ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 13 dicembre 2018

Un ottimo pedigree..

COCCOPALMERIO: LE ORDINAZIONI ANGLICANE SONO VALIDE - UN ALTRO ATTACCO AL SACERDOZIO CATTOLICO IN NOME DELL'ECUMENISMO CONCILIARE



Ci risiamo: il cardinale Francesco Coccopalmerio ha dichiarato [qui] che gli ordini conferiti ai ministri eretici della setta scismatica anglicana sono validi. Uno sproposito inaudito, che non solo contraddice la definizione magisteriale infallibile di Leone XIII, ma che lascia letteralmente sconcertati perché colui che la formula è nientemeno che il Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. 


Ordinato sacerdote da Giovanni Battista Montini del 1962 e consacrato Vescovo da Carlo Maria Martini (un ottimo pedigree, non c’è che dire), Coccopalmerio è uno degli esponenti di spicco dell’ultraprogressismo conciliare. Ha conseguito il dottorato in Diritto Canonico alla Gregoriana con una tesi dal titolo «La partecipazione degli acattolici al culto della chiesa cattolica nella pratica e nella dottrina della Santa Sede dall'inizio del XVII secolo ai nostri giorni» (si notino le minuscole), sotto la guida di padre Wilhelm Bertrams sj, già perito al Concilio, consultore della Congregazione del Clero e della Pontificia Commissione per la riforma del Codice. Come si vede, i Gesuiti sono sempre di mezzo, quand’è ora di formare degli eretici. 

Non passa giorno che questi esponenti della setta progressista si facciano notare per nuovi spropositi, confermando l’infimo giudizio che già si nutriva nei loro riguardi. Né si dimentichi che Coccopalmerio è colui che, a quanto riferisce la stampa [qui], sarebbe stato invitato dalla Gendarmeria ad allontanarsi immediatamente dall’appartamento del Sant’Uffizio in cui il suo segretario, mons. Luigi Capozzi, si intratteneva in turpi commerci con omosessuali e faceva uso di sostanze stupefacenti. Notizia ovviamente smentita dal card. Angelo Becciu con un tweet. Nel 2015 [qui], Bergoglio ha nominato Coccopalmerio quale membro del gruppo che, nella Congregazione della Dottrina della Fede, ha il compito di esaminare gli appelli del clero colpevole di abusi: il che ricorda la recente nomina di Cupich all’incontro di Febbraio. Inutile dire che il Cardinale si è espresso in favore della Comunione ai divorziati e dell’interpretazione eterodossa dei passi controversi di Amoris Laetitia. 

L’intento di questo autorevole pronunciamento - ancorché formulato a titolo personale - è chiarissimo. Infatti, dietro il pretesto di favorire il dialogo ecumenico con gli Anglicani si vuole aprire una breccia per l’Ordinazione femminile anche all’interno della Chiesa Romana, in perfetta coerenza con lagenda modernista. Laddove la Santa Sede dovesse - contraddicendo la Bolla Apostolicae Curae di Leone XIII del 1896 - dichiarare valide le cosiddette ordinazioni anglicane, dovrebbe riconoscere anche le ordinazioni conferite alle donne, il che costituisce notoriamente uno degli obiettivi dei novatori. E, in nome dellecumenismo conciliare, ci potremmo presto trovare delle ministre anglicane che celebrano la Messa nelle nostre chiese, in nome della mancanza di sacerdoti. 

L’improntitudine di costoro non conosce limiti. E dire che Leone XIII è stato tutt’altro che equivoco nel promulgare la Bolla [latino - italiano]: 

«Itaque omnibus Pontificum Decessorum in hac ipsa causa decretis usquequaque assentientes, eaque plenissime confirmantes ac veluti renovantes auctoritate Nostra, motu proprio certa scientia, pronuntiamus et declaramus, ordinationes ritu anglicano actas, irritas prorsus fuisse et esse, omninoque nullas». 

«Pertanto, approvando in modo globale tutti i decreti dei Nostri predecessori su questo problema, e confermandoli e rinnovandoli pienamente, in forza della Nostra autorità, di nostra iniziativa, per sicura conoscenza, Noi dichiariamo e proclamiamo che le ordinazioni compiute con il rito anglicano sono state del tutto invalide e sono assolutamente nulle».

«Praesentes vero litteras et quaecumque in ipsis habentur, nullo unquam tempore de subreptionis aut obreptionis sive intentionis Nostrae vitio aliove quovis defectu notari vel impugnari posse; sed semper validas et in suo robore fore et esse, atque ab omnibus cuiusvis gradus et praeeminentiae inviolabiliter in iudicio et extra observari debere decernimus; irritum quoque et inane si secus super his a quoquam, quavis auctoritate vel praetextu, scienter vel ignoranter contigerit attentari declarantes, contrariis non obstantibus quibuscumque». 

«Noi poi decretiamo che la presente lettera, con tutte le cose in essa contenute, non potrà mai in nessun tempo essere censurata o impugnata per vizio di surrezione o di orrezione o di intenzione Nostra, o per un qualsiasi altro difetto; ma che sarà ed è sempre valida e in vigore, e che deve essere osservata infallibilmente da tutti, di qualsiasi grado e onore, nel giudizio e fuori; dichiarando anche invalido e nullo se mai capitasse che fosse portato contro di essa un attacco, consapevolmente o inconsapevolmente, da chiunque e con qualsiasi autorità o pretesto, nonostante qualsiasi cosa contraria». 

Ancora una volta, l’odioso legame tra eresia e vizio cerca di demolire il Sacerdozio cattolico in nome del mai abbastanza vituperato ecumenismo conciliare. Rimane evidente, per ogni Cattolico e soprattutto per i Sacri Pastori, che dinanzi alla deprecabile eventualità che il Vaticano violi la Bolla di Leone XIII, sarebbe doveroso non solo ritirare l’assenso ad una legge illegittima, invalida e nulla, ma anche considerare quanti dovessero aderirvi come eretici, e pertanto decaduti da qualsiasi giurisdizione ed autorità.

Voglia il Cielo che i buoni Pastori intervengano immediatamente per scongiurare questa ulteriore sciagura, che sarebbe foriera di indicibili calamità del la Santa Chiesa. 

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