ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 22 dicembre 2018

L’intransigenza di Dio

RIBELLI E INCAPACI 

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         Frequente è l’allerta delle forze dell’ordine, preoccupante è l’apertura di inchieste della Procura dei minori a carico di alunni accusati di aggressione contro gli insegnanti nelle ore di lezione tenute a scuola. Lo sconcerto per le inquietanti vicissitudini è amplificato dalla natura delle trasgressioni riprese spesse volte dai cellulari. Tra l’altro alcune immagini, divulgate dai telefonini, mostrano approcci che coinvolgono anche la sfera sessuale. L’odierna corruzione richiama le parole pronunciate dalla Vergine apparsa a Madre Mariana (febbraio 1594) nel convento di Quito (Ecuador). Nel secolo XX - Ella precisava - si diffonderanno molte eresie, la preziosa luce della fede si spegnerà in tanti cuori a causa della corruzione quasi totale dei costumi. Accadranno grandi calamità pubbliche e private. Ci sarà un clima avvelenato di impurità regnante che, come un mare lurido, invaderà vicoli, piazze, luoghi pubblici con incredibile libertà in modo che non ci saranno al mondo anime vergini. Con potenza e abilità il male si infiltrerà nelle case, spegnendo la luce dell’innocenza nel cuore dei bambini che difficilmente riceveranno il Sacramento del Battesimo e della Confermazione.

L’oscuramento che investe il mondo moderno accentua il morbo che grava sugli insegnanti con il dissolvimento dell’istruzione familiare. Dissolvimento che parte dal movimento cattolico. L’elemento più diffuso che un tempo coinvolgeva le famiglie era l’apostolato educativo svolto dalle parrocchie che istruivano con argomentazioni attinte dalle nozioni dottrinali tradizionali. La formazione incideva sulla sfera interiore dei minori presentando Gesù come modello da imitare con la santità della purezza da preservare dalla colpa. La parrocchia forgiava la personalità dei ragazzi modellata alla docilità verso tutto ciò che veniva comandato. Anche la familiarità e la confidenza rientravano nell’unico scopo che era quello di vivere in grazia di Dio. Nei casi di immoralità le autorità religiose erano intransigenti ed inesorabili nei provvedimenti. Malgrado gli sbandamenti quei ragazzi avrebbero conservato nel cuore la parola evangelica. Oggi si disquisisce sulla nebulosa cultura religiosa che, oltre ad assecondare la malizia, straripa nel culto per i falsi dei. Non si opera per il bene spirituale degli adolescenti con la vigilanza per la crescita interiore e la salvezza dell’anima. L’accentuarsi di istruzioni distorte non suscita alcun interesse per lo splendore e l’ampiezza storica della civiltà cristiana.
       
         Altro punto di partenza della classe dirigente ecclesiastica era l’organizzazione degli oratori per la formazione cristiana dei ragazzi. L’adesione e l’animazione li rendevano centri di educazione e palestre di studio destinate a formare dei bravi cittadini. Le inclinazioni, regolate da una forma di disciplina aperta all’obbedienza, erano perfezionate dalla comprensione e dall’armonia. Questo atteggiamento portava al superamento della diffidenza, delle negligenze, delle incomprensioni, perché all’osservanza delle regole si univa l’educazione alla responsabilità e alla lealtà anche nelle competizioni sportive. Più di un calciatore, divenuto famoso, ha ammesso di aver imparato a dare i primi calci al pallone nell’oratorio della propria parrocchia. Quale verità è stata esposta nel recente raduno per il sinodo dei giovani? L’apostolato educativo non è stato proiettato sui gradi superiori del Divino, né sull’essenza dell’unica religione soprannaturale, ma sulla tranquillità di coscienza con la pedagogia filantropica che oscura la credibilità delle Verità eterne. Quale scuola di vita è stata suggerita? Gli effetti dell’approccio sinodale solo se santificano possono penetrare nel cuore dei giovani, disciplinando la volontà, moderando le passioni, formulando proponimenti concreti. Solo l’apostolato che conduce a Cristo può indurre al superamento delle tentazioni con l’unica realtà che prelude alla salvezza dell’anima. La prima vera causa del disagio dei giovani è la conoscenza solo esteriore della natura divina di Gesù. S.Paolo raccomandava a Tito, suo collaboratore, di esortare i più giovani ad essere assennati, di insediare in ogni città dell’isola di Creta presbiteri che chiamano alla fede con purezza di dottrina. Tracciava, inoltre, una sorta di identikit del Vescovo che «come amministratore di Dio deve essere irreprensibile: non arrogante, non iracondo, non dedito al vino, non violento, non avido di guadagno…..attaccato alla dottrina sicura, secondo l’insegnamento trasmesso perché sia in grado di esortare e confutare coloro che contraddicono» (Tt 1,6). Passiamo all’ambiente educativo domestico ricordando che Dio può punire i genitori anche attraverso i figli per le inadempienze formative. I coniugi assaporano la sferza a causa delle colpe dei figli se vengono meno nel campo educativo. Figli e genitori saranno puniti anche nell’altra vita per le colpe e le negligenze non essendosi impegnati ad operare per il bene dell’anima. I figli di Eli, narra il testo biblico, erano uomini depravati, non tenevano in alcun conto il Signore, né la retta condotta dei sacerdoti verso il popolo (1Sam.2,12). Eli era, invece, un uomo onesto e retto. Malgrado i richiami e gli ammonimenti fu castigato e su di lui ricaddero anche le colpe dei figli, non essendo egli intervenuto con mezzi proporzionati alla gravità dei loro peccati. Il pervertimento dei figli arrecava offesa a Dio, comprometteva la discendenza di Eli ed allontanava il popolo dal sacro, dalla Legge, dall’orazione. Il Signore emise la sentenza: «Sarà per te un segno quello che avverrà ai tuoi due figli, a Ofni e Fineès: nello stesso giorno moriranno tutti e due» (1Sam.2,34). Nemmeno Eli potè sottrarsi al castigo di Dio. La collera Divina evoca l’intransigenza inveterata dell’Antico Testamento. Ma l’intransigenza di Dio resta tale anche nel Nuovo Testamento con gli inflessibili strumenti, poiché Misericordia e Giustizia procedevano e procedono di pari passo. L’educazione dei figli, dicevamo, chiama in causa le responsabilità dei genitori. Sono essi i primi artefici della loro rovina se trascurano il bene della loro anima. Devono educare con l’esercizio delle virtù cristiane e secondo gli insegnamenti del Vangelo che, con la vigilanza, preservano dall’impotenza. I coniugi lontani da Cristo sono i primi a consegnare al demonio la propria anima e quella dei loro figli. Giunge poi il giorno in cui quei ragazzi approdano nelle aule scolastiche e scoprono l’autorità. La deridono, la mortificano e sui docenti si abbatte l’insipienza dei ribelli e incapaci. Le famiglie piangono le follie e i tanti peccati commessi per mancanza di Fede e di istruzione cristiana. Concludiamo ricordando che, con lo stesso spirito con cui si educano i figli, ci si accosterà fra giorni al Natale mentre terremoti e flagelli atmosferici sconvolgono le realtà terrene segnate dal giudizio di Dio con i suoi spaventosi tormenti.

Nicola Di Carlo

http://www.presenzadivina.it/numeri2018.html

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