ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 7 gennaio 2019

Gli auguri di papa Bergoglio per la Befana

Gli auguri di papa Bergoglio per la Befana



All’Angelus di Domenica 6 gennaio, festa dell’Epifania del Signore, dopo aver ricordato, a modo suo («I Magi erano aperti alla “novità”»), il significato dell’Epifania, papa Bergoglio non ha potuto fare a meno di ribattere uno dei suoi chiodi fissi:

«Cari fratelli e sorelle, da parecchi giorni quarantanove persone salvate nel Mare Mediterraneo sono a bordo di due navi di ONG, in cerca di un porto sicuro dove sbarcare. Rivolgo un accorato appello ai Leader europei, perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di queste persone».

Il linguaggio è sempre lo stesso, e la spontanea indignata reazione ad esso, pure.


Quindi, ci sarebbero in giro per il Mediterraneo, sperduti e derelitti, altre 49 persone, che sarebbero state “salvate” da due navi ONG, e che sarebbero in cerca di “un porto sicuro dove sbarcare”.
Certe volte, forse per eccessiva ingenuità, si rimane stupiti per il modo in cui Bergoglio presenta le cose: due navi ONG, 49 persone salvate, un porto sicuro; anche se bisogna riconoscere che si tratta dello stesso identico modo usato dai mezzi di comunicazione “di massa”.
Ma Bergoglio, in Vaticano, non ha i mezzi per informarsi su qual è la realtà dei fatti?
Certo che ce l’ha, ma a lui non interessa la realtà, lui è solo interessato a fare facile demagogia: “accogliete i poveretti”.
Chi ha portato i 49 “poveretti” dalle loro case in mezzo al mare?
E perché perfino due navi per sole 49 persone?
Che ci fanno le navi ONG a ridosso delle coste africane a imbarcare tutti quelli che lasciano quelle coste?
Chi paga i milioni per mantenere in mare le navi ONG?
Perché le stesse navi, una volta sbarcati i “poveretti”, ripartono per andare ad imbarcarne altri, da sbarcare poi in Europa – che è quasi sempre l’Italia - … e via così?

Solo rispondendo prima a domande del genere, forse si potrebbero avere i numeri per appellarsi all’accoglienza nei “porti sicuri”.
E poi, perché “sicuri”? Nel Mediterraneo ci sono forse porti “insicuri”? La cosa puzza ancora di demagogia.

Quante volte si è sentito un ragazzo o una ragazza che, all’ascoltare notizie simili, sbotta legittimamente dicendo: «… ma perché non se ne stavano a casa loro? Non se ne può più …»-
Già, perché non se stanno a casa loro?

I nostri “disinteressati” e “obiettivi” mezzi di comunicazione “di massa”, tranne poche eccezioni, ci riempiono di notizie sui continui viaggi di queste persone che vogliono venire in Europa, e ci danno conto di quante di esse muoiono in mare. Ma com’è che non ci danno alcuna notizia sui disastri, sulle guerre, sui rischi mortali dai quali fuggirebbero questi “poveretti”? E com’è che lo stesso accade con i nostri vescovi, che niente ci dicono delle “situazioni disperate” dalle quali fuggirebbero questi poveretti, che avrebbero “un bisogno vero, serio, onesto” e quindi dovrebbero “trovare un aiuto”, come ha dichiarato florido e saputo lo scorso 5 gennaio 2019 il cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova e Presidente dei vescovi europei? (Libero Quotidiano del 5 gennaio 2019)

A leggere i giornali e a sentire le televisioni, il Mediterraneo sembrerebbe pullulare di fuggitivi, ma da che cosa fuggirebbero questi fuggitivi? Visto che non abbiamo notizie di situazioni disperate di alcun genere?
Nessuno ce lo spiega.

Eppure Bergoglio continua unirsi al coro, ed è come se provasse un gran godimento a raccomandare a tutti di accogliere i poveretti… tanto da far venire il malevolo sospetto che se un giorno non ci fossero più poveretti in cerca di un porto sicuro, Bergoglio si dispiacerebbe a non finire.
Povero Bergoglio, bisogna provare una certa compassione per lui e per tutti coloro che, “disinteressati”, è da anni che vivono sulle spalle di questi poveretti.

I vecchi navigati Romani dicevano “cui prodest?” – a chi giova? -, ma i nuovi moderni Romani sembra che abbiano dimenticato i vecchi insegnamenti.
Certo, non giova ai poveretti, e neanche alla nostra gente che se li ritrova ormai dappertutto; certo non giova a chi deve tirare fuori dei soldi per aiutare i poveretti; certo non giova ai veri poveri del nostro paese, che sono costretti a rinunciare a degli aiuti perché i soldi servono a soccorrere, ad alloggiare e ad assistere i poveretti venuti dal mare.
A chi giova allora?

Perché Bergoglio, prima di sbracciarsi all’Angelus, non risponde a queste domande?
E ancora sorge il malevolo sospetto che questi poveretti facciano tanto comodo a Bergoglio per permettergli di esercitare la sua misericordia parolaia e a basso costo.
Ma di certo ci sono anche altri a cui giova questo continuo stillicidio di gente che abbandona le proprie case, senza un valido motivo, per venire a stare a casa di altri. E forse costoro non ci guadagnano, per adesso, e spendono fior di quattrini, ma visto che per niente non si fa niente, soprattutto da parte di chi vive facendo quattrini con i soli quattrini, cosa ci guadagnano?
Altra domanda che, in generale, rimane senza risposta.
Eppure i poveretti sono ormai milioni, le terre da cui provengono si stanno addirittura spopolando, non c’è angolo d’Europa dove non ci siano poveretti di ogni colore sbarcati dal mare; non c’è quartiere delle grandi città in cui i vecchi legittimi abitanti europei non si sentano minacciati e incomincino a non poterne più.
Quanto potrà durare ancora così?

E tutti quelli che danno mostra di piangere per i poveretti venuti dal mare, perché non riescono a trovare lacrime per piangere il disagio, le privazioni, le preoccupazioni della nostra gente, di città e di provincia? Per non parlare dei furti e delle uccisioni sempre più in aumento?

Bergoglio, prima di affacciarsi la Domenica per il suo gratuito fervorino pro stranieri indesiderati, perché non si chiede che sta succedendo all’Europa che si sta imbastardendo per l’arrivo di frotte di stranieri venuti dal mare? Perché non si chiede che sta succedendo alla vera religione cattolica per l’invadenza di frotte di false religioni venute dal mare?
O si deve pensare che a lui dell’Europa e della religione cattolica non gliene importi un bel niente?

Ma davvero, chi ce l’ha mandato questo Bergoglio?
Speriamo che presto si tolga dai piedi!
Irriverenza? Certo! Perché è questo che merita il nostro bell’uomo venuto dalla fine del mondo.
Anche perché sono davvero pochi quelli che si indignano perché Bergoglio ci tratta tutti da imbecilli, e sono ancora pochi quelli che si indignano perché Bergoglio demolisce un pezzo alla volta la vera misericordia e si fa portavoce di chi mira solo all’imbastardimento della società e allo smantellamento della religione cattolica.


http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2751_Belvecchio_Auguri_di_papa_Bergoglio.html

Il viceministro leghista al Papa: "Contributo della Chiesa non significativo"

Continua lo scontro sulle navi delle ong in stallo nel Mediterraneo. L'appello del Papa agita il governo. Il leghista lo sfida: "L'esempio arrivi dall'alto"


Ieri mattina l'Angelus recitato in occasione dell'Epifania è culminato con un "accorato appello" da parte di papa Francesco a tutti i Paesi europei (Italia compresa) affinché diano accoglienza agli immigrati che, dopo essere stati soccorsi dalla Sea Watch e dalla Sea Eye, sono ancora bloccati a bordo delle due navi.
Una sorta di sos lanciato urbi et orbi per smuovere una situazione pesante e di sostanziale stallo che ha trovato il plauso tra le file della sinistra e che ha creato, al tempo stesso, molteplici malumori nella Lega. Tanto che il viceministro allo Sviluppo economico, Dario Galli, ci ha tenuto a ricordargli che "il contributo della Chiesa" nella gestione degli sbarchi"non è stato significativo".
"Il Papa è con noi. Grazie al Vaticano e al Papa. Tutti gli essere umani sono uguali". Su Twitter, poche ore dopo l'intervento di Bergoglio, la Sea Eye ha cantato vittoria. L'ong ha, infatti, una delle sue imbarcazioni con diciassette immigrati a bordo ferma al largo di Malta in attesa di avere il via libera allo sbarco. Ieri il testo che il Papa ha preparato per l'Angelus è stato un concentrato di allegorie che rimandano alle cronache di questi giorni, in particolare alla via Crucis che misurano ogni giorno gli stranieri in fuga, alla ricerca di un avvenire migliore in Europa. Un parallelismo che ha fatto piacere soprattutto alla sinistra italiana che ha cavalcato l'appello del Pontefice per attaccare il governo gialloverde e, in modo particolare, Matteo Salvini"Da non credente non posso che dire grazie a Papa Francesco - ha commentato il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni - lEuropa, se esiste, risolva la questione indicando un porto sicuro di sbarco a Sea Watch e a Sea Eye""Èsacrosanto che il Papa si rivolga alle coscienze dei cosidetti cattolici", ha fatto eco Lorenzo Cesa dell'Udc invitando i cattolici che vanno a votare a "raddrizzare la barra di un timore che sembra ormai impazzito".
All'interno del governo l'invito del Papa ha creato non pochi grattacapi. Anche perché la Lega e i Cinque Stelle non sono allineati sulla gestione degli sbarchi. E, se il ministro alla Pubblica amministrazione Giulia Bongiorno, dice di aver "apprezzato l'appello" di Bergoglio e accusa Bruxelles di aver scaricato l'emergenza solo sull'Italia, il viceministro Galli è molto più duro e non fa sconti a nessuno. Tantomeno al Vaticano. "È giusto il richiamo ai leader europei perché effettivamente è ridicola la posizione dell'Europa in generale sulla posizione dell'immigrazione", dice il leghista che, ai microfoni di Agorà su Rai3, aggiunge subito un "però". "Però ricordo a me stesso, e a tutti, che anche il Papa è un leader europeo". Dunque, rincara Galli, "l'esempio, magari, arrivi dall'alto""Non mi pare che il contributo nella faccenda particolare sia significativo", annota l'esponente della Lega ricordando che, "quando sono state portate a casa cento persone, che peraltro hanno messo in una sede distaccata, nell'arco di qualche ora sono sparite tutte".

I vescovi benedicono i sindaci anti-Salvini: "Non guida lui la Chiesa"

Sul decreto Sicurezza di Salvini, i prelati chiedono "obiezione di coscienza". E sposano il ricorso dei governatori alla Consulta

La Chiesa benedice i sindaci ribelli e le Regioni di sinistra.
Dopo gli appelli ad aprire i porti, ora i vescovi italiani si schierano al fianco di Orlando&Co. contro l'applicazione del dl Sicurezza. A prendere la parola è monsignor Perego, vescovo di Ferrara ed ex direttore generale della Fondazione Migrantes della Cei.
"Ci sono due livelli, entrambi importanti - osserva il monsignore all'Adnkronos -. In Costituzione abbiamo l'art. 10 che tutela il diritto di asilo e in questo momento, di fronte ad un decreto sicurezza che non tutela il diritto di asilo e mette in difficoltà ulteriormente le realtà locali, è giusto ricorrere ai giudici della Consulta da parte dei sindaci e anche delle associazioni".
Nei giorni scorsi anche Bagnasco era arrivato a chiedere un "giudizio di coscienza sul dl Sicurezza". Ora Perego torna all'attacco: "Di fronte a gravi disagi - dice - è giusto il ricorso perché in coscienza non si può accettare quello che va contro diritto". È dunque giusto "fare obiezione di coscienza di fronte ad un decreto che non tutela la vita delle persone".
Dal punto di vista giuridico, poi, Perego ha una visione chiara. E si schiera al fianco di sindaci ribelli e governatori che hanno deciso di fare ricorso di fronte alla Corte Costituzionale. "È giusto - dice Perego - che una legge che si ritiene metta a repentaglio un diritto fondamentale costituzionale sia messa nelle mani della Corte costituzionale per un giudizio legittimo".
Poi il vescovo di Ferrara si rivolge direttamente a Matteo Salvini. E lo critica per aver detto che i cattolici sono con lui e non con chi fa appelli per l'apertura ai migranti. "La Chiesa è fatta di battezzati - replica Perego - ma a guidare la Chiesa sono i pastori, non i politici. Non so a chi pensi Salvini, che poi sulle scelte concrete la politica si divida e le persone si possano dividere, questo fa parte della storia ma non ci si può dividere di fronte al messaggio evangelico 'Ero straniero e mi avete ospitato'".
Sono molti i vescovi che in questi giorni, direttamente o indirettamente, si sono schierati contro le politiche di chiusura dei porti volute dal ministro dell'Interno. l vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò, delegato della Conferenza Episcopale Siciliana per le migrazioni, ha invocato "pronta soluzione umanitaria" per i profughi accolti dalle navi Sea Watch e Sea Eye. Un "accorato appello" è arrivato anche dal Papa. Mentre in tema di dl Sicurezza per il vescovo di Piazza Amerina, Rosario Gisana, "la situazione è drammatica e contraddittoria, perché naturalmente contraddice la nostra natura: ma siamo sotto l'egida di una legge che secondo me va rivista". Anche la Conferenza episcopale siciliana, in un documento del 21 dicembre, ha criticato duramente il governo nazionale, affermando che "un animale in questo momento arriva a valere di più, in protezione, di un fratello nel quale il credente sa che c'è la visita stessa di Dio".

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.