Il meno che si possa dire è che la figura di papa Bergoglio è imbarazzante. Forse non tanto per la persona in sé – anche se…-, quanto per le persone che evidentemente predilige, protegge e difende. Oltre che per quelli che hanno attivamente contribuito alla sua elezione.
Cominciamo da questi ultimi. Fra di loro c’era il cardinale Danneels, immortalato vicino al Pontefice sulla Loggia subito dopo l’elezione. Danneels ha coperto un vescovo che aveva abusato il proprio nipote; e una petizione di laici chiedeva infatti che non partecipasse al Conclave. Danneels è poi stato invitato – che testimonial! – dal papa al Sinodo sulla Famiglia. Poi hanno lavorato per Bergoglio papa McCarrick (lo ha detto egli stesso) e Mahony, di Los Angeles, obbligato a condurre vita ritirata e di preghiera dal suo successore , l’arcivescovo Gomez (che, stranamente, non è mai stato fatto cardinale; forse perché non ha scheletri nell’armadio ed è dell’Opus Dei…) quando un’indagine giudiziaria ha rivelato che aveva coperto decine di preti abusatori. Mahony doveva andare come rappresentante pontificio in un evento importante l’anno scorso, a dispetto del divieto di presenza a eventi pubblici; la protesta dei laici l’ha impedito. Ma Roger Mahony parlerà a marzo al Los Angeles Education Congress: un segno evidente del favore papale, persistente a dispetto degli abusi e delle coperture. Poi c’era – pace alla sua anima – il card. Murphy O’Connor. Aveva spostato un prete abusatore seriale (poi condannato) da un posto a un altro, dove aveva replicato gli abusi. O’Connor è stato particolarmente favorito dal Pontefice: ha imposto al card. Müller, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, con una telefonata irosa durante la celebrazione di una messa, di chiudere l’indagine che vedeva Murphy O’Connor indagato per un abuso. E poi Errazuriz ossa, in Cile…e probabilmente ce ne dimentichiamo qualcuno.
Il passato è passato, direte voi. Insomma. Però il problema è che il presente, l’attualità stretta, non appaiono diversi. Lasciamo perdere il caso del vescovo cileno Barros, a cui è stata affidata una diocesi nonostante le giuste proteste, e le menzogne dette dal Pontefice in relazione alle vittime. Ma guardiamo al caso del vescovo Pineda, braccio destro di Maradiaga, obbligato alle dimissioni da una lettera di seminaristi che lo accusavano di molestie sessuali. Pineda aveva vissuto con un suo amante nella villa di Maradiaga a Tegucigalpa. Possibile che il cardinale honduregno braccio destro e gran ispiratore del Pontefice trovandosi al mattina a colazione quel bel giovine non si chiedesse: ma questo chi è? Mons Ricca, la cui carriere diplomatica è stata travolta da uno scandalo omosessuale, è stato nominato dal Pontefice Prelato dello Ior. Adesso abbiamo il caso di mons. Zanchetta, che è stato non solo ospitato in Vaticano, scappando dall’Argentina, ma per cui è stato creato un posto prima inesistente, di Assessore all’APSA, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica, il forziere della Santa Sede. A dispetto dei disastri finanziari compiuti nella sua diocesi, Oran (oltre a quelli sessuali). Accuse e sospetti non escludono neanche il nuovo Sostituto alla Segreteria di Stato, Pena Parra, grande amico di Pineda (vedi sopra) e di Maradiaga.
E poi c’è il caso Stati Uniti. È di queste ore la notizia che Ken Farrell, un uomo della filiera McCarrick, nominato dal Pontefice prefetto del Dicastero per Laici e Famiglia, è sotto inchiesta da parte del Dipartimento di Polizia di Dallas, per un’accusa di abusi quando era vescovo laggiù. Farrell è stato nominato vicario generale da McCarrick, e ha vissuto sei anni nello stesso appartamento con McCarrick; e non si è mai – dice – accorto di nulla. Di Wuerl, della sua copertura a McCarrick e delle sue scuse sconcertanti – si era “dimenticato” della denuncia che aveva inviato egli stesso al Nunzio negli USA…ma dai! – e delle sue menzogne si è parlato di recente. E poi Tobin con i suoi strani messaggini via Twitter inviati – dice – alla sorella… Tobin ha dichiarato di non aver indagato sulle voci su McCarrick perché le riteneva incredibili. Fatto cardinale anche lui, come Farrell.
In un quadro come questo appare ridicolo che il card. Kasper parli di un “complotto” basato sugli abusi contro papa Bergoglio. Come dicono a Roma, è buttarsi in avanti per non cascare indietro. Perché certamente la lista – specialmente per quanto riguarda l’Argentina – non è esaustiva. Chissà perché a sei anni dall’elezione questo Pontefice non ha mai – diciamo mai – pensato di tornare in patria. Strano, no? Che cosa teme? Che emergano altri casi come quello del padre Grassi, condannato alla galera, e per cui il card. Bergoglio ha fatto preparare due tomi di difesa da inviare ai giudici del processo di appello. Fatto che poi – mentendo – ha negato a una tv francese. Di Grassi Bergoglio era il padre spirituale; come di Zanchetta, e di altri che non citiamo e che hanno avuto, sempre in Argentina, percorsi ecclesiali sessualmente non esemplari.
E poi c’è il silenzio, che dura ormai dal 26 agosto, su MCCarrick. Delle cui malefatte il Pontefice è stato informato da mons. Viganò pochi mesi dopo l’elezione, e che ha usato come suo inviato più o meno ufficiale, e consulente per le nomine negli USA (vedi sopra). Sapeva? E se sapeva perché ha scelto di usare una persona così – è il minimo – discutibile?
Il fatto che McCarrick non sia un caso isolato porta a pensare che il Pontefice scelga o preferisca persone che hanno un passato, e magari qualche scheletro nell’armadio. Chi è più obbediente e fedele di chi teme? Un pontefice che governa non con il Vangelo ma con i dossier? Difficile cancellare questo sospetto. E Kasper parla di complotti! Ma per favore!
Marco Tosatti
Oggi è il 144° giorno in cui il pontefice regnante non ha, ancora, risposto.
Quando ha saputo che McCarrick era un un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?
È vero o non è vero che mons. Viganò l’ha avvertita il 23 giugno 2013?
Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi, e risponda”.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.