SUPER EX. LA GUERRA CIVILE DI BERGOGLIO/LENIN
Cari Stilumcuriali, Super Ex è fatto così: scompare per settimane, per mesi, e poi all’improvviso riemerge per due o tre giorni di seguito. La molla che ha provocato questa sua nuova riflessione, amara, è stato il discorso del Pontefice regnante alla Curia Romana. Stranamente non ha insultato e maltrattato nessuno, come invece era accaduto nelle precedenti edizioni. Ma ha parlato degli abusi – sempre sui minori, come se i casi di harassment sessuale, anzi omosessuale nei confronti di preti e seminaristi non contassero, e ha pronunciato frasi che potrebbero anche essere credibile, se non pesasse su di esse (e su di lui) l’incredibile pervicace silenzio a fronte delle denunce dell’arcivescovo Viganò. Che dire allora dei proclami? Ce ne parla, appunto, Super Ex.
Bergoglio è come Lenin, il padre della dittatura comunista.
Perchè? Presto detto. Nel 1917 Lenin capisce che la Russia deve uscire dalla guerra mondiale per rafforzare la rivoluzione. Lo fa, appena può, nel marzo 1918, siglando la pace con la Germania; nel contempo ha chiara un’altra idea: si esce dalla guerra con i nemici esterni, per iniziare con la massima dedizione la guerra civile, la guerra con i nemici interni, i menscevichi, i socialisti rivoluzionari, i borghesi, i credenti…
Così fa Lenin.
Ebbene, cosa è successo, invece, nel 2013?
Bergoglio ha siglato subito la pace mondiale con i nemici della Chiesa. Ha chiuso con le battaglie culturali di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Ruini ecc. Lo ha fatto firmando la resa pubblica con Scalfari, sul quotidiano più anticlericale e anticristiano del paese.
Poi, subito dopo, come Lenin, chiuso un fronte, ne ha aperto un altro, ha ri-acceso la guerra civile, la guerra dentro la chiesa, quella che dura in un certo senso da sempre, ma soprattutto da cinquant’anni. La guerra portata avanti, per intenderci, dai teologi progressisti al Concilio, dai cattolici per il comunismo, per il divorzio e l’aborto, negli anni Sessanta e Settanta, dai cardinali Martini, Danneels e altri, durante gli ultimi due pontificati.
Questa guerra Bergoglio la ha condotta a suon di nomine (Galantino, Paglia, Martin, Cupich…) di emarginazioni (Bagnasco, Caffarra, Mueller, Burke, Sarah…), di forzature (i sinodi), di scomuniche (Francescani dell’Immacolata ecc.), di continui proclami eterodossi, di santificazioni inopportune (Lutero, don Milani…), di anatemi contro farisei, dottrinari ecc…
Dalla guerra contro il nichilismo anti-cristiano esterno alla Chiesa, abolita, condannata, alla guerra civile contro l’ortodossia interna. Stessa strategia di Lenin; stesso stile dogmatico e testardo.
Ma l’analogia non è finita: oggi Bergoglio lamenta il caos e la confusione nella chiesa, scrive che essa è “investita da tempeste e uragani” e ciò significa che sta perdendo, che la normalizzazione non è avvenuta. Anche in questo caso Bergoglio imita Lenin: nessuna autocritica, neppure minima, ma l’accusa verso predecessori e contemporanei non in linea con lui, inventando ed additando sempre nuovi “nemici”, nuovi traditori. Le rivoluzioni hanno sempre bisogno di nemici, di Giuda, di eterodossi da additare…perchè se tutto non va bene, come promesso, qualcuno deve essere colpevole! Se la nuova Chiesa non decolla, se l’effetto Bergoglio è ormai un ricordo lontano, va cercato il capro espiatorio, a costo di apparire ridicoli identificando un monsignore onesto che ha parlato, con il diavolo in persona!
Lenin sembrò vincitore, ma finì senza l’uso della parola, afasico. Ne aveva dette troppe.
Bergoglio parla ancora, e molto; soprattutto si difende ed accusa, senza sosta; ma come ho avuto già modo di notare, le sue parole cadono ormai nel vuoto, le sue liste di proscrizione sono sempre più segnale di una rabbia impotente, dell’ammissione di un fallimento.
Gli avversari, infatti, non mollano, pur pochi e umiliati; gli amici più di tanto non si espongono (quanti dei numerosi cardinali che ha nominato, lo difendono pubblicamente?); i processi travolgono il G9; lo scandalo pedofilia sommerge i suoi principali alleati…
La pace con il mondo è fatta, ma la guerra civile non è vinta. Soprattutto grazie all’opposizione dei laici, decisiva, determinante. Quei laici che hanno visto chiaramente, dietro il presunto rinnovamento, il tradimento; dietro le professioni pubbliche continue di anticlericalismo, il clericalismo più insidioso. Anche il ministro della propaganda (Dario Edoardo Viganò), ha fallito, e quello nuovo, Andrea Tornielli, è l’unico rimasto disponibile: fa ciò che può, ma con esiti sempre più scarsi
Che rabbia!
Marco Tosatti
22 Dicembre 2018
Oggi è il 117° giorno in cui il Pontefice regnante non ha, ancora, risposto.
“Quando ha saputo che McCarrick era un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?”
“È vero, o non è vero, che mons. Viganò lo ha avvertito il 23 giugno 2013?”
Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi e risponda”.
http://www.marcotosatti.com/2018/12/22/super-ex-la-guerra-civile-di-bergoglio-lenin/
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