ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 13 dicembre 2018

La verità è scomoda..

L'UNICA VERITA'


La verità è condizione necessaria per tutto il resto. La carità e la misericordia di cui si riempiono la bocca i neoteologi e i neopreti, non servono a nulla, se non sono illuminate dalla verità: sono l’autostrada per l’inferno 
di Francesco Lamendola   


 http://www.accademianuovaitalia.it/images/gif/chiesa/0-109-crsitos.gif

Preferirei uno spirito senza preghiera ad uno spirito che non abbia iniziato a camminare nella veritàSono parole forti, non vero? Secondo voi, chi può avere espresso un concetto del genere? Forse un razionalista di ferro, uno che mette la ricerca del vero al di sopra di tutto, e perfino della preghiera: se pure è un cattolico, sarà un teologo della vecchia scuola, un tomista, oppure un “tradizionalista” incallito: uno che non ha mai sentito parlare della misericordia nei termini in cui ne parla una certa chiesa dopo il Concilio Vaticano II. Ebbene, tenetevi forte: queste parole sono state scritte, nella sua autobiografia, da santa Teresa d’Avila, una delle più grandi mistiche di tutta la storia del cattolicesimo. Sissignori: per santa Teresa d’Avila, camminare nella verità è cosa più importante, e viene prima, del fatto stesso di pregare. Infatti: che cosa pregare, chi pregare, se la preghiera non è  rivolta nella direzione giusta, se non ha per termine l’oggetto giusto? Anche la preghiera agli idoli, anche la preghiera al diavolo, nel caso dei satanisti, sarebbe un valore, se la preghiera venisse prima di tutto il resto e se venisse prima anche della verità. È un concetto terribilmente semplice; e, come tante cose semplici, è anche terribilmente indigesto. Indigesto, si capisce, per chi non è limpido; per chi ha qualche cosa da nascondere; per chi non ce la racconta giusta, ma persegue, nell’ombra, i suoi inconfessabili scopi, ben diversi da quelli che dichiara in pubblico.


http://www.accademianuovaitalia.it/images/0-QUADRI/0-RAGGIO-DI-SOLE.jpg
 La verità viene prima di tutto è una cosa talmente chiara, vogliamo dire ovvia, che lo capirebbe anche un bambino. Di che cosa stiamo a parlare, infatti, se non abbiano la garanzia della verità? Proviamo a riflettere: di qualsiasi cosa si tratti, fosse pure la carità, senza la verità non varrebbe niente.

Fateci caso: questo è lo stile di tutti quelli che dichiarano di voler costruire una chiesa nuova e migliore, di voler riformare la fede per renderla più accogliente, e, addirittura, più conforme al volere di Gesù Cristo; di tutti quelli che hanno sempre in bocca il Concilio Vaticano II e il suo tanto vago quanto mirabolante “spirito”, mediante il quale si realizzerà un progresso gigantesco, quando verranno finalmente superate le resistenze degli ottusi e degli egoisti, dei cristiani “rigidi”, delle “vecchie mummie”, come amabilmente le chiamail signore argentino eletto al soglio di san Pietro, rimaste attaccate alla chiesa pre-conciliare (come se potessero esistere due chiese cattoliche, entrambe, più o meno legittime; e come se un solo concilio ecumenico facesse testo, guarda caso l’ultimo, quello fatto da “loro”, sui ventuno che ci sono stati nell’arco di due millenni…). Eppure, dire che la verità viene prima di tutto è una cosa talmente chiara, vogliamo dire ovvia, che lo capirebbe anche un bambino. Di che cosa stiamo a parlare, infatti, se non abbiano la garanzia della verità? Proviamo a riflettere: di qualsiasi cosa si tratti, fosse pure la carità, senza la verità non varrebbe niente.

0 SANTERASMO STUDIA
Il cristiano non vuol convertire alcuno con la forza: se lo facesse, contravverrebbe all’insegnamento di Gesù. Però vi contravviene anche quando non annuncia il Vangelo, quando si auto-censura per un falso rispetto nei confronti dell’altro.

E infatti: avendo messo fra parentesi la questione della verità, la neochiesa si sta accingendo a liberalizzare le pratiche più immorali e anticristiane, dall’aborto all’eutanasia, dalla sodomia al divorzio: sempre in nome della carità, della misericordia e di quell’altra cosa che pare inventata apposta per confondere le idee e per oscurare anche la verità più lampante: il discernimento, una qualità in se se stessa apprezzabile, anzi importantissima, ma che qui viene adoperata per scardinare la vera dottrina e la vera morale e per introdurre l’eresia e l’apostasia nel recinto della Chiesa, là dove le pecorelle di Cristo dovrebbero essere, in teoria, protette contro l’errore e contro le insidie del diavolo. E invece sta accadendo tutto il contrario: perché è proprio dentro il recinto della Chiesa che si stanno verificando le cose più sconce, più intollerabili, più blasfeme: ad opera di un clero apostatico e scelleratoche si rotola nel vizio e nel peccato nella maniera più vergognosa, e che solo per giustificare se stesso e per togliersi di dosso, esteriormente, la propria infamia, ora predica la liberalizzazione del vizio e del peccato, dietro la maschera ingannevole della misericordia e del perdono. Ma di quale misericordia, di quale perdono stiamo parlando, se non c’è il pentimento, se non c’è l’espiazione e, soprattutto, se non c’è il fermo proponimento di non reiterare il peccato, ma di vivere la vita così come Dio vuole che sia vissuta? È un inganno, un atroce e diabolico inganno; diciamolo chiaro e forte: esiste un legame strettissimo, organico, fra l’immoralità di una parte del clero, specialmente dell’alto clero, e le continue deviazioni teologiche che, ad un ritmo sempre più accelerato, stanno trascinando tutto l’insieme della chiesa verso la voragine dell’apostasia. Le due cose marciano insieme, sono praticamente un tutt’uno: immoralità ed eresia. L’immoralità è la morale capovolta, la morale senza la verità; così come l’eresia è la dottrina capovolta, la dottrina senza la verità. Sono i due aspetti di una stessa aberrazione.

0 DISCARICA PAPA
Oggi assistiamo all'azione diabolica di un clero apostatico e scellerato, che si rotola nel vizio e nel peccato nella maniera più vergognosa, e che solo per giustificare se stesso e per togliersi di dosso, esteriormente, la propria infamia, ora predica la liberalizzazione del vizio e del peccato, dietro la maschera ingannevole della misericordia e del perdono.

E allora, eccoci arrivati a una prima, importante conclusione: la verità è condizione necessaria, irrinunciabile, essenziale per tutto il resto: per tutto il conoscere e per tutto l’agire. Una ricerca del vero senza verità è votata al nulla, una vita pratica senza la verità è votata al male. Ma si dirà, il male è una categoria morale, mentre il vero è una categoria intellettuale: come avviene il passaggio dall’una all’altra? È molto semplice: il vero non è una categoria intellettuale; essa è la categoria gnoseologica per eccellenza, la sola realmente fondamentale, sulla quale ogni altro conoscere si regge. Il vero è la condizione perché si cerchi qualcosa, qualsiasi cosa; e quindi esso è anche un bene, è il bene essenziale, garanzia e presupposto di ogni altro bene. Quale bene sarà mai davvero tale, senza la verità? Per fare un esempio banale: è più importante possedere molto denaro, o possedere del denaro autentico? Se un miliardario dovesse scoprire, un giorno, che tutto il suo denaro è opera di un abile falsario, a che cosa gli servirebbe il fatto di averne tantissimo? Ora, avere del denaro falso è un male, non è certo un bene: ecco in che modo avviene il passaggio dalla categoria intellettuale a quella morale. Il vero è sempre un bene e il falso è sempre un male. Sempre: e se lo è nell’ambito delle cose materiali, a maggior ragione lo è in quello delle cose spirituali: perché è lo spirito che informa di sé la materia, non viceversa.E tutta la carità e la misericordia di cui si riempiono la bocca i neoteologi e i neopreti non servono a nulla, se non sono illuminate dalla verità: sono l’autostrada per l’inferno.

0 GALLERY jesus moderno
Gesù ha detto di se stesso: Io sono la via, la verità e la vita: non ha detto: Io sono una delle vie, una delle verità e una delle viteLa carità e la misericordia di cui si riempiono la bocca i neoteologi e i neopreti, non servono a nulla, se non sono illuminate dalla verità: sono l’autostrada per l’inferno !

Eh, via!, dirà qualcuno: questo linguaggio è troppo duro. Così parlavano i profeti dell’Antico Testamento, o un san Giovani Battista, che viveva nel deserto, si vestiva di pelli e si cibava di locuste. Appunto: quel san Giovanni di cui Gesù Cristo disse: Fra i nati di donna non c’è nessuno più grande di lui. Oppure vogliamo paragonarlo a questi neopreti e neoteologi i quali, con parole melliflue e falsamente misericordiose, stanno trascinando la chiesa nella più perfida delle apostasie, quella totale, ma non dichiarata e anzi nascosta come tale, in modo da ingannare subdolamente il gregge dei fedeli? Vogliamo paragonare Enzo Bianchi ai profeti dell’Antico Testamento, o Vincenzo Paglia a Giovanni il Battista? La verità è scomoda, non lo sapevamo forse? Il diavolo ha escogitato mille insidie contro di essa: per screditarla, per farla deridere, per farla maledire dagli uomini. La modernità si è specializzata in questa diabolica arte: la mistificazione, l’irrisione e la volatilizzazione della verità. Un giorno ci siamo svegliati e abbiamo scoperto che la verità non c’è più. E chi ce l’ha rubata sotto il naso? Tutti i cattivi maestri della modernità: dapprima poco a poco, poi con ardire sempre maggiore e con ritmo sempre più rapido; infine, deposta ogni prudenza e ogni decenza, con brutale, perentoria arroganza, l’hanno dichiarata irraggiungibile o inesistente e bollato come pericolosi fomentatori di divisioni e contrapposizioni i suoi ultimi seguaci. E questo vale anche e soprattutto per la verità di cui il Vangelo è l’annuncio e di cui Gesù Cristo è il solo e indispensabile tramite. Forse che Gesù ha detto ai suoi: Sarete trattati con i guanti; sarete invitati a parlare e onorati dagli uomini; la folla vi batterà le mani quando passerete per la strada? Non ci sembra; ha detto esattamente il contrario. Ha annunciato incomprensioni, tribolazioni e persecuzioni contro i suoi seguaci. E ha anche spiegato il perché: perché Lui è la Verità, e chi lo accoglie, accoglie la verità; e chi lo annunzia, annunzia la verità; e chi si converte, si converte alla verità. Ma il mondo non vuole la verità; il mondo la odia. Tale è la caratteristica del mondo: odiare la verità, quindi odiare Gesù. Strano che il Concilio se ne sia scordato; stranissimo che Giovanni XXIII, fin dal suo discorso di apertura, non vi abbia fatto neanche il più piccolo cenno. Al contrario, ha detto che la chiesa deve andare incontro al mondo con fiducia, con gioia; e che in molte cose la chiesa può trovare un linguaggio comune col mondo, per il bene superiore di tutti. Anche senza la verità? Quale bene può mai esservi, senza la verità? Andiamo a rileggere le parole del nostro Signore (Gv, 18,37): Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce.

0 montini roncalli
Roncalli e Montini i due papi del Concilio Vaticano II. Gli errori teologici e le forzature del Concilio Vaticano II sono programmaticamente e inequivocabilmente, una resa al mondo: al mondo moderno, che è la negazione del Vangelo !

La verità è condizione necessaria per tutto il resto

di Francesco Lamendola 

 continua su:

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.