QUESTO E’ ABUSO DI AUTORITA’ E INTEGRALISMO CLERICALE
Questo del cardinal Bagnasco è abuso di potere e di autorità. E’integralismo clericale della specie più bassa. Votare pro o contro la UE è ciò che un tempo la Chiesa chiamava “materia opinabile”.
Materia opinabile significa (traggo dal vocabolario) di “questioni per le quali non v’è certezza assoluta, ma valutazioni personali e soggettive; su cui si può avere una opinione propria”.
Opinabile significa “discutibile”, un tema su cui si possono discutere i pro e i contro, laicamente. Il campo della politica è eminentemente “discutibile”: soluzioni e programmi non solo possono essere discussi, ma “devono” discutersi senza censure, davanti ai cittadini perché facciano la loro scelta. Che sarà sempre opinabile, discutibile.
L’opinabile è il campo della libertà politica, che Bagnasco adesso vuol limitare abusivamente. Come la Chiesa di un tempo, quando era intelligente, colta e intellettuale, condannò l’aderire al comunismo ateo e materialista storico: quella non era materia “opinabile” disse, non siete liberi di votare né collaborare con sistema che distrugge la religione e la libertà. E le vite umane.
Adesso i preti vorrebbero fare della “fede nella UE” la materia non opinabile, una verità dogmatica. La Chiesa di oggi non ha nemmeno la finezza intellettuale di distinguere (come avrebbe fatto la Chiesa di ieri che condannò il comunismo in limpidi documenti, vertici della cultura filosofica oltre che teologica) fra la comunità Europea “prima di Maastricht” e quella “dopo Maastricht”: quella che prima era un unione di stati liberi e pari – uguali, ed ora è stata resa una gerarchia abusiva dove uno Stato comanda e gli altri devono obbedire, e quello che dà ordini nemmeno si prende le responsabilità che vengono col comando: un potere radicalmente illegittimo. Un potere oppressivo e anti-umano,come ha dimostrato nel trattamento dei greci, ridotti alla fame, alla miseria, alla mortalità infantile aumentata. Senza che la Chiesa dicesse un verbo solo. L’umanitarismo, lo riserva ai nigeriani che hanno pagato 5 mila dollari per venire qui a malfare.
Un sistema, questa UE unita, i cui valori sono programmaticamente anti-cristiani; li ha rigettati in modo esplicito; che promuove e impone come “valori europei ” i diritti LGBT, l’aborto, l’eutanasia. I diritti delle minoranze ricche e privilegiate, e viziose, mentre strappa i diritti alle maggioranze normali. Cardinal Bagnasco, lei si messo, ed ha messo la Chiesa clericale italiana, dalla parte degli oppressori “liberi e trasgressivi” contro gli oppressi schiacciati dal sistema economico imposto, contro i milioni di poveri veri che il sistema ha creato – ed ha creato perché è anticristiano. E pretende pure di farlo con autorità semi-dogmatica, togliendoci, se potesse, la libertà di scelta. No, lei non mi imbroglia.. E voi finirete molto male, aderendo a quel potere, clericali.
Questa è pietrolatria
Faccio seguire qui un intervento di Don Levi di Gualdo che ben definisce questa autorità abusiva, basata sulla parzialità di Bergoglio : Pietrolatria
SENZA LA PACE DI CRISTO, PRESTO L’EUROPA SARA MORTA E SEPOLTA SOTTO LE MACERIE DELLA FALSA PACE DEL MONDO
Se non ricordo male, domani si vota per le elezioni europee, sinceramente non ho ascoltato le raccomandazioni date dal comitato elettorale della Conferenza Episcopale Italiana né da quello della Segreteria di Stato della Santa Sede, perché avevo di meglio da fare, incluso pregare per le sorti del nostro vecchio, glorioso e amato Continente, a proposito del quale mi torna a mente una frase lapidaria lanciata dal Cardinale Giacomo Biffi agli inizi del Secondo Millennio: «L’Europa, o sarà di nuovo cristiana o non lo sarà più».
In questa VI domenica di Pasqua, il Vangelo ci offre un brano dell’Evangelista Giovanni [Liturgia della Parola: QUI], il discepolo prediletto dal Signore. Colui che rimase sotto la croce con la Beata Vergine, mentre «tutti i discepoli abbandonatolo fuggirono» [Mt 26, 56; Mc 14, 50]. Sotto quel supplizio — sul quale il Cristo straziato nel corpo non era affatto un bel santino iconografico, né la figura linda raffigurata in pitture e sculture — avviene lo straordinario atto di affidamento:
In questa VI domenica di Pasqua, il Vangelo ci offre un brano dell’Evangelista Giovanni [Liturgia della Parola: QUI], il discepolo prediletto dal Signore. Colui che rimase sotto la croce con la Beata Vergine, mentre «tutti i discepoli abbandonatolo fuggirono» [Mt 26, 56; Mc 14, 50]. Sotto quel supplizio — sul quale il Cristo straziato nel corpo non era affatto un bel santino iconografico, né la figura linda raffigurata in pitture e sculture — avviene lo straordinario atto di affidamento:
«Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa» [Gv 19, 26-27].
Poco prima, Cristo, pietra angolare [cf. Mt 21, 42; Mc 12, 10; Lc 20, 17], aveva edificata la Chiesa nascente su Pietro con un’espressione spesso male intesa, forse oggi più di ieri: «Pietro, tu sei pietra, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa» [Mt 16, 18]. Frase che può essere compresa solo capendo a chi si riferisce Cristo Signore indicando «su questa pietra». Se infatti non si comprende che la pietra fondante è Cristo Dio, sulla quale Pietro è appoggiato come pietra, si può correre il rischio di cadere nella pietrolatria. È per ciò bene ricordare che Pietro, di Cristo, è il vicario sulla terrà, non il successore. Chiunque avesse dubbi in proposito, legga le parole del Beato Apostolo Paolo:
« […] edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù» [Ef 12, 20].
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Col giovane Giovanni e col maturo Pietro, abbiamo due figure quasi antitetiche di Apostoli: il primo, sotto la croce con la Beata Vergine e con una Santa ex prostituta convertita e redenta, il secondo che scappa per primo in testa agli altri Discepoli e che poco dopo rinnega Cristo per tre volte; e lo fa prima giurando, poi persino imprecando [cf. Mt 26, 74].
Il Vangelo del Beato Evangelista Giovanni è noto anche come il Vangelo della gioia e dell’amore, benché nelle sempre più stravaganti catechesi e nelle omelie sempre più scialbe, non si precisi — o forse, ahimè, proprio non si conosca! — che questo giovane, tal era all’epoca, ha goduto delle particolari cure spirituali da parte del Divino Redentore, in seguito ha vissuto buona parte della sua esistenza con la Immacolata Concezione, la Mater Dei, da noi venerata anche come Mater Ecclesia.
Cristo Signore ha affidata la Chiesa nascente alla guida del più limitato degli Apostoli, forse affinché Pietro potesse incarnare anche tutte quelle fragilità, debolezze e miserie umane ch’egli non tarda a manifestare, seguitando a manifestarle anche nella vecchiaia, per esempio quando a Roma, sotto le persecuzioni di Nerone, sta dandosi alla fuga per l’ennesima volta. Però, come sappiamo, sulla Via Appia gli apparve il Cristo, al quale Pietro domanda: «Quo vadis Domine?» [dove vai, Signore?»]. Risponde Cristo: «Eo Romam, iterum crucifigi» [vado a Roma per essere crocifisso di nuovo]. A quel punto Pietro tornò indietro, morendo poco dopo martire sul Colle Vaticano, dove si trovava sia il luogo delle esecuzioni, sia il circo di Nerone. Sotto certi aspetti un po’ come oggi: perché il Vaticano è un luogo di esecuzioni “misericordiose” e al contempo un circo. E in quel luogo di esecuzioni e di giochi circensi, Pietro si santificò col martirio; e come lui chiunque lo voglia può santificarsi oggi, inclusi i Successori di Pietro.
Forse con due millenni d’anticipo, sotto la croce Cristo affida al giovane e amato Giovanni la Madre Chiesa straziata dal dolore, mentre colui che l’ha voluta come sposa dell’Agnello [cf. Ap 19, 7-8], agonizza affisso ad un palo con quattro chiodi ed una corona di spine sulla testa.
Assieme alla Chiesa nascente, Cristo ha lasciato agli Apostoli anche qualcos’altro di molto prezioso: la sua pace, che è elemento centrale di questo brano evangelico redatto dalla giovannea aquila. A tal proposito Cristo precisa:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate timore» [Gv 14, 27].
La dualità tra Cristo e il mondo, torna ad affiorare tra queste righe, dinanzi alle quali dovremmo anzitutto interrogarci: ma che cos’è veramente la pace di Cristo, che, rispetto a quanto Lui ci dice, appare del tutto antitetica, rispetto alla pace del mondo?
La pace del mondo, o se preferiamo la falsa pace, è quella che non rigetta il peccato, ma che anzi lo accoglie trasformandolo in bene, in preziosa diversità da accogliere, in diritto e in valore supremo. Volendo potremo riassumere il tutto con uno striscione che durante la Marcia per la Vita del 23 maggio è stato affisso a Roma da un gruppo di femministe indiavolate con su scritto: «La legge 194 non si tocca, le donne sono libere di abortire in santa pace!».
Ecco la pace del mondo: il “diritto” ad uccidere creature innocenti, il “diritto” all’eutanasia, od il “diritto” dell’utero in affitto, affinché due gay possano fabbricarsi il loro bimbo giocattolo. O forse, il mondo, può essere per caso così “crudele” da togliere a siffatto modello di coppia così felice questa “meritata” pace?
La pace di Cristo risiede nella verità e nella giustizia, dalla quale nascono le espressioni più profonde di carità. Ma soprattutto, la pace, è Cristo stesso che è via verità e vita [cf. Gv 14, 6], che della pace è fonte e datore [Ef 2,14].
Accomiatandosi dai Discepoli prima della passione, Gesù lascia loro la sua pace [Gv 14,27], ed in seguito, una volta risorto dalla morte, torna a offrire il dono supremo della sua pace salutandoli: «Pace a voi!» [Lc 24,36; Gv 20,19-21.26]. La pace di Cristo si ottiene attraverso la riconciliazione con Dio Padre, dalla quale nasce poi la riconciliazione con i fratelli [cf. Mt 6,12], affinché questa cristologica pace possa essere estesa a un mondo rinnovato dal Cristo che mediante la grazia dello Spirito Santo ci purifica e ci santifica. Dunque, ogni volta che noi sacerdoti apriamo le braccia e diciamo «Pax vobiscum» [la pace sia con voi], in quel momento siamo Cristo che vi dona la Sua pace e che vi inviata nella Sua pace.
Se non ricordo male, domani si vota per le elezioni d’Europa, sinceramente non ho ascoltato le raccomandazioni date dal comitato elettorale della Conferenza Episcopale Italiana né da quello della Segreteria di Stato della Santa Sede, perché avevo di meglio da fare, incluso pregare per le sorti del nostro vecchio, glorioso e amato Continente, a proposito del quale mi è ritornata alla mente una frase lapidaria lanciata dal Cardinale Giacomo Biffi agli inizi del Secondo Millennio: «L’Europa, o sarà di nuovo cristiana o non lo sarà più».
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Tante altre cose mi sono tornate a mente, vorrei ricordarle in breve a chi pare privo di memoria storica. Anche perché non si tratta di tornare indietro di secoli, ma solo di pochi decenni …
… negli archivi dell’ex Sant’Uffizio e in quelli di molti tribunali ecclesiastici diocesani d’Italia, sono sempre conservati atti nei quali diversi sacerdoti sono stati canonicamente sanzionati anche e solo per sospette simpatie verso il vecchio Partito Comunista Italiano. Ebbene, in queste ultime settimane abbiamo dovuto assistere all’autentico sconcio dei nostri Vescovi — ma quel che è peggio della Santa Sede —, che sono entrati a gamba tesa nella campagna elettorale per sostenere il Centro-Sinistra, erede molto annacquato del vecchio Partito Comunista Italiano. Infatti, mentre i vecchi comunisti, tanto agguerriti quanto coerenti, parlavano di proletariato e di classe operaia, portando avanti molte giuste rivendicazioni a tutela delle classi più deboli, i loro nipotini piddini, — quelli sostenuti dal nostro episcopato, per intendersi — li troviamo invece all’ora dell’aperitivo nei caffè di lusso del quartiere Parioli, nei super attici del centro e nelle ville romane dell’Olgiata.
Siccome non tutti sono privi di memoria storica, vorrei ricordare che da adolescente, nell’affatto lontano 1978, ho visto piangere un anziano parroco che finì fulminato dal Vescovo poiché accusato di essere troppo vicino a circoli comunisti. L’accusa al Vescovo fu presentata da alcuni politici e amministratori democristiani finiti sotto processo per corruzione e poi in galera un ventennio dopo. Detto questo mi sarebbe lecito domandare, sia al comitato elettorale della Conferenza Episcopale Italiana sia a quello della Segreteria di Stato, se sono io che ho capito male, se sono io che mi sono perso qualche passaggio della nostra incredibile evoluzione storico-politica ecclesiastica, oppure: siamo proprio all’appoggio clericale dato ai nipotini incoerenti e viziosamente borghesi di quelli che furono i vecchi e coerenti comunisti italiani? Perché temo che un certo clero politicante, con la nuova Sinistra, condivida un elemento inquietante: una idea di popolo ideologico e onirico totalmente avulsa dal reale, a ben considerare che il popolo non si incontra né nei caffè di lusso dei Parioli, né nei super attici del centro, né nelle ville romane dell’Olgiata, ma neppure nei palazzi delle curie, per quanto oggi ammantate di grande pauperismo con i loro vescovi che indossano croci di legno al collo e che procedono in processione con i bastoni pastorali fatti non più dagli artigiani argentieri ma dai falegnami, il tutto in attesa che cambi vento per poi presentarsi, come se nulla fosse accaduto, con sette metri di cappa magna.
Possa l’Europa accogliere la pace di Cristo, perché con la pace del mondo, portata avanti dai nipotini incoerenti dei vecchi comunisti coerenti, presto sarà morta e sepolta, con la benedizione del nostro episcopato italiano.
dall’Isola di Patmos, 25 maggio 2018
NOTA STORICO POLITICA SULLA BANDIERA MARIANA DELL’UNIONE EUROPEA
La bandiera dell’Unione Europea rappresenta il velo e il diadema di stelle della Beata Vergine Maria
Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. [Apocalisse di San Giovanni Apostolo: 12, 1]
Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. [Apocalisse di San Giovanni Apostolo: 12, 1]
A chi non lo sapesse ricordo qual è il significato della bandiera d’Europa: il colore blu raffigura il manto della Vergine Maria, le dodici stelle il suo diadema. All’epoca, quando fu costituito il primo nucleo dell’Unione Europea, i politici cattolici, all’insaputa dei protestanti Nord Europei, misero la nascente unione sotto la protezione della Mater Dei.
Se di ciò prenderanno atto laicisti, gay e lesbiche incattivite che pullulano nel Parlamento di Strasburgo, forse faranno un’interpellanza per cambiare bandiera.
Altri ancóra non sanno poi che alle urne si va in questo mese di maggio, che tradizionalmente è il mese dedicato alla Vergine Maria, anche se in molte chiese, in questo mese mariano, svariati vescovi e presbiteri si sono profusi in auguri sperticati di buon Ramadam, anziché lodare la Vergine Santa con la recita del Santo Rosario col quale l’Europa vinse la Battaglia di Lepanto, evitando che la bandiera con la mezzaluna potesse sventolare sulla cattedrale del Vescovo di Roma, il tutto prima ancóra di creare un’unione che ha, come proprio emblema, il manto e il diadema della Madonna …
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