La nuova missione del Vaticano: sostituirsi all'Onu
Pace, ambiente e sviluppo sono i temi preferiti da Francesco. Così rinuncia ai concetti che nascono dalla Dottrina sociale
Pace, ambiente e sviluppo sono i temi preferiti da Francesco. Così rinuncia ai concetti che nascono dalla Dottrina sociale
L'Onu si è trasferita in Vaticano o, meglio, è il Vaticano che sembra aver avocato a sé i compiti dell'Onu. Pace, salvezza del pianeta, sviluppo sostenibile, nuovi fondamenti per l'economia sono i pilastri di questa azione che si sta intensificando sia con l'azione diretta del Papa sia attraverso i due principali organismi di intervento su queste materie: le Pontificie Accademie delle Scienze (Pas) e delle Scienze sociali (Pass), guidate da monsignor Marcelo Sanchez Sorondo e il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo umano integrale, guidato dal cardinale Peter Turkson.
Gli ultimi mesi hanno visto un moltiplicarsi di conferenze e convegni internazionali in Vaticano dedicati proprio a questi temi: da quelli del settembre 2018 su «Sicurezza alimentare e dieta sana» (organizzato dalla Pas) e razzismo e xenofobia (organizzato dal cardinale Turkson) a quelli di novembre sui cambiamenti climatici (Pas) e sull'acqua potabile «bene di tutti» (Turkson). E poi ancora, lo scorso marzo su Religioni e sviluppo sostenibile (Turkson) e il Summit dei sindacati e industriali del settore trasporti (Pas); quindi ancora in maggio su biodiversità ed estinzione delle specie (Pas), senza dimenticare l'assemblea plenaria dell'Accademia delle Scienze sociali dedicata a «Nazione, Stato, nazione-Stato», a cui papa Francesco ha dedicato un lungo discorso improntato al mondialismo.
Le conferenze internazionali in Vaticano non sono certo una novità, ma a parte il moltiplicarsi di questi appuntamenti, la novità c'è ed è il cambiamento di approccio. In genere le conferenze vaticane, soprattutto quelle delle Pontificie Accademie delle Scienze e Scienze sociali, erano in passato un momento di studio, di raccolta di informazioni, di approfondimento di argomenti scientifici; in alcuni casi tutti questi elementi servivano per poter tirare alcune conclusioni alla luce della Dottrina sociale della Chiesa. Oggi invece tali conferenze sono diventate un momento di promozione di un'agenda politica globale che ha nell'enciclica di Papa Francesco Laudato Si' e negli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile firmati all'Onu (Sdg nell'acronimo inglese) i due fondamenti. Nella Laudato Si', Papa Francesco assume esplicitamente la teoria del Riscaldamento globale antropogenico (cioè causato dall'uomo) quasi fosse un articolo di fede, e in questi anni si sono moltiplicati gli appelli ai capi di Stato per prima approvare e poi attuare gli accordi di Parigi sul clima (dicembre 2015). Nello stesso tempo nei documenti ufficiali che escono dal Vaticano si usa ormai quasi esclusivamente la terminologia degli organismi delle Nazioni Unite.
C'è di fatto una rinuncia ai concetti che nascono dalla Dottrina sociale della Chiesa per appiattirsi su concetti nati in ambito Onu e che molto spesso sono più che ambigui: esempio principe è quello dello «sviluppo sostenibile» che, nella sua origine, ha una concezione negativa dell'uomo e propone il controllo delle nascite; non a caso fu decisamente avversato dalla Santa Sede negli anni '90.
Sembra quasi che, a fronte delle difficoltà e delle lentezze dell'Onu nell'individuare i problemi e porvi rimedio, la Santa Sede abbia preso in mano la situazione promuovendo essa stessa ciò che dovrebbe eventualmente fare l'Onu. A rinforzare questa impressione è l'arruolamento in Vaticano di personaggi legati in diversa maniera alle agenzie dell'Onu e a lobby internazionali. Due nomi su tutti: l'ex capo economista dell'Onu Jeffrey Sachs, ormai immancabile a ogni appuntamento della Pas, e l'ex vice presidente della Banca Mondiale nonché consigliere economico dell'amministrazione Clinton Joseph Stiglitz. A questo lavoro dei suoi collaboratori si devono poi aggiungere le iniziative personali di papa Francesco, non solo i continui appelli sui cambiamenti climatici e sulle migrazioni. Egli si propone come esempio di costruzione della «fraternità universale», concetto su cui insiste dall'inizio del pontificato e che ha creato più di qualche ambiguità. Da decenni non si risolve il conflitto israelo-palestinese? Papa Francesco convoca in Vaticano i presidenti di Israele e Palestina: è successo nel 2014 e per ricordare i 5 anni di quel vertice, Papa Francesco ha chiesto a tutti nel mondo cattolici e non - per ieri alle 13 «un minuto per la pace»: un momento di preghiera per i credenti, un momento di riflessione per gli altri. Il fondamentalismo e il terrorismo islamico è un problema globale? Papa Francesco va ad Abu Dhabi e firma il documento sulla fratellanza umana insieme al grande imam dell'Università egiziana al-Azhar. In tutto questo, che fine ha fatto la tradizionale predicazione cristiana che consiste nell'annuncio di Gesù Cristo come unico Salvatore? È quello che si chiedono sempre più cattolici.
La Cei all'attacco: "Se oggi i cattolici votano Lega significa che c'è crisi di proposte"
Il presidente dei vescovi italiani a Salvini: "Non basta dirsi credenti per diventare De Gasperi". Poi insiste: "Accogliere i migranti non è opera pia ma necessità democratica e priorità civile"
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"Staccare i fedeli dal Papa è una manovra sbagliata e controproducente". In una intervista a Repubblica, il presidente della Cei Gualtiero Bassetti torna a criticare il voto dei cattolici alla Lega di Matteo Salvini.
"Significa che è profonda la crisi di altre proposte", critica il cardinale pungolando ancora una volta il leader del Carroccio. "Non basta dirsi cattolici per diventare De Gasperi ".
Nella dura intervista a Repubblica Bassetti, che durante la campagna elettorale per le elezioni europee è più volte entrato in contrasto con Salvini e l'esecutivo gialloverde, spiega che l'azione solidale della Chiesa "non è un'opera pia, ma una necessità democratica" e chiede a chi governa di non scaricare "su altri le proprie responsabilità". Nel mirino del presidente dei vescovi italiani non ci sono solo le direttive messe in campo dal ministro dell'Interno per contrastare l'immigrazione clandestina, ma anche le misure economiche che il governo sta studiando per provare a far uscire il Paese dalla crisi economica. Nell'intervista il cardinale attacca, infatti, la politica "fondata sulla paura e sulle promesse facili" e ricorda che il "debito pubblico non è una invenzione del demonio, ma è frutto di tante nostre miserie".
In Vaticano la grande preoccupazione è sul crescente peso dei cattolici che votano Lega. "Proprio le indagini sociologiche ci insegnano come sia necessario distinguere tra tradizione culturale, religione e fede", mette le mani avanti Bassetti secondo cui "le trasformazioni sociali di questi anni non hanno cancellato un vocabolario comune, che rimane richiamo e ricchezza a cui tendere anche per tanti che hanno un'appartenenza debole alla comunità ecclesiale". "Per noi - continua il numero uno della Cei - questo costituisce l'orizzonte di un nuovo impegno di testimonianza e di proposta cristiana. Cercare di staccare i fedeli dai vescovi e soprattutto dal Papa è una manovra sbagliata e controproducente". Bassetti spiega, quindi, che l'unità della Chiesa è "qualcosa di profondo e radicato". Da qui il rifiuto l'idea che "la Chiesa possa essere portata sul piano della battaglia partitica, quasi come pastori fossimo preoccupati di schierarci o con uni piuttosto o con gli altri". "La storia ci insegna che non è mai stata una buona scelta quella di rincorrere i potenti, magari confidando di ottenerne consensi e privilegi - conclude infine - la Chiesa italiana è una presenza a servizio di tutti".
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