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domenica 4 novembre 2018

L’era del clero modernista

Roncalli e Bergoglio: analogie moderniste
(nel 60° dell’occupazione modernista della Chiesa Cattolica)



Con l’ascesa al Soglio Pontificio di Angelo Roncalli inizia l’era del clero modernista alla guida della Chiesa Cattolica, l’occupazione progressiva di tutte le sedi (università cattoliche, diocesi, seminari, ordini religiosi, stampa e TV cattoliche), in concomitanza con l’allontanamento sempre più spinto dalla fede cattolica bimillenaria.
Come non pensare a Sant’Atanasio ed alle vicende che lo videro protagonista all’epoca dell’eresia ariana?


Sono ormai trascorsi 60 anni dalla presa di potere del clero modernista (massoneria ecclesiastica vaticana): il 9 ottobre muore papa Pacelli, il 25 ottobre si apre il Conclave, nel tardo pomeriggio del 26 il mondo intero viene a sapere dell’avvenuta elezione del nuovo pontefice, a seguito di una fumata innegabilmente bianca (la vidi anch’io, con i miei occhi di adolescente). Si parla subito dell’elezione del cardinale Giuseppe Siri, che avrebbe scelto il nome di Gregorio XVII.
Il popolo di Roma e d’Italia (grazie alla recente diffusione delle trasmissioni televisive) è in trepida attesa di veder apparire il nuovo Papa al balcone del palazzo apostolico. Passa una buona mezz’ora e il nuovo Papa non si affaccia al balcone. Improvvisamente, con grande sorpresa dei portavoce ufficiali del Vaticano, che non riescono a spiegarsi l’improvviso voltafaccia, appare una fumata nera.
Si saprà, poi, da un rapporto segreto dell’FBI (reso pubblico solo nel 1994) che in quella mezz’ora si svolse una furibonda lotta attorno alla stufa della cappella Sistina, nella quale i cardinali ribelli evidentemente ebbero la meglio.
Nei due giorni successivi vennero esercitate pressioni fortissime su Giuseppe Siri (che sembra aver ricevuto minacce di morte per sé e per i suoi familiari, oltre al ricatto di decimazione del clero di oltrecortina e, addirittura, dell’esplosione di una bomba sporca, cioè nucleare, all’interno del Vaticano).
Il 28 ottobre, infine, ecco la seconda fumata bianca, che annunciava l’elezione del successore di Pio XII.
Sempre secondo voci non confermate, i cardinali sarebbero stati costretti a giurare di non rivelare mai ciò che era accaduto durante quel Conclave. Ma, poiché il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, le indagini svolte da CIA ed FBI ed il  famoso rapporto apparso nel 1994 gettarono un fascio di luce su quelle tenebrose giornate di fine ottobre (https://www.rinodistefano.com/it/articoli/gregorio-xvii.php). Lo stesso Siri, in un’intervista rilasciata poco prima della sua scomparsa, affermò “in quel Conclave sono successe cose gravissime, ma non posso parlare perché sono legato dal giuramento”.
https://benedettoxviblog.wordpress.com/2017/06/10/sono-legato-dal-segreto-
e-questo-segreto-e-orribile-cosi-disse-il-cardinale-siri-nella-sua-ultima-intervista
-nel-1985-documenti-da-oltreoceano-e-lfbi-rivelano-quando-siri-nel-1958-d/

Una nota chiarificatrice: nel 1954, Pio XII fu informato (dal conte Della Torre) delle simpatie che Angelo Roncalli nutriva per i comunisti. Oltre a ciò, l’anno precedente  era stato scoperto il tradimento di Montini, Sostituto alla Segreteria di Stato, che passava di nascosto ai sovietici i nomi dei vescovi che Pacelli inviava segretamente in Urss per aiutare la “chiesa del silenzio”, condannandoli a sicura morte nei gulag (fu scoperto in flagranza di reato, assieme ad un suo collaboratore).
Il dolore fu così grande da causare un attacco di cuore a Pio XII, costringendolo a letto per parecchi giorni; ancor prima di rimettersi in salute, Pacelli allontanò Montini dalla Segreteria di Stato, non volle più riceverlo e non lo nominò mai cardinale. Avrebbe voluto destinarlo in un remoto convento a meditare sul suo tradimento, ma fu costretto ad inviarlo a Milano come Arcivescovo.
Conscio delle minacce che aleggiavano già allora sulla Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo, Pacelli decise di indicare apertamente Giuseppe Siri come suo successore, affinché, dopo la sua morte, la Chiesa non si allontanasse dalla Tradizione cattolica bimillenaria; purtroppo, però, le sue speranze andarono deluse.

Lo stile di papa Roncalli apparve subito ben diverso da quello del suo predecessore; è rimasta famosa la sua ostilità a quelli che considerava “profeti di sventura” (argomento poi ripescato da Bergoglio a proposito del dossier Viganò), cristiani rigidi, divisivi, integralisti e formalisti; altra sua caratteristica peculiare, l’utopistica convinzione della necessità di un “aggiornamento” della Chiesa  al mondo moderno, con l’accoglienza misericordiosa di peccatori impenitenti, di eretici e scismatici refrattari al rientro nell’Ovile Santo, di seguaci di altre religioni, in specie quelle cosiddette “del libro”, non più da convertire a Cristo; infine, il via libera  al dialogo interreligioso (sterile ed infruttuoso) ed all’ecumenismo più oltranzista (autolesionista e suicida). La Chiesa Cattolica giungeva così alla soglia dei suoi “ultimi tempi”.

Più volte papa Pio XII ebbe occasione di profetizzare di considerarsi l’ultimo papa cattolico. A differenza  di Bergoglio che ha avuto l’ardire di affermare “la Chiesa non è cattolica, Dio non è cattolico”, scandalizzando così milioni di fedeli, Pacelli affermò orgogliosamente di ritenersi cattolico (cfr https://le-citazioni.it/autori/papa-pio-xii/). Inoltre, come noto,  scomunicò i comunisti ed i loro fiancheggiatori e sostenitori, intendendo così escludere idee ed uomini di sinistra dal mondo cattolico.
Roncalli, invece, con la sua enciclica “Mater et Magistra” dette l’impressione di aprire le porte della Chiesa alle ideologie di sinistra ed ai comunisti (i Romani commentavano dicendo che Roncalli aveva voluto lanciare il messaggio “italiani, adesso votate pure a sinistra”).
Bergoglio, dal canto suo, ha dichiarato di non essere mai stato simpatizzante di destra, in parte anche mentendo, il che equivarrebbe col dire che ha nutrito sempre simpatie social comuniste…
Infine, val la pena di ricordare la nota profezia di Pacelli a riguardo della scomparsa della Presenza Reale, cioè della consacrazione dell’Ostia, dalla Santa Messa
(http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2014/05/pio-xii-il-suicidio-di-alterare-la-fede.html); cosa a cui ci stiamo avvicinando a grandi passi, vista l’intenzione di Bergoglio di arrivare all’intercomunione con i protestanti.

Una veloce carrellata ci permetterà adesso di notare le indubbie analogie esistenti tra Roncalli e Bergoglio, entrambi assurti al soglio petrino estromettendone i legittimi occupanti (sempre che si voglia considerare Joseph Ratzinger quale legittimo Pontefice della Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo, quella Una, Santa, Cattolica e Apostolica, ipotesi improbabile alla luce della profezia di Pio XII sopra ricordata). Vediamole dunque sinteticamente:

1)  la scelta del nome usato per il pontificato: un nome che suscita sorpresa, sconcerto o addirittura scandalo (Giovanni XXIII, l’ultimo antipapa; Francesco, un nome che nessun papa ha mai avuto il coraggio di adottare, per rispetto ad uno dei più grandi santi della Chiesa);

2) l’ascesa al pontificato in modo decisamente anomalo e sospetto, sia per Roncalli sia per Bergoglio (in entrambi i casi un papa legittimo ha dovuto farsi da parte, in un caso rinunciare all’elezione appena avvenuta ed accettata, nell’altro a rinunciare al ruolo ricoperto da ben otto anni;

3) l’età al momento dell’ascesa al soglio pontificio (77 anni Roncalli, 77 Bergoglio), un’età in cui non si dovrebbero più nutrire grandi progetti innovativi e che in questi due casi hanno portato ad una sorta di rivoluzione nella Chiesa;

4) il cambio di paradigma: ieri, l’avvio dell’ecumenismo al posto della testimonianza della Verità tutta intera, oggi la gratuita affermazione della misericordia senza pentimento né ravvedimento, al posto della giustizia;  ieri e oggi la volontà di cambiare la Chiesa in modo tale che non si possa più tornare indietro (Concilio e modernismo; intercomunione e abolizione della Presenza Reale), invece della volontà di custodire il “depositum fidei”, da trasmettere integro alle generazioni successive;

5) l’incredibile accanimento e persecuzione contro degli ottimi fedeli della Chiesa: Padre Pio, Suor Lucia di Fatima, in un caso; Francescani/e dell’Immacolata, don Pusceddu, don Angelo Mello de Carvalho, mons. Rogelio Ricardo Livieres Plano, ecc. nell’altro);

6) il grande eretico spirito ecumenico, dimostrato da Roncalli con l’avvio al Concilio e quindi alla Nostra Aetate; e da Bergoglio con la riabilitazione di Lutero e l’equiparazione della Chiesa Cattolica alle religioni non cristiane (in specie a quelle cosiddette “del libro”, cioè ebraismo ed islam);

7) le innegabili connivenze con le ideologie e le politiche di sinistra, dimostrate da Roncalli con l’enciclica “Mater et Magistra” e da Bergoglio in più occasioni, compresa l’accettazione del blasfemo crocifisso stile “falce e martello”, donatogli dal presidente boliviano Morales).




di Catholicus


http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2667_Catholicus_Roncalli_Bergoglio.html

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