ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 20 maggio 2019

Dà fastidio a qualcuno?

Il mondo cattolico all'attacco, ma i numeri smentiscono i buonisti

Salvini tira dritto: "Io testimonio la mia fede salvando vite umane (i morti in mare, come gli sbarchi, sono calati del 90%) e combattendo gli schiavisti e i trafficanti di esseri umani, accogliendo chi ha davvero bisogno, ma facendo rispettare regole e confini"


"Io testimonio la mia fede salvando vite umane (i morti in mare, come gli sbarchi, sono calati del 90%) e combattendo gli schiavisti e i trafficanti di esseri umani, accogliendo chi ha davvero bisogno, ma facendo rispettare regole e confini.


Felice del sostegno da parte di tante donne e uomini di Chiesa, lavoro per riportare anche l'Europa sulla via della difesa delle sue radici giudaico-cristiane, negate e dimenticate dai burocrati di Bruxelles servi degli interessi della finanza e dei poteri forti". Matteo Salvini non molla e tira dritto incurante delle critiche del mondo cattolico.
"Se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio", ha tuonato ieri Padre Antonio Spadaro, direttore di Civiltà cattolica. Famiglia Cristiana lo ha tacciato di "sovranismo feticista" e il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin ha sentenziato: "Invocare Dio per se stessi è pericoloso". Ma il leghista non si scompone. E i numeri, al momento, gli danno ragione. Infatti, i dati aggiornati a maggio 2019 registrano 2 cadaveri recuperati in mare, nello specchio acqueo del Mediterraneo centrale. Le stime dell’UNHCR contano, nello stesso periodo, 402 persone tra dispersi e morti. Nel 2015 i cadaveri recuperati furono 296 a fronte di una stima di 3.771; nel 2016 furono 390 contro 5.096 stimati; nel 2017, 210 contro 3.139 e nel 2018 sono stati recuperati 23 corpi a fronte di una stima di 2.277 scomparsi.

Migranti, vescovo di Mazara: "Salvini non può dirsi cristiano"

Il vescovo di Mazara del Vallo, monsignor Domenico Mogavero, accusa il ministro dell'Interno Matteo Salvini di strumentalizzare l'uso del rosario


"È ora di finirla. Non possiamo più stare zitti di fronte alle sparate di un sempre più arrogante ministro della Repubblica".
Le parole arrivano forti e chiare dal vescovo di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani, monsignor Domenico Mogavero. Il prelato ha accusato il vicepremier di esibizionismo, dopo che il ministro dell'Interno Matteo Salvini aveva esibito, durante un comizio a Milano, il rosario. "Non possiamo più permettere che ci si appropri dei segni sacri della nostra fede per smerciare le proprie vedute disumane, antistoriche e diametralmente opposte al messaggio evangelico". Un'accusa forte che, secondo Mogavero, tocca anche i valori cristiani: Chi è con lui non può dirsi cristiano perché ha rinnegato il comandamento dell'amore" ha concluso Mogavero che da oggi partecipa all'Assemblea dei vescovi italiani a Roma. Un'accusa che arriva il giorno dopo le parole del segretario di Stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin. "Credo che la politica partitica divida, Dio invece è di tutti. Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso".
Ieri Salvini si è difeso a La7, ospite di Non è l'Arena di Massimo Giletti. "Se vado in giro con il rosario in tasca, dà fastidio a qualcuno? Io mi preoccuperai di alcuni estremisti islamici che vogliono togliere il crocifisso, l'albero di Natale, Gesù bambino - dice Salvini -. Le parole di Parolin nei miei confronti? Sono l'ultimo dei buoni cristiani, sono divorziato, peccato, dico le parolacce, vado tre volte l'anno in chiesa ma difendo la nostra religione, il nostro associazionismo, e la libertà di scelta delle donne".
L'immagine del vicepremier con il rosario in mano ha fatto il giro del Paese e non sono mancate le accuse politiche. Il primo è stato l'ex premier Matteo Renzi che spiega la strategia di Salvini. "Tutto è pianificato a tavolino prima e pompato con tanti soldi su Facebook e sui social: un giochino pericoloso e violento che fortunatamente dura poco e si sgonfia rapidamente - aggiunge Renzi -. Tutto è strategia dicevo: la strumentalizzazione del Rosario, il giuramento sul Vangelo, i pellegrinaggi da Padre Pio dopo un atroce crimine servono a trasformare un certo tipo di fede in fatto politico. Naturalmente i video di qualche anno fa (2014-2015) con Salvini che bestemmia furibondo scendendo dai palchi sono opportunamente nascosti: oggi serve un'altra immagine del Capitano, il Capitano religioso". Anche Saverio Romano, candidato di Forza Italia alle Europee collegio Isole, frena Salvini. "L'uso del crocifisso e del rosario che Salvini fa non solo è irrispettoso nei confronti della fede e del sentimento religioso che appartiene alla sfera più intima di ognuno di noi, ma è anche di cattivo gusto e blasfemo, e la dice tutta sulla strumentalizzazione politica tipica dei populisti in vena di autoritarismo. La politica rispetti l'orientamento religioso di tutti, e lo dice un credente, che conosce il valore e il messaggio della dottrina sociale della Chiesa". Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia, ha criticato i fischi che hanno sottolineato in piazza Duomo l'evocazione da parte di Matteo Salvini. "L'uso strumentale di simboli religiosi è pericoloso, ha ragione il cardinale Parolin: Dio è di tutti, molto pericoloso invocarlo per sé. Salvini lo sventola sempre da un palco a pochi giorni dalle elezioni, ma poi lo ha mai recitato un rosario? Sa almeno come si fa? Perché se è solo una piazzata priva di sostanza, sappia che i cattolici sono allergici a questi eccessi di marketing sfacciato. I fischi di piazza Duomo a Papa Francesco poi rimangono: sono gravi e gravemente irrispettosi".
Con più la Chiesa combatte Salvini, con più gli regalerà voti! (meraviglioso!)



SIMBOLOGIA CATTOLICA E RITUALITA’ POLITICA


Ricordo come fosse oggi, quando mi raccontavano delle vecchiette in confessionale, alle quali veniva suggerito dai preti di votare DC. Ed è vivo altrettanto il ricordo del simbolo di quel partito, con la Croce sullo scudo. DC poi, stava per Democrazia Cristiana. Un partito politico, quindi, con la Croce sul simbolo e Cristiano nel nome. Oggi, invece, in tempi in cui la secolarizzazione, insediatasi attraverso la maggior parte dei partiti, ha calpestato in tutti i modi la simbologia cristiana e i suoi valori, il card. Parolin, segretario di Stato vaticano, tuona contro un capo politico reo, secondo lui, di aver brandito un Santo Rosario e con questo di aver fatto propaganda. “Dio è di tutti”, dice, e non può essere invocato per se stessi. Suona strano che quando era la DC a invocarlo per se stessa le alte gerarchie cattoliche non solo lo tolleravano, ma spingevano i fedeli a votare quel partito.
E lo facevano a ragione, visto che la Chiesa, in tempi di degrado morale, è obbligata a fare politica. E poi erano tempi in cui molti politici dell’area democristiana andavano a messa tutte le mattine prima di iniziare la giornata e tanti di loro sono stati canonizzati. Certo, erano altri tempi in cui il PCI rischiava di prendere il potere. Ma oggi di contro ai valori cristiani c’è ben peggio del PCI, partito che comunque non s’era mai permesso di sponsorizzare matrimoni omosessuali o eutanasia o droga libera. Ma a Parolin non interessa.
Appena qualche giorno fa un’esponente del PD aveva manifestato l’opportunità di coprire croci e Madonne con delle tende nei cimiteri, per non urtare la suscettibilità di atei e professanti altre religioni. Sostanzialmente vi è una parte politica che prova vergogna per la Santa Croce, la Santa Vergine e tutti i santi. Non un monito dal Vaticano. E’ di tutti i giorni la propaganda per istituti di morte quali aborto, divorzio, eutanasia, matrimoni omosessuali e altre aberrazioni dal punto di vista cattolico, e per tutta risposta gli apostoli di questi abomini vengono ricevuti in pompa magna in Vaticano benché impenitenti. Ma poi, non suona strano che a indignarsi per l’ostentazione del Santo Rosario siano elementi atei e accaniti detrattori dei simboli cristiani al punto tale da volerli celati nei cimiteri per vergogna di essi? A mio avviso bisognerebbe chiedersi il perché Salvini esibisca questi strumenti. Lo fa per opportunità politica? Senza dubbio, ma evidentemente è “opportuno”, per la maggior parte della popolazione, vedere esibito senza vergogna il Santo Rosario e la Chiesa dovrebbe essere contenta e prendere, invece, posizioni chiare contro gli istituti di morte e i suoi fautori. Invece tuona contro chi ostenta la Croce con orgoglio e abbraccia chi schifa e calpesta ogni giorno questi Sacri Segni. Evidentemente hanno dimenticato ciò che disse Nostro Signore Gesù Cristo, che ha pronunciato per loro queste parole: “Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi” (Lc 9, 26)
Giorgio Morganti




Matteo Salvini Da Giletti In Diretta Immagini Notizie Immigrazione Lampedusa 19/05/2019

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