ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 6 aprile 2019

Gira e rigira..

LA PAROLA "CENSURATA" DI GESU'

La Parola di Gesù è troppo dura ai nostri orecchi? Oggi, per il falso clero che infesta la sua Chiesa, non c’è peggior nemico della "parola di Cristo": il “vangelo” che piace loro è un falso vangelo, che scusa tutti i loro vizi
di Francesco Lamendola  


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Poco dopo aver compiuto il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Gesù riprende il discorso nella sinagoga di Cafarnao e cerca di condurre i sui uditori su un piano più spirituale, definendo con maggior precisione la natura della Sua missione: il vero Pane degli uomini, il Pane di vita eterna disceso dal Cielo, non è un pane materiale, come quello distribuito sulle rive del lago, e neppure come la manna mandata al popolo ebreo nel deserto, perché non morisse di fame; ma il Pane di vita è Lui stesso, Gesù, il Figlio di Dio. E chi lo accoglie con fede, chi proclama che Gesù è il Figlio di Dio e chi si nutrirà del suo Corpo e del Sangue, costui avrà la vita eterna, perché Gesù stesso lo resusciterà nell’ultimo giorno; ma chi lo rifiuta, chi si scandalizza di lui, chi non crede alla sua divina missione, non avrà parte nella vita eterna. Gesù è molto chiaro su questo punto: non tutti si salveranno; non tutte le strade portano a Dio, né qualunque Dio conduce alla salvezza; c’è una sola strada per la vita eterna, ed è quella da Lui annunciata, e compendiata nella Sua divina persona. 


Udendo quelle parole, i bravi ebrei osservanti si scandalizzano: sanno chi è quell’uomo, il figlio di Giuseppe, il carpentiere di Nazareth: come può essere lui il Figlio di Dio, il Messia inviato dal Padre celeste? Come può resuscitare i morti e rimettere i peccati? E come può dare se stesso quale Pane di vita eterna, per la salvezza degli uomini? Si scandalizzano perché, dice l’evangelista Giovanni, quel Suo linguaggio è “troppo duro” per i loro orecchi: contrasta irrimediabilmente con l’idea che si sono fatti di Dio e del suo Messia. Per tale motivo molti di loro se ne vanno, mormorando e lanciando parole d’incredulità e di sfida all’indirizzo di Gesù; e non vogliono più saperne di Lui e dei Suoi insegnamenti.

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La Parola di Gesù è troppo dura ai nostri orecchi? per i Cattolici lo scopo della vita umana è fare la volontà di Dio, e fare la volontà di Dio è credere in Gesù Cristo, il suo Figlio Unigenito.

Gira e rigira, il problema è sempre lo stesso, ed è attuale anche ai nostri giorni, anzi, ai nostri giorni più che mai. Oggi, a differenza di allora, c’è una Chiesa, la Chiesa da Lui stesso fondata e affidata poi, nell’arco di duemila anni, ai suoi vicari; ci sono i pastori, i vescovi e ci sono i sacerdoti; ci sono le facoltà di teologia, ci sono i seminari, ci sono i professori, ci sono i catechisti, ci sono centinaia di milioni di fedeli: ma il problema è ancora e sempre quello: lo scandalo. Le parole di Gesù hanno ancora un suono troppo duro, per gli orecchi di molti, a cominciare dal clero. Molta parte del clero dei nostri giorni, specialmente a partire dal Concilio Vaticano II, non vuol più sentire neanche una parola che sia suscettibile di creare “divisione”: trova che essa sarebbe contraria al concetto di “inclusione”, un concetto inventata dal neoclero, e del quale non vi è traccia nel Vangelo. Gesù non ha mai puntato all’inclusione, se per inclusione s’intende una pratica mirante ad accogliere tutti, lasciando ciascuno nelle sue convinzioni precedenti e nel suo precedente stile di vita, magari erroneo, magari peccaminoso; nossignori: Gesù desidera che si formi un solo gregge e che abbia un solo pastore, ma sulla roccia indistruttibile della Verità. La Verità è Lui stesso: Io sono la Via, la Verità e la Vita. Dunque, Gesù non ha mai considerato l’unità come un bene a sé stante, al quale ogni altro principio può essere sacrificato; niente affatto: al contrario, ha dichiarato più volte di essere venuto a portare non la pace, ma la spada; e di esser venuto a creare la divisione perfino all’interno delle famiglie, il padre contro il figlio e il figlio contro il padre, la madre contro la figlia e la figlia contro la madre. Pertanto è evidente (o almeno dovrebbe esserlo, se i cristiani fossero meno distratti, meno conformisti e meno pigri) che c’è qualcosa che non va; che esiste un grosso problema nella Chiesa dei nostri giorni, e che quel problema ha un nome: Concilio Vaticano II. A voler dialogare con tutti, il clero si è dimenticato delle parole di Gesù; ma le parole di Gesù sono chiare: esiste una sola verità e una sola via che conduce alla salvezza; non si possono fare giochetti, equilibrismi e compromessi; non si possono fare sconti, tanto meno per compiacere lo spirito del mondo. Allo spirito del mondo le parole di Gesù danno fastidio, hanno un suono sgradito, sanno d’intolleranza: ma dire che la Verità è una non significa essere intolleranti; se ai cattolici sembra così, è solo perché sono diventati, in tutto e per tutto, dei modernisti e non più dei veri cristiani.

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Gesù desidera che si formi un solo gregge e che abbia un solo pastore, ma sulla roccia indistruttibile della Verità e la Verità è Lui stesso: Io sono la Via, la Verità e la Vita . . . . 

Rileggiamoci, dunque, quei versetti del Vangelo di Giovanni nei quali Gesù annuncia la vera natura della sua missione (6, 28-66; traduzione Bibbia C.E.I. 1974):
Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». Gesù rispose: «Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato».
Allora gli dissero: «Quale segno dunque tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora gli dissero: «Signore, dacci sempre questo pane». Gesù rispose: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio, che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; io lo risusciterò nell'ultimo giorno».
Intanto i Giudei mormoravano di lui perché aveva detto: «Io sono il pane disceso dal cielo». E dicevano: «Costui non è forse Gesù, il figlio di Giuseppe? Di lui conosciamo il padre e la madre. Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?».
Gesù rispose: «Non mormorate tra di voi. Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me. Non che alcuno abbia visto il Padre, ma solo colui che viene da Dio ha visto il Padre. In verità, in verità vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane della vita. I vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». Gesù disse: «In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo, non come quello che mangiarono i padri vostri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?». Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell'uomo salire là dov'era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio».
Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. 

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«Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?» chiesero gli Apostoli a Gesù; e Gesù rispose: «Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato»: perché non si odono più parole di questo genere sulla bocca del clero di oggi?


La Parola di Gesù è troppo dura ai nostri orecchi?

di Francesco Lamendola
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