La Chiesa in Germania sta attraversa una crisi dimostrata dai numeri pubblicati qualche giorno fa (nel 2018, oltre 200.000 persone hanno abbandonato la Chiesa cattolica). Nei mesi scorsi è stato pubblicato un rapporto sugli abusi sessuali perpetrati da esponenti della Chiesa cattolica in Germania che ha destato parecchio scandalo. I rappresentanti ai massimi livelli della Chiesa, a cominciare dal Card. Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca e strettissimo consigliere di papa Francesco per la riforma della Curia, hanno pensato di avviare un “percorso sinodale” definito dagli esiti “vincolanti”, che potrebbe portare a decisioni potenzialmente dirompenti. Di questo parla il card. Brandmüller, eminente storico della Chiesa e uno dei quattro firmatari dei Dubia a Papa Francesco in merito alla esortazione apostolica Amoris Laetitia. Dubia rimasti ad oggi senza risposta.
Ecco l’intervista concessa dal card. Walter Brandmüller a Guido Horst su Die Tagestpost nella traduzione di Alessandra Carboni Riehn.
Card. Walter Brandmüller - Foto: Wolfgang Radtke (KNA)
Card. Walter Brandmüller – Foto: Wolfgang Radtke (KNA)
Eminenza, a proposito delle cifre relative all’abbandono di fedeli ora pubblicate dalla Chiesa cattolica e dall’EKD [Chiesa Evangelica Tedesca) in Germania: queste cifre cosa dicono sul futuro della Chiesa?
Queste cifre sull’abbandono di fedeli sono un sintomo estremamente allarmante della situazione spirituale della Chiesa cattolica in Germania. Allo stesso tempo va detto che non dobbiamo sorprenderci dell’apostasia, nell’orizzonte delle affermazioni di nostro Signore Gesù Cristo nel Nuovo Testamento: molti si raffredderanno nel loro amore, dice Gesù nel Vangelo di Matteo, e molti falsi profeti appariranno e sedurranno molti.
Ma quando si tratta della vera Chiesa di Cristo, ciò presuppone naturalmente che la Chiesa – i cristiani e i loro pastori – non si consideri una pia associazione, che a volte può anche cambiare il suo statuto, ma sappia di essere sostenuta da una missione affidatale dal suo Signore.
Con la “Via sinodale” i vescovi tedeschi vogliono reagire alla crisi della Chiesa, che un anno fa è stata ulteriormente aggravata dai risultati dello studio sugli abusi. Gli interventi dei vescovi che finora si sono espressi su questa “via” la rendono fiducioso?
Assolutamente no. A parte questo, l’espressione “via sinodale” è una tautologia. Si è insieme, si percorre una strada comune, ma il tutto suona un po’ sfuocato. Ma a parte questo: finora nessuno sa, in primo luogo, come verrà affrontata questa strada comune e, in secondo luogo, dove dovrebbe condurre.

“Se si considerano le esternazioni di tutta una serie di vescovi, si può ben dire che questa ‘via sinodale’ porta alla catastrofe.”

Se si considerano le esternazioni di tutta una serie di vescovi, si può ben dire che questa “via sinodale” porta alla catastrofe. Oppure, se alla fine Roma deve fare sì che la Chiesa in Germania non si stacchi dall’unità con la Chiesa universale, come si legge nella lettera del Papa al popolo di Dio in Germania, sfocerà in una gigantesca frustrazione.
Il vescovo di Essen Franz-Josef Overbeck, che come vescovo di Adveniat ha sostenuto la preparazione del Sinodo sull’Amazzonia e ha anche partecipato a diverse riunioni preparatorie, sostiene che la riunione dei vescovi a Roma rappresenterebbe una cesura, ma allo stesso tempo ricollega questo concetto anche alla “via sinodale”. Che tipo di cesura potrebbe essere?
In ogni caso qualcosa che non è più la Chiesa cattolica. Perché cesura è una categoria completamente opposta se ci si riferisce a un organismo, a uno sviluppo organico. Una cesura da cui risulti che dopo nulla sia più come prima significherebbe la fine della Chiesa.

“L’essenza della Chiesa è la trasmissione del contenuto della fede dagli Apostoli fino alla nuova venuta del Signore”.

L’essenza della Chiesa è la trasmissione del contenuto della fede dagli Apostoli fino alla nuova venuta del Signore – ma non un’evoluzione progressiva in cui l’essenza della Chiesa cambia.
Sia nella preparazione del Sinodo sull’Amazzonia che in vista della “via sinodale” si parla di rivalutazione dei laici e soprattutto delle donne. Sarà la fine della Chiesa dei clerici?
Invece di Chiesa dei clerici, è meglio parlare di Chiesa in cui fin dall’inizio esiste l’ordine sacro. Visto in questa luce, la fine della Chiesa dei clerici significherebbe probabilmente che verrebbe realizzata l’idea di chiesa di Martin Lutero, come la disegnò nei suoi pamphlet nel 1520. E quella non sarebbe più la Chiesa cattolica.

“Nella Chiesa cattolica il sacerdote che sta all’altare agisce ‘in persona Christi’ in virtù dell’imposizione sacramentale delle mani nella consacrazione”.

Per Lutero, tutti i battezzati in quanto tali erano già papa, vescovo e sacerdote. Nella Chiesa cattolica, invece, il sacerdote che sta all’altare agisce “in persona Christi”, in virtù dell’imposizione sacramentale delle mani nella consacrazione: perciò condivide anche lo stile di vita del suo Signore, cioè il celibato. Tanto sia detto sul celibato, che probabilmente sarà messo in discussione nella “via sinodale” e al Sinodo sull’Amazzonia.
In che modo gli obiettivi dei “riformatori” a Roma e in Germania influirebbero sulla vita ecclesiale?
Basta uno sguardo alla situazione delle comunità della Chiesa Evangelica Tedesca per immaginarsi come si ridurrebbero le ex chiese cattoliche.

Il cardinale Walter Brandmüller terrà una conferenza pubblica il 31 luglio nella Casa del Pellegrino del santuario di Maria Vesperbild sul tema: “Il ruolo della Chiesa per il futuro dell’Europa”. La conferenza inizia alle 20:00.