ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 7 gennaio 2019

I “cattolici convenzionali”

Sull'immigrazione i vescovi hanno perso la testa

Sconcerto, rabbia, amarezza: difficile dire quale sia il sentimento dominante nel leggere la raffica di dichiarazioni di vescovi e cardinali italiani che pontificano sul decreto sicurezza, ovviamente dando ragione ai sindaci ribelli. E anche sui 49 migranti irregolari al largo di Malta quanto conformismo...


                            Il vescovo di Noto, Antonio Staglianò

Sconcerto, rabbia, amarezza: difficile dire quale sia il sentimento dominante nel leggere la raffica di dichiarazioni di vescovi e cardinali italiani che pontificano sul decreto sicurezza, ovviamente dando ragione ai sindaci ribelli e accusando il ministro dell’Interno Matteo Salvini di disumanità, nel migliore dei casi. A peggiorare la situazione poi, c’è il caso dei 49 migranti per i quali anche il Papa ieri ha lanciato un appello ai leader europei perché vengano accolti. Sono a bordo di due navi appartenenti a Ong, la Sea Watch e la Sea Eye, da 17 giorni al largo di Malta perché non vengono fatte attraccare.


Dal vescovo di Palermo, Corrado Lorefice, al presidente della Commissione migranti della Cei, Guerino di Tora, dal vescovo di Noto Antonio Staglianò al cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova, sembra ci sia una sola parola d’ordine: boicottare il decreto sicurezza, ribellarsi alla chiusura dei porti. Non si può non essere sconcertati nel notare una tale concentrazione di fuoco che almeno negli ultimi decenni non ha precedenti.  Non si è mai vista tanta mobilitazione neanche quando in discussione c’erano temi che rivoluzionano l’antropologia, vedi unioni civili e ideologia gender tanto per stare alle ultime vicende. Addirittura i vertici della Cei hanno cercato di fermare in tutti i modi il popolo dei Family Day. E ora, su temi ben più opinabili, come abbiamo ripetutamente spiegato, assistiamo a questo circo.

C’è anche rabbia perché in buona parte questi vescovi non sanno neanche di cosa stanno parlando: non conoscono il decreto sicurezza (sparano giudizi evidentemente dopo aver letto sbrigativamente qualche articolo di Repubblica o di Avvenire, che più o meno è la stessa cosa) e non conoscono neanche il catechismo (oppure lo conoscono, ma è roba del passato); parlano di obiezione di coscienza applicandola a materie sbagliate (clicca qui); si inventano nuove categorie cristiane per scomunicare quanti non odiano Salvini; addirittura il vescovo Staglianò, più a suo agio con le canzoni di Fabio Concato e Marco Mengoni che non con il catechismo, in una delirante intervista a Repubblica si inventa anche la categoria dei “cattolici convenzionali” (quelli che secondo lui sono contro l’accoglienza), sostenitori di una violenza satanica.

A nessuno di costoro passa per la mente almeno di confrontarsi con il semplice dato della realtà: nel 2018 le morti nel Mediterraneo - sono i dati ufficiali dell’Alto Commissariato per i rifugiati, pubblicati in questi giorni - sono più che dimezzate rispetto all’anno precedente (1.311 contro 2.872) grazie al fatto che sono state contenute le partenze dal Nord Africa (in Italia ci sono stati 23.371 sbarchi, quasi centomila in meno rispetto al 2017). E questo non solo non violando i diritti umani e non venendo meno al dovere di soccorrere le persone in mare, ma contribuendo alla lotta contro i trafficanti di uomini, visto che sono le grandi organizzazioni criminali quelle che gestiscono il traffico dai paesi africani al Mediterraneo.

E anche sulla vicenda dei 49 irregolari ancorati al largo di Malta ignorano che si tratta di una palese violazione delle regole da parte delle Ong, che hanno “rubato” gli immigrati alla guardia costiera libica per poter poi creare un caso politico, ricattando il nostro governo anche con l’aiuto di una Unione Europea che evidentemente ha deciso che l’Italia deve essere il campo profughi dell’Europa. A giocare sulla pelle di persone che sono state illuse e poi schiavizzate da bande di criminali sono queste Ong, non il governo italiano. Sarebbe ora che qualche vescovo scendesse dal pero e svelasse questa ipocrisia di falso umanitarismo.

Ma c’è anche una grande amarezza nel constatare come la gerarchia ecclesiastica stia riducendo la propria missione a politica, l’annuncio cristiano ad attività umanitarie. Sembra ormai esserci solo la dimensione orizzontale, l’affanno a riparare le cose del mondo che non vanno, oltretutto aderendo a criteri di giudizio mondani. Una gerarchia ecclesiastica che predica una liberazione politica, che propone una Chiesa ridotta al servizio di un’etica globale, cioè una Chiesa praticamente inutile.

Riccardo Cascioli

http://www.lanuovabq.it/it/sullimmigrazione-i-vescovi-hanno-perso-la-testa

Il Papa guida il fronte anti Lega sui migranti

Bergoglio però non cita Salvini, ma anzi allarga la questione coinvolgendo Bruxelles


Roma - Cercasi leader disperatamente. Se Mario Draghi resta solo un sogno proibito, se Sergio Mattarella, nei limiti imposti dal suo ruolo di arbitro, sta già facendo la sua parte bastonando il governo sulla manovra e sulla «compressione» del Parlamento, se i sindaci in rivolta non sembrano in grado di rovesciare il tavolo, se i cortei delle associazioni sono ininfluenti, ecco allora il personaggio che può infiammare l'opposizione: il Papa.
«Da parecchi giorni quarantanove persone a bordo di Sea Watch e Sea Eye, le navi delle ong, sono in cerca di un porto sicuro dove sbarcare. Rivolgo un accorato appello ai leader europei perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di questi uomini e donne». E ancora: «Non permettiamo alle nostre paure di chiuderci il cuore, ma troviamo il coraggio di aprirci ai fratelli e alle sorelle che hanno bisogno di aiuto».
Poche parole, un paio di frasi pronunciate dal balcone del Palazzo apostolico, durante l'Angelus del giorno dell'Epifania, ma bastano a Francesco per condannare la politica italiana sull'immigrazione. Bergoglio ovviamente non cita Salvini, anzi allarga la questione coinvolgendo Bruxelles, però non sarà facile per il ministro dell'Interno trascurare un appello così forte del Papa. Infatti il Vaticano, che in Italia conta ancora parecchio, ha deciso di schierarsi e negli ultimi giorni la Santa Sede si è mossa con tutte le sue forze. La Conferenza episcopale, la Fondazione Migrantes, Civiltà Cattolica, diversi vescovi e cardinali, adesso addirittura il Pontefice: il governo si muova, dice, i porti vanno aperti, quegli uomini vanno salvati. Se si aprirà uno spiraglio, il Vaticano darà una mano. «Voglio dichiarare la disponibilità della Chiesa torinese ad accogliere alcune famiglie, come già fatto a settembre per il caso della nave Diciotti - annuncia l'arcivescovo Cesare Nosiglia - . Un gesto che ha un significato simbolico e concreto, un segnale preciso alle autorità italiane».
Le parole di Francesco piacciono a sinistra. «Non potevano esserci espressioni più efficaci - commenta la pd Raffaella Paita - per chiarire che i porti devono restare aperti e che Salvini usurpa i poteri di altri». E Nicola Fratoianni, Leu, «da non credente ringrazio il Papa». Ma soprattutto si inseriscono nel duro braccio di ferro in corso nella maggioranza tra Lega e Cinque stelle sulla gestione degli sbarchi. Fico e Di Battista vorrebbero far scendere donne e bambini, Di Maio chiede una decisione collegiale del governo e il premier Conte lavora a una mediazione. Salvini però non vuole mollare. «Quanti ne accoglieremo? - scrive su Facebook - Zero». Il vicepremier non intende rinunciare alla sua battaglia, quella più popolare, e pazienza se il Papa non è d'accordo e se il Vaticano si è mobilitato.
L'assenza dell'Europa e la posizione di chiusura di Malta, che non vuole «creare un precedente» autorizzando l'attracco due navi e cerca di «mantenere un equilibrio tra assistenza e sicurezza», aiutano il ministro dell'Interno a tenere il punto. «Giusto che si discuta, ma in materia di migranti quello che decide sono io. Fate quello che volete, però per chi non rispetta le leggi, i porti italiani sono e rimarranno chiusi».
Massimiliano Scafi 
http://www.ilgiornale.it/news/politica/papa-guida-fronte-anti-lega-sui-migranti-1624991.html


"Papa, migranti, Satana Salvini". Antonio Socci e una assurda catastrofe: così la Chiesa si auto-distrugge

6 gennaio 2019
Ma che sta succedendo nella Chiesa cattolica? La situazione non è solo catastrofica: è anche assurda. Infatti la realtà parla di chiese che si svuotano drammaticamente in Occidente e di un Oriente dove i cristiani sono duramente perseguitati. La realtà parla di sparizione dei tradizionali movimenti cattolici, di scontri interni alla Curia, di continui scandali e di enorme confusione fra i fedeli per le trovate rivoluzionarie di papa Bergoglio (che nei giorni scorsi ha pure "dimenticato" il dogma dell' Immacolata Concezione).

Ma di tutto questo gli ecclesiastici non si occupano e non si preoccupano. Ai pastori non interessano le pecore che si stanno smarrendo e disperdendo. La casta ecclesiastica è tutta presa dalla politica. È una vera febbre. Già questo è surreale, ma non basta. Infatti non vogliono portare nella politica la «dottrina sociale» della Chiesa o i «principi non negoziabili», come si potrebbe credere. Seguendo il verbo bergogliano hanno un solo tema teologico-politico da affermare con piglio fondamentalista: i migranti.

Dunque i migranti ormai sono diventati la loro bandiera ideologica da sventolare, ma anche, addirittura, una sorta di soggetto messianico con cui ribaltare l' annuncio cristiano, perfino nel presepio: come se gli angeli avessero annunciato ai pastori l' arrivo del «migrante Gesù», anziché la nascita del Figlio di Dio. Secondo il sentire comune della gente, gli ecclesiastici ormai si occupano solo di migranti, solo di loro parlano. E in effetti le gerarchie clericali si tuffano in politica con il preciso intento fare la guerra a Salvini: è lui il Satana a cui gridare «Vade retro!», come proclamò la nota copertina di Famiglia cristiana. Proprio lui, che pure ha pubblicamente dichiarato di voler difendere le nostre radici cristiane, è il Male contro cui il mondo clericale si mobilita e si scatena.

La «chiamata» - Ieri Salvini, dall' Abruzzo, ha risposto: «Sono un peccatore, ma non fesso. Quest'anno invece che 120 mila, ne sono arrivati solo 20 mila: 100 mila in meno, con un miliardo di risparmio, molti morti in meno e molti reati in meno».
Significa che il vicepremier non demorde e non vuole che l' Italia torni ad essere il campo profughi d' Europa e d' Africa. La maggioranza degli italiani e dei cattolici la pensa come lui.
Proprio per questo ormai è continua la "chiamata" all' impegno politico contro Salvini, da parte dell' establishment bergogliano. Rispondono "presente" i giornali clericali, la Cei e - sia pure flebilmente - le associazioni cattoliche (o quello che ne è rimasto). Ieri perfino l' ex presidente della Cei (oggi presidente dei vescovi europei), il cardinal Bagnasco, arcivescovo di Genova, che finora era considerato uno dei pochi rimasti in linea con il magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, si è schierato e si è guadagnato il titolo con cui La Stampa ha aperto la prima pagina: «"Obiezione di coscienza".
La mossa della Chiesa contro il decreto sicurezza». Il riferimento era proprio
all'arcivescovo di Genova: «La carica la suona il cardinale Bagnasco» che - secondo il giornale torinese - «schiera la Chiesa sul decreto sicurezza: "Sì all' obiezione di coscienza"».

La Ue non si critica - Sul caso "migranti della Sea Watch" è intervenuto pure mons. Guerino Di Tora, presidente della commissione per le migrazioni della Cei, che ha tuonato: «Chi si tira indietro non ha la coscienza a posto». Anche l' arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, tuona invitando a non «rimanere in silenzio dinnanzi ai disumani decreti che aggravano la sofferenza di chi è vessato da povertà e guerra». Non risulta si siano viste le stesse mobilitazioni, né così aspre denunce della chiesa bergogliana, negli ultimi sei anni in cui, grazie all' euro, alle politiche della Ue e ai governi italiani allineati ad essa, da noi sono esplose la povertà e la disoccupazione (con migliaia e migliaia di aziende chiuse).
Né si ricordano mobilitazioni papali e parole di fuoco in favore delle popolazioni terremotate e dei loro inverni al freddo. Sono solo due esempi (si potrebbero aggiungere la legge sulle unioni civili e altre trovate dei precedenti governi che avrebbero dovuto far reagire la Chiesa).
Nelle (tante) invettive politiche ecclesiastiche non si trova mai la critica all' Unione Europea, anzi: proprio la Ue (da non confondere con l' Europa che è tutt' altra cosa) sembra sia diventata l' ancora di salvezza politica di questa gerarchia clericale. Proprio questa Unione Europea che è diventata la realtà politica più laicista e anticristiana dell' Occidente. I clericali ne parlano con gli stessi argomenti entusiasti di Emma Bonino.

Quello che però sconcerta la casta ecclesiastica è il fatto che il popolo cattolico non li segua. Anzi, sembra fare la scelta opposta, dando la sua preferenza maggioritaria alla Lega e ad altri gruppi sovranisti. I cattolici, sia quelli più praticanti, che quelli meno praticanti, preferiscono rifarsi a Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI, cioè al tradizionale insegnamento cattolico, piuttosto che alle "rivoluzioni" bergogliane.
Perciò il disappunto nell' élite clericale è palpabile. Sono generali senza esercito. Lo si percepisce in queste parole di padre Antonio Spadaro, che è lo stratega di papa Bergoglio: «Non basta più formare i giardini delle élite e discutere al caldo dei "caminetti" degli illuminati. Non bastano più le accolte di anime belle Facciamo discorsi ragionevoli e illuminati, ma la gente è altrove». In effetti la gente è altrove, i cattolici dissentono dalla gerarchia bergogliana, applaudendo Salvini. Anche se papa Bergoglio li bastona proclamando che è meglio essere atei che essere cattolici che rifiutano l' invasione migratoria (oltretutto islamica, dunque assai poco integrabile).
una lista politica? I fedeli cattolici (con tutti gli altri) percepiscono, sulla propria pelle, che questo scombussolamento di popoli che entusiasma le élite (anche delle Nazioni Unite), è devastante sia per i Paesi di arrivo che per i Paesi di partenza (la pensano così anche i vescovi africani). Dunque padre Spadaro vorrebbe riportare "in linea" la gente che è altrove.
Così nei giorni scorsi ha preso la parola per vergare una sorta di Manifesto politico, pubblicandolo sulla rivista dei gesuiti.
Se il Decalogo dato da Dio a Mosè sul Sinai è chiamato «le dieci parole», padre Spadaro ha voluto far di meglio: a lui bastano «Sette parole per il 2019» per illuminare le genti (così spera).
Purtroppo però sono parole già sentite e risentite, da anni, in qualunque intervento di esponenti del Pd e nei quotidiani articoli di Repubblica: la paura, le migrazioni, l' Europa, il populismo, la democrazia La sensazione è che tutto questo tuonare poi non porti alla formazione di una lista cattolica alle elezioni europee, perché contarsi sarebbe molto controproducente. I più ritengono che tutto si risolverà in un appoggio ecclesiastico al Partito democratico, ancor meglio se guidato da Zingaretti, perché - si dice oltretevere - gli ecclesiastici dell' epoca bergogliana si trovano meglio con i post comunisti che con Renzi.
di Antonio Socci

liberoquotidiano.it

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