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giovedì 20 dicembre 2018

Al tempo di Gesù non c'erano Gesuiti..

Il gesuita padre Rafael Velasco è il nuovo provinciale della Provincia di Argentina e Uruguay. E’ a favore di sacerdozio femminile, Comunione a coppie omosessuali e Teologia liberazione



Il superiore generale dei gesuiti Arturo Sosa Abascal ha nominato padre Luis Rafael Velasco come nuovo provinciale della Provincia di Argentina e Uruguay. La nomina è stata “il peggio del peggio”, dice il giornalista spagnolo Francisco Fernandez de La Cigoña. Dal 1973 al 1979 Jorge Mario Bergoglio, l’attuale papa Francesco, è stato provinciale di questa provincia.

Il nuovo provinciale è stato rettore dell’Università Cattolica di Cordoba (UCC) fino al 2014. Egli sostiene il riconoscimento dell’omosessualità e l’introduzione del sacerdozio femminile e assicura che continuerà ad aderire alla teologia marxista della liberazione.

Velasco ha espresso chiaramente il suo punto di vista in un’intervista (vedi anche quicon il giornalista argentino Mariano Saravia nel 2013, pochi giorni dopo la visita di papa Francesco in Brasile. Saravia in quella intervista (uso in questo caso Google translate, ndr) chiede a padre Velasco se anche in Argentina vi sianoo i grandi problemi della Chiesa come la corruzione, la pedofilia ecc. Velasco rispose dicendo che essa esiste ma che ”la corruzione è più evidente in Vaticano. La Curia Romana è una corte, l’ultima corte medievale attiva e vivace nel XXI secolo. Questo deve sparire”. E poi, “La comunità dovrebbe avere più voce in capitolo” nelle nomine episcopali.
Riguardo alla ricezione della Santa Comunione da parte dei divorziati-risposati e delle coppie omosessuali, padre Velasco osserva:
“Ci sono riforme molto importanti da fare, per esempio che i divorziati possono essere ammessi alla Comunione, per esempio che se un omosessuale vive stabilmente con il suo partner può ricevere la Comunione. Questi sarebbero segni più comprensibili. Diciamo che non ci deve essere differenza tra uomo e donna, diciamo che la donna è importante, ma la escludiamo dal ministero del sacerdozio”.
Il giornalista fa presente però che papa  Francesco ha detto che la questione delle donne sacerdote è impossibile, che è un argomento assolutamente chiuso perché papa san Giovanni Paolo II lo ha chiuso definitivamente. Quindi chiede a Velasco se una papa potrebbe riaprire la questione. Il padre gesuita risponde che
“E sì, potrebbe aprirlo. Non c’è niente che un papa non possa aprire. Un Papa o un Concilio”.
Il giornalista fa poi presente che papa Francesco qualche giorno prima, in aereo, sul volo di ritorno dal Brasile, aveva detto che non giudicava gli omosessuali, pronunciando la famosa frase “chi sono io per giudicare”. A tale osservazione il gesuita risponde:
“Ora, all’interno della Chiesa, se il Papa è il leader spirituale, e mi dice che non li giudichiamo e quindi non li condanniamo, beh, dovremmo chiedergli quale ruolo gli omosessuali avranno d’ora in poi all’interno della comunità ecclesiale. Cosa abbiamo da dire agli omosessuali, solo che non li giudichiamo e non li condanniamo, ma che devono essere celibi e che non possono vivere il loro amore e la loro sessualità in tutta la loro vita? Non credo, non è la cosa migliore che abbiamo da dire loro. Credo che se traiamo conclusioni logiche da una persona che è omosessuale e vive nelle stesse norme di amore e fedeltà che chiediamo agli eterosessuali, dovremmo riabilitarlo totalmente per i sacramenti, a cominciare dalla Comunione”.
Il giornalista fa poi cenno alla infallibilità papale, ma padre Rafael Velasco dice:
“Poi la Chiesa dice: ‘Bene, ma noi abbiamo la verità spirituale’ e da lì nasce la possibilità che il Papa dica ciò che è vero e ciò che non lo è. In ogni caso, questo è solo per questioni di fede. Credo anche che dovrebbe essere la Chiesa e non il Papa ad avere questo potere. L’infallibilità in materia di fede deve essere democratizzata.”
L’intervista poi verte sulle questioni più politiche e Velasco non esita ad ammettere:
“Aderisco alla Teologia della liberazione, a quel modo di pensare la fede, dalla realtà, leggendo la Parola di Dio dai poveri”.
Il giornalista osserva che nella Chiesa si fa sempre politica, e che gli unici puniti sono stati Ernesto Cardenal o Fernando Lugo…..
Il padre gesuita subito dichiara:
“…La Teologia della liberazione afferma che la teologia si basa su valori concreti e mai astratti e che la salvezza, in un contesto di oppressione in America Latina, deve inevitabilmente essere intesa nella prospettiva della liberazione, una liberazione politica, sociale ed economica dei popoli dell’America Latina. E da quella liberazione verrà la liberazione religiosa. (…) Che la Chiesa sia apolitica è una grande menzogna.”
Riguardo alla Teologia della liberazione, padre Velasco osserva:
“La Teologia della liberazione lancia pietre ed è per questo che non è bello. Ma non lancia pietre per far naufragare la Chiesa, ma per riformarla. Dobbiamo rivedere la nostra storia per cambiare.”

Ma chi sono Ernesto Cardenal o Fernando Lugo, due degli esponenti della teologia della liberazione?
A questo proposito riprendo dal sito Eponymousflower nella mia traduzione:
Cardenal, uno dei sacerdoti che sono diventati rivoluzionari armati sulla scia del marxismo, è stato dal 1979 ministro del governo rivoluzionario sandinista in Nicaragua, e Lugo è stato eletto candidato per un’alleanza di sinistra alla presidenza del Paraguay. Cardenal, perse le sue funzioni nel 1987 a causa di tagli. Nel 1990, i sandinisti furono destituiti dal popolo alle prime elezioni libere e democratiche. Cardenal continua tuttavia a professarsi “sandinista, marxista e cristiano“.

Lugo vinse le elezioni del 2008, e fu sollevato dall’incarico nel 2012. Aveva appena dovuto riconoscere la paternità di un secondo figlio che aveva concepito a suo tempo come vescovo di San Pedro con varie donne. Aveva già riconosciuto il primo figlio nel 2009. Lo stile di vita personale di Lugo è stato criticato come uno  “schiaffo alla Chiesa”.

A causa delle posizioni eterodosse ed eretiche di padre Rafael Velasco, Francisco Fernandez de La Cigoña ha salutato oggi la sua nomina a nuovo gesuita provinciale dell’Argentina e dell’Uruguay come “uno scandalo”.

L’unica cosa positiva della notizia è che i gesuiti argentini e uruguaiani sono solo meno di 200, di cui cento dovrebbero avere ottant’anni o quasi ottanta. Solo 50 gesuiti avranno meno di 60 anni, dei quali lui è uno dei più giovani della provincia con 52 anni di età”.

I casi di Velasco in Argentina e di Ansgar Wucherpfennig in Germania (il gesuita sostenitore della benedizione delle nozze gay, che ha avuto il benestare dal Vaticano e dal superiore generale dei gesuiti Arturo Sosa Abascal a diventare rettore dell’università cattolica dei gesuiti Sankt Georgen di Francoforte, ndr), per citare solo i due più recenti, così come le scandalose dichiarazioni del padre superiore generale dei gesuiti Arturo Sosa dell’anno scorso (salito agli onori delle cronache per aver detto che ai tempi di Gesù non esistevano i registratori e quindi non si poteva sapere con precisione cosa pensasse della sacralità del matrimonio, ndr), significa che non possono essere solo casi marginali, ma l’Ordine dei gesuiti sembra avere un problema fondamentale.
di Sabino Paciolla

https://www.sabinopaciolla.com/il-gesuita-padre-rafael-velasco-e-il-nuovo-provinciale-della-provincia-di-argentina-e-uruguay-e-a-favore-di-sacerdozio-femminile-comunione-a-coppie-omosessuali-e-teologia-liberazione/

Thiel, membro della Pontificia Accademia della Vita, contesta con fermezza l’insegnamento della Chiesa

Nel 2017, Papa Francesco ha nominato la teologa e medico Marie-Jo Thiel a membro della Pontificia Accademia per la Vita (PAV), un mandato che durerà cinque anni. La teologa Thiel ha pubblicamente affermato che gli insegnamenti della Chiesa sulla sessualità sono stati un “completo fallimento”, ha rifiutato il Catechismo nel punto in cui si afferma che gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati e non possono mai essere approvati, ha infine rifiutato con fermezza anche il divieto della Chiesa sulla contraccezione.

Se questo è quello che afferma un membro della nuova Pontificia Accademia per la Vita, ci si chiede allora quale sia il senso della sua appartenenza, visto che un membro della PAV dovrebbe difendere l’insegnamento della Chiesa e non contestarlo in alcuni suoi punti fondamentali. .

Di seguito un articolo di Maike Hickson nella mia traduzione.
Marie-Jo Thiel Le Jour du Seigneur YouTube / screenshot
Marie-Jo Thiel Le Jour du Seigneur YouTube / screenshot

La professoressa Marie-Jo Thiel, nuovo membro della rinnovata Pontificia Accademia per la Vita, ha recentemente affermato che l’insegnamento della Chiesa sulla sessualità e la famiglia dovrebbe essere completamente riconsiderato. Ha fatto notare che l’esortazione di Papa Francesco Amoris Laetitia ha dato ai cattolici una maggiore libertà.

Gli insegnamenti della Chiesa sulla sessualità sono stati un “completo fallimento“, ha detto. Thiel rifiuta l’insegnamento della Chiesa secondo la quale gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati e non possono mai essere approvati. Rifiuta con fermezza anche il divieto della Chiesa sulla contraccezione.

Secondo Katholisch.de, il sito web di notizie dei vescovi tedeschi, la professoressa Thiel ha fatto le sue osservazioni in occasione di un evento presso l’Accademia Cattolica di Friburgo, in Germania (giovedì 13 dicembre, ndr). Parlava in qualità di Presidente della Società Europea di Teologia Cattolica. Thiel è medico e teologo francese e attualmente insegna teologia all’Università di Strasburgo, Francia.

Secondo l’articolo, Thiel ha affermato che si dovrebbe riconsiderare globalmente l’insegnamento della Chiesa sulla sessualità e la famiglia. Papa Francesco, ha aggiunto, ha dato nuovi impulsi con il suo documento Amoris Laetitia e ha così offerto più libertà. Queste opportunità dovrebbero ora essere utilizzate. Inoltre, c’è molto spazio per iniziative regionali, ha spiegato, senza sempre cercare immediatamente una soluzione applicabile alla Chiesa universale. Si tratta di un “salutare decentramento“, come lo chiamava papa Francesco.

Così, Thiel rifiuta una “intransigenza universalistica” e propone un atteggiamento che favorisca molto di più il senso di autodeterminazione e la coscienza individuale, secondo quanto riportato da Katholisch.de. La teologa ha aggiunto che è tempo per la Chiesa di porre fine al suo “regno sul corpo e sulle anime”.

Una morale cristiana, ha continuato la professoressa Thiel, deve essere guidata dal principio di misericordia:  “Il perdono che abbiamo ricevuto nell’amore e nella fede ci libera e ci conduce così a un cammino di ritorno”.
Parlando della crisi degli abusi sessuali in corso nella Chiesa, Thiel ha affermato che essa mostra “il fallimento della morale sessuale fino a questo momento” della Chiesa. I crimini di “abuso sessuale di potere e di coscienza” (nelle parole dell’articolo tedesco) sono stati commessi da coloro che dovevano vivere in modo esemplare la morale della Chiesa. Così, ha aggiunto, gli autori di reati sessuali clericali distruggono “l’intero edificio dell’insegnamento dell’etica sessuale e familiare (della Chiesa) e quindi minano sia le norme assolutistiche e autoritarie, sia le strutture di potere centralizzate e oscure e le loro intrinseche possibilità di offuscamento”.

La teologa si è anche decisamente opposta al divieto di contraccezione della Chiesa. “C’è una qualche connessione interiore tra unione sessuale e procreazione in natura”, ha chiesto. “No!

Thiel ha parlato anche di quella che lei considera la “ingenuità colpevole” della Chiesa quando i vescovi sostengono che l’uso del preservativo ha contribuito al decadimento morale e alla diffusione dell’HIV/AIDS.

Nel 2017, Papa Francesco ha nominato Thiel membro della Pontificia Accademia per la Vita (PAV), un mandato che durerà cinque anni. Altro nuovo membro del PAV è padre Maurizio Chiodi che, alla fine del 2017, ha detto che ci sono alcune circostanze che “richiedono” la contraccezione.

Alla fine del 2016, Papa Francesco ha licenziato tutti i membri della Pontificia Accademia per la Vita, tra cui il filosofo cattolico e famoso critico di Amoris Laetitia professor Josef Seifert. Seifert ha successivamente fondato, insieme ad altri ex membri fedeli del PAV, una nuova accademia in difesa dell’insegnamento morale cattolico tradizionale, chiamata Accademia Giovanni Paolo II per la Vita Umana e la Famiglia (JAHLF).  Seifert ha anche pubblicamente criticato le opinioni di padre Chiodi, dicendo: “La posizione di Chiodi costituisce una difesa inequivocabile dell’etica consequenzialista e proporzionalista che ha attaccato l’Humanae Vitae fin dal primo giorno della sua pubblicazione, essa non solo ha contestato il suo insegnamento che la contraccezione è intrinsecamente sbagliata, ma ha (anche) sostenuto che non ci sono per nulla atti intrinsecamente malvagi”.
 Fonte: LifeSiteNews

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