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domenica 19 maggio 2019

I frutti della sinagoga di Satana

IL FALSO MITO DEL "BENESSERE"


Aforismi e citazioni. I frutti della sinagoga di Satana: "Il falso mito del benessere". Che sia maledetto chi per primo ha inventato la formula del "Diritto al benessere": è colui che ha fatto il male più grande al genere umano 
di Francesco Lamendola  

 0 CRISTO GIALLONE

 Il"Diritto al benessere" è un mito in apparenza innocente: che cosa c'è di sbagliato nel desiderare il benessere, specie dopo aver provato povertà, fame e privazioni? Nulla, in apparenza. E invece il veleno c'e, anche se non si vede, o se non lo si vede subito.


Quel che di buono e di giusto gli uomini sono in grado di desiderare e di volere, nasce dal bisogno, dalla privazione, dalla difficoltà, dalla rinuncia: la natura umana è fatta così.

Quando cessa la tensione morale dovuta al fatto di dover lottare per realizzare "Valori" e subentra uno stato prolungato di benessere, lì, come un serpente fra l'erba, si desta la tentazione.

La tentazione, in senso cristiano, è la possibilità di seguire la strada più facile, quella di assecondare gli istinti, cercando non il bene vero, ma il bene apparente e immediato, servendosi di qualsiasi mezzo, anche illecito.

La tentazione è una realtà misteriosa e potentissima: chi la cerca, chi la sfida, chi la corteggia, prima o poi soccombe. Non esistono tentazioni del tutto innocenti; o, se pure ne esistono, non è innocente il fatto di stare a contemplarle. Chi si ferma ad ascoltarne il richiamo è perduto, perché nel suo intimo ha già deciso di arrendersi.

Trovarsi in tentazione e cadere è una sola cosa, se colui che si trova in tentazione non fa appello al Solo che lo può aiutare, Dio. Con le sue forze, nessun uomo riuscirà mai a domare le tentazioni ma con la grazia di Dio tutto è possibile, perciò è possibile anche questo.

Il benessere è uno stato o condizione di vita nel quale la tentazione è l'elemento costante e onnipresente. Quando l’anima è libera da sacrifici e difficoltà, quando non è messa alla prova, quando non deve fronteggiare situazioni di bisogno, di debolezza, di precarietà, si lascia carezzare da ogni sorta di tentazioni, perché la sua vigilanza si allenta, le sue difese s'indeboliscono, la sua padronanza del proprio io si attenua. Per essere ben presenti a se stessi, bisogna trovarsi nel fuoco della prova; l'indolenza e la pigrizia del benessere suscitano e fanno pullulare gli istinti inferiori, i bisogni fasulli, le curiosità malsane.

La società del benessere non può essere altro, per sua natura ed essenza, che una società radicalmente anticristiana, perché la vita cristiana si regge e si alimenta di una continua tensione spirituale e morale, la tensione verso il Bene, cioè verso Dio.

La società del benessere vuole sostituire le cose e le comodità a Dio, come oggetto cui tendere: perché l'uomo tende naturalmente verso il bene, ma è appunto nel discernimento del vero bene che si attua e si concretizza la sua dimensione  morale.

Chi cerca il benessere, smette di cercare Dio; chi si pone come fine il possesso delle cose e delle comodità, non si pone come fine il bene vero, che si trova solamente in Dio e che, senza di Lui, non è più tale, ma si rivela per ciò che realmente è: una impostura e un tragico inganno.

È vero che, in teoria, il benessere può essere cercato come un mezzo, ma la pratica ci mostra come quasi sempre esso tende a impadronirsi della vita dell’anima e diventa un fine, davanti al quale ogni atro fine, se c’era, impallidisce e scompare.

Nella dimensione concreta, non c’è un essere umano che sia capace di perseguire e ottenere il benessere, che non ne resti prigioniero: e ciò perché il benessere è un concetto relativo.

La ricerca del benessere è una ricerca senza fine: nessuno che abbia raggiunto un certo grado di benessere è anche capace di considerarsi soddisfatto e perciò di fermarsi, di auto-limitarsi e di ri-orientare la propria vita dalla dimensione materiale a quella spirituale.

Le cose, che ci sono costate duri sforzi per lasciarsi conquistare, esigono poi di essere al centro del nostro mondo: con l’apparenza di lascarsi godere da chi le possiede, ma finiscono per diventare arbitre e padrone assolute.

Sapersi limitare richiede un grado di maturità e sobrietà da rasentare l’ascetismo; ma perfino un santo, posto che si lasciasse sedurre, anche solo per un momento, dal benessere, non sarebbe poi capace di riprendersi la sua libertà e finirebbe schiavo delle cose.

Il benessere è di per sé un concetto relativo e indeterminato: non esiste una misura di esso, e poiché si tratta di una cosa apparentemente desiderabile, nessuno che tenda ad essa si riterrà mai pienamente appagato; ci sarà sempre un Paperone che si dispera e si strappa i capelli perché gli manca uno spicciolo per fare un miliardo.

Non ci sono limiti alla ricerca del piacere, una volta che il piacere sia stato riconosciuto come il fine legittimo della vita; e che altro è il benessere, se non uno stato di piacere permanente, che nessuno ha il diritto di contestarci, di limitarci, di rimproverarci? Abbiamo lavorato, abbiano faticato, pertanto abbiamo diritto al benessere: questa è la filosofia dell’uomo moderno.

E lo è anche di quegli uomini che non devono lavorare, né faticare, ma che hanno trovato la pappa pronta, perché nati e cresciuti in famiglie molto benestanti, nelle quali non è mai stato chiesto loro d’impegnarsi seriamente a fare una qualsiasi cosa.

Non si può essere sia seguaci di Gesù Cristo, sia cercatori del benessere. Il cristiano non cerca il benessere, cerca il bene, e sono due cose completamente diverse. Il benessere appartiene a questo mondo; il bene ci proietta verso il Regno di Dio. Il benessere dipende sostanzialmente dal possesso delle cose materiali o, comunque, delle cose terrene; il vero bene consiste nel distacco dalle cose di quaggiù e nella contemplazione delle cose di Lassù.

Nessun vero cristiano cadrebbe nella confusione di equiparare il bene al benessere. Il bene è Dio e nient’altro che Dio, quindi chi cerca il bene cerca Dio, svuotandosi di se stesso, della propria volontà, delle proprie passioni; chi cerca il benessere alimenta senza fine le proprie passioni e persegue la propria volontà, cioè segue una strada che non porta assolutamente a Dio.

La beffa è che una tale strada non porta nemmeno alla felicità, e meno che mai alla realizzazione di sé: perché la sola realizzazione possibile, per l’uomo, è farsi tutt’uno con Dio.

Una “realizzazione” che non conduca a Dio, ma che volti le spalle a Dio, è, per l’uomo, una contraddizione in termini. Ed è proprio questo che spiega lo stato di perenne angoscia e infelicità dell’uomo moderno: la febbre di volersi realizzare, senza però dirigere i propri passi verso Dio.

Da tutto ciò discende la logica conclusione che la vita è perenne combattimento: l’uomo deve saper lottare contro se stesso, cioè contro la propria parte inferiore, contro le proprie passioni disordinate, per conseguire il vero bene che significa, per lui, intraprendere il cammino più aspro e difficile, ma il solo che possa dare un senso alla sua vita e renderlo veramente amico di se stesso. Chi nega questa verità, inganna l’uomo e lo tradisce.

Chi promette all’uomo chi sa quale felicità, seguendo la strada più facile all’inseguimento dei suoi desideri terreni, non è un cristiano e non sa nulla del Vangelo. Eppure, ai nostri dì, una bella parte del clero ha imboccato proprio questa via: predica la soddisfazione dei desideri, anche i più bassi, e mette avanti, ingannevolmente, un vangelo di nuova fabbricazione, nel quale Gesù non dice a ciascuno di prendere la propria croce e seguirlo, ma di darsi al buon tempo e cercare il benessere.

È evidente che un tale Gesù non esiste e che si tratta di un diabolico inganno. Che nessuno li ascolti: sono il frutto della sinagoga di Satana...

Che sia maledetto chi per primo ha inventato la formula del "Diritto al benessere": è colui che ha fatto il male più grande al genere umano!


                                                                                                        Prof. Francesco Lamendola

 Vedi anche:  
http://www.accademianuovaitalia.it/images/gif/stati-persone/0-fissi-piccoli-bandiere/0-clicca-qui.gif
COMBATTERE IL MALE PIU' GRANDE - La vita dell'uomo è combattimento

IL FALSO MITO DEL BENESSERE

I frutti della sinagoga di Satana: che sia maledetto chi per primo ha inventato la formula del "Diritto al benessere": è colui che ha fatto il male più grande al genere umano!

di Francesco Lamendola

Coraggiosa Testimonianza di Padre Paul Kramer



Mary tube  Pubblicato il 19 mag 2019
https://www.youtube.com/watch?v=FC17msqhhbo&t=57s

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