolici è un profeta; e i profeti non trasmettono fedelmente la Parola di Dio, ma raccontano Dio, così come si racconta una fiaba ai bambini, prima di dar loro il bacio della buonanotte !
E non è ancora finita. Ora è toccata, in Francia, a un'altra comunità religiosa femminile, quella delle Piccole Sorelle di Maria, che gestiscono quattro case di cura, delle quali 34 su 39 hanno chiesto di essere dispensate dai voti dopo che nel 2018 Braz de Aviz le ha accusate di "eccessivo settarismo" e le ha commissariate. La loro colpa? A quanto è dato di sapere, quella di pregare troppo e preferire la Messa in latino. Ora, sappiamo che per Bergoglio anche la troppa preghiera non va bene, per non parlare poi del silenzio, del raccoglimento, della solitudine e della contemplazione. Al § 26 della esortazione apostolica Gaudete et exsultate, infatti, egli ammonisce che Non è sano amare il silenzio ed evitare l’incontro con l’altro, desiderare il riposo e respingere l’attività, ricercare la preghiera e sottovalutare il servizio.
È in questo clima e in questo quadro complessivo che bisogna collocare le nuove "istruzioni" per l'Ordine delle Vergini. Aviz, in sostanza, e dietro di lui Bergoglio, affermano che la verginità non è necessaria per far parte dell'Ordine delle Vergini; così come affermano che cercare il silenzio non è sano e che non lo è neppure entrare in un convento, specie se di clausura (che altro significaevitare l'incontro con l'altro?); e che si tratta di scelte dettate dalla pigrizia (desiderare il riposo e respingere l'attività). Ma con quale diritto essi offendono in maniera così pesante e grossolana migliaia di suore di clausura e migliaia di vergini consacrate? Chi li autorizza a esprimere quei giudizi sprezzanti? Al contrario, la scelta del silenzio e della solitudine è sempre stata l'anima del monachesimo, e il monachesimo è sempre stato il vero, inesauribile serbatoio della fede, delle vocazioni, del modello della vita cristiana. L'Europa è nata così: dall'esempio dei monasteri benedettini. Dove si pregava e si lavorava, come fanno, del resto, tutti gli altri ordini monastici. Oppure conoscete qualche ordine religioso i cui membri vivano senza far nulla, e che pretendano di essere serviti? A noi non risulta che ce ne sia neppure uno. A noi risulta che tutti i monaci lavorano, che tutte le monache lavorano: e se non lavorano per aiutare materialmente gli altri, lavorano per mantenere se stessi, che è funzionale a lavorare per aiutare spiritualmente l'umanità intera. Che cosa sarebbe la cristianità, che cosa sarebbe il mondo intero, senza la preghiera dei monaci e delle monache contemplativi? E chi è l'uomo che perseguita i Francescani dell'Immacolata, le Piccole Sorelle di Maria (in entrambi i casi, col sospetto che qualcuno abbia di mira il loro patrimonio) e che firma documenti come l'Istruzione per l'Ordine delle Vergini? Come scrive Maurizio Blondet, Joao Braz de Aviz è un seguace della teologia della liberazione ed è noto al suo paese per aver tenuto la relazione introduttiva al Primo Forum Spirituale Mondiale, insieme ai rappresentanti di società spiritiste, teosofiche e massoniche, dove si è lanciato il progetto di una religione planetaria unificata. Ed è questo autorevole personaggio che s'impanca a giudice dei Francescani dell'Immacolata e che ha proibito loro di "esulare" in qualche diocesi, lasciando la sola alternativa di abbandonare la vita consacrata; che ha proibito loro di portare la Medaglia miracolosa di Rue du Bac; di dormire con il saio (come faceva san Pio da Pietrelcina); di espungere dal loro statuto il voto mariano, cioè l'essenza della loro vocazione religiosa; e di non fare più riferimento a San Massimiliano Kolbe (evidentemente perché troppo scorretto politicamente, con la sua battaglia contro la massoneria e contro il giudaismo); e che adesso sta somministrando la sua medicina alle Piccole Sorelle di Maria.
Un disegno diabolico: hanno cambiato il Vangelo e la parola di Cristo? La distonia teologica è palese, di una evidenza cristallina, ma forse non ancora evidente a tutti i cattolici.
Ma tesoretti e appetiti economici a parte, è evidente cosa c'è che non va nei Francescani dell'Immacolata e nelle Piccole Sorelle di Maria, così come nell'Ordine delle Vergini, se sono veramente vergini: il fatto di rappresentare un elemento di continuità con la vera Chiesa di sempre, con la sua spiritualità, con il suo ascetismo, con il suo misticismo, con la centralità assoluta di Dio e con il senso della piccolezza dell'uomo di fronte al suo Creatore. Tutto questo, che fino a qualche anno fa era oggetto di ammirazione, di lode e di imitazione, e veniva portato ad esempio di perfetta religiosità cattolica, adesso non va più bene; non è più aggiornato; non risponde ai criteri bergogliani della "comunione ecclesiale". E da quando, esattamente? Poter rispondere a questa domanda significa riuscire a comprendere quel che succede nella chiesa, non da oggi, né dal marzo del 2013, ma dal 1962-65, cioè dal Concilio Vaticano II. è da allora che ha avuto inizio lo smottamento, non casuale, ma sapientemente pilotato, della Chiesa dalle posizioni ortodosse a quelle modernista, dapprima sul piano delle riforme liturgiche e degli "aggiornamenti" pastorali, poi, via via, in un crescendo abilmente dosato, fino a intaccare la sostanza stessa della dottrina, con un misto di gesti e scritti non ufficiali (come la scandalosa affermazione di Bergoglio che le Persone della Santissima Trinità litigano fra di loro a porte chiuse) e di documenti che dovrebbero essere del Magistero, ma che di fatto non lo sono, né potrebbero esserlo, perché (come nel caso di Amoris laetitia) in contrasto patente con il Magistero perenne, che non può mai modificare il Deposito della fede.
Fa parte del copione, ma è ugualmente penoso, vedere come proprio questi signori, che stanno sovvertendo dall'interno la Sposa di Cristo, recitano la parte delle vittime di ingiusti attacchi quando vengono smascherati. Cosa ha risposto Bergoglio ai dubia dei quattro cardinali? Nulla. Cosa ha risposta alla Correctio filialis? Ancora nulla. Cosa ha risposto ai Francescani dell'Immacolata? Nulla. Cosa ha risposto al dossier Viganò? Nulla. Questa è la sua tattica: se messo alle strette, non risponde. Tanto, ha dalla sua il 100% dei mezzi d'informazione cattolici e quasi tutti quelli laici: una concentrazione di fuoco che pone la sua popolarità mediatica ben al di sopra di seccanti dettagli come dover rispondere a domande legittime in nome della Verità e della stessa carità cristiana. Tanto, c'è chi risponde per lui. Enzo Bianchi, che imperversa su tutta la stampa e i mezzi di comunicazione cattolici, benché non sia un consacrato e benché ciò dovrebbe automaticamente escluderlo dal ruolo di maestro del clero, da uno dei numerosi pulpiti a sua disposizione, quello di Vita Pastorale (diretto da quel l'Antonio Sciortino che già si è segnalato nella notevole impresa di traghettare un settimanale ex cattolico come Famiglia Cristiana nell'era della politica militante, disgustando centinaia di migliaia di lettori che l'hanno abbandonata), sul numero 10 del novembre 2018, tuona, con tono sdegnato e melodrammatico, e con dosi potentissime di autoreferenzialità: E c'è chi vuole delegittimare Francesco. E scrive, tutto fremente di sacra indignazione:
Passati pochi mesi dall'elezione di Francesco, quando ormai si potevano scorgere i tratti salienti del suo pontificato, avevo detto, scritto e ripetuto che se nella vita ecclesiale fosse stato rafforzato il primato del Vangelo e se il Papa avesse tentato di realizzare una riforma, una conversione della Chiesa, allora le potenze demoniache, sentendosi messe con le spalle al muro, si sarebbero scatenate.
Ormai, per questa neochiesa apostatica Gesù Cristo è diventato una specie di "macchietta", un profeta che raccontava fiabe !
Per Bergoglio esser vergini non richiede la verginità
di Francesco Lamendola
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