Il rosario di Salvini provoca la crisi isterica di “Famiglia Cristiana”
MILANO. Attacco di Famiglia Cristiana al vicepremier Matteo Salvini dopo quello del direttore della Civiltà cattolica Antonio Spataro. “Il rosario brandito da Salvini e i fischi della folla a papa Francesco, ecco il sovranismo feticista“.
Questo il titolo dell’editoriale di Famiglia Cristiana sulla manifestazione di Salvini ieri a Milano, dove si legge: “è andato in scena l’ennesimo esempio di strumentalizzazione religiosa per giustificare la violazione sistematica nel nostro Paese dei diritti umani. Mentre il capopolo della Lega esibiva il Vangelo un’altra nave carica di vite umane veniva respinta e le Nazioni Unite ci condannavano per il decreto sicurezza“.
“Rosari e crocifissi sono usati come segni dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto al passato: se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio“. Lo scrive sul suo profilo Facebook, padre Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica all’indomani della manifestazione dei sovranisti in cui Matteo Salvini ha chiuso il suo intervento stringendo nelle mani un rosario.
Giuseppe Muri
"Alcuni puntini sulle i!"
Il leader della Lega Matteo Salvini ieri durante una affollatissima manifestazione in piazza Duomo a Milano ha invocato l'intercessione della Madonna Santissima e dei Santi Patroni d'Europa "per la pace e la prosperità dei nostri popoli": parole che sono subito risuonate con commozione nel cuore dei cattolici che amano "Gesù e la Sua Chiesa! "
Che un politico emergente in Italia parli di Dio e della Sua Santissima Madre, non può che essere cosa buona in sé. (L'indignazione del direttore di civiltà cattolica la troviamo sproporzionata). Soprattutto pensando a quanto può far schiumare di rabbia coloro che hanno tradito nel più profondo del loro cuore e che vedono un odiatissimo politico laico dire ciò che essi non dicono e non fanno più da decenni. Rosari vangelo, e crocifissi, carissimo Padre Spadaro fanno parte del nostro tesoro, sono le nostre riserve auree, non esiste una politica cristiana, ma cristiani che si impegnano in politica, testimoniando con coerenza i valori in cui credono.
D’altra parte, cos’è la politica cristiana? Concedere, forse, qualche favore alla Chiesa? O assecondarla con leggi favorevoli? Le radici della nostra cultura di credenti affondano nel Vangelo. Bisogna ripartire da Cristo, che va conosciuto, amato e imitato. Il suo indignarsi reverendo padre Spadaro lo pone in una posizione ridicola, dinnanzi all'opinione pubblica .Vorrei inoltre ricordare a questo Gesuita che milioni di cattolici il 4 marzo del 2018, usciti dalla messa, correvano al seggio per barrare il simbolo salviniano sulla scheda elettorale,e nuovamente lo rifaranno domenica 26 Maggio 2019, soprattutto quelli per cui la difesa dei princìpi non negoziabili di venerata memoria restano qualcosa di valido ancora oggi.E i sondaggi demoscopici lo confermano un anno dopo, con la Lega sempre più “partito dei cattolici”che piaccia o no ai sinistroidi gesuiti e all'avvenire adesso diventato l'organo ufficiale del PD. E Matteo Salvini trasfigurato in un De Gasperi alternante felpa e giacca della polizia. La Lega, con il suo Leader Matteo Salvini insomma, come bastione ultimo della civiltà cristiana, argine che protegge l'Europa l'Italia dal laicismo esasperato e tracotante dei vessilliferi dei diritti tout court. Segni dei tempi.
La Chiesa contro Salvini: "Dio è di tutti, invocarlo per sé è pericoloso"
Il Vaticano contro il leghista che ha mostrato il rosario sul palco. Lui: "L’Europa che nega proprie radici non ha futuro"
Il Vaticano contro il leghista che ha mostrato il rosario sul palco. Lui: "L’Europa che nega proprie radici non ha futuro"
Dopo lo scontro a distanza sui migranti, il Vaticano e il mondo della Chiesa è in rivolta per l'uso dei simboli religiosi nel comizio della Lega ieri in piazza Duomo.
I primi a insogere sono i giornali cattolici come Famiglia Cristiana e Avvenire. E ora nella querelle interviene anche il segretario di Stato Vaticano che durante la messa alla Festa dei Popoli a San Giovanni in Laterano ha lanciato un chiaro messaggio al vicepremier leghista.
"Io credo che la politica partitica divida, Dio invece è di tutti", ha deto il cardinale Pietro Parolin lanciando un monito contro l’indifferenza, "Invocare Dio per se stessi è sempre molto pericoloso".
Il richiamo è al gesto di Matteo Salvini che ieri sul palco di Milano ha mostrato un rosario e invocato l'aito della Madonna "che sono sicuro ci porterà alla vittoria". Gesto che oggi il leader del Carroccio rivendica: "L'Europa che nega le proprie radici non ha futuro", ha detto, "Il confronto con le altre culture è possibile solo riscoprendo la nostra storia e riscoprendo i nostri valori, come peraltro detto negli ultimi decenni da tutti i Santi Padri. Sono orgoglioso di testimoniare, con azioni concrete e con gesti simbolici, la mia volontà di un’Italia più sicura e accogliente, ma nel rispetto di limiti e regole".
Ma prima di Parolin diverse erano state le voci contro il vicepremier e ministro dell'Interno. A partire dal direttore di Civiltà Cattolica, Antonio Spadaro che in un post su Facebook aveva sottolineato: "Rosari e crocifissi sono usati come segni dal valore politico, ma in maniera inversa rispetto al passato: se prima si dava a Dio quel che invece sarebbe stato bene restasse nelle mani di Cesare, adesso è Cesare a impugnare e brandire quello che è di Dio".
E Famiglia Cristiana nel suo editoriale fa riferimento direttamente a Salvini, parlando di "sovranismo feticista": "Ieri pomeriggio è andato in scena a Milano l'ennesimo esempio di strumentalizzazione religiosa per giustificare la violazione sistematica del nostro Paese dei diritti umani", attacca il settimanale cattolico, "Mentre il capopolo della Lega esibiva il Vangelo, un'altra nave carica di vite umane veniva respinta e le Nazioni Unite ci condannavano per il decreto sicurezza".
Su Avvenire, poi, un articolo non firmato definisce il leader della Lega "alfiere di un cattolicesimo tutto suo, distante dal magistero del Papa e della Chiesa".
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